La rassegna L’Isola del Teatro ospita al teatro Musco, dal 24 al 26 gennaio, la premiata commedia di Edoardo Erba

Margarita e il gallo: come sfuggire a una proposta indecente”

TEATROCATANIA – Una commedia davvero spassosa, tutta costruita intorno al tema attualissimo del compromesso disonorevole, posto in atto per acquisire denaro e potere. Un intreccio molto piccante eppure mai volgare, che si sviluppa esilarante in un’elegante ambientazione in chiave rinascimentale. Sono questi i sapidi ingredienti di Margarita e il gallo, commedia degli equivoci firmata da Edoardo Erba, autore tra i più brillanti della scena italiana contemporanea. Lo spettacolo sarà ospite dello Stabile di Catania alla sala Musco dal 24 al 26 gennaio, nell’’ambito della rassegna “L’Isola del Teatro”. La produzione, realizzata dalla Compagnia delle Isole, propone un allestimento di qualità che affida regia e scene ad Angelo Tosto, mentre i costumi sono del compianto Giuseppe Andolfo. Sul palco agiscono Alessandra Costanzo, Filippo Brazzaventre, Valentina Ferrante Giuseppe Bisicchia e Camillo Mascolino. Siamo nella Firenze del 1500. Una giovane servetta, Margarita, prende servizio in casa di Annibale Guensi, stampatore in gravi difficoltà economiche. Il Visconte Morello, introdotto a corte, potrebbe raccomandalo e procurargli prezioso lavoro. Chiede però in cambio una “singolare” prestazione dalla moglie del Guenzi, il quale non avrebbe problemi nel concedergliela, ma ha fatto male i suoi conti: l’’ignara consorte deve correre al capezzale della madre. Annibale pensa allora di servirsi per lo stesso scopo della bella serva appena arrivata dalla campagna. Margarita, che è figlia di una strega, capisce l’antifona e non sapendo come cavarsi d’impiccio, tenta una carta disperata: prova l’incantesimo che ha visto fare a sua madre. L’’obiettivo è una doppia trasformazione: scambiare i due corpi, il suo e quello del padrone, con una paradossale inversione delle loro identità. La magia ha successo. Nota il regista Angelo Tosto:

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Il romanzo di Antonello Carbone: un misterioso “giallo” nella Taormina goethiana

L’’autore sarà ospite del Teatro Stabile di Catania per la rassegna Librinscena –  Al Teatro Musco lunedì 16 dicembre alle ore 19  

carbone_antonello_copertina_libroCATANIA  – Riprendono a grande richiesta – e a ritmo serrato – gli incontri di Librinscena, la rassegna di novità letterarie organizzata e promossa dal Teatro Stabile di Catania. Il prossimo appuntamento è per lunedì 16 dicembre alle ore 19 al Teatro Musco per presentare il romanzo d’esordio del giornalista Rai Antonello Carbone, intitolato “A Taormina, d’’inverno”(Manni Edizioni – distribuzione PdE).  Definito dalla critica un tenue noir, intrigante e da leggere tutto d’un fiato, presentato in anteprima in maggio al Salone internazionale di Torino e nei giorni scorsi tra gli stand della Fiera internazionale di Roma “Più Libri, Più Liberi”, il racconto ha coinvolto un vasto pubblico di lettori tanto da andare in pochi mesi in ristampa. Il web ha fatto da cassa di risonanza per un effetto domino di consensi riscontrato in occasione delle varie presentazioni in giro per l’Italia. Per Giacomo Cassisi, il personaggio protagonista del racconto, si apre ora il palcoscenico dello Stabile. L’autore Antonello Carbone sarà intervistato da Ornella Sgroi, il reading sarà affidato agli attori catanesi Mario Opinato e Manuela Ventura. La storia (raccontata in 54 brevi capitoli legati tra loro dai titoli di famose canzoni italiane, come fosse una colonna sonora) è uno spaccato di vicende siciliane, l’ambientazione è tra Taormina, Castelmola e Catania. Al capoluogo etneo è dedicata in particolare la dettagliata descrizione di un momento che antecede la festa di Sant’Agata, nei pressi del Giardino Bellini.

    CATERINA ANDO’

Il selvaggio Calibano di Shakespeare: terzo appuntamento con Vincenzo Pirrotta e i “Dialoghi con il personaggio”

Dal  28 gennaio, Teatro Musco: prosegue il ciclo promosso dal Teatro Stabile di Catania e dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università

calibano.jpgCATANIA – “A devil, a born devil”, così Caliban è definito da Prospero, nella scespiriana Tempesta. Al “diavolo nato”, allo schiavo deforme, creatura non umana, dominata dai sensi e dalla materialità, è dedicato il terzo appuntamento con Vincenzo Pirrotta, protagonista del ciclo “Dialoghi con il personaggio”, promosso dal Teatro Stabile di Catania e dal Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università. L’appuntamento, fissato per lunedì 28 gennaio, alle ore 21 al Teatro Musco, è  stato particolarmente atteso sia dal pubblico degli appassionati sia dagli studenti. Gli uni e gli altri hanno prontamente apprezzato l’idea sviluppata da Giuseppe Dipasquale, direttore dello Stabile, e dallo storico Enrico Iachello, docente presso il Dipartimento. Il progetto scommette sulla forza scenica e comunicativa di Pirrotta, eclettico attore, regista e drammaturgo, che fa di questi “dialoghi” un vulcanico laboratorio teatrale, una “colluttazione” con il personaggio di volta in volta prescelto. Fino a svelare il rapporto “genetico” in cui si scontrano-fondono interprete e dramatis persona. Dopo lo Svetlovidov checoviano, dopo il Faust pre-goethiano di Marlowe, la terza “stazione” di Pirrotta nella drammaturgia universale è l’estremo capolavoro del Bardo, per indagare in particolare le passioni di Calibano, traditore e vile, brutto e senz’anima. Ma è proprio così?  “Non avere paura: l’isola è piena di rumori, di suoni, di dolci arie che danno gioia e non malinconia”. Così parla il mostro, mostrando il cuore selvaggio che lo aveva reso padrone di se stesso e dell’isola, regno a lui strappato dal naufrago Prospero, spodestato duca di Milano ma potente negromante. Caliban, figlio della strega Sicorace, ha ancora tanto da dire: “E allora in sogno pare che si rompano le nubi e mostrino tesori, pronti a cadere su me, così che sveglio piango, perché vorrei sognare ancora”.  Legato ai sogni: in ciò Calibano è davvero vicino allo spirito dionisiaco, espressione della libertà assoluta. Sebbene reso schiavo da Prospero che deplora in lui ogni vizio, questo mezzo uomo primordiale cerca con ogni mezzo di riprendersi l’isola e fuggire dal confino della sua roccia maledetta. Alla fine Shakespeare non ci dice nulla sulla sorte del personaggio, ma ci piace immaginare che rimanga a custodire la sua terra. Non a caso il personaggio verrà nel Novecento riscoperto in chiave anticolonialista da un autore come Aimé Césaire, esponente del movimento letterario della negritudine. Gli spettatori sono chiamati a loro volta a partecipare attivamente, in aperto confronto con Vincenzo Pirrotta e tra di loro. L’ingresso è libero. I “Dialoghi col personaggio” proseguiranno fino a marzo. I prossimi due si svolgeranno al Monastero del Benedettini: Vincenzo Pirrotta “collutterà” prima con vari eroi delle tragedie di Vittorio Alfieri (11 febbraio), sonderà poi il monumentale e tormentato “Edipo re” di Sofocle (18 febbraio). Il ciclo tornerà al Teatro Musco, dove Pirrotta dialogherà ancora i ruoli eponimi di “Enrico IV” di Pirandello (4 marzo) e “Prometeo incatenato” di Eschilo (18 marzo).

Caterina Rita Andò