PORTO COMMERCIALE DI AUGUSTA A RISCHIO CHIUSURA?

Banchine inservibili per le troppe navi sequestrate

nave sequestrata bisAUGUSTA. C’è il rischio che l’attività del porto commerciale possa essere seriamente compromessa? Sì, il rischio c’è e serio. La causa è da ricercarsi nelle navi che vengono sottoposte a sequestro dall’autorità giudiziaria perché servite a traghettare i migranti. Si tratta di navi che neppure sono sottoposte a bonifica dopo lo sbarco di quegli stessi migranti che sbarcano qui senz’alcuna profilassi, tanto che persino i volontari che vengono loro in soccorso, appena sbarcati, indossano guanti e mascherina. “Eppure” – lamentano gli operatori portuali – “queste navi sono lì abbandonate in disprezzo della salute di tutti coloro che lavorano per il porto”. Il lavoro al porto commerciale, che ancora non è quello che dovrebbe essere, è scarso e se questo lavoro è reso impossibile in primo luogo dallo sbarco quasi quotidiano dei migranti e poi dalle navi ormeggiate alle banchine, allora il lavoro verrà del tutto meno. “Alla prossima nave sequestrata” – questo è il grido d’allarme che  viene lanciato dagli operatori – “potremo chiudere del tutto il porto commerciale”. Se il porto commerciale verrà chiuso, la domanda che ci poniamo è:  a che serve l’autorità portuale? La capitaneria di porto è un organo di polizia marittima, e  può non avere a cuore gl’interessi degli operatori, che sono gl’interessi della città. Augusta fu fondata da Federico II di Svevia proprio perché l’imperatore “stupor mundi” si rese conto quasi otto secoli fa delle risorse che poteva offrire la grande baia dell’isola che proprio dall’appellativo imperiale di Federico, Augusta, cioè, prese il nome. Augusta di imperiale ormai non ha più nulla. Se rimane qualcosa è proprio il porto, talmente grande da  essere sufficiente sia per le ragioni strategiche della difesa nazionale, con la flotta della Marina Militare, sia per le esigenze commerciali cittadine, che sono esigenze italiane. Dicono gli operatori: “L’autorità giudiziaria  chiede alla capitaneria di porto di sequestrare le navi, non le banchine”. E allora in questo grande porto non c’è un angolo per collocare queste carrette?

Giorgio Càsole