Una storia vera, tra sogno e realtà, l’ incontro in fondo al mare con la cernia

cernia.jpg

I fatti provocano un’ emozione superiore quando vengono vissuti direttamente; diversamente, si sa, le storie raccontate come questa che andrò a descrivere, per quanto dettagliatamente, non potranno mai raggiungere lo stesso livello emozionale. L’emozione provocata da un avvenimento eccezionale e inaspettato ti entra dentro, totalmente, al punto di lasciarti qualche volta addirittura privo di sensi,  per installarsi definitivamente in una partizione della tua memoria, tanto che neppure il tempo riuscirà più a rimuovere.

Tutto ha inizio un pomeriggio di piena estate, quando dal mio scoglio preferito fisso il mare che presenta quel giorno un’insolita quanto rara cristallina trasparenza, mentre una leggera brezza movimenta simultaneamente la superfice dell’acqua,  facendo intravedere il fondale, riflettente luci, colori e figure di tonalità blu e verdi che, dopo essersi sovrapposte, d’un tratto sembrano  apparire  più chiare per poi scomparire del tutto al sopraggiungere di una nuova, ancor più intensa brezzolina. Il sole, dal canto suo, va a morire sull’acqua riflettendo in lontananza tante gocce d’oro, sotto un cielo terso e privo di nuvole. Ed è con queste condizioni di spirito che mi appresto a prendere le pinne e la maschera per provare il mio nuovo fucile ad aria compressa che, a sentire il  negoziante che me lo aveva venduto, è di buona manifattura. Nella fretta di usarlo indosso le pinne, le solite pinne strette che avrei dovuto cambiare prima e che nel frattempo maledico per l’ennesima volta, esattamente nel momento in cui, sedendomi in bilico nello scoglio irto e appuntito, debbo spingerle con forza per farle entrare. Un giorno di questi le dovrò cambiare, continuo a ripetermi! Un salto ed entro in acqua, metto la maschera dopo averci sputato dentro, ci passo il dito, la sciacquo con l’acqua salata per evitare l’appannamento delle lenti, mi aggiusto il boccaglio con cura, posizionandolo a dovere per evitare il fastidio ai capelli e  inizio a dare un’occhiata al fondo dove un attimo prima avevo buttato il fucile nuovo. Lo vedo, è giù a un paio di metri! Ancora una giravolta, scendo, lo afferro, appoggio il calcio sulla pinna, metto l’arpione e lo carico. Finalmente pronto, inizio l’esplorazione!

E’ già trascorsa una buona ora e incomincio ad avvertire i primi sintomi di freddo, quasi a volermi indicare che forse è  arrivato il momento di uscire dall’acqua, ma l’insolito spettacolo offerto quel giorno dal fondale, nitido e limpido come mai, mi distrae troppo facendomi  sentire quasi una sirena, distogliendomi dall’idea di tornare a riva, malgrado le pinne continuassero a serrarmi maledettamente i piedi. Ad un tratto, mentre penso seriamente che questa volta devo impormi il cambio delle pinne, mi pare di intravedere una sagoma oscura a sette-otto metri di profondità, tra gli scogli e la poseidonia. Cerco di mettere a fuoco meglio la vista, non mi sbaglio, si tratta di un pesce grosso dal peso di circa 10 chili, attorniato da una miriade di altri piccoli pesciolini che gli gironzolano  attorno. Al momento penso di allontanarmi un po’ per non spaventarlo e farlo scappare, magari cercando di sorprenderlo alle spalle, ci provo ….quando, d’un tratto, mi vedo puntato dalla bestiola che, uscendo allo scoperto oltre gli scogli, va pinneggiando dritta e decisa verso di me con tutto il suo seguito, col nugolo dei pesciolini che continuano a nuotargli accanto, fermandosi  immobile a due metri di distanza. Batte le pinne laterali con calma e mi guarda con i suoi occhioni grandi, enormi, bellissimi, sembra quasi che voglia parlare con me, comunicarmi chissà quale segreto. Mi fissa calma e tranquilla la mia cernia ed io avrei voluto in quel momento accarezzarla, ma preferisco non muovermi per non spaventarla. Dopo un pò, mi ricordo di avere imbracciato il fucile nuovo, che devo provarlo, lo punto alla testa del pesce, pronto a spedire col semplice movimento del dito l’arpione in mezzo a quei due enormi e bellissimi occhioni. La mia cernia continua nel frattempo a fissarmi;  bella, coloratissima, davanti a me continua a boccheggiare, ignara di quello che sarebbe potuto succederle da lì a poco, mentre i pesciolini gli strusciano la pinna posteriore nel tentativo di avvisarla del pericolo dello stare  dinanzi a un cacciatore, a un assassino. Non so quanto tempo sia passato, so soltanto che da lì a poco siamo diventati amici, siamo entrati in comunicazione, dopodiché la vedo andare via, scomparire lentamente e dignitosamente verso quell’immenso blu.

Il freddo intanto era svanito mentre lentamente risalgo per andare non lontano verso lo scoglio, a deporre il fucile nuovo.   

  Emidio  Giardina

11 settembre 2001-2011: nel decennale si ricorda

 

poesia,11 settembre 2011,augusta

Il nostro prof Càsole, in occasione di quel terribile evento, dedicò una poesia che volle inviare in segno di solidarietà al sindaco di New York, Mr. Michael R. Bloomberg (nella foto), eletto  nel 2001 come successore di Rudolph Giuliani  grazie ad una imponente campagna elettorale.

Il Mayor rimase toccato dalla poesia e volle personalmente ringraziare il nostro prof..

Pubblichiamo di seguito, in occasione della decennale ricorrenza dell’attacco alle torri gemelle, la lettera del sindaco di New York e la poesia del prof. Giorgio Càsole.

Frontale 001.jpg

11 SETTEMBRE 2001

COMPIANTO PER I MORTI DI NEW YORK

 Si fermò di botto il tempo quel giorno

quando volò bassa una nube oscura

quando al rombo nero seguì la paura

quando il cielo si coperse di odio

e Manhattan fu come Hiroshima:

da quel giorno non fu mai come prima.

Si fermarono tutti gli orologi

alle nove e dieci di quel mattino

dell’undici settembre duemilauno

e si fermò lo sguardo di ciascuno

nel seguire l’impresa inaudita

e scoppiarono gli occhi della gente

quando la morte scoppiò tra le dita

 a quelli ormai senza più la mente. 

                                  

                          

Si fermarono tutti gli orologi

e un bambino lanciò alto un grido

acuto come freccia sibilante                                  

poi muto s’arrestò di fronte al nido 

e quindi volò giù come un aliante  

come un aliante senza l’alettone 

che il suo volo finisce in unburrone.

E come lui anche madri e papà

da quel titanic di ferro e cemento

per sfuggire all’inutile tormento

delle fiamme assassine in libertà.

Si fermarono tutti gli orologi

e le torri, titanici uncini

per graffiare le olimpiche vette

nuove babeli d’acciaio corrette

per sfidare gli altissimi confini,

le torri, cuore possente d’America,

le torri, ricche di pieni destini,

fatali sirene di pietra, tragica

vissero una sorte giammai prevista:

colpite afflosciate implose annientate

con quelle genti nel fango mischiate:

rapida agonia che più rattrista.

Si fermarono tutti gli orologi

in quell’istante di rabbia e dolore

tutti gli orologi di tutto il mondo

inorriditi per il gesto immondo

o infiammati d’odio e di rancore.

Un’altra nube densa si levò

di carne e di fango, di sangue e di pianto,

sull’isola tutta luttuosa manto

lento un lamento lieve s’innalzò.

Tacquero gli urli dell’ambulanza

tacquero le grida dei poliziotti

tacquero i balli in lontananza

e tacque il fremito dei giovanotti.

 Si fermarono tutti gli orologi

nel cratere immane, a ground zero:

solo del silenzio s’ode ora il canto

dei morti si sente ancora il respiro.

Il vento spazzò via le illusioni

fervono però ora quelle azioni

perché non rimanga solo un compianto.

Si fermarono tutti gli orologi

alle nove e dieci di quel mattino

dell’undici settembre duemilauno

e si posò lo sguardo di ciascuno.

                              

Hanno scritto di lui: intervista lampo al prof. Càsole

,1 al Circolo Ufficiali.jpgS’impone nella vita attirando a sé l’attenzione con la sua voglia di comunicare. Professore di lettere, giornalista, poeta, attore, scrittore, si può dire che le note per farsi apprezzare le abbia toccate quasi tutte. Dedica alla cultura la sua esistenza donandosi anche agli altri rapportandosi con semplicità. Sempre in prima fila Giorgio Càsole per l’impegno che dedica alla sua vita professionale. Recentemente ha conseguito un master di II livello – con la votazione massima, 110/110 e lode ,in “Dirigenti nelle istituzioni scolastiche” all’Università delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” di Roma. Il 21 ottobre ha discusso la tesi  Il ginnasio-liceo in Augusta: memoria degli anni 1933-2007,  che stiamo pubblicando a puntate e che prossimamente sarà pubblicata in volume. Ma chi è Giorgio Càsole? Un uomo dalle tante risorse, ne ha così tante che  pur rivestendo diversi artistici e professionali riesce a essere sempre sé stesso.

Abbiamo fatto alcune domande al prof. Càsole per conoscerlo meglio

         Sei soddisfatto della vita che conduci?

“Voglio, anzi devo, accontentarmi. Ti confesso che vorrei avere più quattrini: i soldi, è vero, non danno la felicità, ma aiutano certamente a procurarsela

         Hai raggiunto i tuoi obiettivi?

“ Qualcuno sì. Però non bisogna mai fermarsi, perché dietro l’angolo c’è il vuoto.”

         Ti senti una persona libera?

La libertà è stato e rimane il mio grande unico ideale

         Tieni al giudizio degli altri?

“Chi è che non ci tiene? Penso nessuno.”

         Se fosse possibile rifaresti le stesse cose o modificheresti qualcosa?

“Sono convinto che ognuno di noi, se potesse tornare indietro, modificherebbe qualcosa.

         La vita ti ha fatto dei regali o ti sei conquistato tutto da solo.

“Se consideriamo le mie tre figlie come regali, allora sì, d’accordo, ho avuto tre splendidi  regali dalla vita”.

         Credi nella parità tra uomo e donna?

“Le donne sono pari e complementari agli uomini

         Le donne sono sincere?

“Per par condicio:  gli  uomini  sono bugiardi?”

         Qual è il personaggio di Pirandello che ti piace e del Verga?

“L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello e  la Lupa di Verga

         Qual è l’autore della letteratura classica che ti piace?

“Non ce n’è uno solo, ma se devo  fare solo  un nome, rispondo:  Dante

         Qual è il libro che ti ha affascinato?

“Senza dubbio la Commedia  dantesca”

         Cosa cerchi di trasmettere ai tuoi alunni?

“Alcune cose essenziali, in primo luogo il rispetto per la nostra lingua, l’amore per la poesia e la letteratura in genere, il rispetto per gli altri e la cosa pubblica.                                                                               

 

Adelaide Pandolfo

GIUSEPPE BLANDINO, INSEGNANTE D’INGLESE, HA PRESENTATO LA SUA SILLOGE POETICA IN LINGUA ITALIANA

Grande successo della serata al cineteatro Santa Caterina

 

Poesia a Rosolini.JPG

 

 

 “Lembi d’amore” è la prima raccolta di liriche di Giuseppe Blandino, presentata sabato 15 gennaio al Cineteatro Santa Caterina. Docente di lingua inglese nell’Istituto Iptc “Principe di Napoli” a Rosolini, Giuseppe Blandino ha dato prova di una forte sensibilità poetica che affonda le radici in un passato lontano, ma che da qualche anno ha trovato espressione in versi che hanno da ùubito ottenuto riconoscimenti in concorsi nazionali. Il successo seguito alla presentazione della sua raccolta di poesie è stata una nuova conferma del suo talento. Una sala gremita di gente che ha reso onore a un uomo stimato da tanti e che ha voluto assistere alla rivelazione del Blandino poeta.  All’incontro sono intervenute le autorità, il sindaco Nino Savarino, gli scrittori Corrado Calvo e Sebastiano Burgaretta, la giornalista Santina Giannone, l’attore Vittorio Rubino e l’editore Armando Siciliano, unanimi nel giudicare la poesia di Blandino come la poesia che narra le vicende esistenziali, che indaga i sentimenti dell’uomo alla ricerca della sua identità.  Il prof. Calvo ha definito Blandino, non un parfait magicien, bensì “un sobrio austero detentore di una verità capace di situarsi nella storia, fornendoci allo stesso tempo una chiave per interpretarla”. Sebastiano Burgaretta, autore della prefazione di “Lembi d’Amore”, ha poi ribadito l’importanza della poesia nella società moderna. “La poesia ci dà la possibilità di uscire da noi per poter incontrare l’altro in maniera costruttiva. Essenziale alla poesia è il momento dell’ascolto e quello del silenzio, che conducono alla solitudine creativa”. Blandino” –secondo Burgaretta- ha seguito questo percorso e nei suoi versi è registrata la presenza dell’uomo che, sottoponendosi a riflessioni, ricerca il senso della vita e ascolta una voce interiore. La giornalista Santina Giannone ha, infatti, volutamente insistito sulla definizione di poeta e poesia, per conferire a Blandino lo statuto di “poeta” di cui lui, uomo dall’indole umile, non si appropria, ma –dato il valore artistico dei suoi versi- risulta quanto mai giusto conferire. Grazie ad artisti rosolinesi come Blandino e la poetessa Ignazia Iemmolo Portelli, la provincia siracusana vive un momento culturalmente alto.

 L’editore Armando Siciliano si è detto lieto di contribuire a tale “risveglio culturale” pubblicando raccolte che, tra costume e tradizione, ridanno lustro alla Sicilia, storicamente nota per il suo genio artistico.

L’interpretazione magistrale delle poesie da parte di Vittorio Rubino ha emozionato il pubblico; una voce profonda e suadente che ha suscitato grande emozione tra gli astanti, intenti a riflettere sulle dicotomie di cui Blandino parla e che caratterizzano la vita di ogni uomo: vita-morte, passato-futuro, amore-odio.

Con una riflessione sull’importanza della poesia per costruire un futuro migliore, e come un attore tra gli applausi alla fine della recitazione, Blandino si è congedato dal pubblico entusiasta che attende con gioia una nuova prova del poeta.

 

     Alessandra Brafa

Arte, cultura e poesia ad Augusta

Doveva durare solo cinque giorni, dal 14 al 19 maggio, la mostra  collettiva di quadri, della Stella, dal tema “Luci e colori del paesaggio augustano”, organizzata dal circolo culturale “Officina d’arte”nella sede della Stella Maris in Via P. Umberto.  Invece, grazie al successo di pubblico la mostra è  stata prorogata fino al 22 maggio.  Dieci gli autori : otto uomini e due donne e, nell’elencare i loro nomi ,inizierò proprio dalle donne: , Grazia Urzì, Cinzia Sciolto, Antonio Cammarata, Palmino Cipriano, Salvo Di Grande, Franco Di Maura, Carmelo Fazio, Giuseppe Guerriero, Salvo Pugliares e Santo Tringali.  La serata inaugurale è stata presentata,  con la solita garbata ironia con cui condisce il suo eloquio sempre vario e pregnante , Giorgio Càsole, docente, giornalista e poeta, che ha voluto accanto alcuni dei suoi allievi del laboratorio di teatro da lui diretto al liceo “Mègara”,  per  interpretare a più vocia un lungo componimento, che ricorda il bombardamento della città di Augusta nel maggio del 1943, scritto nel 1991 dall’allora preside del liceo scientifico “Saluta”, Giovanni Satta, presente eccezionalmente, alla serata, che si è vivamente complimentato con Giorgio Càsole,  affermando di essere parco nei complimenti, e con i ragazzi, di cui ricordiamo i nomi, sempre partendo dalle donne: Vanessa Fuccio, Federica Gentile, Agnese Giudice, Erika Tommasi, Francesco Di Franco, Alberto Giandinoto e Francesco Marino. Durante la serata è stato anche premiato un atleta augustano, Gianfranco Nasti, per cui l’età anagrafica è solo un dettaglio perché ama ancora mettersi alla prova per superare record nella specialità del nuoto.

 

Daniela Domenici –    Nella foto: da sin.: Giorgio Càsole, Giovanni Satta; di spalle, da sin.: Federica Gentile, Vanessa Fuccio,  Agnese  Giudice, Erika Tommasi,  Francesco Marino.

 

Luci e colori del paesaggio augustano

brucoli.jpg
    Venerdì 14 maggio avrà luogo presso il salone della Stella Maris Augusta di via P. Umberto 129, la vernissage della mostra di artisti augustani dal titolo “Luci e colori del paesaggio augustano”, organizzato dall’ “Officina d’Arte” di Augusta.
     Saranno esposte opere di
Antonino Cammarata –  Salvo Di Grande –  Franco Di Maura –  Carmelo Fazio – Giuseppe Guerriero –  Salvo Pugliares –  Cinzia Sciolto –  Santo Tringali  – Grazia Urzì
Rimarchevole la presenza di  Carmelo Fazio, che continua a dipingere avendo raggiunto  la venerabile età di 93 anni. Nel corso della serata sarà premiato l’atleta augustano  Gianfranco Nasti, autentico evergreen, che alla tenera età di 66 anni continua a gareggiare nelle piscine di mezzo mondo portando trionfalmente in giro il nome di Augusta. Sarà recitata inoltre una lunga e commossa poesia sul bombardamento del 13 maggio 1943, composta nel 1991 dal concittadino Giovanni Satta, già  preside del liceo scientifico “Andrea Saluta “ e un recital poetico di Francisca Saint-Claire.
Conduttore della serata, il  prof. Giorgio Càsole.
       Antonino Cammarata

  

Universo urbano e giovani sensi dell’essere

fabrizio vaccaro.jpgCon una netta affermazione di studenti delle ultime classi del nostro liceo classico, si è conclusa la seconda edizione di del concorso di cortometraggi e poesie a tema, rivolto agli studenti degli istituti scolastici di Augusta. Tema del concorso: “Space around ,space inside (spazio intorno, spazio interno): Universo urbano e giovani sensi dell’essere”.

 La serata conclusiva è stata  organizzata dalle associazioni del gruppo “Con vento : ‘Màrilighèa, Natura Sicula, Shloq e Fata Morgana”.

La serata è stata condotta dalla liceale  Salvina Mazzio che ha introdotto i premiati e le menzioni assegnati alle opere. Per la sezione “poesie”: “Senso?” di Martina Carrubba si aggiudica il 3° posto e il “Premio del pubblico”. Piazza d’onore  per “Volando vorace” di Fabrizio Vaccaro, cui è andata   la menzione  per la “miglior interpretazione”.

myriam carani al piano.jpgLa recitazione di questa poesia è stata accompagnata da un’esecuzione alle tastiere della studentessa Miriam Carani ( terza liceo classico), che ha ricevuto la menzione per il “miglior accompagnamento musicale” e “Premio speciale miglior colonna sonora originale”.

 Al 1° posto, “Premio della critica” e diritto a essere recitata durante la prossima edizione del “Premio Letterario Agorà” 2010 per “Riflessi”, di Giulio Amara, premiato anche per il “miglior accostamento musicale”. Per la sezione “cortometraggi” ha ricevuto la menzione “miglior fotografia” il film “L’iniziativa” del gruppo Patania, Marino, Sarri. Terzo posto per il film “Alive. Il senso della mia vita”, di Comis, Campisi, Giannotta, Di Franco, Vicchitto, Fazio, De Riggi, il cortometraggio è stato segnalato come “Miglior regia” a Denise Fazio e menzione “Miglior attrice”. Una menzione come “Miglior attore” è andata a Gabriele Longo nel film “Nonostante tutto” del gruppo Conti, Blancato, Longo, Passanisi, Vasco, Fanciulli, Tringali, classificatosi 2° posto. Infine numerose menzioni e premi per “In viaggio con l’anima” di Luca Musumeci che, oltre a classificarsi al 1° posto, ha conseguito i seguenti riconoscimenti: “Premio della critica”, “Migliore sceneggiatura”, “Premio speciale beni ambientali”, “Premio speciale beni culturali”, “Migliore accostamento musicale”.

A quest’ultima produzione verrà data la possibilità di essere proiettata durante il “Pentedattilo Film Festival” del 2010. Gli organizzatori ringraziano gli sponsor, tutti privati, impegnati nella cultura “per aver creduto nell’iniziativa sostenendone le spese necessarie, e i giurati, rappresentanti delle varie discipline che le due sezioni prevedevano”. Gli organizzatori ,inoltre, si ritengono “soddisfatti per la riuscita della manifestazione e dell’intero concorso che ha dato a circa venti giovani studenti augustani la possibilità e lo spazio per fare, esprimere, produrre, confrontarsi”.

A  margine della manifestazione una nota polemica degli organizzatori nei confronti dell’amministrazione che “stenta a mostrare un concreto impegno e sostegno dei giovani ed una efficace politica – concludono – volta alla valorizzazione e promozione delle risorse e delle attività culturali. E non incoraggia di certo l’assenza degli stessi amministratori in sala durante la manifestazione”.

        C.V

11 SETTEMBRE 2001

Immagine 011.jpg

11 SETTEMBRE 2001

Compianto per i morti di  New York

di Giorgio Càsole  

 

Si fermò di botto il tempo quel giorno

quando volò bassa una nube oscura

quando al rombo nero seguì la paura

quando il cielo si coperse di odio

 e Manhattan fu come Hiroshima:

da quel giorno non fu mai come prima.

Si fermarono tutti gli orologi

alle nove e dieci di quel mattino

dell’undici settembre duemilauno

e si fermò lo sguardo di ciascuno

nel seguire l’impresa inaudita

e scoppiarono gli occhi della gente

quando la morte scoppiò tra le dita

a quelli ormai senza più la mente.

11settembre.jpg

Si fermarono tutti gli orologi

e un bambino lanciò alto un grido

acuto come freccia sibilante

poi muto s’arrestò di fronte al nido

e quindi volò giù come un aliante

come un aliante senza l’alettone

che il suo volo finisce in un burrone.

E come lui anche madri e papà

da quel titanic di ferro e cemento

per sfuggire  all’inutile tormento

delle fiamme assassine in libertà.

Si fermarono tutti gli orologi

e le torri, titanici uncini

per graffiare le olimpiche vette

nuove babeli d’acciaio corrette

per sfidare gli altissimi confini,

le torri, cuore possente d’America

le torri, ricche di pieni destini,

fatali sirene di pietra, tragica

vissero una sorte giammai prevista:

colpite afflosciate implose annientate

con quelle genti nel fango mischiate:

rapida agonia che più rattrista.

Si fermarono tutti gli orologi

in quell’istante di rabbia e dolore

tutti gli orologi di tutto il mondo

inorriditi per il gesto immondo

o infiammati d’odio e di rancore.

Un’altra nube densa si levò

di carne e di fango, di sangue e di pianto,

sull’isola tutta luttuoso manto,

lento un lamento lieve s’innalzò.

Tacquero gli urli dell’ambulanza

tacquero le grida dei poliziotti

tacquero i balli in lontananza

e tacque il fremito dei giovanotti.

Si fermarono tutti gli orologi

nel cratere immane, a ground zero:

solo del silenzio s’ode ora il canto

dei morti si sente ancora il respiro.

Il vento spazzò via le illusioni

fervono però ora quelle azioni

perché non rimanga solo un compianto.

Si fermarono tutti gli orologi

alle nove e dieci di quel mattino

dell’undici settembre duemilauno

e si posò lo sguardo di ciascuno.

 

Pietra e Arte 2009

File0001.jpgApprezzate al “museo della pietra” le opere dei pittori augustani Nuccio Garilli e Franco Di Maura ,  tra lo scenario della campagna di Scicli e lo stupendo mare di Sampieri. Le notti estive della seconda edizione della rassegna artistica-culturale “Pietra e Arte 2009”, sono state e saranno  magicamente allietate fino al 10 settembre, nel teatro in pietra, dagli artisti Nicola Piovani, Andrea Tidona, Francesco Cafiso, dal “Coro delle donne”, dai pupari di Caltagirone, dalla presentazione degli ammassi stellari e nebulose al telescopio a cura del Dott. Gianfranco Occhipinti, dalla compagnia teatrale “Gli amici di Matteo” col “San Giovanni Decollato di Martoglio”, dagli “Aromas de Andalucià”- flamenco, dai “Meditteranean Jazz Trio” e  dal soprano- uomo  Mamo Adonà che ha accettato l’invito di partecipare alla premiazione finale del concorso di pittura, fotografia e scultura, trovandosi in vacanza proprio  a Sampieri.

Entrambi i due pittori augustani hanno ricevuto notevoli consensi e un’ottima critica: Nuccio Garilli ha presentato la “Maschera di pietra”, una tecnica mista applicata in tela, mentre l’altro artista Franco Di Maura, noto nella cittadina megarese oltre per il talento, per i quadri del Caravaggio mirabilmente esposti nella navata centrale della chiesa del Cristo RE, ha presentato un olio su tavola trattata al silicato raffigurante il “Rivellino Quintana di Augusta”( foto sotto ).

dimaura.jpgGaetano Mormina, uno degli ultimi “chiafurari”(l’origine del nome di Chiafura, menzionato per la prima volta nel 1684, è certamente oscuro e sembra appartenere ad una denominazione topografica. Esso, infatti, porebbe derivare dalla corruzione di una frase, della quale l’unico elemento chiaro potrebbe essere il “fora” finale, significante, probabilmente: “il quartiere fuori dalla città”), ha voluto donare una testimonianza fatta d’amore, pietre e roccia alla sua città natìa, essendo egli il promotore del progetto culturale ed artistico del museo della pietra, nato per ricostruire la storia antica, riuscendo a creare altri cultori della pietra attraverso laboratori di lavorazione e conservazione delle opere, pensando al futuro dei giovani e a un ulteriore ambizioso sogno-progetto di volere rilanciare, stante alle sue dichiarazioni,  il mestiere dello “scalpellino” e dei “mastri dei muri a secco”.

PIC080.jpgSalvo Antoci,  curatore della mostra, spiega il nesso del raggruppamento delle iniziative:  “ un’opera d’arte è più di un oggetto, più di una merce, essa rappresenta una visione del mondo ed è vista come energia che emana messaggi cosmici. Qualche segno tracciato sulla carta, una tela appena sfiorata o un’altra a lungo lavorata, lo scatto di una macchina fotografica, uno scalpello o della cartapesta possono costruire modi diversi di fare mondi. La forza della visione non dipende dalla complessità degli strumenti ma dal messaggio e dalle emozioni trasmesse dalle opere d’arte. …..”

La rassegna ”Pietra & Arte 2009” è stata la passerella di musicisti, attori e 80 artisti espositori che con le loro opere hanno dato voce alla muta pietra: un sogno fantastico.

      Giuseppe  Tringali

Dedicato alle mamme

mamme.jpgO  CHATO    

 

E’ la dolce carezza della schiuma del mare

che viene a morire sul tuo corpo inumidito dalla sabbia;

 

E’ il refolo del vento di una sera d’estate

che sfiora i capelli induriti dal sale

e asciuga le lacrime di rugiada

dal tuo viso arrossato dal sole;

 

E’ il dolce ricordo di una ninna nanna

che mi sussurrava mia madre mentre mi stringeva al petto

nei momenti in cui le paure del buio hanno la meglio sul sonno

che tarda a divenire

      e in essa si chetavano gli incubi e le angoscie

compagne della notte in una stanza desolatamente vuota;

 

E’ un istante intenso, una emozione, un brivido che scorre sulla pelle,

un ricordo che porterai sempre dentro e che il tempo non scalfirà.

Il più delle volte cercherai di ignorare cosa esso sia

ti illuderai di non saperlo

     ma ti accompagnerà sempre come un ombra.

 

Accompagna la notte che gli impedisce di nascere.

 

       Emidio Giardina