VIA CRUCIS VIVENTE AD AUGUSTA

crucis.jpg

Domenica 10 è stata rappresentata la V edizione della Via Crucis vivente di Augusta dal titolo “ I.N.R.I. … da Giovanni Battista in poi”, dopo un saluto al numeroso pubblico assiepato in piazza Duomo dall’Arciprete Don Gaetano Incardona, che ha letto una lettera giunta dalla Segreteria di Stato del Vaticano con la quale il Papa Benedetto XVI, avendo ricevuto il video e le foto dell’edizione precedente, ha voluto “incoraggiare a voler proseguire nella lodevole iniziativa, auspicando che quanti ripercorrono con fede e devozione i momenti del Cammino doloroso abbiano a riscoprire e profondamente intendere l’amore infinito del Figlio di Dio verso l’uomo e la forza della Redenzione”. La lettera si conclude poi con una “speciale Benedizione per il gruppo organizzativo, gli interpreti e le persone a loro care”. Lungo la via P. Umberto la Via Crucis con le stazioni e in Piazza Castello la conclusione con la Crocifissione e la Resurrezione, la caratteristica di questa Via Crucis è sempre la chiusura dove Gesù riappare giocando con i bambini segno della speranza per un domani migliore. L’organizzazione ringrazia per la collaborazione l’Amministrazione Comunale nella persona del Sindaco, Vice Sindaco e l’Assessore Fraterrigo, l’Amministrazione della Provincia di Siracusa, L’Assessore Provinciale Lazzari e il Consigliere Amato, la Polizia Municipale, l’Associazione Carabinieri, tutti gli sponsor e quanti hanno contribuito alla realizzazione di questa edizione.   

    Foto in alto di Giuseppe Lazzano

Torna a splendere il quadro del “Battesimo di Cristo” nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù ad Augusta.

Tela_-_Battesimo_di_Cristo..jpgAUGUSTA. Un dipinto – olio su tela – ritorna a splendere nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù. Trattasi del “battesimo di Cristo” – pala d’altare di anonimo pittore – risalente alla metà del novecento. Nell’opera possiamo scrutare l’effige del Cristo Gesù nell’atto di ricevere il battesimo da San Giovanni Battista – raffigurato a sinistra – secondo i caratteri dell’iconografia classica. In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito Santo discendere su di lui come una colomba (Mc 1, 9-10).  Nell’opera si evince una dimensione verticale, ossia il legame di Gesù con il padre. Un legame valorizzato dal sacramento che sta per ricevere il Cristo, con l’effusione dello spirito santo in forma di candida colomba e dai raggi luminosi che si librano da essa. Il cielo terso è solcato da nuvole e due angeli in alto a destra, rendono ancora più sacrale la scena come se fosse tutto in primo piano. La dimensione orizzontale, ossia il legame tra l’umanità e il verbo incarnato, che nell’opera è inequivocabilmente segno della conversione, è arricchita da un angelo e due figure dai contorni femminili con lo sguardo rivolto al Cristo. La scena risulta essere delimitata dalle rive – leggermente ondulate – del fiume Giordano, le cui acque limpide e trasparenti, danno la misura della profondità dello spazio prospettico e della lontananza dai corpi. A sinistra Giovanni il Battista – con in mano una ciotola – compie il suo gesto. Detta ciotola rappresenta il punto di equilibrio della dimensione orizzontale – così come la colomba – rappresenta il punto di equilibrio della dimensione verticale, dando armonia alle distanze tra le diverse figure dell’opera. Alla trinità alludono altresì gli angeli stessi, in numero di tre e i colori dei loro abiti. Il dipinto è tornato a distanza di trent’ anni nella stessa parete del presbiterio dove era originariamente esposto, rappresentando un nuovo tassello nel lungo processo di recupero artistico dell’edificio sacro. La tela – rimossa nei primi anni ottanta durante i lavori di ristrutturazione dell’interno dell’abside e da allora rimasta in deposito nei locali della sagrestia – è stata sottoposta ad un intervento di restauro, che ha permesso di ravvivarne i colori, nonché il recupero della cornice.

    Seby Gianino

Da Assisi a Gerusalemme e in tutto il mondo cattolico

Il Perdono di Assisi ci inviti a scoprire il vero Volto di Dio, e l’esempio di San Francesco ci esorti a vivere in comunione autentica con il Vangelo.

NDVD_020.JPG
La dottrina e l’uso delle indulgenze, da molti secoli in vigore nella Chiesa Cattolica, hanno un solido fondamento nella divina rivelazione, la quale, tramandataci dagli apostoli, “progredisce nella chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo”, mentre “la Chiesa, nel corso dei secoli, tende incessantemente alla pienezza della divina verità, fino a quando in essa siano portate a compimento le parole di Dio”  (Paolo VI, Costituzione Apostolica Indulgentiarum Doctrina, 1967).Il peccato ha due conseguenze. In primo luogo, se grave, esso comporta la privazione della comunione con Dio, e la pena eterna, cioè l’inferno. E questa viene cancellata ogni qual volta ci confessiamo fruttuosamente e così veniamo riammessi alla comunione con Dio nello stato di grazia soprannaturale. In secondo luogo «ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio. Tale purificazione libera dalla cosiddetta “pena temporale” del peccato» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1472).
Questa seconda conseguenza del peccato, cioè la pena temporale, a cui si può essere ancora obbligati nonostante il perdono delle colpe ottenuto nella confessione, può essere scontata o quaggiù, sulla terra, con volontarie preghiere e penitenze, con opere di pietà, di mortificazione e di carità, oppure nell’aldilà, nel purgatorio.  «L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa -cioè per i quali si è già ottenuta l’assoluzione confessandosi- remissione che il fedele, sinceramente  disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione» con la sua autorità «dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi» (Paolo VI, Costituzione Apostolica Indulgentiarum Doctrina, 1967).L’indulgenza plenaria di per sé rimette tutta la pena temporale dei peccati già perdonati quanto alla colpa (il che, per i peccati mortali, esige necessariamente la confessione sacramentale). Invece l’indulgenza parziale di per sé rimette una parte della pena temporale.

  Giovanni Intravaia

Festeggiati i 60 anni di Sacerdozio di Don Matteo … ad Augusta

padre_pino_1.jpg“Dare, dare, dare sempre” non appoggiarsi a nessuno. Il sacerdote è un “sacro”, “separato”, che aiuta tutti, ma per sé chiede solo a Dio.  Con questo motto, di Chiara Lubich, padre Pino ha inteso simboleggiare lo spirito che ha animato i suoi sessanta anni di sacerdozio.

Domenica 27 giugno, con due giorni di anticipo rispetto alla data del 29 giugno di sessanta anni addietro relativa alla propria ordinazione, un popolo di fedeli ha voluto essere vicino a quello che per ben 32 anni è stato l’ arciprete della Chiesa Madre di Augusta.

Fra tanti discorsi ed elogi rivoltogli dai vari oratori intervenuti al microfono e che hanno arricchito la Concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovodi Siracusa,  Salvatore Pappalardo, le parole più semplici, dirette, chiare e  genuine sono uscite dalla sua bocca e sempre con un sorriso e un senso profondo e sincero di affetto. Si è dovuto fermare più volte, ma non per la prevedibile stanchezza, bensì per ripetuti, sentiti e scroscianti applausi. “Ricchezza e santità, metà della metà”, ha tenuto a precisare alla fine, “ vi ringrazio per tutto ciò che avete fatto e detto di me, ma vi assicuro che ho fatto veramente poco, pochissimo in relazione a quello che avrei potuto o voluto fare.

In verità,  don Matteo Pino ha ottenuto l’effetto opposto di quello che intendeva ottenere e cioè di passare quasi inosservato o quanto meno assumere il ruolo di attore secondario se non di comparsa. Dalla  spontaneità, dalla genuinità e dal suo dolce sorriso, espressione di vero amore e spirito di servizio, è venuta fuori di gran lunga superiore a quella degli altri attori della manifestazione.

Padre Pino si è sempre contraddistinto per la sua umiltà, per il suo farsi ultimo e amico degli ultimi, e, lontano dai microfoni e dal frastuono dei mass media inneggianti falsi ed effimeri valori, per aver portato sempre aiuto materiale e spirituale ai bisognosi in nome di un Dio che riconosce come vero Amore che abbraccia e unisce tutti i suoi figli. Non a caso ha introdotto anche ad Augusta il movimento di Chiara Lubic dei Focolarini. Non a caso ha chiamato attorno a sé tutti i fedeli dei vari movimenti, associazioni, confraternite, delle varie fasce di età e di varie estrazioni socio-culturali-religiose. Non a caso ha impiegato tutti i suoi risparmi per costituire la sede di via  XIV ottobre, l’Agape, dove poter dare ai vari gruppi giovanili e non, la possibilità di incontro, di confronto e di formazione e non ultimo anche per attività ludico-ricreative. In perfetta linea con i suoi principi la cerimonia è stata abbastanza semplice, e all’armonico e festoso canto del Coro della Chiesa Madre si è contrapposto l’ordinato e solenne silenzio del numerosissimo pubblico di fedeli. In Padre Pino ognuno ha riconosciuto la continuità di affetto dei vari cari defunti, uno strumento di unione che nel tempo, per diverse generazioni, ha rappresentato un vero amico e un vero prete.

  Grazie, Padre Pino.

     Gaetano Gulino

 

___________________________________

 

La celebrazione di un sessantennio di sacerdozio, di questi tempi, è un evento raro; potremmo dire rarissimo. In tempi in cui, cioè, i sacerdoti sono sotto mira e sotto assedio per problemi legati alla pedofilia o ai rapporti con donne,  è davvero inusuale che un sacerdote festeggi  le “nozze di diamante” con l’ordine presbiterale, com’è raro, del resto, vedere oggi una coppia che celebri i sessant’anni di matrimonio.    Chi si appresta a ricordare il giorno in cui sessant’anni fa, appunto, giovane 24enne, ricevette il sacramento dell’ordine, attraverso l’imposizione delle mani dell’allora arcivescovo di Siracusa, Ettore Baranzini, è  don Matteo Pino, originario di Francofonte, da  cinquant’anni  iscritto al movimento dei Focolarini, fondato da Chiara Lubich, parroco della Chiesa Madre di Augusta per oltre un trentennio.

Mentre era parroco della  più importante chiesa augustana, padre Pino ha sempre testimoniato il suo fervido attaccamento ai valori evangelici di fraternità e solidarietà, senza dimenticarsi di quello, grandissimo, che è il disprezzo dei beni terreni, come ricordava Gesù a quell’uomo che voleva farsi suo discepolo: “Va’, vendi tutto, da’ il ricavato ai poveri e seguimi.”Per molti anni, padre Pino, figlio unico di una giovane vedova, ha avuto vicina la madre, che si è spenta in veneranda età. Oggi, don  Matteo, anch’egli giunto a una venerabile età, è solo, ma  ha vicino alcuni esponenti della comunità “Agape” da lui fondata. Con questa comunità e con altri amici, padre Pino ha celebrato domenica 27, il suo sessantesimo anniversario con una messa solenne in Chiesa Madre, alle 11,30, con la presenza dell’arcivescovo Pappalardo di Siracusa.

G.C. 

Sacro Cuore ad Augusta: FESTEGGIAMENTI DAL 18 AL 27 GIUGNO 2010

sacro cuore.jpgVENERDI 18 GIUGNO
Ore 08.15 Coroncina al Sacro Cuore
Ore 08.30 S. Messa
Ore 12.00 Apertura dei solenni festeggiamenti al suono festoso delle campane e con lo sparo di 21 colpi a cannone.
Ore 18.00 Accensione dell’artistica illuminazione delle principali vie della Borgata curata dalla Ditta GAMMA s.r.l. di Cassaro.
Ore 19.00 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Matteo Pino Arciprete emerito Chiesa Madre di Augusta.”Benedizione dei gonfaloni delle contrade”
Ore 20.00 Ingresso in P.za Sacro Cuore del “CORPO BANDISTICO FEDERICO II CITTA DÌ AUGUSTA”diretto dal M° Gaetano Galofaro.PROCESSIONE EUCARISTICA E BENEDIZIONE CON IL SS SACRAMENTO DAGLI ALTARINI ALLESTITI DALLA PIETA’ DEI FEDELI.
Percorso:P.za Sacro Cuore,Palazzine INA CASA,via S. Cuore I trav., via S. Cuore, via Soccorso,via G. Lavaggi, via Inferrera, p.za Sacro Cuore
Ore 21.30 Finale del campionato di calcetto “X Trofeo di Calcetto Sacro Cuore”. Premiazione.

SABATO 19 GIUGNO
Ore 08.15 Coroncina al Sacro Cuore
Ore 08.30 S. Messa
Ore 18.00 S. Rosario-Novena al Sacro Cuore
Ore 19.00 S. Messa presieduta da Mons. Salvatore Marino,Direttore dell’Ufficio IRC.
Ore 21.00 Concerto dei docenti e alunni del centro di formazione musicale “SHLOQ”

DOMENICA 20 GIUGNO
Ore 08.15 Coroncina al Sacro Cuore
Ore 08.30 S. Messa
Ore 18.00 S. Rosario-Novena al Sacro Cuore
Ore 19.00 S. Messa presieduta da Don Alessandro Genovese Vicario Parrocchiale Sant’Angelo Custode,Chiesa Madre di Priolo.
Ore 21.00 TEATRO STABILE DI AUGUSTA in “Gatta ci cova”-Regia di Mauro Italia

LUNEDI 21 GIUGNO
Ore 08.15 Coroncina al Sacro Cuore
Ore 08.30 S. Messa
Ore 18.00 S. Rosario-Novena al Sacro Cuore
Ore 19.00 S. Messa presieduta da Don Vincenzo Cafra Parroco della Parrocchia Madonna delle Lacrime in Solarino
Ore 21.00 Spettacolo musicale con i “Demo 96”

MARTEDI 22 GIUGNO
Ore 08.15 Coroncina al Sacro Cuore
Ore 08.30 S. Messa
Ore 18.00 S. Rosario-Novena al Sacro Cuore
Ore 19.00 S. Messa presieduta da Don Maurizio Casella Vicario Parrocchiale della parrocchia San Giovanni Evangelista e San Marciano in Siracusa.
Ore 20.00 III SAGRA DELLA PIZZA
Ore 21.00 “LIRICA SOTTO LE STELLE” con il baritono Giovanni DI MARE & Friends

MERCOLEDI 23 GIUGNO
Ore 08.15 Coroncina al Sacro Cuore
Ore 08.30 S. Messa
Ore 18.00 S. Rosario-Novena al Sacro Cuore
Ore 19.00 S. Messa presieduta da Don Francesco Antonio Trapani Vicario Parrocchiale a Canicattini Bagni
Ore 20.00 III SAGRA DEI MAESTRI MACELLAI DI AUGUSTA E I SAGRA DEL DOLCE CASALINGO organizzata dalle mamme del quartiere.
Ore 20.00 Prima Edizione “Sicurezza in moto” con esposizione a cura del Moto Club Augusta
Ore 21.00 Concerto del “CORPO BANDISTICO FEDERICO II CITTA’ DI AUGUSTA” diretto dal Maestro GAETANO GALOFARO.

GIOVEDI 24 GIUGNO
Ore 08.15 Coroncina al Sacro Cuore
Ore 08.30 S. Messa
Ore 18.00 S. Rosario-Novena al Sacro Cuore
Ore 19.00 S. Messa presieduta da Don Luca Gallina Vicario Parrocchiale della Parrocchia di Santa Lucia in Augusta.
Ore 21.00 Incontro interreligioso per la “Preghiera Straordinaria della Chiesa Madre di Gerusalemme per la Riconciliazione,l’Unità delle Chiese Cristiane e la Pace”. Promosso dall’ Accademia Cattolica della Santa Croce in Gerusalemme.

VENERDI 25 GIUGNO
Ore 08.15 Coroncina al Sacro Cuore
Ore 08.30 S. Messa
Ore 18.00 S. Rosario-Novena al Sacro Cuore
Ore 19.00 S. Messa presieduta da Don Alfio Li Noce,Arciprete della Chiesa Madre do Melilli e Vicario foraneo di Augusta-Melilli.
Ore 21.00 TEATRO STABILE DI AUGUSTA in “Fiat voluta Dei”-Regia di Mauro Italia

SABATO 26 GIUGNO
Ore 08.15 Coroncina al Sacro Cuore
Ore 08.30 S. Messa
Ore 18.00 S. Rosario-Novena al Sacro Cuore
Ore 19.00 SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DA SUA ECC. REV. MA MONS. SALVATORE PAPPALARDO,ARCIVESCOVO METROPOLITA DI SIRACUSA.
Ore 21.00 Show delle Scuole di Ballo.

DOMENICA 27 GIUGNO
Ore 08.00 La solennità sarà annunciata dal suono festoso delle campane e dallo sparo di 21 colpi a cannone.
Ore 08.30 S. Messa presieduta dal nostro Parroco Don Davide Di Mare.
Ore 09.15 Sfilata per le principali vie della Borgata del “CORPO BANDISTICO FEDERICO II CITTA’ DI AUGUSTA” diretto dal M° Gaetano Galofaro. Percorso: Piazza S. Cuore, via S. Cuore I traversa,Piazzale Villaggio Rasiom, via Soccorso,via S. Cuore, Lungomare Rossini,via G. Lavaggi,via Carso,via Barbarino,via Cantera,via G. Lavaggi,Viale Italia,via G. Lavaggi,via Inferrera,Piazza S. Cuore.
Ore 10.30 SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DA DON LUCA SARACENO,RETTORE DEL SEMINARIO ARCIVESCOVILE DI SIRACUSA.
DURANTE LA LITURGIA SARANNO BENEDETTI E DISTRIBUITI I “PANUZZEDDI DO CORI DI GESU’”
Ore 12.00 Sparo di colpi a cannone
Ore 17.30 Sparo di colpi a cannone
Ore 18.00 Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Nicola Minervini,Cappellano Militare
Ore 19.00 TRADIZIONALE PROCESSIONE DEL VENERATO SIMULACRO DEL SACRO CUORE DI GESU’ PER LE VIE DELLA BORGATA con il “CORPO BANDISTICO FEDERICO II CITTA’ DI AUGUSTA”diretto dal Maestro GAETANO GALOFARO.
Interverranno alla processione tutti i gruppi parrocchiali, l’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO,L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MARINAI D’ITALIA.
Percorso:Piazza S. Cuore,via Sacro Cuore,L.re Rossini,via Trieste,via Soccorso,palazzine INA CASA,via delle Saline,palazzine ENEL,L.re Rossini,Via Mazzini,via Campanella,Corso Sicilia,L.re Rossini,via Lavaggi,Ponti Spagnoli e sosta dinanzi al Monumento ai caduti del Mare. OMAGGIO AI CADUTI CIVILI E MILITARI DELMARE. Momento di preghiera e raccoglimento con esecuzione del “Silenzio”.
La processione seguirà per via Lavaggi,via Carso,Campo Palma,via Barbarino,via Cantera,via Lavaggi,via Inferrera,Piazza Sacro Cuore. SPETTACOLO PIROTECNICO A CURA DELLA RINOMATA DITTA F.lli CHIARENZA DI BELPASSO CT.
Ore 22.00 ANTONELLO COSTA IN “E’ MEGLIO CHE FACCIA DA SOLO”

“Maria di Nazareth e il sacerdozio del Cristiano” nella Chiesa di San Francesco di Paola

articolo conferenza religiosa.jpg
     

Una piacevole e interessante conferenza con partecipato dibattito finale si è svolta nella Chiesa di San Francesco di Paola a cura del parroco, don Francesco Scatà, e del presidente del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica, Domenico Strazzulla.

Il biblista, con un linguaggio semplice e comprensibile anche per i non addetti ai lavori, ha parlato dell’importanza del sacerdozio e del concetto di sécralità che nell’Antico Testamento rivestiva un ruolo particolare, di tutto rispetto e di netta separazione dal profano. Il sacerdote ricopriva una posizione di preminenza e di responsabilità, doveva rispondere a ben definiti requisiti etico-morali, e  interpretava la preghiera come un mezzo di rapportarsi direttamente con Dio, intercedendo per i mali degli altri, e offrendoGli dei sacrifici sottoforma di cibi, animali, appunto per chiedere il perdono,  protezione e quindi il consequenziale riavvicinamento dei peccatori. Relatore, qualificato e apprezzato dal numeroso pubblico, Don Nisi Candido, Direttore dell’Istituto Superiore Scienze Religiose “ S. Metodio” di Siracusa.

 

Fase chiusa con l’avvento di Cristo, che al posto  del sangue di animali vari, ha   offerto, in qualità di sacerdote, come vittima sacrificale Se stesso e il Suo stesso sangue, offrendosi per il perdono di tutti i peccatori e istituendo così il solenne sacramento dell’Eucarestia.

In tal modo, ha spiegato Don Nisi, nel culto a Dio, Gesù ha voluto dare risalto al momento liturgico-eucaristico, ma ha anche evidenziato in maniera imprescindibile l’importanza  del momento della Carità, intesa come capacità del cristiano che ha ricevuto  l’ostia consacrata, e quindi il Corpo e il Sangue di Gesù, di saper a sua volta dare e offrire se stesso per il bene di tutti gli uomini, in particolare dei più bisognosi.

Nella simbologia del Cristo in croce le braccia allargate stanno a indicare la missione di abbracciare e  recuperare tutti gli uomini.

In tal senso ancora una volta, ha sottolineato don Candido Dionisio, la preghiera, particolare momento di vicinanza e di rapporto diretto con Dio, simboleggia la capacità di interporsi tra l’uomo e Dio, al fine di mediare ed essere un funzionale strumento di raccordo per la riappacificazione ed il ravvicinamento di tutti gli uomini, buoni e cattivi compresi, a Dio.

Maria di Nazareth, che ha incarnato perfettamente la figura del Sacerdote, da Cana al Calvario ha offerto  se stessa, sia  nei momenti di gioia e felicità familiare che in quelli della solitudine, della sofferenza estrema e del dolore della croce.

Nel dibattito, don Luca Gallina, della Parrocchia di S.Lucia, ha posto l’accento sull’importanza della celebrazione eucaristica che, come confermato da don Nisi, ha acquisito una maggiore efficacia con il Concilio Vaticano II, prevedendo, con varie misure, tra cui  l’utilizzo della propria lingua e il nuovo posizionamento dell’altare e del celebrante voltato verso il popolo (coram populo), una partecipazione attiva da parte dell’assemblea dei fedeli.

Il direttore dell’ISSR di S. Metodio ha poi risposto al quesito posto dal dott. Gulino il quale ha avanzato perplessità in merito all’efficacia dell’attuale catechesi in soggetti adulti, già contraddistinti da un proprio vissuto, da acquisite e consolidate abitudini e comportamenti in un contesto socio-culturale non proprio ideale per lo spirito cristiano.

Si tratta” – ha riferito don Nisi, -“di un percorso di formazione che deve vedere il cristiano impegnato in un progetto di vita contraddistinto soprattutto dallo studio, dal silenzio, dalla contemplazione e della consequenziale presa di coscienza degli inevitabili errori commessi, il tutto in un processo dinamico di crescita.

Don Francesco Scatà si è soffermato quindi sull’importanza del momento della Carità che a sua volta necessita sia di una buona catechesi che di una perfetta adesione ai valori trasmessi e condivisi nella liturgia eucaristica.

Dio è tutto e tutto può, Dio è la Parola, con Dio non esiste alcuna difficoltà nel passaggio dal dire al fare. – Fiat lux. Et lux facta est”– ha asserito il prof. Terranova, esaltando al contempo la figura di Maria di Nazareth come madre di Gesù e di Dio.

La serata ha registrato pure l’introduzione del presidente ACI, Domenico Strazzulla che ha confermato la devozione e il culto Mariano degli augustani, e la dedica, sempre a Maria di Nazareth, di due canti da parte della corale polifonica Iubilaeum, rispettivamente all’inizio e alla conclusione dei lavori.

Soddisfatti e arricchiti spiritualmente, i numerosi e affezionati parrocchiani  hanno lasciato, solo in tarda serata, la Chiesa di S. Francesco di Paola.

           Gaetano Gulino

CUSTODIA DI TERRA SANTA – Francescani da otto secoli al servizio dei luoghi santi e delle comunità cristiane

(locandina san felice.jpgCLICCA SULLA LOCANDINA PER INGRANDIRLA)

 

Martedi 18 maggio 2010 , in occasione della  Festa Francescana   in onore di San Felice da Cantalice – primo Santo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini -, l’Accademia Cattolica della Santa Croce di Gerusalemme, ha preparato un importante evento , che avrà luogo nella Chiesa del Cristo Re in Augusta.-

Alle ore 18.30 vi sarà una solenne Concelebrazione Eucaristica , presieduta dall’Illustre Ospite della Famiglia Francescana ,Fra Sergio Olmedo della Custodia di Terra Santa, il quale  subito dopo  la funzione religiosa, tratterà il tema:

<< Custodia di Terra Santa – I Francescani –da otto secoli – al servizio dei Luoughi Santi e delle Comunità Cristiane >>

L’Evento si concluderà con un breve momento di

<< Preghiera Straordinaria della Chiesa Madre di Gerusalemme , per la Riconciliazione,l’Unità delle Chiese Cristiane e la Pace >>.

L’animazione Liturgica e i Canti Sacri saranno curati da:

Corale “ San Francesco d’Assisi “ diretta dal M° Cristina Russo

Corale Polifonica “ Euterpe “ diretta dal M° Rosy Messina e dal Soprano Francesca Ussia.

<< L’occasione è stata creata dalla visita di un Frate dell’O.F.M., della Custodia di Terra Santa – Fra Sergio Olmedo, Superiore del Convento di San Giovanni Battista ad Ain Karem ( Gerusalemme ).

<< Si è già svolto il 10 aprile scorso , presso la Chiesa dell’Annunciazione del Patriarcato Greco Melchita Cattolico, a Gerusalemme, il terzo appuntamento della “Preghiera straordinaria di tutte le chiese di Gerusalemme per la pace e la riconciliazione”. Si tratta,>>  afferma  il Presidente Giovanni Intravaia <<    di “una grande preghiera di intercessione che vede riunite le Chiese Ortodosse, Riformate e Cattoliche, per chiedere la pace a Gerusalemme e in Terra Santa, l’unità delle chiese , il dialogo interreligioso e l’unificazione della data di Pasqua per tutti i cristiani.Gerusalemme >> continua Intravaia <<è luogo di tensioni e contrasti: la Città Santa e la Chiesa Madre hanno un urgente bisogno del sostegno spirituale di tutta la Chiesa per rimanere fedeli alla loro vocazione di epicentro di grazia in Cristo, per la Chiesa e per il mondo”. Le due precedenti edizioni si sono svolte presso la Chiesa siro ortodossa (30 maggio 2009) e presso la Chiesa evangelica luterana (20 febbraio 2010). La prossima sarà ospitata dalla Chiesa armena ortodossa nel settembre o ottobre 2010. I prossimi appuntamanti , qui in Augusta , saranno il giorno 24 del mese di Giugno – festa Liturgica di San Giovanni Battista – Santo Protettore dell’Accademia – alle ore 21.00, nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù , e ancora il 25 settembre , in contemporanea con Gerusalemme>>

      GT

 

Pasqua ad Augusta

IMG_2463.jpg

E’ l’alba ad Augusta, da lontano s’intravede una croce con un drappo bianco e due ali di folla che si separano per far passare il Re dei re, Colui che con la morte è risultato vincitore, Colui che ha dato la Sua vita  per gli altri, Colui che giace in una bara  e anche da lì continua ad attirare l’attenzione di tutti. La via Garibaldi è gremita di gente, come ogni anno, come ogni Venerdì santo e tutti vogliono vederlo, toccarlo, pregarlo.. E’ un’emozione che si ripete, è sempre una commozione che coglie tutti, non solo coloro che in questo paese vivono e sono profondamente legati alle tradizioni pasquali, ma anche chi da altri luoghi arriva per questa occasione. La strada è lunga ma i portatori, vestiti con una lunga tunica bianca e una mantellina gialla, sono incuranti della fatica e orgogliosi di portarLo. Una lunga folla Lo segue mentre  bambini e  bambine, vestiti da santi, lo precedono, al suono delle marce, intonate da una banda musicale

IMG_2486.jpg

L’ingresso in ogni chiesa è un vero omaggio al Cristo, e dappertutto si canta in suo onore, infatti ogni Corale parrocchiana è pronta ad accoglierLo.

 Le chiese sono colme di persone d’ogni età, che raccolte in preghiera Lo attorniano, appena i portatori si allontanano.

addolor.jpgC’è chi Lo sfiora solo, chi bacia il Suo costato trafitto, con delicatezza, chi appoggia soltanto un fazzoletto bianco, per portarLo con sé gelosamente. E’ un tripudio di camelie stupende il suo ultimo letto terreno, ma è da quel feretro dorato che Lui, ancora una volta, dimostra il Suo grande amore per l’uomo, quello stesso uomo che Lo ha condannato e continua a condannarLo ogni giorno con i propri peccati. Gesù, però, non demorde, e ogni anno patisce, è umiliato, è offeso ed è ucciso per ognuno di noi. Grazie, Gesù, perché ci sei e ci ami, sempre, sembrano dire i mille sguardi a lui rivolti, le numerose labbra aperte  in preghiera, i tanti occhi pronti a commuoversi per Lui che con la morte ha vinto il peccato e ci dà un esempio da seguire.  La giornata, però, non è finita. Con la processione della sera, infatti, si ripete il percorso in un virtuale incontro con i fedeli. Dalla chiesa delle Grazie, dopo “a ’scisa a cruci”, un brulicante popolo si muove verso l’atteso incontro con  la Madre Addolorata, la Madre delle madri, Colei che in tacito silenzio, attorniata dai suoi seguaci, sempre più numerosi ogni anno, è quasi nascosta ad aspettare quel Figlio tanto amato da poterLo dare con estremo altruismo agli altri per la salvezza di tutti. E’ quello sguardo enigmatico, quel dolore incommensurabile, quel profondo Amore per noi, che attrae più di ogni altra cosa e unisce, in un “legame mistico”, tutte le confraternite, i sacerdoti e i fedeli, come le sincere parole dell’arciprete Incardona proclamano alla “spartenza”, tra la via Roma e Xifonia, evidenziando una condivisione in tutti i sensi. Da lì Gesù andrà verso la Sua chiesa, seguito dalla banda musicale. La Madonna, accompagnata dai canti a Lei dedicati da donne ormai veterane della Parrocchia, si dirigerà alla volta della chiesa di san Francesco.  Qui, con l’ultimo rito della risalita all’indietro, sui gradini, che sembrano vedere la Madonna protendersi verso i fedeli come in un ultimo abbraccio, si assiste al Suo ingresso trionfale tra la gente, che la riaccompagna da dove è uscita. Ciò avviene grazie a tutti coloro che ogni anno si prodigano perché la vera tradizione si ripeta, al di là delle chiacchiere, della presunta superiorità mortale di ognuno e animati dalla profonda convinzione che Cristo si è fatto umile e certo vuole che lo siamo anche noi, meta difficile da raggiungere ma sicuramente una grande prova per tutti noi, nessuno escluso.

      Carmela Mendola

Le croci sul Golgota

 

492404632.jpg28 marzo 2010-“Ci sono tre croci sul Golgota  “ è il titolo della terza edizione della Passio Domini.  E’ stato rappresentato il dramma   di Gesù e del suo Spirito , la sua piena lucidità mentale , dimostrata dalla coerenza della sua natura tesa al perdono , dalla fedeltà alla sua missione , dalla relazione costante col Padre , dall’amore per la parole , e infine dalla completa fiducia nel suo Padre Celeste. La serata si è tenuta Domenica delle Palme nella splendida Chiesa Madre dedicata a San Nicolò Vescovo , in Melilli.   Un tema  in cui Giovanni Intravaia – autore e ideatore  dell’evento – ha saputo mirabilmente coniugare fede e cultura ,     coinvolgendo  decine di altri protagonisti. I brani recitati  da Giorgio Casole da Cettina Messina e dallo stesso Intravaia, accompagnati da Carmelo Vinci al flicorno e da Pippo Vinci al tamburo , i canti della Corale Polifonica Euterpe ( tra i quali   lo Stabat Mater di J. Rheimberger  e Lacrimosa  dal Requiem di W.A. Mozart )diretta da Rosy Messina, gli interventi solistici  del soprano Francesca Ussia che ha interpretato due suggestive Laude del XIII secolo tratte dal Laudario di Cortona, i mottetti a due e tre voci interpretati da Rosy e Cettina Messina e da Fabio Russo , hnnocreato una straordinaria preghiera  levata a Cristo e alla Madre .

I protagonisti , hanno prodotto ciascuno , performances di eccellente qualità. Così, Giovanni Intravaia  ha voluto  proporre il dramma umano della passione di Gesù. Domande sul suo significato, riflessioni su Cristo Uomo che si identifica con tutta l’umanità, il dubbio nei confronti del Padre ,ma anche la certezza della fede e da qui infine la consapevolezza e la serenità di Cristo. Dall’ascolto  dei testi , tutti scritti da Giovanni Intravaia , i presenti hanno potuto  cogliere il senso di solitudine di Cristo nella sua dimensione umana. La rappresentazione sacra, si è svolta in una alternanza tra il dolore , il grido, la visione drammatica della morte . All’inizio, l’ingresso dei simulacri del Cristo Morto e della Vergine Addolorata sulle  note del flicorno  e il rullo del tamburo , ha letteralmente colto tutti di sorpresa, creando  una atmosfera quasi irreale di grandissima suggestione e tensione emotiva. Alla fine  Carmelo e Pippo Vinci hanno eseguito il Lamento della tradizione Augustana che si suona ai crocevia ,nella notte tra il Giovedi e il Venerdi Santo.La Matrice , cornice  dell’evento , scelta da Giovanni Intravaia , è stata affollata sin dal pomeriggio. Dal momento dell’inizio fino alla conclusione della performance,tutti hanno osservato il più rigoroso silenzio. Presenti il Sindaco  Pippo Sorbello, e   componenti della Giunta Municipale, che hanno accolto  l’invito dell’ Arciprete don Lino Li Noce. Questi,  ha concluso  da sacra rappresentazione, con la lettura di una preghiera – inno  dedicata alla  “Croce, speranza unica “ – anch’essa scritta da Giovanni Intravaia – che apre  e prepara il cuore all’intervento salvifico di Dio.  Uno straordinario  successo, decretato tra la commozione generale unanime.  << Ho voluto sottolineare che il punto nodale della nostra fede è costituito dalla Croce e dalla risurrezione di Gesù, in cui si compie  il disegno salvifico di Dio, attraverso la morte redentrice del Cristo  e il suo offrirsi totale,libero e volontario per amore del Padre e per i nostri peccati >>- ha spiegato Intravaia – << sono temi che ci interpellano e che ci inducono a riflettere .In particolare oggi , di fronte ai tentativi di distruzione dei valori e dei simboli cristiani , la via della Croce può aiutarci a conoscere ed amare Ges, e spero, a vivere come suoi discepoli , incarnando nella nostra vita il Suo messaggio di perdono >>. Il mio intento – ha concluso Intravaia – è stato di introdurre ciascuno alla meditazione sul mistero della Passione di Cristo, mettendo in connessione la parola, con la musica , il canto, e con la fede” . Credo di aver raggiunto il traguardo prefissato, grazie alla collaborazione di tutti  gli artisti  che  per primi, hanno creduto nella mia  opera,  impreziosendola  con  il canto, la musica  e le letture recitate  la mia opera.- Un ringraziamento particolare va all’Arciprete della  bellissima Chiesa Madre, Don Alfio Li Noce, per la sua cortese disponibilità  e per aver assecondato le mie richieste scenografiche.

  GT

L’immortale tradizione

f21793968.jpg

C’è una data ad Augusta che nessuno dimentica, non servono manifesti a ricordarla né avvisi né passaparola di sorta, infatti è una data presente nel cuore di tutti coloro che nella parrocchia di san Francesco sono cresciuti e anche nella mente di chi nel paese più non abita, ma che vi ritorna in quest’occasione.  Il giovedì e venerdì che precedono la Settimana santa e che celebrano la festa dedicata alla Madonna Addolorata sono infatti giorni tanto attesi per coloro che sono ferventi fedeli della madre di Gesù,  sofferente atrocemente, come testimonia quel pugnale argenteo infisso nel suo cuore.

Il giovedì sera, finita la Santa Messa, nel luogo sacro “si sente” un insolito silenzio, in attesa del canto dello Stabat mater, scritto da Jacopone da Todi, musicato da un anonimo augustano del ‘700 e cantato dalla Corale Iubilaeum e dallo stesso solista ormai da 22 anni.

L’emozione è avvertita nella voce degli stessi cantori e diversamente non potrebbe essere visto che sono proprio loro i primi ferventi seguaci della Madonna Addolorata, ma serpeggia anche tra i banchi, tra i presenti, che s’immedesimano nel grande dolore della Madre Addolorata e che soffrono all’unisono per quell’insopportabile affronto fatto al Figlio di Dio, morto per il grande amore provato per il genere umano.

Anche il venerdì, con il “Panegirico” alla Madonna, la devozione nei Suoi riguardi si può “toccare con mano”.

La chiesa è gremita come il giorno precedente, fin dalle prime ore del mattino.

La commozione è visibile nei volti dei presenti, ma raggiunge il culmine al “Paradisi Gloria Amen” dello Stabat mater, cantato stavolta subito dopo il Salmo responsoriale.

Il canto è un lamento, che tocca i cuori di tutti, dai più piccoli ai più grandi, senza alcuna distinzione di sesso.

Certamente il dolore di una madre lo può capire solo un’altra madre, ma in questo caso il “linguaggio” del canto rende universale un’emozione che non ha confini, tant’è vero che la registrazione dello Stabat mater giunge ogni anno in altri Stati, molto lontani dal nostro, dove vivono emigranti fedeli alla Madonna che vorrebbero essere presenti, ma non possono, e si accontentano di sentirlo… a distanza, ma sicuramente con la stessa devozione dei presenti, ovunque si trovino.                    

       Carmela  Mendola