RIEVOCAZIONE STORICA DELLO SBARCO A MESSINA DI DON GIOVANNI D’AUSTRIA

 

Messina 18 aprile 2011 – Oggi, con inizio alle ore 11, ha avuto luogo presso il Forte “San Salvatore” di Messina la conferenza stampa di presentazione della terza edizione della “rievocazione dello sbarco a Messina di don Giovanni d’Austria”, evento di alta rilevanza promosso anche quest’anno dall’Associazione culturale “Aurora” insieme alla “Marco Polo System” di Venezia e coorganizzato con il Comune di Messina e la Provincia Regionale di Messina. I lineamenti organizzativi della manifestazione di quest’anno sono stati illustrati dal dott. Fortunato Manti (Presidente dell’Associazione culturale “Aurora”), dal prof. Vincenzo Caruso (direttore artistico dell’evento) e dall’on. Nanni Ricevuto, Presidente della Provincia Regionale di Messina. Moderatore della conferenza il dott. Enrico Casale, giornalista pubblicista, studioso di storia militare e storia patria. Erano presenti, inoltre, il C.V. Santi Le Grottaglie (Comandante del Distaccamento di Messina della Marina Militare), il C.V. Antonio Musolino (Comandante della Capitaneria di Porto di Messina), gli assessori Pippo Isgrò e Dario Caroniti in rappresentanza dell’on. Giuseppe Buzzanca (Sindaco della città di Messina), il Col. Joselito Minuto (Comandante del Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza), il C.F. Francesco Capparucci (Comandante Zona Fari), l’ing. Mauro Sidoti in rappresentanza dell’ing. Gianfrancesco Cremonini (Agenzie Industrie Difesa – Arsenale di Messina), la dott.sa Daniela Faranda (Vice Presidente dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele), il sig. Carmelo Recupero (Lega Navale di Messina), la dott.sa Michaela Stagno d’Alcontres (Istituto Italiano dei Castelli).

Nutrito il pubblico con personaggi di spicco quali l’architetto storico Nino Principato e l’editore Antonino Sfameni.

Numerose le attività in programma quest’anno. L’ormai consueta rievocazione, evento centrale della manifestazione, che vedrà quest’anno delle innovazioni di alto contenuto storico. La Regata Velica “Don Giovanni d’Austria – Trofeo città di Messina”, organizzata dalla Lega Navale in collaborazione con i circoli velici messinesi, inserita per la prima volta nel calendario nazionale della Federazione Italiana Velica (FIV). Sarà ristampato il libro “I Siciliani nella battaglia di Lepanto”, di G. Arenaprimo (ed. 1892), nella collana delle Edizioni Antonino Sfameni (EDAS) “Lo Stretto di Messina nella Storia Militare”. Al corteo storico e alla rievocazione prenderanno parte le rappresentanze, in costumi d’epoca, dei comuni di Sermoneta (LT), Venezia, Lepanto, Marino Laziale (Roma), Nicosia e, per la città di Messina, la Compagnia di Armi Rinascimentali. Realizzazione di un convegno, nella prima decade del mese di agosto, in sinergia con il Museo del Mare di Palermo sul tema “il soggiorno di don Giovanni all’Abbazia Benedettina di S. Martino delle Scale di Palermo”. Nel mese di settembre sarà organizzata un’attività espositiva, inerente i costumi di scena di Opere Liriche ambientate nel periodo rinascimentale presso il Teatro Vittorio Emanuele, e una mostra di opere riferite al XVI secolo costudite dalla Biblioteca Regionale. Saranno presenti le Autorità venete, greche, maltesi e veneziane e sarà chiesta la partecipazione del Sindaco di Ratisbona, città natale di Don Giovanni dove esiste una riproduzione, autorizzata nel 1978 dal Sindaco di Messina, della statua del condottiero.

L’intera manifestazione si caratterizza per la sinergia realizzata tra l’Associazione Culturale “Aurora” e la Società Marco Polo System di Venezia, il Comune di Messina, la Provincia Regionale di Messina, l’Autorità Marittima dello Stretto, il Distaccamento di Messina della Marina Militare Italiana, la Capitaneria di Porto di Messina, il Gruppo Aeronavale di Messina della Guardia di Finanza, il Reparto Supporto Navale, il Comando Zona Fari, l’Agenzia Industrie Difesa (Arsenale di Messina), l’Autorità Portuale, la Lega Navale di Messina, i Circoli Velici di Messina, la Soprintendenza BB.CC.AA. di Messina, l’Ente Teatro Vittorio Emanuele, la Biblioteca Regionale di Messina, l’Ente Fiera Internazionale di Messina, la “Marina del Nettuno”, l’Istituto Italiano dei Castelli, il Comune greco di Lepanto, la Regione Veneto, il Comune di Venezia, il Ministero della Cultura di Malta, il Museo del Mare di Palermo. Il luogo ed il nome di Lepanto sono strettamente legati alla storia militare del Mediterraneo. Oggi, lasciata alle spalle la tragica dimensione dello scontro, può essere assunto quale punto di riferimento del Mediterraneo, delle storie e delle culture che lo compongono, perché è indiscutibile che, anche se contrapposte, quella domenica del 7 ottobre del 1571, tutte le lingue, le culture, le religioni lì, nella tragedia, si sono ritrovate. Messina, grazie alla sinergia tra i soggetti promotori e le istituzioni cittadine si prepara quindi ad accogliere, durante il periodo del Ferragosto, un evento turistico e culturale capace di attrarre migliaia di visitatori e di esportare nei paesi del Mediterraneo l’immagine della città dello Stretto e il ruolo che ebbe nella storia.

  Enrico  Casale

I miei trisavoli uccisi dai nazisti a Buchenwald

trisavoli.jpgAUGUSTA. Da  un decennio a questa parte, nelle  scuole di ogni ordine e grado viene ricordato per legge il giorno della memoria, per l’immane “sacrificio” di oltre sei milioni di uomini, donne e bambini colpevoli soltanto di appartenere all’etnia ebraica, per soddisfare la volontà di potenza della cosiddetta razza ariana portata al parossismo da quel “dèmone” in forma di ometto,scuro e  con i baffetti, il caporale austriaco Adolf Hitler, di professione imbianchino e con sangue ebreo nelle vene. Anche al liceo “Mègara” di Augusta il nostro Giorgio Càsole, docente di lettere,  ha celebrato la ricorrenza facendo vedere alle sue alunne della IA del corso liceo delle Scienze Umane due film significativi e strazianti ambientati nel triste periodo della cosiddetta Shoah. Dopo la visione, il prof. Càsole ha chiesto alle alunne di scrivere qualche riflessione personale. Ecco il testo della quindicenne Céline Villino, italo-francese.

Da qualche anno, ogni 27 gennaio, nelle scuole, osserviamo un  minuto di silenzio per ricordare i morti innocenti dell’olocausto. Per me, questi secondi sembrano un eternità; il mio cuore si stringe anche ora scrivendo queste righe e non posso fare a meno di aver le lacrime agli occhi. Vorrei gridare: sento gli urli, i pianti dei bambini intasati nei vagoni di bestiami diretti ai lager, un’ andata senza ritorno, tutto sembra reale nella mia mente.

Non è un’eccesiva sensibilità mi direte? No ! Io non posso dimenticare perché a  Buchenwald sono stati deportati i miei trisnonni: Moritz ERDELY e sua moglie Margrit. Certo non li ho conosciuti e anche se non fossero morti in campi di concentramento non li avrei conosciuti nemmeno. Solo al pensiero che siano morti nelle camere a gas o abbiano subito varie torture mi viene la pelle d’oca. Ma ho imparato a conoscerli grazie a questo racconto tramandato in famiglia. Il minimo che posso fare è  raccontare questa storia anche a voi. Margrit, donna  borghese di origine ebrea e Moritz Erdély, nobile, tutti due ungheresi si sposano a Budapest nel 1900; da la loro unione nascono Miklosh e István; István era  il mio bisnonno. Dopo la  prima guerra mondiale con l’occupazione dei nazisti in Ungheria, István contrario agli invasori perché partigiano, deve fuggire all’estero perché i nazisti vogliono la sua testa. Dunque, arriva in Francia e lì si sposa. Margrit e Moritz pagano le conseguenze del tradimento  del loro figlio e sono sorvegliati dai nazisti. Nel 1944 la Gestapo viene fino a casa loro e arresta Margrit, colpevole di aver nel suo albero genealogico parenti ebrei. Moritz prova di tutto per toglierla dalle grinfie dei tedeschi.  Ma anche se era una persona molto importante a Budapest non ci riesce. Però, non si dà pace è quando sa che sua moglie sarà deportata, lui chiede di partire con lei e lo accontentano. Moritz  e Margrit partono, dunque, per il loro ultimo viaggio senza ritorno. I loro nomi insieme ad altri sono scritti su una targa all’entrata di quello che è rimasto del campo di concentramento. Io provo una grande ammirazione per Moritz, che pur di seguire la moglie ha preferito morire insieme a lei, doveva amarla tanto, a costo della vita.  In nome di questo amore e per non dimenticare mai l’antisemitismo, io continuerò a raccontare questa storia ai miei figli e spero tanto che loro perpetueranno per secoli questa storia d’amore finita male per la crudeltà e l’assurdità del cosiddetto olocausto o, meglio, Shoah.              

         Céline  Villino

I mille anni di casa Savoia

stampa 2 mostra.jpg Si è conclusa nel Salone di rappresentanza del Circolo Unione Augusta la prestigiosa mostra iconografica “ I mille anni di Casa Savoia. Per il 150° della proclamazione del Regno d’Italia. L’importante manifestazione organizzata dalla locale sezione del “Nastro Azzurro”, rappresentata dal Commissario Cesare Failla, con il Patrocinio del Comune di Augusta, ha riscosso uno straordinario successo di pubblico in maggior parte giovanile. Oltre due migliaia di visitatori hanno seguito e apprezzato l’esposizione dei cimeli tramite visite guidate durante la settimana dal 5 al 12 febbraio. La Presidente del Circolo Unione, dott. Gaetana Bruno Ferraguto, e il Direttivo esprimono la propria soddisfazione per l’ampia partecipazione e  l’interesse suscitato  in città, considerato  che l’evento è stato tra i primi e meglio riusciti per celebrare l’Unità d’Italia. Un particolare encomio e ringraziamento, per aver aderito con entusiasmo alla iniziativa, va rivolto ai Dirigenti Scolastici, ai docenti e agli alunni del 2° Istituto Superiore di Istruzione, della “P. di Napoli, della S. Todaro e della G. Pascoli. Grande soddisfazione è stata espressa anche dall’avv. Giovanni Intravaia  che, in occasione dell’evento, ha rappresentato l’Istituto delle Guardie d’Onore per le Reali Tombe al Panteon e gli Ordini Dinastici Sabaudi. Un ringraziamento a parte all’Avv. Francesco Atanasio, Presidente della Federazione Provinciale del Nastro Azzurro,  per aver cortesemente fornito la stragrande maggioranza dei cimeli esposti. In conclusione, atteso il notevole gradimento riscosso, gli organizzatori si propongono di mettere in cantiere altre iniziative socio-culturali rivolte, non solo ai numerosi Soci, ma a tutta la cittadinanza.

  Gaetano Gulino

Mostra iconografica “I mille anni di Casa Savoia”

intravaia 2 2 2 11.jpgNel salone di rappresentanza del Circolo Unione di Augusta – nel corso di una conferenza stampa – è stata presentata la mostra iconografica “ I mille anni di Casa Savoia  Per il 150° della proclamazione del Regno d’Italia” promossa dall’Istituto del Nastro Azzurro , dall’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon e dagli Ordini Dinastici Sabaudi . L’evento,  che si inserisce  nel contesto delle celebrazioni nazionali  organizzate in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, vuol riportare alla memoria  la storia e le vicende che condussero alla formazione del Regno d’Italia .   La mostra vuol offrire una panoramica dei protagonisti e degli eventi che hanno fatto la storia di una Casa regnante che, da piccolo Stato, ha saputo districarsi tra le grandi potenze europee, fino all’unificazione italiana. Non mancano, inoltre, le donne che accompagnarono l’ascesa dell’antico  Casato, in particolare, le Regine d’Italia. Siamo certi che questa iniziativa, particolarmente rivolta alle scuole e alle nuove generazioni, potrà aiutare a far rinascere il sentimento di amor di Patria mai spento nel cuore di ogni Italiano. Per il Circolo Unione erano presenti la Presidente dott.ssa Gaetana Bruno Ferraguto, il Segretario dott. Gaetano Gulino ed i Consiglieri  avv. Carmelo Salomone e  Sig.ra Iole Lupo Busacca,-  in rappresentanza  dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon e degli Ordini Dinastici Sabaudi, l’avv. Giovanni Intravaia. La manifestazione di inaugurazione della mostra è fissata per sabato giorno 5 febbraio alle ore 17,30,  a seguire l’apertura al pubblico che continuerà dal 6 al 12 febbraio compreso, dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 17,00 alle ore 20,00.

     Gaetano  Gulino

TOMMASO CANTONE RIVIVE LO SBARCO DEGLI ALLEATI

Cantone 1.jpg
Cantone,2.jpgAUGUSTA. 67 anni fa,   la mattina del  12 luglio 1943,  da imprudente ragazzino, si avventurò  sulla collina dove sorgeva la casa familiare  per sciorinare un lenzuolo bianco. Aveva sedici anni Tommaso Cantone, figlio di un rifinito e  apprezzato  decoratore catanese che ad Augusta aveva trovato lavoro e residenza. Perché il sedicenne Tommaso Cantone quella mattina s’era scapicollato a inalberare la bianca insegna? Semplice.  Per far capire agli Alleati, che s’apprestavano a sbarcare, a non bombardare la città. Il sedicenne Cantone, anche  se nato e vissuto in pieno regime fascista, evidentemente, non desiderava più sentire e vedere gli scoppi e gli effetti dei bombardamenti. Il 13 maggio dello stesso anno, infatti, gli Americani, dall’alto delle loro fortezze volanti , ribattezzati Liberators, avevano già raso al suolo Augusta,  piazzaforte militare di grande importanza, provocando solo pochi morti fra i pochi rimasti. Gli Americani, prima della fatidica data, avevano “bombardato” a tappeto la città di volantini, attraverso i quali preannunciavano il bombardamento vero e sollecitavano la popolazione a evacuare. E così avvenne. Il giovane Cantone, dopo aver fissato il lenzuolo ben bene perché fosse visibile da lontano, rientrò a casa, fiero della sua prodezza, ma non tenne in conto la reazione del padre, che gliele suonò di santa ragione. Il  vecchio genitore  (che, durante un soggiorno a Roma, era stato ricevuto,  a palazzo Venezia, persino dal Duce in persona) non ammetteva di queste prodezze, se non altro per timore  che il figlio venisse ferito. Sul Diario di diciassette anni fa, il 27 maggio 1993, abbiamo raccontato la storia di Tommaso Cantone, che ci rilasciò una lunga intervista, e, successivamente,  ci adoperammo con successo perché l’allora  capo dello Stato, Oscar Luigi Scàlfaro, nominasse Tommaso Cantone cavaliere della Repubblica.  La vicenda del sedicenne Cantone era sconosciuta. Presto, grazie anche a una nostra trasmissione a Radio Tropical, fu di pubblico dominio. Oggi, 67 anni dopo l’ardimentoso gesto,  Tommaso Cantone, ancora lucido e vigoroso, nonostante l’età, ha partecipato a una rievocazione storica dello sbarco degli Alleati, che si è tenuta nell’area dell’ex hangar per dirigibili. Tommaso è tornato sedicenne per un attimo: quello in cui, simbolicamente, ha conficcato sul terreno il pennone con il simbolo della pace.  Gli era vicino la moglie, gli era vicino il figlio: qualche affondo nella memoria, poi la commozione ha preso il sopravvento.

Giorgio Càsole

Nelle  foto:  Tommaso Cantone con il pennone e con altri durante la rievocazione