DOVREMMO IMPARARE DALLA FENICE

ECORIFLESSIONI DEI RAGAZZI DEL LICEO SCIENTIFICO

Veronica.JPGSi stacca la sveglia, spesso si accende la luce, e dopo una bella doccia il phon interviene sui nostri capelli; il suono del tostapane ci avverte che la colazione è pronta, e dopo aver bevuto anche un po’ di latte caldo andiamo a lavoro: l’energia è dovunque, e anche non pensandoci, nei singoli gesti quotidiani ella interviene a migliorarci la vita. Ma l’uomo moderno, che è così frettoloso, impegnato e sommerso nei suoi affari, quando poggia il dito sull’interruttore lo fa solo per servirsi dell’energia e mai per interromperne il consumo. Tutto cominciò quando ancora le acque cristalline si confondevano con l’azzurro del cielo, l’aria profumava di fiori d’arancio e un giovane dio, Prometeo, decise di donare a noi mortali l’utilizzo del fuoco. Fu così che l’uomo scoprì l’energia… Come un bambino che protegge affettuosamente il suo orsetto nuovo, similmente l’uomo dell’antichità custodiva la sua conquista come fosse il bene più prezioso che possedeva. L’umanità è cresciuta senza però maturare il sentimento di protezione nei confronti di questa importante risorsa e, pur essendo consapevole dei limiti di quest’ultima, ne fa un uso eccessivo ai danni dell’ambiente.  Dovremmo imparare dalla fenice, il leggendario uccello che morendo sa rinascere dalle sue ceneri: egli recupera interamente le sue risorse energetiche, senza “spreco”, così come dalle nostre metropoli alle nostre zone di campagna, tutti dovremmo saper utilizzare al meglio le capacità di sviluppo e di crescita con l’aiuto di nuove tecnologie ecocompatibili. Numerose campagne promuovono lo sfruttamento di fonti energetiche generate attraverso risorse rinnovabili, seguendo le indicazioni dello sviluppo sostenibile. Energia eolica, geotermica, da biomasse, idroelettrica e solare sono tipologie che utilizzano impianti che sfruttano le capacità energetiche della natura a vantaggio dell’attività umana, senza però danneggiare l’ambiente. Il mito di Icaro insegna: non bisogna avere paura del sole ma per non rischiare di “bruciarsi le ali” occorre catturarlo senza scottarsi.

Laura Cristina Basso, Daiana Piazza –  IVC   L.S.

Immagine Veronica Saglinbene –  IVC L. S.

 

DOVREMMO IMPARARE DALLA FENICEultima modifica: 2009-05-25T16:45:50+02:00da leodar1
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