Ambiente e società

aug3.jpgLe procedure di accertamento degli illeciti di carattere ambientale, amministrativo e penale

 

Questo il tema del corso di notevole importanza della durata di tre giorni che si svolgerà al Venus di Brucoli nei giorni dal 9 all’ 11 marzo,  dedicato agli operatori di Polizia ambientale. 

Interverranno: il dirigente Dap Siracusa dell’Arpa Sicilia Corrado Regalbuto, il dirigente Settore Ambiente della Provincia Regionale Siracusa Giancarlo Sole Greco, il direttore Dap Siracusa dell’Arpa Sicilia Gaetano Valastro, il dirigente Settore Ambiente della Provincia Regionale Siracusa Emanuele Annino,  il Sostituto Procuratore del Tribunale di Siracusa Maurizio Musco, il responsabile Nictas della Procura di Siracusa Giancarlo Chiara.

Il corso si pone l’obiettivo di  illustrare aspetti legali  di natura ambientale e offrire indirizzi e linee guida  ad agenti di Polizia giudiziaria interessati a procedure di accertamento circa gli esami di campioni di materiale prelevato in fase di sopralluogo per l’acquisizione di atti riconducibili a  reati di questo tipo.

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OPERAZIONE ANTI-LUCCIOLE

Maxi-retata antiprostituzione in Lentini 14 lucciole denunciate ed espulse dal territorio nazionale

prostituzione.jpgStrada statale 104, la cosiddetta Ragusana. Siamo nei pressi delle campagne di Lentini. E’ da poco spuntata l’alba, ma ancora le “lucciole” prestano servizio sul bordo delle strade. La zona è una di quelle frequentate dalle lucciole, molte delle quali sono di colore e clandestine. A un tratto, gli affari s’interrompono: spuntano i carabinieri. Sono i militi della stazione di Lentini, coadiuvati dai loro commilitoni della compagnia di Augusta, da cui la stessa stazione dipende .

Non è la prima volta che i carabinieri compiono blitz del genere e, quasi certamente, non sarà l’ultima. I carabinieri si sono mossi nell’àmbito di un’azione a vasto raggio per reprimere il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione.

14 prostitute sono state identificate come clandestine e  immediatamente sono stati immediatamente notificate loro la denuncia e il decreto di espulsione.

    Diletta Càsole

 

 

La pillola abortiva Ru486: specialisti a confronto a Palazzo San Biagio

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Giovedì 18 febbraio,  a cura della FIDAPA di Augusta,  si è svolta presso l’auditorium “Don Paolo Liggeri” del civico palazzo S.Biagio, la conferenza sul tema: “La pillola abortiva Ru486: polemiche, scomunica, norme, rischi, tutela della salute della donna”.  Coordinati dalla presidente Eloisa Di Blasi Romeo, che ha ben svolto  anche il  ruolo di moderatrice nel dibattito finale, si sono alternati  quattro qualificati relatori : il prof. Giuseppe Ettore, direttore del Dipartimento Materno Infantile di Catania, l’avv. Salvatore Perrone, penalista, la dott.ssa Aurora Donzelli, psicologa  e don Salvatore Spataro ,dell’Istituto Superiore di Scienze  Religiose S. Metodio di Siracusa.

Diversi, contrastanti, ma garbati  pareri in un civile confronto, che ha avuto come obiettivo quello di trasmettere  informazioni tecniche al pubblico sulla tanto dibattuta tematica dell’aborto.

 “Decisamente l’uso della Ru486 rappresenta un metodo di aborto farmacologico che è stato approvato dagli organismi scientifici internazionali e di conseguenza da quello italiano e”,- ha asserito il prof.Ettore,- “ viene utilizzato,  nelle strutture da me dirette, in maniera corretta, tenendo conto sia dei dettati normativi sia del sacrosanto principio etico di rispetto della salute della madre e del nascituro; sta all’ esperienza acquisita sul campo e alla saggezza degli addetti ai lavori cercare di mediare tra i  diritti dei due e far prevalere quello che di volta in volta risulti prioritario”.

“Niente di nuovo sotto il sole”,- ha continuato l’avv. Perrone,- “la 194 consente alla donna, nei casi previsti dalla legge, di poter ricorrere alla IVG (interruzione volontaria della ravidanza) in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione,  con vari metodi comprendenti quindi anche quella farmacologico”.

“Tutto regolare”,- ha sottolineato la psicologa Donzelli, “ma  la donna in questo dramma è effettivamente e debitamente assistita e confortata da parenti, servizi istituzionali e di volontariato? Un ipotetico tribunale riconosce in modo soddisfacente i diritti del nascituro che, come individuo più debole e come ultimo anello della catena, non ha potuto di fatto rivendicare? Ma, soprattutto,  in questa situazione di lutto, scevra da riti, consuetudini e comunanza di comportamenti quali quelli che caratterizzano la società umana nelle morti rutinarie, chi davvero si trova al fianco della donna? Nella maggior parte dei casi, la donna affronta da sola questa situazione che la fa entrare in uno stanzino buio di cui solo lei possiede la chiave e che utilizza in tutte le molteplici occasioni che in maniera diretta o indiretta la riportano al luttuoso evento”.

 Don Salvatore, da ottimo rappresentante della Chiesa e delle posizioni assunte in merito, ha concluso la serie di interventi  asserendo che, in ogni caso, l’uso della pillola Ru486 è un delitto nei confronti del nascituro e, quindi, come tale, da condannare senza alcuna riserva e soggetto alla “Scomunica”.

Il religioso ha tenuto a precisare che la scomunica in questione non assume i connotati della terribile arma usata dalla Chiesa nei suoi tristi momenti, ma si limita ad escludere gli interessati dal beneficio di poter ricevere i sacramenti tra cui in particolare l’eucarestia. E,  quando nel  sereno conclusivo  dibattito, dal pubblico, gli sono stati proposti i classici complessi casi dello stupro, dell’obbligo di scelta tra la vita della madre e del nascituro e di tante altre particolari situazioni, sia di natura medica che sociale e psicologica, il docente di S. Metodio, in modo molto categorico, ha confermato che mai bisogna ledere il diritto alla nascita del feto, se non in pochissimi casi laddove risulti evidente la necessità e l’indispensabilità dell’azione terapeutica dell’aborto, nei confronti della madre.

 Perplessità in tal senso sono state espresse dal prof. Ettore, che da vero saggio ha concluso “ probabilmente prima di discettare in un senso o nell’altro bisognerebbe scendere veramente in campo e non stare soltanto in cattedra”

A questo punto nascono spontanee due riflessioni:

          Don Paolo Liggeri, nativo di Augusta,  a cui è stato dedicato il salone di conferenze di palazzo S. Biagio, è stato nei duri anni della guerra il difensore della famiglia, precorrendo di gran lunga  i tempi e fondando  nel 1932 il primo consultorio in Italia.  Risulta che  il sacerdote abbia operato sulla propria pelle, a suon di sacrifici e dall’alto della sua preparazione sia teologica che umana e, da quanto personalmente riferito allo scrivente, non sempre perfettamente in linea a quanto asserito dal potente apparato della Chiesa.

           Sembra veramente di pessimo gusto la richiesta a Benedetto XVI della Pontificia Accademia per la Vita, l’organismo vaticano che si occupa di bioetica, di rimuovere dalla presidenza mons. Rino Fisichella per la dichiarazione rilasciata a proposito della scomunica inferta a una” povera madre” per aver abortito. “Prima di pensare alla scomunica,”- ha infatti asserito Fisichella ,- “ la bambina-madre doveva essere in primo luogo difesa, abbracciata, accarezzata con quella umanità di cui noi uomini di Chiesa dovremmo essere esperti annunciatori e maestri”.     Ma così non è stato.

   Gaetano Gulino

L’invasione dei cartelloni pubblicitari

Nel frattempo il consiglio comunale approva il regolamento della cartellonistica

 

cartelloni pubblicit.jpgEntrando ad Augusta si viene accolti, prima che dall’immagine del patrono, San Domenico, dalla pubblicità dei negozi della città. Proseguendo, lo sguardo è attratto dal grande cartellone che reca l’immagine del patrono con la seguente scritta: ‘Augusta, la città di Domenico’, fino a quando lo sguardo è distratto da una macchia rossa, che porta lo sguardo ad abbassarsi e a leggere una delle solite pubblicità. Ma non è finita, i cartelloni continuano a essere presenti anche nel muro di recinto del Pallone ten sostatico Palasasol. Se invece l’intenzione è quella di uscire, in particolare uscire dal centro storico, ci si imbatte, alla fine della via Xifonia, in un cartellone alquanto bizzarro, poiché è un augurio (di che cosa non si sa!) opportunamente firmato, che distrae l’attenzione degli automobilisti. Nel quartiere Terravecchia la pubblicità si esprime, in tutto il suo splendore, tramite un’antitesi, poiché è poco istruttivo tappezzare con materiali pubblicitari i dintorni di una scuola, che è invece è il luogo dove regna l’istruzione! E per finire, in via Francesco Caracciolo alcuni pali sono addirittura avvolti da una spirale di manifesti mortuari. Ma allora Augusta è veramente la città di San Domenico o è la città della pubblicità? Per fortuna il consiglio comunale ha pensato bene di prendere provvedimenti, approvando il regolamento degli impianti pubblicitari e delle pubbliche affissioni. La necessità di un regolamento era già stato dimostrata da un censimento di cartelloni pubblicitari organizzato lo scorso mese di marzo e affidata a un professionista esterno.
I risultati sono eloquenti: dei 799 impianti esistenti, 461 non sono compatibili su suolo pubblico e 177 non sono compatibili su suolo privato. Ciò significa che l’80% dei cartelloni dovrebbe essere rimosso, mentre il Comune si impegna a spostare i cartelloni autorizzati non compatibili.
Lo scopo di queste restrizioni è quello di salvaguardare il decoro urbano, il centro storico (dove non potranno essere affissi cartelloni di 6 m per 3 m) ed evitare quindi non solo di turbare l’architettura di alcuni edifici, ma anche di distrarre l’attenzione delle persone dalla strada, poiché qualunque ruolo si ricopre, che sia di pedone o di automobilista, è fondamentale tenere gli occhi ben aperti, se non si vuole rischiare la vita! Il regolamento potrà essere aggiornato ogni tre anni e prevede, così come espresso dalle commissioni consiliari competenti, che ‘vengano rimossi gli impianti non compatibili’ e ‘vengano spostati tre cartelloni posizionati all’ingresso della città per l’impatto ambientale che provocano. Sicuramente, tra qualche tempo, San Domenico sarà felice di essere ritornato l’unico patrono della città.  

              Dorotea Roggio

Liceali “a lezione” con il presidente del Consiglio Provinciale

Foto0066.jpg4maggio – Alunni   del liceo scientifico e classico di Augusta  partecipanti al progetto scolastico PONCostruiamo la città di tutti”, modulo curato dall’esperta prof. Angela Rabbito in accordo con il tutor prof. Giorgio Càsole, si sono recati a Siracusa per  conoscere il funzionamento  delll’amministrazione della Provincia. Nella sala Costanzo Bruno in Via Malta, il  funzionario della pubblica istruzione, Giovanni  ha informato in linea generale sull ruolo dei diversi uffici e intrattenuto sui campi istituzionali dell’amministrazione provinciale. La provincia di Siracusa generalmente si occupa di:

·         viabilità,

·         ambiente,

·         programmazione territoriale,

·         gestione dei rifiuti e delle risorse idriche,

·         tutela del territorio,

·         protezione civile,

·         edilizia scolastica,

·         formazione professionale.

La Provincia, inoltre, , ha la responsabilità primaria di costruire,di affittare e mantenere in ottimo stato plessi per le scuole superiori, mentre per quanto riguarda le scuole elementari e medie la responsabilità va al comune. Toccati dalla situazione attuale dell’istituto che frequentano, i ragazzi hanno posto alcune domande riguardo all’attuale plesso, il cui affitto fa spendere alla Provincia ben 3oo mila euro l’anno, soldi pubblici. Vallone ha fatto notare che è interesse della Provincia far costruire edifici nuovi per averne la proprietà. Se invece di spendere 300 euro l’anno per l’affitto, la Provincia si fosse assunta l’onere di un mutuo, a quest’ora, dopo oltre cinque anni d’affitto,  il mutuo sarebbe stato estinto e l’edificio sarebbe rimasto di proprietà pubblica.

Successivamente, gli alunni e i docenti si sono recati a Ortigia per visitare il palazzo di rappresentanza della stessa Provincia,  intrattrattenuti dal Presidente del consiglio provinciale, Michele Mangiafico. Hanno visitato l’aula consiliare, dove si svolgono i Consigli provinciali e la sala degli Stemmi, conosciuta anche come la sala stampa dell’Ente, il luogo deputato a ospitare gli incontri tra gli amministratori dell’Ente e i giornalisti. Il presidente Mangiafico ha spiegato ai ragazzi i meccanismi della pubblica amministrazione d illustrato quali sono le competenze dell’Ente, il ruolo del Consiglio provinciale e della Giunta. Alla fine del dialogo ci hanno consegnato delle medaglie come ricordo rappresentativo della provincia regionale di Siracusa che lo stesso presidente ha distribuito.

            Santina Riera

LA MIA BAMBINA E’ INCINTA

Riflessioni sulle gravidanze precoci

Mentre fino a qualche tempo fa le preoccupazioni più grandi delle ragazzine di tredici/quattordici anni erano rappresentate dal primo impatto con il liceo, dal crearsi una gruppo di amiche con il quale uscire, dal trovare un paio di jeans adatti al proprio corpo, ora il problema che devono affrontare è un altro: come faccio a dire a mamma e papà che sono incinta?
Sono ormai numerosissimi i casi di gravidanze precoci tra i giovanissimi, e mentre prima si parlava di ragazze-madri di sedici anni, e ci si stupiva per la loro età, ora si parla di ragazzine di tredici o addirittura dodici anni che, appena entrate nell’adolescenza, si ritrovano incinte.
bambine incinte.jpgQuesto fenomeno è esploso in particolar modo nel Regno Unito, dove il ministero dell’educazione ha intenzione di inserire l’educazione sessuale nei curricoli scolastici sin dalla scuola primaria.
E’ sicuramente la scarsa conoscenza della sessualità che porta le ragazze a trovarsi in queste situazioni.
Infatti, al giorno d’oggi, nonostante tutte le campagne sul sesso protetto che sono state fatte, nonostante i numerosi canali di aiuto che sono stati aperti, come i consultori, ma anche i forum di informazione su Internet, e nonostante le numerose pubblicità mandate in onda dai canali televisivi più visti dai ragazzi, come Mtv e All Music, molti ragazzi considerano l’argomento del sesso un tabù, che li porta ad averne scarsa conoscenza e a rimanere ‘fregati’ (come si usa dire in gergo giovanile).

Ciò dipende dall’educazione ricevuta dalle famiglie, che spesso preferiscono evitare l’argomento. In particolare, questo si verifica nei piccoli paesi, dove la gente, a causa dell’ovvia chiusura mentale, preferisce evitare l’argomento, pensando in questo modo di aggirare l’ostacolo. E proprio a causa di questa indifferenza forzata ragazzi e ragazze inesperti rovinano involontariamente la propria vita. E’, infatti, inaccettabile l’idea di avere un’altra vita dentro di sé prima ancora di aver vissuto la propria, di veder ‘degenerare’ il proprio corpo mentre aveva ancora iniziato a cambiare, di seguire una via obbligata nella propria vita prima ancora di aver trovato sé stessi.
E questi sono solo alcuni dei danni psicologici che subiscono le ragazze incinte in età precoce. Per i ragazzi il problema è notevolmente ridotto, anche perché non sono loro quelli ‘incinti’.
Per questo si pensa di distribuire gratuitamente i profilattici ai ragazzi e ragazze in età fertile, cosicché possano proteggersi da situazioni più grandi di loro, vista la loro giovane età.
Tutta questa situazione non preclude comunque il fatto che la gravidanza precoce sia un fenomeno dei tempi moderni, infatti fino a qualche decennio fa (nel secolo scorso) le gravidanze indesiderate erano coperte con matrimoni ‘riparatori’, per non disonorare la famiglia.
D’altra parte molti ragazzi, nonostante siano informati riguardo l’uso di precauzioni, preferiscono non usarle, convinti che ‘non può succedere a loro ’. Un sondaggio voluto e pubblicato da un giornale per adolescenti rivela, infatti, che almeno il 30% si affida al caso, e circa il 23% delle ragazze lascia decidere al proprio ragazzo se prendere precauzioni.
In questo caso non è più colpa delle famiglie, ma della scarsa presa di posizione delle ragazze, che affrontano quest’argomento con troppa superficialità, ignorando e infangando il profondo significato che un tempo era attribuito a quello che veniva considerato la massima espressione d’amore.

 

                      Dorotea Roggio

 

 

TERMOVALORIZZATORE E RIGASSIFICATORE: BONIFICA E PREVENZIONE

metano.jpg      Collocare il termovalorizzatore e il rigassificatore  ad Augusta diventa un “elemento basilare per la prevenzione”. Questo è quello che nessuno, a livello istituzionale,  mai ha dichiarato apertamente.

Ai cittadini di Augusta, Priolo e Melilli questa “verità” è stata detta e ripetuta in tutt’altre maniere da amministratori, politici, sindacati, giornalisti. Tanto che qualcuno ci ha veramente creduto. Non sono stati creduti gli oppositori di questi progetti, accusati di generare allarmismi inutili, disinformazione ed altro.   Ragioniamo un po’:

I termovalorizzatori risolvono il problema della spazzatura; tecnologicamente sono sicuri, non fanno male … danno lavoro, …  Ma allora perché ogni comune o provincia non si fa il suo?

Il rigassificatore è un’invenzione stupenda: è economico, i rischi di incidente sono minimi, porterà lavoro, favorirà l’autonomia energetica, migliorerà la qualità dell’aria, in inverno ci riscalderemo a costi più bassi, attiveremo la “catena del freddo”, ecc. Ma allora perché in Italia i cittadini non lo vogliono?

Come sono scemi gli abitanti di Augusta, Priolo, Melilli! Hanno queste opportunità e le rigettano! Con questa crisi e con questo tasso di disoccupazione!

La decisione di impiantare qui queste due “invenzioni del progresso” è stata presa lontano da Augusta, Priolo e Melilli. Anzi “democraticamente” è stato tentato di tutto per impedire perfino l’indizione e lo svolgersi dei referendum consultivi, ma dove la gente recatasi alle urne ha detto che questi “regali” non li vuole.

Ma il rigassificatore e il termovalorizzatore  (riconosciuti dagli esperti come pericolosi), da chi li vuole sono invece considerati “elemento basilare per la prevenzione”. Per quale motivo? Quale logica soggiace a queste decisioni?

Ecco le risposte:

1.       Sono impianti pericolosi per la salute e la sicurezza: perché li devo mettere vicino casa mia? Esiste già un luogo inquinato ed esposto a tutti i rischi: Augusta, Priolo, Melilli.  Per “prevenire” che questo disastro avvenga in Toscana, in Liguria, in Emilia, in Veneto o in Friuli mettiamolo il più lontano possibile, tanto lì con il rischio ci sono abituati: perché dovremmo rischiare noi?

2.       E poi questi impianti daranno lavoro: li al sud hanno bisogno di lavoro …. sporco e nero.

3.       E visto che lì l’inquinamento è ormai irreversibile perché dovremmo sporcare o mettere a rischio qualche altra bella parte dell’Italia?

QUESTA SÌ È VERA PREVENZIONE: ALLONTANARE I RISCHI DA CASA MIA, …  MA NON IL PROFITTO!

Ma questi gioielli tecnologici rigassificatore e termovalorizzatori che c’entrano con la “bonifica”? C’entrano, ….  e come!

L’uso del metano purificherà l’aria, il termovalorizzatore ci libererà dalle discariche …..…… E poi?

In quel lembo di terra dove sorgono Augusta, Priolo e Melilli, ci sono ancora troppi abitanti. Anche lì occorre la bonifica. Ci stanno pensando già il cancro, le malformazioni, …

Occorre far fare a quegli irriducibili loro la fine di Marina di Melilli. Lì la bonifica ha dato ottimi risultati: dove arriva un certo progresso scompare la vita, anche quella di chi protesta.

          Palmiro Prisutto

 

LA TELA DEL SABATO SANTO

File0001.jpgEsisteva l’usanza, in alcuni paesi di Sicilia, di coprire durante il periodo quaresimale il presbiterio delle chiese, così come ancora oggi avviene per statue, croci e immagini sacre in genere. Ad Augusta erano tre le chiese interessate a questo genere di rito, chiesa madre, chiesa Madonna del Carmine e chiesa del Soccorso, dove venivano issate delle enormi tele il giorno di sabato che precedeva la quaresima, per essere poi deposte,“calate”, il sabato santo; la più grande e importante era ovviamente quella che interessava la chiesa Madre.

Ai riti della settimana santa partecipavano tutte le confraternite e le categorie dei lavoratori presenti nella città e ad ognuna di queste veniva affidato un compito:

i “massari”  si occupavano di allestire e vegliare il sepolcro della chiesa madre vestiti da “babbalucchi”, flagellandosi con catene durante la notte;

 i “fuluari” o marinari, riunendosi nella chiesa della S.S. Annunziata, raccoglievano la tela in dodici, quanti gli apostoli, vestiti come i cadetti dell’Accademia Navale in abito spezzato composto da pantaloni bianchi e corpetto azzurro, a differenza dei capi e degli aiutanti che indossavano abiti interamente scuri;

i mastri muratori davano l’idea dei trapezisti  partecipando alla calata in manovre e in posizioni dove bisognava certamente non soffrire il senso delle vertigini;

i “vastasi” o facchini ricevevano la tela arrotolata dai marinari per uscire dalla chiesa, fare di corsa un giro attorno alla piazza e spiegarla al suo centro.

Il rito iniziava con il “ gloria del mezzogiorno”, cioè con il  festoso scampanellio delle campane accompagnato dal rumore delle sedie energicamente sbattute sul pavimento della chiesa per ricordare il terremoto che precedette la Resurrezione di Cristo, mentre il capomastro dava l’ordine di mollare le cime che avevano sorretto per quaranta giorni la tela.

Arrivò però il giorno in cui Mons. Arcivescovo La Vecchia ne diede il divieto assoluto, sfidando le ire e le maledizioni dei cittadini, perché “Giammai potremo concepire che, anche per pochi istanti, il Tempio, riservato esclusivamente al culto di Dio, offra spettacoli ginnici tanto in contrasto con la dignità e l’austerità dell’ambiente sacro”.

La tela, a quel punto, scomparve misteriosamente per poi essere ritrovata in parte, il 7 gennaio 1972, in un angolo dietro l’altare maggiore.

BUONA  PASQUA  A TUTTI

     Giuseppe  Tringali

LE ULTIME PAROLE DI CRISTO

PASSIO DOMINI intravaia.jpg<< Le ultime parole di Cristo rievocano l’angoscia del Suo Spirito, della Sua piena lucidità mentale, dimostrata dalla coerenza della Sua natura tesa al perdono, dalla fedeltà alla Sua missione, dalla relazione costante col Padre, dall’amore per la Parole, e infine dalla completa fiducia nel Suo Padre Celeste >>Attraverso “ Le ultime parole di Cristo “ Giovanni Intravaia ha proposto il  dramma umano  della Passione del  Signore  : domande sul suo significato, riflessioni su Cristo-Uomo che si identifica con tutta l’umanità, il dubbio nei confronti del Padre, ma anche la certezza della fede e da qui infine la consapevolezza e la serenità di Cristo. Dalle letture dei testi, Giorgio Casole, in gran forma, ha lasciato  cogliere  il senso di solitudine di Cristo nella sua dimensione umana. I brani classici eseguiti da Salvo Tempio al sax soprano, i canti della Corale Polifonica Iubilaeum diretta da Luigi Trigilio,  le  suggestive sonorità create da Boris Stupia, gli interventi solistici di Melchiorre Fragalà e di Sarah Marturana, hanno creato  uno straordinario canto d’amore  levato a Cristo e alla Madre. I protagonisti  hanno prodotto ciascuno  performances di eccellente qualità. La rappresentazione sacra si è svolta  in una alternanza  tra il dolore  , il grido , la visione drammatica della morte . Nel finale, il terremoto,  le note della tromba e il rullo del tamburo suonate da Carmelo e Pippo Vinci, che hanno  letteralmente colto tutti di sorpresa, hanno creato una atmosfera quasi irreale di grandissima suggestione  e tensione emotiva. La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, che  anche quest’anno è stata la meravigliosa cornice dell’evento, scelta da Giovanni Intravaia,  è stata  letteralmente affollata sin dal pomeriggio. Dal momento dell’inizio fino alla conclusione dell’esperienza, tutti hanno  osservato  il più rigoroso silenzio. Lo straordinario e meritato  successo decretato tra la commozione generale, è stato unanime. In centinaia hanno   applaudito in  lacrime . << Ho voluto sottolineare  la dimensione umana di Gesù , il rapporto tra sé stesso , il Padre e gli uomini, i quali non hanno capito la gravità di quel delitto compiuto . Una storia di ciò che è realmente avvenuto, che ho voluto ancor più accentuare con melodie  barocche e arricchimenti ornamentali quali il canto e gli effetti  sonori speciali >>.<< Il mio intento è   stato  quello di introdurre ciascuno  alla meditazione sul mistero della Passione di Cristo , mettendo in connessione  la fede con la parola,  la musica e il canto.>>