Civiltà e disabilità

Uscendo di casa per recarmi al lavoro, di buon mattino, mi imbatto in un cartello posto all’esterno del parabrezza di un autoveicolo parcheggiato dentro un’area riservata alla sosta dei diversamente abili; il cartello, ben esposto, riportava a caratteri cubitali la seguente dicitura:  

“Tu che hai occupato il mio posto, prendi pure il mio handicap”.

logo-500.png Non voglio pensare al proprietario del mezzo nel momento in cui avrà dovuto rimuovere la macchina; si sarà guardato attorno dopo essersi assicurato che nessuno avrebbe deriso di lui, avrà rimosso frettolosamente prima il cartello della vergogna per poi essersi allontanato frettolosamente con la stessa demenziale e fanciullesca espressione di chi viene scoperto col dito sporco di marmellata.

Stiamo forse perdendo quel senso di civiltà e di rispetto umano al quale tutti noi italiani ci vantiamo di appartenere?  L ’esempio più cafone ci arriva proprio dai signori dei palazzi che avrebbero il compito di educare, attraverso le leggi, il cittadino alla civile convivenza ed al reciproco rispetto umano: i politici. Ed è notizia di questi giorni la protesta degli operatori che hanno in cura persone con abilità diverse, gli operatori del centro “Aias” di Augusta, contro le iniziative intraprese dall’assessorato regionale alla sanità che vorrebbe impedire agli aventi diritto di sottoporsi a trattamenti terapeutici riabilitativi, per via del contenimento della spesa pubblica, come se per loro fosse un piacere o un lusso andare al centro “Aias” per sottoporsi a cure di questo tipo.

Per non parlare dei “delitti” indirettamente commessi ai fini di lucro da grandi società, come l’Enel per esempio, che pur di recuperare miserevoli crediti interrompe d’un tratto l’erogazione dell’energia elettrica ad un’anziana donna, sempre di Augusta, emarginata da questa civiltà carogna e costretta a vivere a lume di candela per colpa di quelle altrettanto miserevoli retribuzioni che non  consentono di sbarcare il lunario e di pagare le bollette, malgrado l’ anziana abbia  invocato gentilmente la rateizzazione degli importi e fatto presente la propria situazione familiare resa ancor più drammatica dalla presenza in casa di un figlio diversamente abile, bisognoso di cure e di energia elettrica.

Diversamente abili: per sentirsi sempre persona nella dignità di ogni individuo.

Meno male che non ci troviamo di fronte ad un caso limite di persona mantenuta artificialmente in vita altrimenti avremmo potuto azzardare un’ ipotesi di omicidio o di tentato omicidio.

               Giuseppe Tringali

IL GIORNO DELLE TARTARUGHE

856147896.jpgL’associazione onlus “Fondo siciliano per la natura” si occupa del recupero, la salvaguardia e la cura di animali selvatici, ha sede a Comiso ed è operante da otto anni in un’area ben attrezzata  messa a disposizione dal Comune attraverso delle convenzioni.

 

229684647.jpgTra i diversi animali che gli vengono affidati, il centro si occupa della riabilitazione della simpatica tartaruga marina, ridotta ormai a poche migliaia di esemplari e protetta dalla legge dal 1994 che ne proibisce esplicitamente il commercio di qualsiasi oggetto prodotto con parti di essa. La problematica è molto  grave perché l’invasione umana, purtroppo, sta privando la tartaruga del proprio habitat naturale, la spiaggia, ad essa necessaria per la deposizione delle uova, sconvolgendolo con costruzioni sempre più numerose di strutture turistiche la cui illuminazione, non di meno, attira i fortunati piccoli quando la stessa madre disperatamente non decide di abbandonare le uova in mare aperto per queste note cause di forza maggiore. Sostanzialmente succede che tartarughe appena nate scambiano le luci artificiali per scintillii di stelle delle quali sono normalmente attratte, dirigendosi  inconsapevolmente verso mete mortali.

818977815.jpgIeri mattina,  presso il  faro Santa Croce di Augusta, grazie alla provata professionalità degli uomini del centro regionale comisano, della capitaneria di porto di Augusta, dei sub aderenti all’ appena costituita guardia costiera ausiliaria di Augusta e grazie ulteriormente all’affetto delle centinaia di persone accorse alla manifestazione, sono state liberate 11 tartarughe le quali, prima di inabissarsi, sembravano volessero ringraziare e salutare  i convenuti col movimento delle loro zampette ,visibili a pelo d’acqua  per un buon tratto.

Un esempio di rispetto per la natura e, soprattutto, di grande civilta’.

         Giuseppe Tringali

Unico al mondo l’Hangar di Augusta

1403501092.jpg1771137821.jpgIl quotidiano “ La  Repubblica” ha scritto: “Possente e maestoso come un tempio greco, da quasi un secolo sovrasta la città da un´altura: è l´hangar di Augusta, un interessante esempio d´ingegneria d´inizio ‘900 e, a quanto pare, unico esemplare rimasto al mondo di hangar per dirigibili costruito in cemento armato. Un monumento straordinario che nel tempo ha ricevuto grandi apprezzamenti soprattutto a livello internazionale, ma che per decenni è stato lasciato in stato di totale abbandono, nelle mani dei vandali. Per fortuna la situazione sta cambiando: alla fine dello scorso anno, infatti, sono stati avviati i lavori di messa in sicurezza, prodromo al restauro dell´hangar con la sua grande porta a soffietto, tutta in ferro, un vero capolavoro d´ingegneria per dimensioni e tecnica di costruzione. Recentemente, inoltre, è stato affidato l´appalto per la progettazione del Parco del Mediterraneo, che prevede la risistemazione dell´area circostante dove sono stati ritrovati fra le sterpaglie una stele commemorativa e un anello di ancoraggio per dirigibili.” Uno straordinario modello di “archeologia industriale” tra altri celebri ed affascinanti monumenti della cittadina siciliana.

38695988.jpgStraordinaria, perché davvero fuori dell’ordinario, la singolare struttura architettonica che possiede la città “federiciana” di Augusta, un hangar costruito nel 1917 per essere usato durante la prima guerra mondiale al parcheggio dei dirigibili. Un’ associazione intende promuoverne la valorizzazione ma sinora, nonostante gli sforzi, a mio avviso ci sono state scarse  iniziative nella valorizzazione del monumento e del parco circostante di 40 ettari circa. Recentemente, comunque, pare che qualcosa si stia muovendo: una delegazione che si vorrebbe occupare del recupero ha visitato il sito mentre l’ Unesco, proprio quest’anno, prendendo in serie considerazioni questo spettacolare monumento ha promosso, attraverso la visita di un loro delegato rappresentante, una serie di iniziative per annoverare l’opera nella lista dei “monumenti storici di rilievo”.

             Giuseppe Tringali

 

 

Due augustane belle e famose

A Misterbianco la sesta edizione della rassegna ‘Dinastie’

Presso la suggestiva piazza Mazzini, a Misterbianco, si è svolta  la sesta edizione della rassegna”Dinastie”, che quest’anno ha visto una veste europea in quanto il Comune di Misterbianco, organizzatore dell’evento, ha ricevuto particolari riconoscimenti per i lavori su “Urban2”, il programma di rigenerazione urbana promosso dall’Unione Europea.  La manifestazione, con la direzione artistica e la regia di Nino Graziano Luca e di Marco Aloisi, nasce dalla volontà di raccontare il ruolo di importanti famiglie nella nostra realtà epocale. Nelle passate edizioni sono state premiate alcune delle più note famiglie siciliane, come Florio, Alliata di Villafranca,Ventimiglia, Ferrera e Scammacca del Murgo. Quest’anno, verrà raccontata la storia della famiglia Marconi, per onorare la memoria di uno dei nostri più importanti scienziati: Guglielmo Marconi. Nel corso della serata saranno ripercorsi episodi memorabili: la trasmissione attraverso l’Atlantico dalla Cornovaglia all’isola di Terranova nel 1901; l’illuminazione di Sidney nel 1930; l’inaugurazione della Radio Vaticana nel 1931. Non mancheranno anche i racconti su momenti di vita familiare. Ma Dinastie è anche una manifestazione dove la moda e l’arte sono grandi protagoniste. È confermata la presenza di Addy Van Den Krommenacker, stilista olandese amato da attrici come Julia Roberts. Inoltre, sfileranno le creazioni di alcuni giovani stilisti diplomati dell’Accademia Euromediterranea di Moda e Costume di Catania:   

Federica Fanti   

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Nata ad Augusta nel 1984, sin da piccola dimostrava uno spiccato interesse a tutto quello che l’estetica raffinata rappresenta nel mondo della moda e del lusso femminile, facile matita riportava su carta le sue idee che un giorno avrebbe realizzato chiamandole simpaticamente “le sue bambine”. Ha frequentato l’Accademia EuroMediterranea di G. Ferrera, conseguendo il master in designer di moda

ed ancora Maria Maimone e Gabriella Scuto. E non mancheranno momenti dedicati alla danza con la Compagnia di Danza Rinascimentale: Harmonia Suave.

Tra gli illustri ospiti, anche la stilista Regina Schrecker, l’attrice  

Barbara Tabita

467795819.jpgAttrice eclettica che divide la sua carriera tra teatro di prosa, commedia musicale, cinema, canto e televisione.  Frequenta la Scuola del Teatro Stabile di Catania. Perfeziona i suoi studi teatrali con Richard Gordon dell’Actors Studios, con il mimo Laureny Clairet dell’Ecole de mimodrame de Paris, con Kate Raichel del Berliner Ensamble e con Giorgio Albertazzi con cui debutta al teatro greco di Taormina (’97) e collabora per vari spettacoli tra i quali “Borges in Tango”. Con questo spettacolo si inaugura una collaborazione come cantante con un orchestra di tango argentino. Barbara ha lavorato con il Living Theatre, il CRT di Milano, il Teatro Stabile di Catania, il Teatro della Tosse, il Teatro Biondo di Palermo ed altri, accanto ai più illustri nomi del panorama teatrale italiano. Vince nel 2000 il premio Danzuso come miglior attrice di prosa emergente, e nello stesso anno debutta sul grande schermo, affianco di Gino Paoli, Chiara Muti e i Cavalli Marci nel musical per il cinema “Come se fosse amore”. All’attivo ha undici film, tra gli ultimi il campione d’incassi del Natale 2005 “Ti amo in tutte le lingue del mondo” con regia di Leonardo Pieraccioni, dove Barbara è la moglie del protagonista interpretato dallo stesso Pieraccioni. Sempre nel 2005 in televisione lavora in “Incantesimo 8” ed ancora nell’ultimo film di T.Angelopoulos che arriverà in Italia nel 2007, non ultimo un episodio del “Commissario Montalbano”.  Senza mai abbandonare lo studio del canto e la ricerca teatrale si dedica inoltre alla conduzione di “Tutto in un week end”, un programma di cultura e viaggi prodotto da Magnolia che da settembre andrà in onda su Discovery channel. Nel 2006 è è stata impegnata sul set del “Giudice Mastrangelo 2” con Diego Abbatantuono, e con le riprese del nuovo film di Ficarra e Picone

e le modelle di Alta Moda  Roma Melania Di Mauro, Irene Puglisi e Claudia Russo che rappresenterà l’Italia a Miss Mondo.

      Giuseppe Tringali

 

Meglio tardi che mai

247121768.jpgPer noi  augustani che abbiamo sempre vissuto in zona, lo scenario potrebbe passare inosservato, ma proviamo per un attimo ad immaginare cosa può rappresentare per il turista occasionale il canale di Brucoli, per esempio. Le sue innumerevoli grotte scavate nel costone roccioso, la porta che dà accesso alla sorgente d’acqua sulfurea posta innanzi al moderno porticciolo da diporto dove, non a caso, sono state effettuate riprese per la famosa serie televisiva del commissario Montalbano; le grotte troglodite  poste a più ripiani e qualcuna persino di enormi dimensioni, realizzate dai nostri antenati greci i quali, alla guida del condottiero Lamis, lì fecero insediamento, dedicandosi più tardi alla fondazione delle colonie “Trotilon”, “Megara Iblea”, “Leontinoi”, “Thapsos” e “Selinunte”. L’opera viene completata qualche tempo dopo  da re Giovanni che darà l’esilio, dicono le malelingue, all’infedele moglie regina Giovanna nel  castello che lei stessa  aveva edificato all’inizio del canale, alla foce del fiume “porcaria” che scorre ai piedi del costone.

1127945644.jpgOltrepassando una della pareti rocciose, ci troviamo la “Gisira” e l’“Adonai”, l’eremo-santuario dedicato alla Madonna;  più a nord,  oltre le spettacolari insenature naturali marine (comunemente chiamate “Villaggio Valtur” o “Brucoli Village” come se da Dio fossero state vendute), troviamo lo “scoglio della tartaruga” e una sorgente infinita di acqua oligominerale, tra il santuario e “la bruca”, la località che diede i natali a quello che all’epoca era un vicino villaggio di pescatori  (“A uruca”, ossia “la bruca”, ovvero “Brucoli” in un secondo tempo). In quel posto sorgeva una volta una fornace che serviva alla produzione di manufatti in terracotta , merce di scambio con la vicina Catania e quindi, per comodità, luogo ideale per l’ approdo di imbarcazioni interessate all’attività mercantile.

Oggi, dopo re Giovanni, la Regione Sicilia scopre finalmente la fascia costiera di Brucoli, ad Augusta: introduce il vincolo paesaggistico perché ritenuta  di pubblico interesse per il cospicuo carattere di bellezze naturali, storico-architettoniche, paesaggistiche, oltre che geologiche e geomorfologiche.

                               Giuseppe Tringali

Profumo di cipolle marce

 Scrive una giovane liceale: ”Il lato oscuro di Augusta” Mare al mercurio e profumo di cipolle marce

   1993280490.jpgAugusta. Una passeggiata sul lungomare. I palazzi di città. Le chiese. Federico II e il castello Svevo. La porta spagnola. Il profumo della storia. Tra passato e futuro. Istantanee che dipingono una città che ha molto da offrire, che raccontano di una comunità di pescatori che deve molto al suo mare, che ha tratto ricchezza e benessere da esso e ora si ritrova progredita e inquinata a fare i conti con la natura. Ai turisti regaliamo i più bei scorci ma ci riserviamo altri scenari mozzafiato: un plumbeo mare con qualche grammo di mercurio riversato e tanti bei pesci con quattro occhi, che tutto il mondo ci invidia (dove le trovi altre scempiaggini  del genere?). Per non parlare della delicata fragranza di cipolle marce che ci avvolge, che stuzzica le nostre narici al mattino e alla sera tardi (più delle brioche Mulino Bianco!), che copre il profumo quello dei limoni e degli aranci, questa è la vera Sicilia, l’odore degli agrumi è decisamente passato di moda. Un’allegra cortina di fumi grigi fa da sfondo alle nostre giornate … al punto che non ce ne accorgiamo neanche più. Se qualcuno, più pignolo, avesse qualcosa di cui lamentarsi, per non sconvolgere l’armonia sorvoliamo questa nota, cambiamo musica, mettiamo al bando la parola “inquinamento”. Ma è un fantasma che ci perseguita. Invano cerchiamo di ignorarlo. Enormi mostri incolore che sputano fiamme e fuoco e purtroppo anche qualcos’altro. Come dimenticare quando si parlò di stato di allarme? “ L’alto numero di neonati affetti da serie anomalie si ritiene sia dovuto in tutto o in parte al forte tasso d’inquinamento ambientale. E’ tempo di agire. Se solo non ci fossero interessi economici in gioco. Il progresso ha davvero reso l’uomo tanto insensibile alle tematiche ambientali?

E ora sembra quasi che la natura si ribelli, che voglia presentarci il conto della nostra negligenza, noncuranza, si tratta di una lezione impartita da Madre Natura in persona. Ma il fine non giustifica i mezzi in questo caso: le povere vittime sono neonati, sono le nuove generazioni che scontano la pena.

Dal 1980 ad Augusta,  cominciano le prime segnalazioni di nascita di bambini malformati: malformazioni cardiache e genitali, neoplasie, malattie infiammatorie allergiche e neurologiche.  E nonostante tutto questo ancora si prova a mettere la testa sotto la sabbia. Gas inquinanti, emissioni legate alla raffinazione di idrocarburi, reflui tossici, polveri di metalli pesanti come il nichel e il vanadio: nel triangolo petrolchimico si respira di tutto.

Il tasso d’inquinamento presente ad Augusta, anno dopo anno, fa degradare sempre di più la nostra città. I politici se ne fregano e i giovani fuggono via. Tanti i morti di cancro, soprattutto uomini, nelle vicinanze del famigerato “triangolo della morte”

Augusta – Priolo – Melilli: silenzio dei media, un silenzio colpevole, un silenzio di chi vuol dimenticare non indagare e migliorare le cose. Si tratta di ricatto occupazionale: in questa zona tutta l’economia è basata sul settore petrolchimico. La popolazione viene messa di fronte alla scelta “o questo o niente”. Ma l’alternativa non dovrebbe essere la chiusura del polo industriale bensì controlli effettuati con la massima perizia dalle autorità competenti. E’ assurdo che il controllato sia allo stesso tempo controllore: e invece qui da noi accade così! I sistemi di rilevamento delle particelle inquinanti nella zona sono affidati a Enel, alla Provincia e al Cipa (Consorzio Industriale per la Protezione Ambientale). A causa della carenza dei mezzi a disposizione delle prime due, le autorità si rivolgono spesso al Cipa, che fa capo alle aziende che inquinano il territorio. “Che verità può esserci se il controllore e il controllato sono la stessa persona?

 E come se non bastasse, in una zona già tanto martoriata, si parla oggi di inceneritore per ovviare all’increscioso problema dei rifiuti. Altri fumi tossici, tanto ormai … Peggio di così …

Nel 2004 la Regione Siciliana ha approvato il piano rifiuti regionale, che prevedeva l’installazione di un termovalorizzatore nei pressi di Augusta al fine di bruciare 500.000 tonnellate l’anno di rifiuti provenienti da quattro province: Enna, Ragusa, Siracusa e Catania. Gli inceneritori di ultima generazione, a temperature elevatissime, producono ceneri che sfuggono ai filtri e immettono nell’atmosfera fumi altamente inquinanti, polveri grossolane e polveri fini, metalli pesanti, policlorobifenili, benzene e diossine che si accumulano pericolosamente nell’organismo e danno origine a numerose patologie. I cittadini hanno organizzato una manifestazione popolare nel 2004, le associazioni ambientaliste hanno sollevato polveroni  e poi … è svanito tutto nel nulla! Siamo nella mani di nessuno. La qualità dell’aria e dell’acqua sono già seriamente compromesse e invece di pensare  alla raccolta differenziata, di sensibilizzare la popolazione al rispetto dell’ambiente, si parla di marchingegni vari e la situazione può solo peggiorare. Ma l’importante è che ci sia lavoro per tutti. Il resto non conta. Il resto sarebbero tante povere creature innocenti che scontano pene per colpe mai commesse e qualche chilo di pesce inquinato, condito con del buon mercurio.

Chiudiamo un occhio. Ormai chiudiamoli tutti e due. Lasciamo che gli eventi abbiano il loro corso. Ma in questa storia non ci sarà alcun lieto fine.

                               Rita Cristina Myriam Intravaia

Inquinamento da “puzza di uova marce”

523278103.jpgL’ 1 ottobre si è tenuta alla provincia un vertice tra l’azienda petrolifera Maxcom e rappresentanti politici della provincia, del comune e dell’ Asl 8 di Augusta per discutere ed eventualmente risolvere il problema segnalato da cittadini abitanti nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Augusta, i quali si sono più volte lamentati per la presenza di cattivi odori provenienti dai depositi costieri di proprietà dell’azienda petrolifera.

Per il momento, si è deciso di tenere tre registri, uno al comune, uno alla Maxcom e uno alla provincia, dove verranno annotate le date in cui si verificheranno tali “puzzolenti” episodi dovuti, stando alle dichiarazioni degli esperti in materia, alla naturale decomposizione di talune proteine a contenuto di zolfo.

Il registro del comune sarà gestito dai vigili urbani ai quali possono rivolgersi i cittadini per le loro future segnalazioni. I tre registri saranno periodicamente comparati e valutati dai competenti organi di controllo in attesa di impiantare nella stessa azienda un rivelatore che segnalerebbe automaticamente la presenza di questa “orribile” puzza, simile a quella emanata dalle uova marce.

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Il progetto per  l’ impianto di “prevenzione e controllo delle emissioni diffusederivanti dall’attività del deposito Maxcom di Augusta era già stato presentato il  10 luglio scorso.  L’impianto, già testato in altre aree industriali ha prodotto notevoli risultati: un naso elettronico molto sensibile farà attivare il processo di abbattimento dei cattivi odori già a livelli di soglia odorifera più bassi di quelli percepibili dall’uomo. L’ ’impianto di deodorizzazione verrà realizzato in un paio di mesi, a totale carico dell’azienda, una volta ottenuta l’approvazione, si spera in tempi rapidi, da parte della provincia.

Giuseppe Tringali

La meritocrazia

La meritocrazia fra pubblico e privato

2103051431.jpgLa meritocrazia è un valido strumento che, applicato in assoluta buona fede, riconosce il giusto merito a tutti coloro che operano nel mondo del lavoro, dall’operaio al ricercatore scientifico. L’azienda che persegue questa logica è destinata a prosperare, ad espandersi, ad essere presa a modello dagli altri. Creare una giusta, sana e leale competizione tra chi opera, a distanza di tempo non può che avere risvolti positivi. Nell’azienda in cui si applica questo principio emergeranno i più bravi e i più volenterosi saranno gratificati in termini di emolumenti e di carriera; soprattutto si eviterà che il mediocre, figlio del tizio o amico del caio, abbia la carriera spianata dalle solite e odiose scorciatoie, con l’irreversibile danno non solo ai colleghi, ma soprattutto all’azienda stessa.  Nel nostro paese sono presenti diverse tipologie di lavoro, ma fondamentalmente sono imperniate su due categorie: il Pubblico e il Privato; senza rammarico diciamo che se la strada che porta alla meritocrazia nel privato è relativamente facile, nel pubblico è irta di mille difficoltà. Nel primo caso, infatti, il dirigente responsabile ha tutto l’interesse affinchè l’azienda produca, cresca e aumenti il proprio fatturato, con risultati bivalenti: per l’azienda che vedrà crescere il fatturato e per i dipendenti che godranno di una vita lavorativa più tranquilla senza lo spauracchio della mobilità o del licenziamento, anzi con la consapevolezza che il loro impegno produrrà qualche beneficio. Nel Pubblico Impiego la cosa è ben diversa perché ad eccezione di qualche realtà dove il riconoscimento del merito può trovare una “certa plausibilità”, ci sono tantissimi settori dove lo stesso Pindaro si 767333603.jpgsarebbe arreso. Tanti, troppi uffici della P.A. ci hanno provato, con risultati a dir poco deludenti. Nel comparto Ministeri le cose non vanno meglio, anzi vanno decisamente peggio: in quello della Salute, appena si discute di salario accessorio spuntano i bisturi sul tavolo della contrattazione. Al Ministero dell’ Istruzione è sorta quasi un’ insurrezione generale da parte dei docenti, i quali hanno posto un netto rifiuto a questo genere di confronto. E via discorrendo.. . Particolare attenzione merita invece il nostro Ministero Difesa per la sua atipicità (l’unico, dove ancora troviamo operai dello Stato). Consapevoli di arrecare un profondo dispiacere ai Ministri – Don Chisciotte e ai tanti giuslavoristi – sapienti, crediamo di potere affermare, fino a prova contraria, che applicare il concetto di meritocrazia nel nostro Ministero, allo stato attuale è pressoché impossibile perché reduci da oltre un decennio da fallimenti in materia; nel frattempo sono cambiati Ammiragli, Generali, Dirigenti e Sindacalisti senza aver mai raggiunto risultati concreti. La meritocrazia è strettamente legata ad un altro termine altrettanto suadente: produttività. Ma produttività di che? Di cosa? Se costruissimo pentole.. sarebbe facile applicare un conteggio ma noi produciamo essenzialmente servizi; noi conosciamo i miracoli a cui sono chiamati  (tra sciatiche e colpi della strega, tra un macchinario fuori norma ed un altro pure) quei quattro lavoratori anzianotti rimasti alle lavorazioni. Per non parlare dell’ insostituibile figura del sottoufficiale che nello stesso ufficio esegue lo stesso lavoro ad un trattamento economico decisamente diverso. E nelle officine? Chi lo stabilisce che un lavoro vale più di un altro? No signori, il dirigente responsabile il più delle volte è una figura effimera nominata quasi per caso il cui obiettivo spesso è quello di tornare al più presto da dove è venuto, mentre i suoi sott’ordini, avulsi dal contesto in cui si trovano, ignorano la materia del settore dato a loro in affidamento. Sono questi i personaggi chiamati a pronunciarsi sulla meritocrazia. Dio ci salvi dal dirigente che ha le idee chiare, che ha trovato la formula magica della meritocrazia, che ti parla di aumentare la produttività là dove in molti casi non si produce un bel nulla, che rivendica il criterio di valutare il “numero delle pentole”, che in fase di contrattazione sarà bene non contraddire (diversamente, la rissa della riunione condominiale, a confronto, potremmo paragonarla a una piacevole conversazione tra amici).

Cari dirigenti statali e cari giuslavoristi che spendete parte del vostro prezioso tempo a spiegarci il moto rivoluzionario della terra, provate a  riflettere se vale realmente la pena di spacciare ipocritamente un interesse e un’ambizione personale per un bene collettivo.                                

                       Il Segretario FP CGIL Difesa Provinciale

                                 Sebastiano TRIGILIO