Giorno 10 aprile intorno alle 6 del pomeriggio un elevato numero di persone si è recato nel piazzale della chiesa delle Grazie per assistere alla tradizionale “Scisa a cruci” del Cristo morto; che ogni anno viene portato in processione per le vie di Augusta posto su un letto di camelie rose e portato su una bara da 4 uomini tradizionalmente chiama Babbalucchi. In processione, hanno preso parte tante persone, nonostante le condizioni di tempo poco favorevoli. Io ho partecipato in prima persona a questa rappresentazione sacra stando davanti la bara del Cristo morto con il classico vestito nero, con sopra il manto e la corona di spine. Questa esperienza, che ho fatto per la seconda volta, è stata davvero significativa e toccante, non solo per il fatto che il venerdì santo è un giorno di dolore, ma anche e soprattutto per il fatto che di generazione in generazione nella mia famiglia è stata tramandata questa tradizione (cioè i figli maschi portare il simulacro di Gesù in processione, e le figlie femmine interpretare l’Addolorata). L’emozione è stata causata anche dal fatto che mio padre era a mio fianco, poiché era uno dei 4 portatori. Quel giorno ero molto in ansia perché nonostante l’avessi già fatto, avevo paura di non esserne all’altezza e fare qualche brutta figura; in più ero anche un po’ triste poiché mi ha fatto ricordare tanto la scomparsa di mio nonno che era uno dei capisaldi della confraternita. Solitamente le ragazzine che fanno l’Addolorata non hanno più di 12-13 anni, quindi per me è stata una scelta molto importante essendo quasi diciottenne, è stata un’esperienza molto sentita e penso che se non si ha fede e non si ha qualcosa in cui credere questa esperienza non debba essere fatta solo per mettersi in mostra e farsi vedere da centinaia di persone. È meglio mettersi da parte e fare spazio a chi ci crede veramente sia per grazia che per devozione.
Barbara Bassetta