Profumo di cipolle marce

 Scrive una giovane liceale: ”Il lato oscuro di Augusta” Mare al mercurio e profumo di cipolle marce

   1993280490.jpgAugusta. Una passeggiata sul lungomare. I palazzi di città. Le chiese. Federico II e il castello Svevo. La porta spagnola. Il profumo della storia. Tra passato e futuro. Istantanee che dipingono una città che ha molto da offrire, che raccontano di una comunità di pescatori che deve molto al suo mare, che ha tratto ricchezza e benessere da esso e ora si ritrova progredita e inquinata a fare i conti con la natura. Ai turisti regaliamo i più bei scorci ma ci riserviamo altri scenari mozzafiato: un plumbeo mare con qualche grammo di mercurio riversato e tanti bei pesci con quattro occhi, che tutto il mondo ci invidia (dove le trovi altre scempiaggini  del genere?). Per non parlare della delicata fragranza di cipolle marce che ci avvolge, che stuzzica le nostre narici al mattino e alla sera tardi (più delle brioche Mulino Bianco!), che copre il profumo quello dei limoni e degli aranci, questa è la vera Sicilia, l’odore degli agrumi è decisamente passato di moda. Un’allegra cortina di fumi grigi fa da sfondo alle nostre giornate … al punto che non ce ne accorgiamo neanche più. Se qualcuno, più pignolo, avesse qualcosa di cui lamentarsi, per non sconvolgere l’armonia sorvoliamo questa nota, cambiamo musica, mettiamo al bando la parola “inquinamento”. Ma è un fantasma che ci perseguita. Invano cerchiamo di ignorarlo. Enormi mostri incolore che sputano fiamme e fuoco e purtroppo anche qualcos’altro. Come dimenticare quando si parlò di stato di allarme? “ L’alto numero di neonati affetti da serie anomalie si ritiene sia dovuto in tutto o in parte al forte tasso d’inquinamento ambientale. E’ tempo di agire. Se solo non ci fossero interessi economici in gioco. Il progresso ha davvero reso l’uomo tanto insensibile alle tematiche ambientali?

E ora sembra quasi che la natura si ribelli, che voglia presentarci il conto della nostra negligenza, noncuranza, si tratta di una lezione impartita da Madre Natura in persona. Ma il fine non giustifica i mezzi in questo caso: le povere vittime sono neonati, sono le nuove generazioni che scontano la pena.

Dal 1980 ad Augusta,  cominciano le prime segnalazioni di nascita di bambini malformati: malformazioni cardiache e genitali, neoplasie, malattie infiammatorie allergiche e neurologiche.  E nonostante tutto questo ancora si prova a mettere la testa sotto la sabbia. Gas inquinanti, emissioni legate alla raffinazione di idrocarburi, reflui tossici, polveri di metalli pesanti come il nichel e il vanadio: nel triangolo petrolchimico si respira di tutto.

Il tasso d’inquinamento presente ad Augusta, anno dopo anno, fa degradare sempre di più la nostra città. I politici se ne fregano e i giovani fuggono via. Tanti i morti di cancro, soprattutto uomini, nelle vicinanze del famigerato “triangolo della morte”

Augusta – Priolo – Melilli: silenzio dei media, un silenzio colpevole, un silenzio di chi vuol dimenticare non indagare e migliorare le cose. Si tratta di ricatto occupazionale: in questa zona tutta l’economia è basata sul settore petrolchimico. La popolazione viene messa di fronte alla scelta “o questo o niente”. Ma l’alternativa non dovrebbe essere la chiusura del polo industriale bensì controlli effettuati con la massima perizia dalle autorità competenti. E’ assurdo che il controllato sia allo stesso tempo controllore: e invece qui da noi accade così! I sistemi di rilevamento delle particelle inquinanti nella zona sono affidati a Enel, alla Provincia e al Cipa (Consorzio Industriale per la Protezione Ambientale). A causa della carenza dei mezzi a disposizione delle prime due, le autorità si rivolgono spesso al Cipa, che fa capo alle aziende che inquinano il territorio. “Che verità può esserci se il controllore e il controllato sono la stessa persona?

 E come se non bastasse, in una zona già tanto martoriata, si parla oggi di inceneritore per ovviare all’increscioso problema dei rifiuti. Altri fumi tossici, tanto ormai … Peggio di così …

Nel 2004 la Regione Siciliana ha approvato il piano rifiuti regionale, che prevedeva l’installazione di un termovalorizzatore nei pressi di Augusta al fine di bruciare 500.000 tonnellate l’anno di rifiuti provenienti da quattro province: Enna, Ragusa, Siracusa e Catania. Gli inceneritori di ultima generazione, a temperature elevatissime, producono ceneri che sfuggono ai filtri e immettono nell’atmosfera fumi altamente inquinanti, polveri grossolane e polveri fini, metalli pesanti, policlorobifenili, benzene e diossine che si accumulano pericolosamente nell’organismo e danno origine a numerose patologie. I cittadini hanno organizzato una manifestazione popolare nel 2004, le associazioni ambientaliste hanno sollevato polveroni  e poi … è svanito tutto nel nulla! Siamo nella mani di nessuno. La qualità dell’aria e dell’acqua sono già seriamente compromesse e invece di pensare  alla raccolta differenziata, di sensibilizzare la popolazione al rispetto dell’ambiente, si parla di marchingegni vari e la situazione può solo peggiorare. Ma l’importante è che ci sia lavoro per tutti. Il resto non conta. Il resto sarebbero tante povere creature innocenti che scontano pene per colpe mai commesse e qualche chilo di pesce inquinato, condito con del buon mercurio.

Chiudiamo un occhio. Ormai chiudiamoli tutti e due. Lasciamo che gli eventi abbiano il loro corso. Ma in questa storia non ci sarà alcun lieto fine.

                               Rita Cristina Myriam Intravaia