Nella notte, scosse di terremoto nella Sicilia orientale tra l’Etna e le acque di Augusta

 sismolog.jpg

 A distanza di qualche giorno dall’iniziativa “terremoto – io non rischio”, promossa dal dipartimento della protezione civile e portata in cento comuni d’italia, Augusta compresa, stanotte lievi scosse di terremoto si sono registrate proprio nella Sicilia Orientale, al largo di Augusta e  sull’Etna, dove la terra da giorni continua a tremare. La prima scossa di magnitudo 2.3, difatti,  è stata registrata alle 3.49 al largo di Augusta, a 18 km di profondità; fortunatamente non è stata avvertita dalla popolazione locale. Pochi minuti prima, alle 3.44, un terremoto di magnitudo 2.1 era stato registrato nel Golfo di Patti e di Milazzo, mentre ancora un altro,  di magnitudo 2.3,  è succeduto, alle 5.37, tra le province di Messina e Palermo. Alle 6.28, infine, una nuova scossa di magnitudo 2.0 a 7.3 km di profondità, sul versante orientale dell’Etna. Quest’ ultima è stata avvertita tra Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Mascali, Milo, Riposto, Piedimonte Etneo, Sant’Alfio, Santa Venerina e Zafferana. Nessun danno accertato a persone o abitazioni.  

  G T

CAMPAGNA NAZIONALE PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

13 E 14 OTTOBRE VOLONTARI FIR-CB E MASCI IN PIAZZA AD AUGUSTA

 terremoto.jpg

Oltre 1.500 volontari di 12 organizzazioni nazionali di protezione civile impegnati sabato 13 e domenica 14 ottobre in un centinaio di piazze italiane nella campagna nazionale per la riduzione del rischio sismico: sono questi i numeri di “Terremoto – io non rischio”, l’iniziativa che si svolgerà in circa cento comuni a elevato rischio sismico o ritenuti particolarmente rilevanti per una efficace informazione alla popolazione su questo tema. Nata da un’idea del Dipartimento della Protezione Civile e di Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, la campagna “Terremoto – io non rischio” – giunta alla sua seconda edizione – è realizzata in collaborazione con l’Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e ReLuis-Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, in raccordo con le Regioni, le Province e i Comuni coinvolti. Protagonisti dell’iniziativa sono proprio i volontari di dodici organizzazioni nazionali di protezione civile, formati sul rischio sismico, che hanno istruito a loro volta altri volontari, diventando quindi attori di un processo di diffusione della conoscenza che culminerà nel fine settimana del 13 e 14 ottobre. Per favorire la sensibilizzazione dei cittadini rispetto al rischio sismico, è stato scelto di coinvolgere nelle diverse piazze le associazioni di volontariato che operano ordinariamente sul territorio, promuovendo così la cultura della prevenzione: volontari più consapevoli e specializzati, cittadini più attivi nella riduzione del rischio sismico. I volontari delle associazioni FIR-CB e MASCI partecipano alla campagna “Terremoto – io non rischio” con punti informativi allestiti in piazza Duomo ad Augusta per distribuire materiale informativo, rispondere alle domande dei cittadini sulle possibili misure per ridurre il rischio sismico e sensibilizzarli a informarsi sul livello di pericolosità del proprio territorio. L’elenco completo delle associazioni coinvolte e delle piazze, divise per Regioni, è disponibile sul sito ufficiale della campagna, www.iononrischio.it, dove è possibile consultare anche la sezione “Domande e risposte” sul rischio sismico, sulla sicurezza degli edifici e sulle regole di comportamento da tenere in caso di terremoto.

Dipartimento della Protezione Civile – Ufficio Stampa

RIGASSIFICATORE, SOLARINO E FRANCO LANCIANO UN ALTRO J’ACCUSE

Mentre alcuni  scienziati italiani e russi preannunciano per la Sicilia orientale un terremoto più disastroso di quello dell’Aquila

 

Lettera Aperta all’on. Raffaele Lombardo,  Presidente della Regione Sicilia

Nel giorni 19 e 20 aprile 2012 si è svolto nell’’Hotel Bellini di Catania (ex Jolly) un convegno organizzato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), con la partecipazione dei massimi esperti europei e internazionali di inquinamento ambientale e relative ricadute sulla salute umana. In questo convegno, quali invitati ufficiali, abbiamo preso parte attiva come esperti locali, e si è messo a punto un progetto pilota riguardante la ricerca di tutta una serie di biomarcatori nella popolazioni residenti nelle tre aree industriali siciliane. Sono state valutate e approvate le varie tipologie di biomarcatori da ricercare e le classi di popolazioni. Da parte nostra abbiamo presentato tutti gli studi epidemiologici effettuati nella nostra area, i dati sulle emissioni e l’inquinamento ambientale, oltre a una dettagliata tipologia dei vari impianti industriali in atto esistenti. Data la maggiore complessità dell’area industriale siracusana rispetto a quelle di Gela e Milazzo, è stato ritenuto indispensabile aumentare il numero e la complessità dei biomarcatori (metalli pesanti, diossine, Ipa e organo clorurati, etc.), in ciò convinti dai riscontri delle indagini epidemiologiche che evidenziano un preciso rapporto di causa-effetto per determinati tipi di emissioni.

Molto apprezzato e ritenuto utile, in quanto a oggi unico, il nostro studio sui metalli pesanti effettuato sulla popolazione femminile in età fertile.

Questo progetto pilota sarà finanziato dall’OMS e partirà entro l’anno, per poi essere esteso negli anni successivi alle restanti aree a rischio di Europa.

Tutti i partecipanti OMS, nelle considerazioni finali, si sono dichiarati ancora più consapevoli della già risaputa grave situazione ambientale e sanitaria del triangolo industriale siracusano e hanno condiviso le nostre proposte di azioni urgenti, quali il controllo in continuo delle emissioni, la delocalizzazione degli stoccaggi pericolosi, la messa in sicurezza di impianti e stoccaggi, considerata l’alta sismicità dell’area, il divieto di coltivare e pascolare nell’area industriale, considerata l’evidente contaminazione della catena alimentare e, a tal proposito, hanno apprezzato la nostra proposta di coltivare l’area esclusivamente a oleaginose da utilizzare come materia prima nella produzione di biodiesel.

Il 10 maggio prossimo, l’OMS produrrà una relazione ufficiale informativa sul Convegno alla Regione Sicilia sponsorizzatrice del convegno.

A leggere i quotidiani di questi giorni, sembra che la presa di coscienza dell’OMS sulla situazione sanitaria e ambientale delle aree a rischio sia in netto contrasto con quanto invece propone la classe politica nazionale e regionale.

1)      Il ministro Clini, cui immediatamente avrebbe fatto eco la Regione Sicilia, si sarebbe dichiarato favorevole all’utilizzazione di frazioni di RSU come combustibile nei cementifici, con la conseguenza che il cementificio di Priolo Buzzi-Unicem, che già brucia copertoni usati e pet-coke di Gela, inquinerebbe ancor di più sotto forma di diossine, metalli pesanti e particolato ultrafine come Lei ha avuto modo di leggere nelle relazioni da noi inviateLe. Praticamente si esce dalla porta per rientrare dalla finestra in maniera peggiorativa, in quanto le emissioni dei cementifici risultano più inquinanti rispetto a un inceneritore, in quanto i loro limiti sono notevolmente più permissivi.

2)      Vengono riportate Sue dichiarazioni circa una rapida autorizzazione al rigassificatore di Melilli. Al riguardo nutriamo seri dubbi che Lei, con una semplice e prima visita al sito interessato, abbia potuto convincersi a prendere tale repentina decisione. Pensiamo che trattasi di forzature giornalistiche, considerata la fonte, la stessa che in passato ha incensato ripetutamente gli impianti di incenerimento e di rigassificazione. Infatti noi non ci siamo dimenticati di quanto Lei ebbe a dirci il 19.2.12 a Priolo, in relazione all’autorizzazione al rigassificatore, che “mai sarò io a uccidere i miei figli”.

In relazione al rigassificatore vi sononumerosi pareri contrari di esperti, ultimo dei quali, quello del direttore dell’Enea di Bologna, prof. Alessandro Martelli che evidenziava come da un lato la sismicità dell’area e dall’altro il progetto della Ionio Gas che non prevede interramento completo dei 3 serbatoi né l’isolamento sismico degli stessi, sia una decisione avventata. Le ricordiamo che trattasi di un’area sismica di 1° grado. Purtroppo, ufficialmente,  le carte sono in regola per il D.M. del 23/9/1981, che declassò l’area da sismicità S12 a S9, che permane a oggi, nonostante che, dopo il sisma del 1990, vi siano stati ripetuti inviti dei tecnici della stessa Regione (CRU voto n. 431/91) e del GNDT (Gruppo Nazionale Difesa Terremoti) a riclassificarla di 1° grado (S12). Senza contare la contemporanea presenza del rischio militare e del rischio da incidente industriale data la contiguità con gli impianti.

A conferma di queste considerazioni aggiungiamo quanto diffuso da Rainews24 il 18 aprile u.s.(il servizio può essere rivisto sul link http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=27506), in cui esperti come Giuliano Panza docente di Sismologia della Università di Trieste, il prof. Vladimir Kossobokov dell’Accademia di Scienze russa, Carlo Doglioni docente di Scienze della Terra dell’Università di Roma, lo stesso prof. Alessandro Martelli dell’Enea di Bologna e il prof. Raffaele Azzaro, responsabile dell’INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) dell’Università di Catania hanno prospettato la possibilità non remota, nella Sicilia sud orientale, di un terremoto di intensità superiore migliaia  di volte  a quello dell’Aquila.

A certa Stampa vorremmo ricordare come in passato, la pubblicità in senso ecologico sul metano sia stata ingannevole, in quanto esso rimane un combustibile fossile come il petrolio e, dalle nostre caldaie e dai turbogas a metano esce, oltre alla CO2, anche una maggiore quantità di nanoparticolato il che contrasta con le preoccupazioni espresse dalla OMS.

On. Lombardo, in base alle evidenze scientifiche acquisite auspichiamo che le Sue eventuali decisioni vadano nella direzione di quanto da Lei sempre sostenuto, che non risulteranno dannose per la sicurezza e la salute dei cittadini e per l’ambiente della nostra area e pertanto auspichiamo che, come a Brindisi, venga negata l’autorizzazione al rigassificatore, in quanto tali impianti vanno fatti in siti sicuri e con le massime garanzie progettuali.

On. Lombardo tutti siamo responsabili dell’ambiente, della sicurezza e della salute di questa martoriata area, noi come cittadini medici e/o tecnici lo siamo due volte, mentre Lei, come cittadino, Medico e Governatore lo è tre volte.

Da Decontaminazione Sicilia e AugustAmbiente,

 Luigi Solarino e Giacinto Franco