Da fruitori a donatori di tempo, di Giuseppe Caramagno

presidente.jpgDesidero ripresentare attraverso questo sito il senso della conversazione avuta in aula il 13 corrente. Ciò per l’eventuale rivisitazione dei contenuti da parte degli “alunni” presenti, offrirne la conoscenza agli “alunni” assenti; l’opportuna divulgazione dei “valori Unitre”. Per una migliore conoscenza e più opportuna presa di coscienza di quanto ho voluto proporre e sollecitare i soci con la relazione al tema della serata “da fruitori a donatori di tempo Unitre”, suggerisco di visionare i progetti già presentati in aula e riproposti attraverso il nostro sito:

“Banca dei donatori di tempo- Unitre Augusta”

“L’Unitre: proposta di un nuovo stile di vita”.

A mezzo della frequenza ai corsi culturali, ai vari laboratori di attività e alle altre iniziative ricreative e di aggregazione sociale (come si evince dagli spezzoni di filmati proiettati nel corso della conversazione), i nostri soci-alunni stanno sperimentando un più fruttuoso impiego del loro tempo e un nuovo stile di vita, vivendo ore di allegria, gioia e serenità, nella convulsa realtà della vita quotidiana, e la fierezza dell’appartenenza all’associazione  video-interviste a docenti video-interviste a soci video alle attività di laboratorio

Volendo trarre veri benefici personali dall’appartenenza alla nostra Unitre dovremmo insieme decidere e tentare di fare un salto di qualità.Dovremmo, con un tantino di buona volontà modificare un po’ il nostro modo di essere soci Unitre.  Come atteggiamento mentale, dovremmo tentare di passare, concretamente,

da: fruitori a donatori di tempo Unitre.

Da presidente, coordinatore e propulsore dello spirito e delle attività dell’associazione, ho vivacemente sollecitato i soci a considerare quanto segue:

·         il bene più prezioso che l’uomo ha è il dono del tempo;

·         non utilizzare bene il tempo è da insensati, sprecarlo è da folli!;

·         donare un po’ del proprio tempo al “bisognoso” è atto:

o    di grande civiltà;

o    di solidarietà umana;

o    di generosità che riempie il cuore;

o    di crescita umana personale e del beneficiario;

o    di esempio di vita ai figli, ai nipoti e al prossimo;

o    di concreta appartenenza all’Unitre (Ass.ne di “promozione umana” – Accademia di Cultura, Umanità e Solidarietà);

o    atto di amore cristiano: (Il cristianesimo si vive donandosi sull’esempio di Gesù Cristo e con Cristo).

logounitre.jpgL’Unitre, a mezzo del nuovo stile di vita che ne deriva, dà la possibilità di: –  “aggiungere anni alla vita” (espressione cara alla ns. Pres. Naz.le); – “vivere più serenamente e cogliere occasioni di socializzazione” (mia personale constatazione). Nel corso degli anni, confortato dalla esperienza personale e di quella di tanti amici e conoscenti, ho maturato la profonda convinzione che importanti componenti e fonti di serenità e di gioia sono:la stima del prossimo;l’autostima, fondata sull’umiltà e sull’Amore che si dona “al bisognoso”;la capacità di chiedere e dare perdono. Il chiudersi in sé stessi o semplicemente dediti al proprio dovere, l’arroccarsi nell’orgoglio e non sapere chiedere e dare perdono, potrebbero non essere sufficienti per alimentare l’autostima, la stima del prossimo e la pace del cuore. La morte spiega la vita.

Ho visto persone in fin di vita, dopo lunghe malattie e indicibili sofferenze, affrontare con serenità il tramonto della vita terrena, coscienti che l’avevano spesa nel “servizio ai fratelli” e praticato il perdono. Erano coscienti che avevano praticato l’Amore e andavano incontro all’Amore.

    Giuseppe  Caramagno

La libertà di poter dire “non la penso come te” senza aspettarsi un licenziamento o una fucilata

motorino.jpgLa libertà è il desiderio fondamentale per l’uomo, da sempre è stata agognata, sofferta, guadagnata e persa nuovamente. Tendiamo a non sentirci liberi in qualsiasi situazione, ne vogliamo sempre di più, come se non bastasse mai. Si parla continuamente di restrizioni e repressioni, ma quando siamo davvero liberi? Basta un motorino, ritirarsi più tardi, un appartamento tutto vostro e la possibilità di esprimere il nostro pensiero per sentirci davvero liberi? La libertà, dal mio punto di vista, è la facoltà di poter scegliere e pensare indipendentemente dagli altri. Non è quindi un fattore materiale, bensì psicologico e sociale. Credo che nessuno possa davvero definirsi libero in quanto tutti siamo condizionati da fattori esterni, quali – ahimè – i soldi, la famiglia, l’amore, l’appartenenza a una “casta”. Valori importanti possono starci troppo stretti e per questo ci tolgono la libertà. La necessità di avere delle libertà nasce nella mia età, prima infatti non si sente l’esigenza di essere indipendenti. Ci sentiamo oppressi dai genitori, dalla scuola, dagli adulti in genere, dal futuro, da ciò che dobbiamo diventare… Pensiamo che restando a casa da soli siamo grandi, forti e liberi di fare ciò che vogliamo, ma basta che faccia buio per andare a casa della nonna e sentirci al sicuro. Pensiamo che avendo un motorino possiamo andare dove vogliamo, ma arrivati,  non sappiamo come tornare indietro. La libertà è poter dire “non la penso come te”senza aspettarmi come conseguenza un licenziamento o una fucilata, per esempio. Immagino libero un uomo che denuncia colui che lo ricattava, una donna che ha lasciato il marito che non l’amava, colui che ha abbandonato il posto di lavoro ribellandosi al suo essere sottopagato, il giovane che crede in dei valori e quello che non si veste come gli altri solo per moda. Immagino libero chi si distingue. Anche nell’amore ci si può sentire ingabbiati: la monogamia, la tradizione, i ruoli predefiniti, il matrimonio, la famiglia patriarcale. Sento molto donne e uomini di mezza età voler urlare al mondo che prima di essere mogli e mariti, sono persone con un carattere e delle ambizioni. E queste stesse persone vogliono ritagliarsi un loro spazio nella routine quotidiana. Per questo ritengo che la libertà sia anche dedicarsi a ciò che ci appassiona, poter confidare in nostri pensieri ad un amico. La gelosia, a esempio, è la fine della libertà di coppia. E andando avanti in questa analisi ci rendiamo conto che non siamo liberi neppure a lavoro o a scuola. Non siamo liberi quando non diciamo al capo cosa pensiamo di lui, non siamo liberi quando non esprimiamo la nostra idea al professore. Non siamo liberi neppure nella società, con tutto ciò che si deve o non si deve fare in ogni piccola situazione, a una cena di gala per esempio. La convenzioni sono l’anti libertà di espressione. Il concetto di decenza ci è così radicato in mente che se vediamo una ragazza con uno stivale troppo alto tendiamo subito a pensar male di lei. Penso che la canzone di Fabrizio Moro possa racchiudere pienamente il mio pensiero: “Voglio sentirmi libero da questa onda, libero dalla convinzione che la Terra è tonda, libero libero davvero non per fare il duro, libero dalla paura del futuro, libero perché ognuno è libero di andare, libero da una storia che è finita male e da uomo libero ricominciare, perché la libertà è sacra come il pane!”. Io aggiungerei: poiché la libertà è grande come il cielo, quando la si ha per davvero.

     Anna  Guerrisi

STA BENE L’ARTIGANO 50ENNE DI AUGUSTA, CHE HA RIAPERTO L’OFFICINA

Le ragioni dei familiari e le ragioni del giornalismo


giornali.jpgSi è risolta in pochi giorni la vicenda dell’artigiano cinquantenne che “avrebbe” tentato un estremo gesto mentre si trovava da solo nella sua officina, chiusa per ferie, forse in preda a un disturbo depressivo più acuto di altri. L’uomo sarebbe stato salvato da un amico giunto in officina per parlargli; l’amico avrebbe chiamato i carabinieri e il 118. L’ambulanza del 118, constatate le condizioni del paziente, che in quel momento sembravano e, forse, erano gravi, lo ha trasportato immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale Muscatello, da dove è stato poi trasferito al reparto psichiatria dell’ospedale di Lentini. Da lì è uscito pochi giorni dopo, assistito dall’intenso affetto di familiari, parenti e amici, tanto che l’artigiano ha riaperto quasi sùbito la sua officina.  Abbiamo usato il condizionale a proposito del tentativo di compiere un gesto “insano”, com’era stato definito in un primo tempo, perché, dopo la condivisione   su Facebook del pezzo pubblicato su Augustanews che dava la notizia, è stata registrata una levata di scudi contro i giornalisti che “inventano” le notizie, che si ergono a medici, ecc; è stato detto che non era vero niente di quello che era stato pubblicato, che l’artigiano non era solo, ma circondato dall’amore dei suoi cari e verso l’artigiano erano espressi sentimenti di solidarietà. Sentimenti di solidarietà che, ovviamente, sono condivisibili anche da chi scrive verso l’artigiano che “forse”, soffriva o soffre di depressione. Se si legge l’articolo precedente con autentica attenzione, si vedrà che era accennata la forma dubitativa e il riferimento alla solitudine era non certo in senso assoluto, ma per il particolare  momento in cui si trovava in officina: uno, se è in compagnia, difficilmente tenta un gesto estremo, soprattutto usando cavi elettrici o similari e, sena dubbio, per giungere a concretizzare un gesto del genere dev’essere attraversato da un attacco più acuto, più “nero” di questo male, la depressione,  che è stato definito insondabile non perché  chi scrive  vuole rivaleggiare con i medici, ma perché è un male che ha un’eziologia complessa, che può avere diversi nomi, ecc. ecc. ed è stato scritto che è “difficilmente curabile”, come tanti altri mali, se volete, perché non si guarisce prendendo aspirine o farmaci che, assunti per un certo periodo, danno la sicurezza della guarigione e anche perché gli stessi farmaci non bastano. Ci vuole, certo, la vicinanza costante, continua, affettuosa di chi vuol bene alla persona. Ma il male s’insinua, è sempre in agguato e può succedere l’irreparabile senza colpa per chi sta vicino al depresso o alla depressa. Sì, perché da anni si parla di depressione post partum, di cui soffrono le donne che hanno dato alla luce i figli:  quante volte abbiamo letto di madri che uccidono i figli e poi sé stesse, nonostante siano circondate dall’affetto di mariti, madri, ecc.. Chissà  quanta gente avrà pensato in questi casi alla depressione come “male insondabile e difficilmente curabile”.  Per tornare all’artigiano, che nell’articolo citato non poteva essere assolutamente identificato perché chi  scrive ha provato sentimenti di solidarietà, omettendo ogni riferimento possibile all’identificazione,  la voce del tentativo di suicidio s’era diffusa rapidamente in città, come spesso succede, a ragion veduta, cioè per il fatto clamoroso in sé e per le dimensioni della città stessa. In questi casi, si dà per scontato che i giornali diano la notizia sùbito o relativamente presto se si tratta di testate on line,  il giorno dopo, se quotidiani, o  qualche giorno dopo, a seconda della periodicità del giornale, soprattutto quando la notizia è avallata da una fonte autorevole qual è quella rappresentata dai Carabinieri. E le notizie possono essere riprese da altre fonti, le agenzie, per esempio, o altre testare:  quante volte in TV sentite il conduttore dire ”L’Ansa, cioè l’agenzia di stampa italiana più importante, ha dato questa notizia” o la Reuter, altra agenzia di stampa, di rilievo europeo o avete senti citare la CNN, cioè la tivù americana che diffonde notizie 24 ore  su 24? Certo, come in tutte le cose, la fretta può essere cattiva consigliera e non consente di dare le notizie con dettagli precisi, ma a ciò si pone rimedio nelle edizioni successive, senza offendere la sensibilità di nessuno, ovviamente, ma per informare l’opinione pubblica, che può trarre insegnamento dalle notizie di cronaca. La cronaca, comunque, è lo specchio della realtà di tutti i giorni: serve per capire il mondo che ci circonda e può avere valore documentario. Quanti altri tentativi sono andati a segno in Augusta, nel corso degli anni passati?  Potremmo ricordarli, come i giornali nazionali, attingendo dai loro archivi, quando si registrano eventi, specie se tragici, di grande clamore, rievocano fatti precedenti analoghi: attacchi terroristi, affondamento di navi, cadute di aerei, ecc. Capiamo le ragioni dei familiari dell’artigiano addolorati per ciò che è capitato al loro congiunto e ci duole che abbiano frainteso il pezzo. Siamo lieti che tutto si sia ristabilito e formuliamo loro i più sinceri auguri.         

C.C.

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Nella sezione commenti, quello di Riccardo

 Sono un augustano di nascita, ma residente altrove e ho seguito la polemica riguardo al caso del tentato suicidio di un artigiano di 5o anni, di cui non si dava alcun elemento di identificazione. Vi posso dire che la depressione è un male moderno, di cui soffrono e hanno sofferto anche personaggi illustri come l’attore Vittorio Gassmann e il giornalista Indro Montanelli. E’ vero che chi è depresso dev’essere amato, ma ci sono momenti in cui il male è così nero e così acuto che, quando, per caso, in un particolare momento, ci si trova da soli, senza colpa per i familiari, è possibilissmo che si possa commettere un atto insano, come il tentato suicidio. Nell’articolo che ho letto con attenzione c’è scritto chiaramente che l’artigiano si trovava da solo, in quel momento “nero”, nell’officina chiusa per ferie. E se non fosse stato per l’amico? Il tentativo sarebbe andato a segno, no? Capisco che le persone vicine all’artigiano, familiari, amici, si siano dispiaciuti di leggere l’articolo, ma loro stessi hanno fatto il nome dell’artigiano, facendolo sapere a tutti. Nom mi pare che l’articolista abbia né volutamente né involontariamente mancato di rispetto, offendere la sensibilità di chicchessia: ha dato la notizia, come la danno tanti radio o telegiornali relativamente a fatti ancora più gravi. Non penso che bisogna mettere il silenziatore a notizie che non sono inventate, tanto è vero che i Carabinieri citati non hanno mai smentito. Esagerazione? Certi quadri clinici possono apparire gravi a prima vista o in un primo momento, mai poi la prognosi è fausta. Meno male!

    Riccardo

Muscatello Augusta: l’opinione di un cittadino adottato e i ricordi da dietro il finestrino

finestrino.jpgQuando sono arrivato in Sicilia per lavoro, avevo un’idea slavata di quella che sarebbe diventata la mia seconda terra. Solo qualche informazione puntuale sulla città di destinazione, Augusta, in provincia di Siracusa, e sul territorio limitrofo. Nella mia immaginazione Avola evocava le mandorle, Pachino i pomodori, Lentini le arance: un personale accostamento topo-gastronomico. Di Augusta, invece, sapevo della sua collocazione geografica in una sinistra geometria triangolare, insieme ai paesi di Melilli e Priolo Gargallo. Non diventerò mai augustano per questioni di nascita, ma ho generato due figli, entrambi augustani perché nati all’ospedale Muscatello. Non è una precisazione di poco conto, quest’ultima, soprattutto se l’oggetto del mio intervento è incentrato proprio sull’ospedale della mia città adottiva. La riforma sanitaria regionale siciliana ha imposto una razionalizzazione delle spese che pare stia già portando i suoi buoni frutti. Se ne sentiva la necessità. La forbice usata per sfrondare gli eccessi, tuttavia, sembra essere manipolata da mani robotizzate, da un cervello elettronico che non fa differenze tra un ospedale collocato tra gli aranceti, quale quello di Lentini, e uno perimetrato da ciminiere come il Muscatello di Augusta, entrambi facenti capo al distretto Siracusa 2. Accorpati come fossero un solo ospedale. E in un solo ospedale non possono coesistere reparti uguali. Se Pediatria sta ad Augusta, non si può pretendere di avere un “doppione” a Lentini. Se Lentini avrà, come pare, il reparto di ginecologia, ad Augusta non ci sarà più un punto nascita. Questa la ratio del Decreto Assessoriale n. 1.377 del 25 maggio 2010 emanato dall’Assessore regionale alla Salute, Massimo Russo.

Impeccabile. Se non fosse che non prende in considerazione la peculiarità del territorio megarese, area considerata ad alto rischio ambientale, tutelata anche dalla Legge regionale n. 5 del 14 aprile 2009 che contiene le norme per il riordino del servizio sanitario regionale.  Opportuna. Se non fosse che non valuta la vastità e la varietà dell’utenza del nosocomio di Augusta: maestranze della zona industriale e del porto commerciale, militari della Marina, detenuti del carcere di Brucoli (frazione di Augusta), cittadini provenienti dai paesi limitrofi. Migliaia di utenti, migliaia di bisogni.  Ingenerosa. Nei confronti di una popolazione che ha pagato un prezzo esagerato per la vicinanza alla zona industriale. Quei fumi alitati per anni dalle ciminiere da una parte hanno dato la vita con il posto di lavoro, dall’altra l’hanno tolta distribuendo malattie tumorali gravissime. Da una parte hanno permesso la formazione di nuovi nuclei famigliari, con lo stipendio da dipendente, dall’altra hanno presentato il conto in termini di aborti e malformazioni. Una popolazione che ha versato lacrime per le disgrazie dell’ambiente malato merita uno sconto, un gesto di generosità. Si può razionalizzare la spesa sanitaria, si deve, ma senza gravare sugli ospedali di frontiera come il Muscatello.

I cittadini di Augusta stanno lottando per il diritto alla salute, lo hanno fatto con manifestazioni di massa, con scioperi che hanno paralizzato le attività produttive e l’intera città, con assemblee. Tutto ciò non è servito, però, a dare concrete garanzie. Rimane lo spettro di una svilente rifunzionalizzazione che ferisce i cittadini. Se ritornerò a casa, nella mia Sardegna, mi porterò dietro il ricordo di un popolo dignitoso, composto, ma anche amareggiato, deluso. Mi auguro che l’Assessore Russo riesca a mettere più cuore nella sistemazione dei conti della sanità siciliana. Più cuore per la gente che soffre in un territorio sacrificato.

     Alessandro Mascia     

IL VANGELO E’ L’OPPOSTO

Don Luigi Maria Verzè e don Gallo, la morte e la vita

 di don Paolo Farinella

farinella.jpgSono appena rientrato da una serata di festa celebrata a Genova per gli 83 anni di don Andrea Gallo, a cui ha partecipato una folla enorme di amici e cittadini e alcuni politici. A fare festa c’era anche il gotha del «Il FattoQuotidiano» (Padellaro, Travaglio, Sansa), Moni Ovadia, Gino Paoli e tanti, tanti altri. Un popolo attorno a un uomo, un partigiano, un prete che da tutta la vita vive sul marciapiede per acchiappare chi sul marciapiede può finire e vi è già finito. Un prete, un uomo, un partigiano, invocato e riconosciuto come leader morale indiscusso. La forza di don Gallo è la «nudità»: è nudo di tutto ciò che oggi è di modo: il denaro, il potere, il sesso. Egli ha il vestito della parola, che si fa profezia di giustizia e di trasparenza nella coerenza. Sopra il vestito la bandiera della Pace dipinta dall’arcobaleno. Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, il giorno 18 luglio 2011 ha messo sul candelabro evangelico il lume splendente della bella persona di don Gallo e lo ha proposto a tutti come punto di riferimento dell’Italia migliore, quell’Italia che è disprezzata dal governo in carica per voce del ministro Brunetta. Ho visto attorno a don Gallo Andrea l’Italia del cuore, quella che non si rassegnerà mia al potere del malaffare e del ricatto, della delinquenza e del mercimonio.

Mentre la festa scorreva allegra e intensa, tra gli epitaffi graffianti e micidiali di Enzo Costa e gli apologhi esilaranti e per questo densi di spiritualità di Moni Ovadia, istintivamente il mio pensiero correva a un altro prete, don Luigi Maria Verzè, 91 anni, che cominciò come segretario di san Giovanni Calabria, vescovo dei poveri e dei diseredati e finì, anzi sta finendo, come complice di Berlusconi, boss che affoga nei sospetti di corruzione. Ora sulla sua coscienza grava anche la morte per suicidio del suo più stretto collaboratore Mario Cal che non ha retto al fallimento del San Raffaele a cui l’ha portato la gestione del prete imprenditore. Costui  fa affari con tutti, a prescindere da ogni moralità e legalità. Il fatto è talmente grave che, su pressione dell’appena neo papa Paolo VI,  la diocesi di Milano nel 1964 gli irroga «la proibizione di esercitare il sacro ministero» per giungere al 1973 quando viene «sospeso a divinis». In seguito le pene canoniche saranno revocate non si sa per quali vie e con quali mezzi. Questo prete era solito chiamare Dio «Top Manager». Ha sempre creduto nella Provvidenza che per lui assume il volto di un certo Silvio Berlusconi che nel 1968 attraverso la Edilnord acquista 712 mila mq di terreni vicino Segrate per costruire la città avveniristica del futuro, chiamata «Milano 2», dove,  oggi sappiamo,  ospitava prostitute e minorenni per sollazzarsi dalle noie del governo. Tutto questo ben di dio confinava a sud con i terreni dell’erigendo San Raffaele. Tra don Verzè e Berlusconi fu amore a prima vista, quel fulmine che di solito scoppia all’insaputa tra uomini della stessa di razza. La prima malefatta che la «strana coppia» fa è dirottare le traiettorie degli aerei di Milano-Linate che disturbavano i residenti di Milano-2 e il San Raffaele del prete che crede nel dio Top Manager, facendo spostare le rotte sui comuni limitrofi. La perversione c’era già tutta: i privilegi dei due sono stati pagati da disgraziati che lavorano e che vivono nei comuni vicini. Chissà in questi quindici anni questi cittadini come hanno votato? Il cambio di rotta è stato ottenuto perché Silvio e Maria Luigi presentano carte topografiche falsificate o manomesse: le cittadine di Pioltello e Segrate sono rappresentante in una carta topografica del 1848, mentre le opere di di Milano.2 completate appena al 25% risultano complete al 100%. Falsi, bugiardi e spergiuri. Il prete che impegna i soldi della ricerca per allungare la vita a Berlusconi fino a 120 anni, sa di essere legato a doppio filo con l’immondezzaio che fa capo al suo compare. Non a caso quando la figlia di Berlusconi discusse la tesina alla fine del triennio universitario, davanti al papi che si godeva il successo, senza spinte e raccomandazioni don Verzé promise solennemente che se voleva insegnare al San Raffaele per lei era pronta una cattedra. Prima ancora di laurearsi, era già docente universitaria: bambina prodigio con propellente arricchito da “papi” Silvio e padre Luigi Maria. Fino a ieri era un tripudio di feste e di sicumere, nessun’ ombra di crisi gridava il vecchio prete contro gli uccelli del malaugurio. Il Verzé si comportava esattamente come il suo socio in malaffare e sodale in falsificazioni: San Raffaele sta benone, nessuna crisi all’orizzonte. Negare, negare, negare sempre anche l’evidenza finché si può. Già! Ora non si può più: un miliardo e passa di debiti che neppure l’amico Berlusconi può sanare, preso com’ è dalle sue ambasce in Mondadori e con la crisi che non esisteva e che ha scavato la fossa all’Italia. Figuriamo se la crisi ci fosse stata! La cronaca del don Verzé di questi giorni si accompagna al declino catastrofico del suo amico Berlusconi: Ssimul stabunt simul cadent». Non poteva essere differente. Concepiti nati sul filo del malaffare, cresciuti negli intrighi semplici e organizzati fornicato con ambienti clericali di chiara miscredenza etica e religiosa, Silvio e Maria Luigi dovevano cadere insieme come parabola di un mondo immorale che genera affari e risultati, anche rilevanti, frutto di azioni perverse e che tali rimarranno sempre. Nessun buon fine può giustificare la nascita e lo sviluppo di un ente gestito da un prete che cammina sulle gambe della falsità e della illegalità come costume e sistema di vita e di governo. La favola degli uomini che si fanno da soli, cioè che imbrogliando le regole del mercato che pure invocano ad ogni sospiro, non è mai esistita, anzi prospera come una pianta velenosa nel nostro Paese; pare che anche gli Italiani creduloni se ne siano accorti, dopo quasi 20 anni dell’avere osannato Berlusconi «l’uomo nuovo» (?) che avrebbe arricchito tutti. Che lui si sia arricchito e si sia messo in sicurezza è certo, come è sicuro che ha impoverito la Nazione in tutti i settori e in modo progressivo. Le persone oneste vivono del loro lavoro, condividono attese e ansie, angosce e speranze, specialmente se è un prete che si dedica come è dovere ad alleviare le sofferenze della malattia.

Don Verzè ha giustificato tutto di Berlusconi, ogni immoralità «strutturale» sia come persona sia come capo di un governo (si fa per dire) che ha prodotto leggi disumane, contro l’etica sociale, contro il valore delle persone, contro ogni spiraglio di dignità umana e sociale. Eppure celebrava anche l’Eucaristia con buona coscienza, segno evidente di una coscienza distorta che dice nero il bianco e bianco il nero. Come era prevedibile viene anche per Verzè e per Berlusconi il «redde rationem». Un miliardo e passa di debiti che provocano un primo effetto inatteso: il suicidio di Mario Cal, già indagato nel 1994 per corruzione e poi prosciolto per intervenuta prescrizione. Insomma,  la persona giusta al posto giusto. Chi viene a salvare l’impero del male, costruito sul male e sviluppato dal male? Il Vaticano e con esso lo Ior e a nome loro il cardinale Bertone Tarcisio, segretario di Stato del papa re Benedetto XVI, sovrano di animo debole perché incapace di guardare al futuro accecato com’è dalla sindrome del passato di cui vorrebbe riportare in auge quel «regime di cristianità» che tanto male ha arrecato alla Chiesa compromettendola con lo spirito del mondo e gli obiettivi del maligno. Qualcuno deve spiegare perché il papa deve possedere cliniche ed esercitare direttamente il mestiere di ricerca scientifica e di cura della salute. Costoro rimproverano i preti che si impegnano nella società civile e nella difesa dei diritti con l’accusa che al prete è vietato occuparsi di cose materiali perché loro compito è il servizio di Dio e l’evangelizzazione, che corrisponde a quello che loro credono e vogliono che sia il servizio e l’evangelizzazione. Accusano i preti impegnati di essere «mondani» e loro che comprano ospedali, cliniche e fanno affari con le Regioni a suon di miliardi sarebbero gli uomini spirituali che si dedicano alla pastorale. Ora che il San Raffaele è fallito il Vaticano lo compra ( ndr- se lo compra perché il baratro fa impressione ) per un tozzo di pane, anzi lo rileva gratis e vi mette i suoi uomini, in primo luogo quel Profiti che è stato condannato (maggio 2010) per turbativa d’aste, mazzette per corruzione di appalti. Giuseppe Profiti, delfino di Bertone da questi è stato definito come esemplare della nuova classe dirigente di stampo «cattolico» e quindi modello «etico» per le generazioni prossime. Questi sono gli uomini affidabili per il Vaticano e per Bertone. D’altra parte se Bertone protegge Berlusconi e cerca per il dopo di ricreare il partito degli onesti cattolici con Al Fano, Pisanu, Casini e con coloro che sono in parlamento malgrado gli affari con la malavita, come ci si può meravigliare che abbia come modello di classe dirigente un condannato per truffa e sospettato di corruzione? Anzi, questo è il normale, ci si dovrebbe meravigliare del contrario. I nuovi che reggeranno il San Raffaele, se il tribunale non impone il fallimento coatto, vengono imposti dal Vaticano: scomporranno in bocconi di lauto pasto, a spese dello Stato perché i debiti di don Verzè saranno pagati o dai cittadini o dallo Ior, inferno in terra dove satana è certo che esiste. Il prezzo gratuito che il Vaticano ha ricavato è il suicidio di un pregiudicato che per tutta la vita ha affiancato un prete dall’ambiguità colossale. Coloro che fanno finta di difendere la vita usano la vita degli altri come uno straccio. Il vangelo, però,  è un’altra cosa. Esattamente un’altra cosa. Anzi l’opposto.

 

Perché un cattolico non può dirsi di destra – di Don Paolo Farinella

OPINIONI –  Il cattolico che vota la destra commette un delitto morale gravissimo: diventa complice di chi senza vergogna usa il potere pubblico per interessi e passatempi privati, arricchirsi alle spalle dei meno fortunati. Come fa Maurizio Lupi (Comunione e Liberazione, vice presidente Camera) pregare ogni sera dopo aver difeso in parlamento e in tv gli affari del Cavaliere?

farinella.jpgUn’idea sconclusionata si aggira per i meandri di menti superficiali e poco acconce alla problematica politica e anche religiosa che si ritrovano in molti dibattiti, convegni, giornali. L’idea è questa: Non si tratta più di parlare di politica nei vecchi termini di destra, sinistra e centro, ma di affrontare i temi concreti. ‘affermazione è becera, ingiusta, qualunquista e fuorviante perché vuole livellare tutte le differenze ideali che stanno dietro ogni scelta politica. Non a caso l’ha fatta sua il senatore Enrico Musso, ex Pdl oggi al gruppo «fritto misto» del senato. Per lui è importante differenziarsi per racimolare voti tra i cattolici perché se non c’è più destra e sinistra, lui sta al di sopra, quindi è affidabile. Per me è il contrario. Non è vero che oggi non bisogna parlare di politica di destra o di sinistra perché urgono i problemi concreti. Questo modo di pensare la politica uccide la Politica e la trasforma in qualunquismo del peggiore stampo. Destra e Sinistra non sono etichette che si mettono e smettono come sulle cassette da frutta, ma sono «visioni» di vita, prospettive antropologiche, angoli di visuale dell’organizzazione della società.

La Destra è classista perché mira al bene di una piccola parte, quella benestante, anzi ricca. Parla di mercato, ma poi corrompe i meccanismi per alimentare la crescita finalizzata non al bene comune di tutta la società, ma solo di quella che specula finanziariamente, che accumula con gli intrallazzi e le protezioni politiche, camorristiche, piduiste e religiose. La destra parla di liberalismo e meritocrazia, ma poi fa il contrario perché ritiene i detentori della ricchezza più liberali degli altri con privilegi propri e inamovibili. Promuove solo per raccomandazione, per utilità, interessi e casta. La Destra da che mondo è mondo ha sempre fatto gli interessi dei ricchi e si è sempre servita dei poveri per accrescere la propria ricchezza con lo sfruttamento, con il lavoro, nero, con il razzismo, con la demagogia, con ogni turpe accordo con chiunque purché sia turpe e garante di risultati, non importa come si perseguono. La Destra è sempre stata la rovina dei poveri e della gente perbene.

La Sinistra (a scanso di equivoci dico subito che oggi non esiste «più») dovrebbe essere (Oh! come è bello il condizionale che almeno permette ancora di sognare sogni nobili) la prospettiva della democrazia come condizione essenziale di convivenza dove ognuno è un valore in sé, indipendentemente da quello che «possiede». La sinistra è anche prospettiva socialista perché se la democrazia è l’affermazione del diritto di uguaglianza di tutti, il socialismo non può che essere lo sforzo di rendere realizzabile questo diritto e di estenderlo efficacemente a tutti. Non a caso la Costituzione parla di «rimuovere gli ostacoli» (art. 3). La Sinistra è l’economia vista e gestita dal punto di vista del lavoro, per cui pone la persona al centro del mercato e non i beni di produzione che sono solo strumenti che cambiano con il cambiare delle condizioni.

La Sinistra dovrebbe avere cura dei più piccoli e dei più poveri, perché il suo obiettivo storico è eliminare non la sobrietà, che è e resta un valore permanente e uno stile di vita umano, ma la miseria come degrado dell’individuo e colpa di una società opulenta che ingrassa i pochi affamando i molti. La Sinistra ha come metodo la laicità che la condizione previa perché anche tutte le religioni possano trovare il loro spazio, la loro libertà incondizionata e la loro coesistenza pacifica. La Destra al contrario usa la religione paganamente e si allea con essa per interessi momentanei, passeggeri, spesso immorali. Per la Destra contano il fine giustifica i mezzi; per la Sinistra i mezzi devono essere adeguati al fine.

Non è possibile fare di ogni erba un fascio, perché se anche di giorno e non solo di notte, tutti i gatti sono bigi, significa che questo o quelli pari sono e allora ci domandiamo perché fare partiti e programmi diversi, quando se non ci fosse alcuna distinzione tra Destra e Sinistra, allora tanto vale che vi sia un partito unico. Come nell’URSS che ebbe un partito unico ma non era di Sinistra, era semplicemente una Destra famelica e ignobile travestita da sinistri figuri.

In Italia Destra vuol dire Berlusconi, Fini, Casini, Bossi, Maroni, ecc. Sinistra non lo sappiamo ancora perché dobbiamo inventarla con in mano un programma intramontabile: la Costituzione italiana. A essa i cattolici onesti e coerenti allegano anche il Vangelo. Un cattolico non può costitutivamente votare a Destra o uomini di destra anche se professano i principi cristiani, specialmente se professano i principi cristiani perché li useranno sempre strumentalmente per i loro fini di casta e di economia di classe. La Destra cerca sempre l’appoggio della gerarchia cattolica o religiosa perché sa che la religione è un potente strumento di condizionamento sociale, unarte per dominare le coscienze e piegarli a fini anche poco lodevoli e morali. Su tutta la vicenda Berlusconi, corrotto, corruttore, ladro, evasore, sfruttatore di minorenni, complice di tratta delle prostitute, spergiuro e immorale senza neanche l’ombra di una coscienza, i vescovi italiani hanno taciuto per viltà e vigliaccheria perché hanno preferito tutelare i loro interessi legislativi ed economici, le loro prebende. Hanno ucciso la profezia per la quale erano stati chiamati e si sono assisi sulla soglia del potente come cani a cuccia perché a libro paga.

La Sinistra dovrebbe essere tutto il contrario perché nel servire il bene comune, si dota di persone oneste, che non usano mai il loro potere per interessi particolari, escogita politiche che partano dal «basso» sociale e portare tutti non allo stesso livello, ma alle stesse condizioni di partecipazione, salvaguardando un minimo essenziale sotto il quale si deve parlare di povertà, se non di miseria. La Sinistra tutela i pensionati e gli operai, parola ormai scomparsa dal vocabolario degli usurpatori della sinistra che imperano oggi: ometti incapaci di coltivare il loro giardino e pretendono di governare il Paese. La rovina della Sinistra sono gli egoismi e le fazioni. Nessuno ha la soluzione per tutti, ma solo il popolo ha chiave per risolvere i problemi di tutti. Senza un popolo cosciente, libero, antifascista, nessuna Sinistra potrà mai avere la dignità di essere la Sinistra. Ascoltare il popolo è la via maestra per imparare a costruire la Sinistra che possa, come deve, essere alternativa alla Destra, che è la vera sciagura dellItalia e del mondo perché la Destra è guerrafondaia, mentre la Sinistra dovrebbe perseguire la Pace come convergenza di ideali, di popoli e di culture. Senza condizioni.

Se un cattolico vota Destra, a mio parere, commette un delitto morale incommensurabile perché è complice delle conseguenze  di chi, senza etica e senza vergogna, usa la «res pubblica» in modo osceno esponendola al ludibrio e alla dissoluzione. Venti anni di fascismo hanno portato l’Italia alla guerra e quindi alla fame e alla morte, alle leggi razziali e alla negazione della libertà. Quindici anni di berlusconismo al governo hanno portato l’Italia in due guerre «preventive», cioè illegittime e immorali, hanno diffuso il senso xenòfobo in tutto il Paese, hanno distrutto lo stato sociale costruito sul sangue di chi è morto nelle Resistenza, hanno impoverito i poveri, hanno arricchito i ricchi, hanno devastato le Istituzioni piegate agli interessi di un solo debosciato che ha manipolato coscienze e libertà attraverso il potere e la corruzione dei mezzi di comunicazione di massa pubblici e privati (tv, radio, giornali, rotocalchi, ecc.). Un cattolico dovrebbe interrogare la propria coscienza, illuminata dal Vangelo, e scegliere sempre il bene, mai il male, nemmeno se dal male potesse venire qualche scampolo di bene. Il posto sociale di un cattolico è certamente a Sinistra, dove dovrebbe lottare e impegnarsi perché prevalga sempre l’interesse di tutti e mai di pochi.

Don Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme “per risciacquare i panni nel Giordano” e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista “Missioni Consolata” di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un’apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: “Crocifisso tra potere e grazia” (2006), “Ritorno all’antica messa” (2007), “Bibbia. Parole, segreti, misteri” (2008).

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OPINIONI: un caustico articolo di un sacerdote  scomodo

 

Alfano padrone del partito di Berlusconi?

 

Tenetemi forte, mi scappa da ridere

 

di don Paolo Farinella

 

La qualità degli uomini si misura dalla loro capacità di resistere alla canicola di luglio. Berlusconi & C. invece dal grado di ridicolo immorale che sanno trasformare in impudicizia. Angelino Alfano (Jolie Al Fano: © Travaglio) è segretario del Pdl ed è la notizia meno seria. Passi per il segretario, ma che sia segretario del Pdl che è di Berlusconi che lo impone come segretario del suo partito personale, ma facendolo passare per segretario nazionale, ragazzi, è roba forte. Il segretario del Pd, questa volta causticamente lha battezzato il segretario di Berlusconi. Che gentile, Bersani! Non perde mai il suo aplomb piombato!

 

Il Pdl, dunque, ha il segretario di Berlusconi facenti veci di segretario nazionale, eletto per acclamazione prima che si voti: notare la furbizia luciferina che nemmeno il gatto e la volpe di Pinocchio potevano immaginare. Anticipiamo il voto, acclamando così valorizziamo la democrazia, il popolo, la partecipazione, il merito, il metodo tutta quella roba lì, che dovrebbe essere pane e companatico ordinario e anche ammuffito per i liberali anche in simil pelle. Invece per lamico di Putin, Lukashenko e Gheddafi è roba da avanguardisti. Il capo, il capetto, il servo e il maggiordomo si scelgono «per acclamazione». Alcuni scriteriati e rivoluzionari li chiamano «regimi». In era berlusco.alfanizzata si chiama «democrazia partecipata»: Oibò! noi siamo liberali.

 

Fin qui la barzelletta, ora comincia levento serio. Berlusconi lo presenta alla sua canea riunita con sistemi da Burundi o da Georgia o da Gheddafi, con queste parole: «Lo conosco dalla fondazione, è un uomo generoso, leale, un ragazzo intelligente che non mente mai». Parola di spergiuro passato in giudicato sulla testa dei suoi figli. Parola di Berlusconi, il falso, il mentitore di professione e per natura, per scelta e per vocazione. Se non mente mai come lui, il Pdl può stare tranquillo. Berlusconi, a scanso si equivoci, aggiunge: «Questa è uninvestitura plebiscitaria». W. la Democrazia, signore (specialmente signorine) e signori! W il Liberalismo! W il Mercato e sua sorella!

 

Il neomaggiordomo-segretario, Al Fano, annuncia il suo programma che essendo molto complesso e articolato, dividiamo per punti a beneficio della massa di ignoranti che non possono capire come sia difficile produrre un programma politico del Pdl che non è un partito ma un parterre o bordello. Ecco i punti programmatici decisi per la politica del prossimo millennio nelle parola del neo maggiordomo-passa-cipria:

 

  1. Veniamo da lontano. «Nel 1994 vidi in tv un imprenditore [Berlusconi, ndr]con il sole in tasca. E aderii a Forza Italia. Credevo in quell’uomo e in quella musica». Il poeta Bondi al suo confronto è un nulla appeso nel vuoto. Parla di Berlusconi presente come se fosse morto: «credevo in quell’uomo». Oh, Dio che emozione. Nemmeno la Madonna di Fatima fece di meglio nel 1917 perché si limitò a fare roteare il sole, ma non tutti potettero vederlo, solo qualche miscredente che per altro non si convertì. Oggi invece il miracolo è straordinario: «il sole in tasca!». Per questo Jolie non spende nulla per il riscaldamento: ha tutto in formato di energia pulita! Che potenza sto Berluska e come è veloce: zac!, afferra il sole, lo sequestra, se lo mette in tasca, corre ad Agrigento, appare a Jolie e questo si converte a Forza Italia. Ora siamo sicuri che somigliasse al profeta Geremia: chiamato e santificato prima che si formasse nel seno materno. Predestinato alla distribuzione del sole. Peccato che gli altri intanto riempivano le tasche di ben altro e corposo malloppo.
  2. La fede. «Ho sempre creduto nel progetto Berlusconi Caro presidente, questa mattina il mio papà mi ha portato il santino della mia prima campagna elettorale». Stai a vedere che ora si organizzano per i miracoli di rilievo: far sorridere le dentiere, camminare i paralitici, udire i sordi, risuscitare i morti. Tanto, se poi sono balle, chi se ne frega, in mezzo a tutte le altre si annacquano.
  3. Lamore. Era il partito dell’amore, poi diventò il party della prostituzione, poi divenne il casino personale dell’utilizzatore finale, infine si trasformò in una cloaca da suburra. Ora gli amanti di lungo corso e occasionali fanno le fusa al sole, ma allombra affilano coltelli e scimitarre. Il neo segretario-maggiordomo-Al-Fano ringrazia i triunviri Verdini, aspetto da irrecuperabile; Scajola che vive a sua insaputa e organizza amicizie in Liguria e cerca sempre una collocazione dove cè da pescare torbido perché con lui più torbido non si può e infine Matteoli, il fascista di risulta che pur di non perdere lo strapuntino, rinnega anche i suoi camerati in orbace.
  4. La speranza. Lo scendiletto segretario ha avuto l’orgoglio di dire che «la manovra economica è stata fatta pensando ai figli degli italiani affinché non siano i figli a pagare per non far ricadere sui nostri figli il peso di un paese al disastro». Parole sante, parole scolpite nel grugno del mobile a muro della linea Jolie-Jolie: con la riforma fiscale guadagnano i ricchi e pagano i poveri; dopo avere negato per anni la crisi grossa come il mondo, ora stabiliscono per decreto che i 47 miliardi di tasse vanno rimandati agli anni 2013-2014 cioè a dopo le lezioni, quando si suppone che questi indecenti non saranno al governo. Intanto per l’anno in corso, e per quelli a venire, pagano i pensionati medio-bassi, mentre quelli alti risparmiamo un sacco. La tragedia è che vi sono molti poveri che battono le mani. Per salvarsi a ogni costo rimandano in avanti, cioè fanno ricadere sui figli, i debiti. E la vendetta. Lasciate ogni speranza voi che nascete nella fase finale del berlusconismo che coincide con il lezzo fervoroso di Jolie Al-CaFano. Uomini coraggiosi e trasparenti, degni schiavi di tanto padrone.
  5. La beffa. «Noi proteggeremo il tenore di vita degli italiani e il loro benessere. Dobbiamo dare una chance anche ai loro figli. Che il benessere vogliono conquistarselo. Per questo dobbiamo diventare il partito del merito e del talento. Altrimenti non vincono i migliori». Infatti, il suo capo ha piazzato in tv, al parlamento, al governo, in consigli comunali e regionali tutte le sue donnine che sono state buone e disponibili con lui: solo per il loro merito, solo perché si sono guadagnati il loro benessere, anzi hanno stipulato una polizza o meglio una lotteria. Ha riempito la tv di Stato con uomini e donne suoi, sempre per merito. Ha diffuso la corruzione in ogni meandro della vita, sempre e solo per merito e per il benessere degli Italiani. Si vede come hanno protetto il tenore di vita: si è sempre più poveri, aumenta la disoccupazione, aumentano le tasse, diminuiscono i servizi, la scuola è distrutta, non ci restano lacrime da piangere. Da quest’anno chiederemo l’elemosina.

 

La perla delle perle però è sul futuro del partito e sul suo reclutamento:

 

  1. Lonestà. «Noi dobbiamo lavorare per un partito degli onesti. Lei [ Berluskanijad, ndr] è stato perseguitato dalla giustizia. Con onestà, visto che è un nuovo inizio, dobbiamo dire che non tutti lo sono». Il parterre degli onesti si spella le mani, tranne il capo del partito degli onesti, Berlusconi che mantiene il grugno. A ogni termine come «legalità onestà etica sincerità, ecc.» teme che arrivino i carabinieri. A guardare sotto il palco dellamministratore dei domestici addomesticati, cerano tutti gli «onesti»: Verdini, Brancher, Papa, Scajola, Cosentino, Cicchitto, Minetti, Santanchè, i «Responsabili» (nome-omen) che per un verdone si sono lasciati andare. C’erano tutti, ma su tutti regnava, giulivo e commosso, il capo degli onesti: Silvio Berlusconi, che solo di suo ricatta ed è ricattato, evasore, fruitore di prostitute anche minorenni, crema dell’onestà. Non a caso questa crema così prelibata a volte diventa una leccornia per cardinali di santa romana Chiesa che in questo consesso di onesti stanno a loro agio, con comodo e profitto.

 

Conclusione. Ora che il segretario seggiolino pieghevole ha fatto i gargarismi con «la famiglia, fatta di un uomo e una donna», davanti a una massa di promiscui, il Vaticano può elargire la santa benedizione al nuovo partito degli onesti, alle loro mogli, amanti, concubine, prostitute, ai loro complici in malaffare organizzato e anche a quello pour-parler, perché tutto è bene quel che finisce bene. Tutti saranno autorizzati ad aprire un conto personale allo Ior per trasferimenti onesti di capitali all’estero. Berlusconi muore? No! Berlusconi s’incuba in Jolie che ora come un profeta porterà in giro il verbo del padroncino, scodinzolando. Starà male Minzolingua (© Travaglio) perché non ha più il monopolio della prostrazione supina e resupina. Ora c’è la concorrenza di Jolie AlCaFano. Il mercato ha le sue dure leggi. Bisogna abituarsi a questo bitume catramato.

 

 

 

AUGUSTA: ABORTI 4 VOLTE PIU’ CHE IN ITALIA, 2 PIU’ CHE IN PROVINCIA

FRANCO RISPONDE A MOSCHITTO

 

giacinto franco.jpgIn relazione alla nota del dott. Moschitto circa l’enfatizzazione e la superficialità delle informazioni sui problemi sanitari legati all’inquinamento ambientale in questi ultimo trentennio che tanto male hanno fatto e fanno vivere la popolazione augustana, mi pregio precisare:

nel 1980, a seguito del riscontro di un certo numero di gravi patologie neonatali malformative, l’aumento delle patologie tumorali indicato come netta percezione dai colleghi dell’Ospedale, l’osservazione negli ultimi anni di due grosse morie di pesci i cui esami anatomopatologici non concordavano con la teoria dell’eutrofizzazione delle alghe indicata dai consulenti delle industrie, paventando un rapporto causa-effetto con l’inquinamento industriale, decisi di informare di tanto il pretore e nel contempo di lanciare un allarme generico su quanto osservato nel mio campo specialistico neonatale.

Purtroppo gli altri colleghi, dopo aver lanciato la pietra nascosero la mano, tant’è che, oltre a dovermi interessare del monitoraggio dei nati con malformazioni in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, che coordinava le varie realtà di tutta l’Italia (IPIMC), attivarmi a fondare con le tre Università siciliane il Registro Siciliano delle Malformazioni Congenite (ISMAC), dovetti farmi carico, sotto le direttive del Ministero della Sanità, di uno studio epidemiologico su tutte le cause di morte dal 1951 al 1980, studio utilizzato penalmente dal pretore Condorelli.

Non è un caso che i risultati di tale studio, ritenuti molto importanti, fossero stati poi continuati dall’81 al 2000 dallo stesso Ministero della Sanità.

Analoghi studi furono condotti dall’Assessorato Regionale della Sanità e, negli ultimi 15 anni, dall’ASL, con l’istituzione del registro delle patologie e dei tumori.

Ormai, senza ombra di dubbio, è stato dimostrato che l’aumento dei tumori, oltre che di determinate e specifiche patologie, e l’aumento di particolari malformazioni, riconosce un preciso rapporto di causa-effetto con l’inquinamento industriale.

A proposito di quest’ultimo punto, prova ne è la dimostrazione, con il mio ultimo studio, della notevole presenza di metalli pesanti (specie Hg, Pb ed Al) nei capelli di donne in età fertile, e i risultati dell’inchiesta Mare Rosso, dove il mercurio e le diossine, oltre che nei capelli, sono state riscontrate in notevole quantità finanche nel latte materno. Riporto le conclusioni della perizia ”Mare Rosso dove si fa presente come l’abortività ad Augusta è doppia rispetto alla provincia di Siracusa e quadrupla rispetto al valore nazionale e che 1/3 di questi aborti, sono da riferire a gravi malformazioni del sistema nervoso centrale fetale. Il tutto da attribuire al mercurio a causa del maggior consumo di pesce della popolazione augustana rispetto al resto della Provincia.

Dire queste cose della propria Città sicuramente fa molto male, ma non è nascondendo la testa sotto la sabbia o cercando di minimizzare che il problema possa essere risolto.

Sicuramente, a suo tempo, la stampa calcò la mano sull’ informazione, si ottenne in ogni caso di mettere un freno all’inquinamento indiscriminato e fuori ogni controllo delle industrie (vedi l’entrata rapida in funzione del depuratore IAS).

Purtroppo, a parere del Ministero della Sanità, le conseguenze di tale inquinamento persisteranno nelle generazioni future, e pertanto interventi prioritari e non procrastinabili sono le bonifiche ambientali, al momento bloccate (vedi rada di Augusta).

Concordo con il dott. Moschitto che sarebbe criminale depotenziare l’’ospedale di Augusta che andrebbe invece incentivato nei riguardi della diagnostica preventiva, al fine di poter intervenire precocemente sulle patologie di cui la popolazione risulta a rischio effettivo e sicuramente non psicologico.

Giacinto Franco, pediatra

AUGUSTA, INGIUSTA E INIQUA LA DECISIONE DI TOGLIERE I REPARTI DI GINECOLOGIA E PEDIATRIA ALL’OSPEDALE “MUSCATELLO” – di G. Moschitto

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UTILITA’ DEI DATI EPIDEMIOLOGICI 

     Sull’utilità di questa banca dati riportiamo un brano tratto dal volume ” I Tumori in Provincia di Siracusa dal 1999 al 2002 redatto dall’ Azienda USL 8 Siracusa e dal Dipartimento di Igiene dell’Università di Catania:

…..oltre alla sorveglianza sanitaria e alla ricerca scientifica, l’altro vero scopo dell’informazione epidemiologica è quello del supporto guidato alla valutazione dei servizi ed alla programmazione sanitaria del territorio, senza i quali ogni studio diventa vano e fine a sé stesso.

La verità, come non ci stancheremo mai di ripetere, è che il compito dell’epidemiologia è anche quello di informare, … e soprattutto di farlo col massimo rigore scientifico, senza superficialità e senza enfatizzazioni.

Ai mezzi d’informazione, al management e soprattutto al decisore politico l’arduo e nobile compito di fare buon uso di questi dati!”

       Questo è quanto scrive la Comunità scientifica, “Far buon uso dei dati epidemiologici …..” Altro che buon uso! l’Assessorato alla Sanità, nel programmare il piano sanitario della provincia di Siracusa, ha completamente ignorato i dati prodotti dal Registro Tumori di Siracusa (11 anni di osservazione) e da altri importanti studi condotti negli ultimi 15 anni, sulla cui accuratezza e credibilità non vi sono dubbi. Dati statistici che avrebbero dovuto essere lo strumento di apporto alla preparazione di un piano sanitario provinciale imparziale, tale da assicurare un servizio sanitario equo e adeguato alle esigenze del Territorio, e invece, senza questo apporto scientifico, è stato prodotto un decreto ingiusto che dà minori servizi e maggiori disagi, in particolare, ai cittadini di Augusta e delle aree limitrofe.

 

RISULTATI DELLE INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE

        Tornando alla domanda su cosa dicono i risultati degli studi condotti negli ultimi 15 anni, diciamo subito che, già da un semplice sguardo delle mappe territoriali colorate, il cui gradiente di colorazione è legato ai valori dei tassi degli indici epidemiologici, risulta in modo chiaro che i Tassi più alti di malformazioni e di tumori si riscontrano nell’area costiera tra Augusta e Siracusa. Ribadiamo però che il compito di interpretare e valutare i risultati degli studi compete a chi gli stessi studi ha condotto, come l’O.E.R., l’I.S.MA.C., il Registro Tumori di Siracusa, l’AIRTUM e l’OMS i soli in grado di valutare i risultati in modo oggettivo, senza alcuna influenza o ambiguità interpretativa. Bene, anche questi  Organismi scientifici istituzionali hanno confermato che l’area più critica della provincia di Siracusa, per l’alta frequenza delle patologie tumorali e malformative e gli altissimi Tassi di Interruzioni Volontarie di Gravidanze, è quella servita dall’Ospedale Muscatello di Augusta, come si può vedere dalla descrizione che segue.

Stralci dei più importanti studi sono riportati fedelmente tra virgolette e, per ognuno, è stato indicato il riferimento bibliografico.  

    

 Mortalità per Malformazioni Congenite (5 anni di Osservazioni 1995-1999):

“In provincia di Siracusa la mortalità per Malformazioni Congenite non presenta scostamenti significativi dai valori osservati nella media nazionale. Tuttavia un certo allarme suscita il caso del Distretto di Augusta dove il Tasso Standardizzato osservato nel sesso maschile (8,5), supera di gran lunga sia il dato nazionale (3,3) sia il dato regionale (5,1)”.  (La salute di Aretusa e … i padroni del Tempo).

 

Mortalità per Malformazioni Congenite (11 anni di Osservazioni 1995-2005):

 “Rispetto al precedente periodo, estendendo l’osservazione a 11 anni i Tassi Standardizzati provinciali si attestano poco oltre quelli regionali e nazionali, ad eccezione del Distretto di Augusta dove, seppure in calo, presentano valori circa doppi rispetto a quelli provinciali” (Rerum Cognoscere Causas).

 

Incidenza delle Malformazioni Congenite (4 anni di Osservazioni 1995-1998):

“La fase dell’indagine epidemiologica ha confermato che in alcuni ambiti della provincia di Siracusa le Malformazioni Congenite presentano valori di incidenza effettivamente più elevati rispetto al dato medio provinciale, segnatamente ad Augusta e nella fascia costiera compresa tra Augusta e Siracusa con i Territori limitrofi” (O.E.R., ASL-8 SR, I.S.MA.C.).

 

Ricoveri per Malformazioni Congenite (1 anno di Osservazione 2004):

 “I più alti Tassi di ricovero si osservano tra i maschi nel Distretto di Siracusa e tra le femmine in quello di Augusta”. (Rerum Cognoscere Causas).

 

Mortalità per Malattie di Origine Perinatale (5 anni di Osservazioni 1995-1999):

“I Tassi di mortalità per malattie di origine perinatale in provincia di Siracusa (M= 4,5 F=2,0) non mostrano scostamenti significativi da quelli nazionali (M= 4,1 F= 3,0), se non addirittura in difetto per quanto concerne il sesso femminile (RSM Rapporto Standardizzato di Mortalità =66,5). Nel Distretto di Augusta invece sono stati osservati nel sesso maschile Tassi molto più elevati (9,3) con un RSM di 226,5”.

“La mappa territoriale di mortalità mostra chiaramente un cluster che abbraccia tutta l’area industriale del siracusano (Augusta, Melilli, Priolo e Sortino)”. (La salute di Aretusa e … i padroni del Tempo).

  

Mortalità per Malattie di Origine Perinatale (11 anni di Osservazioni 1995-2005):

 “In provincia i Tassi più elevati sono stati osservati nel Distretto di Augusta” (Rerum Cognoscere Causas).

 

Mortalità per Tumori totali (8 anni di Osservazioni 1995-2002):

“In provincia di Siracusa negli ultimi anni si è osservato un lieve aumento delle mortalità per tumori in entrambi i sessi. Rispetto al quinquennio 95-99, estendendo l’osservazione a 8 anni (95-02), i TSI si attestano sui valori medi regionali e al di sotto di quelli nazionali, a eccezione del Distretto di Augusta che detiene il primato in provincia tra i maschi (295,3) attestandosi al di sopra dei valori medi regionali (264,0) con un RSM (110,8) dotato di significatività statistica”. (La peste, gli untori e l’immaginario).

 

Mortalità per Tumori totali (11 anni di Osservazioni 1995-2005):

“I TSI provinciali si attestano sui valori medi regionali e al di sotto di quelli nazionali, a eccezione del Distretto di Augusta che detiene il primato in provincia tra i maschi attestandosi ben al di sopra dei valori medi regionali” (Rerum cognoscere Causas).

 

Ricoveri per Tumori totali (1 anno di Osservazione 2004):

“I più alti Tassi di Ricovero per Tumori si osservano in entrambi i sessi nel Distretto di Lentini con Tassi Grezzi (espressi come Ricoveri annui per 100000 abitanti): Maschi = 1136;  Femmine = 1117 ed i più bassi nel Distretto di Siracusa (M = 930 e F = 950); nel Distretto di Augusta (M = 1034 e F = 1073)”. Desta preoccupazione il fatto che il basso numero di Ricoveri rispetto all’alto numero di mortalità mette a nudo una realtà ancora più grave e cioè, come viene commentato dagli autori, che questa anomalia “potrebbe spiegarsi con la notevole insorgenza di Tumori a bassa sopravvivenza ad Augusta (quindi dotati di alta mortalità)”. (Rerum cognoscere Causas).   

 

Tassi di “Incidenza” dei Tumori totali (4 anni di Osservazioni 1999-2002):

“Confrontando il dato osservato nelle aree coperte dagli altri Registri Tumori italiani, la provincia di Siracusa si colloca ben al di sotto della media del Pool dei Registri Nazionali, attestandosi come Ragusa sui livelli del Centro-Sud, al di sopra di Salerno per i maschi e al di sopra di Salerno e Napoli per le femmine. I TSI , però, non sono omogenei nelle varie aree interne della Provincia di Siracusa, risultando massimi ad Augusta con un Tasso Standardizzato di 608,4 tra i maschi (superiore anche al TSI di 552,8 della media nazionale)”. Questo fenomeno, definito come “Il caso Augusta” è stato oggetto di attenzione e trattato a parte dettagliatamente nelle “Conclusioni”. (I Tumori in Provincia di Siracusa dal 1999 al 2002- ASL8 di Siracusa / Università di Catania).

 

Tassi di Incidenza dei Tumori totali (4 anni di Osservazioni 2002-2005):

“Il confronto (con gli altri Registri italiani) colloca la provincia di Siracusa ben al di sotto della media del Pool dei Registri Nazionali attestandosi sui livelli del Centro-Sud, ma comunque al di sopra di Napoli, Salerno e Ragusa, sia tra i maschi che tra le femmine ed al di sotto di Sassari. I TSI, però, non sono omogenei nelle varie aree interne della Provincia di Siracusa, risultando massimi ad Augusta con un TSI di 603,8 tra i maschi, e a Priolo di 565,3 (entrambi superiori anche al TSI di 552,8 della media nazionale)”. Il fenomeno, definito come “I casi di  Augusta e Priolo” è stato oggetto di attenzione e trattato a parte dettagliatamente nelle “Conclusioni”. (I Tumori in Provincia di Siracusa dal 2002 al 2005)- ASL8 di Siracusa / Università di Catania).

 

Interruzioni Volontarie di Gravidanza:

“GRAVIDANZE A RISCHIO NEL NOSTRO TRIANGOLO INDUSTRIALE”: “Nel triangolo Industriale siracusano si individua, come dimostrato dallo studio del dott. Madeddu,  il tasso più elevato di interruzioni di gravidanza (di cui un terzo per difetti del sistema nervoso centrale riferibili al mercurio) con valori quadrupli di interruzioni rispetto al riferimento nazionale”  (Il Giornale di Augusta –Gennaio 2009).

 

XIII Riunione scientifica annuale AIRTUM   tenuta a Siracusa dal 6 all’8 Maggio 2009

Il caso Augusta è stato oggetto di attenzione anche dall’Associazione Italiana Registri Tumori durante la riunione scientifica annuale tenuta a Siracusa dal 6 all’8 maggio 2009, nel corso della quale è stato evidenziato lo stato di criticità dovuto a  tumori e malformazioni (tipico delle aree industriali) in cui vive la popolazione di Augusta, Priolo e Melilli.  Particolare enfasi è stata posta all’altissimo Tasso di Incidenza (numero di nuovi casi all’anno per 100000 abitanti) dei Tumori registrato nel comune di Augusta dal 1999 al 2002. (Giornali e televisione locali e nazionali oltre alle riviste scientifiche nazionali ed internazionali).

 

Convegno OMS – tenuto a Siracusa il 5 novembre 2009:

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha presentato il 5/11/2009 a Siracusa lo studio epidemiologico  condotto in provincia di SR dal 1995 al 2002 confermando i dati riportati nei volumi “La salute di Aretusa e … i padroni del Tempo” e “La peste, gli untori e l’immaginario”: dati preoccupanti per i comuni di Augusta e Priolo dove le mortalità per malattie tumorali risultano le  più alte rispetto agli altri comuni della provincia ed in crescita, per gli uomini per i tumori alla trachea, e alla pleura, e per le malattie respiratorie acute; e per le donne per il mieloma multiplo, per la cirrosi epatica e per le malattie dell’apparato digerente. (Ampio servizio di tutti i giornale e delle televisioni locali).

 

CONCLUSIONI

    Da quanto riportato sopra è emerso che esiste un’ampia documentazione scientifica, prodotta rigorosamente da Organismi istituzionali competenti, dalla quale risulta che l’area della provincia di Siracusa dove sono stati registrati i più alti Tassi di “Incidenza” e di “Mortalità” per Malformazioni Congenite, i più alti Tassi di “Mortalità” per malattie perinatali ed i più alti Tassi di “Interruzioni Volontarie di Gravidanza” (4 volte superiore al riferimento nazionale), è il territorio dove ricade il Distretto sanitario di Augusta. Dal che deriva che, proprio in questo territorio, l’assistenza Ginecologica (alle donne in età fertile, alle donne in stato di gravidanza e alle partorienti) e l’assistenza Pediatrica (ai neonati e ai bambini dall’età infantile fino all’età della fanciullezza), dovrebbe essere assicurata e potenziata per adeguarla ai bisogni reali della popolazione residente. E invece, deludendo le aspettative della popolazione e contro ogni logica, viene decretata la chiusura dei reparti di Ginecologia e di Pediatria dell’ospedale di Augusta. Una decisione ingiusta perché non si è tenuto conto delle esigenze reali della popolazione, riconosciute anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e irrazionale perché presa affrettatamente senza il supporto tecnico dei preziosi dati epidemiologici, prodotti da Organismi istituzionali accreditati dall’IARC e dall’OMS.

Proprio così, sono stati ignorati quei dati che servono a descrivere il passato e conoscere il presente per programmare il futuro (per curare e prevenire), ossia le regole che Ippocrate dettò 2500 anni addietro e che sono ancora attuali.

    Per tutti questi motivi la popolazione dell’area che orbita attorno all’ospedale Muscatello profondamente indignata, chiede all’unisono che l’Assessorato alla Sanità della Regione siciliana revochi il decreto e ne faccia uno nuovo, giusto e imparziale, tenendo conto dei risultati degli studi epidemiologici prodotti, interpretati e divulgati dall’O.E.R., dall’I.S.MA.C., dal Registro Tumori di Siracusa, dall’AIRTUM, dall’OMS e da altri Studiosi del problema. Altrimenti i cittadini residenti in questo territorio hanno il sacrosanto motivo di indignarsi e protestare, anche a causa del ripetersi di fatti anomali fortemente penalizzanti per la loro salute. Desideriamo ripetere che nel 1980 fu creato un caso di estrema gravità che ha traumatizzato la popolazione residente nell’area sopradetta, basato su dati assolutamente inattendibili (secondo gli Organismi Istituzioni); nel 2011 sempre la popolazione residente in questa area subisce un altro torto, la chiusura dei reparti di Ginecologia e di Pediatria dell’ospedale di Augusta, perché vengono ignorati i dati assolutamente attendibili (secondo gli Organismi Istituzioni) indispensabili ai fini di una corretta ed equa valutazione della programmazione sanitaria.

Un’ultima precisazione, i cittadini residenti in questa area martoriata non chiedono privilegi, chiedono soltanto che il Giusto prevalga sull’Ingiusto.

 

                                                                           Giuseppe MOSCHITTO

Le opinioni dei lettori

 I commenti dei clienti dell’ hotel Patria

opinioni, politica, tasse“Hai detto cose sacrosante. Di mio sulle tasse posso dire, che il popolo è confuso. Paghiamo tasse senza accorgercene, faccio un elenco? Bene: Il LOTTO, il superenalotto, i gratta e vinci di vari generi, lotterie e corse cavalli, scommesse totocalcio, e clandestine, Video giochi (macchinette) e video giochi on line tramite web. VEDI quante tasse paga il furbo Italiano allo stato? Vedi quanti soldi butta il furbo Italiano? E poi si lamenta che a fine mese non ci arriva, ma il telefono di ultima generazione in tasca sua non deve mancare, piuttosto il frigo è vuoto, ma la play station al figlio non deve mancare, se no se studia troppo diventa intelligente, meglio rincoglionirlo con i giochi elettronici, (cosa a cui aspirano i potenti del mondo: rincoglionire le future generazioni). Poi proprio giorni fa qui a Milano mi sono imbattuto su un gruppo di ragazzi, che sul marciapiede del corso Buenos Aires chiedevano un contributo per un ospedale per acquistare una ambulanza, e pietosamente cercavano di convincere i passanti. MA DICO IO: lo stato prende i soldi delle tasse??? Le istituzioni sanitarie e ministeri prendono i soldi dallo stato e l’ inps e tutto ciò che è legato, non percepiscono le sovvenzioni dei lavoratori che pagano le tasse??? Prelevate direttamente dalle buste paga??? Dovrei essere io cittadino a comprare una ambulanza???? – W L’Italia ed il suo 150°”

  Carmelo

L’ amaro sfogo di un cittadino deluso!

 

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opinioni, augusta, politicaHo avuto l’onore e la piacevole occasione di partecipare venerdì 13 maggio c.a., alla S. Messa presso la Chiesa di San Domenico durante la quale si faceva memoria di tale data che vide bombardata Augusta nel ’43, con 62 vittime nostri concittadini.

La navata era gremita, le autorità presenti, le associazioni concordi e soprattutto la presenza dell’ex-giovane Sig. Tommaso Cantone, oggi in età veneranda, completava il quadro.

Il Rev. Padre Gaetano Incardona ha, tra l’altro, mirabilmente ricordato l’inconscio gesto di questo dodicenne il quale, sbandierando un lenzuolo bianco, da una scogliera sul mare, chiedeva pace e il cessare la pioggia di bombe su Augusta.

Così fu … e oggi una medaglia al merito giustamente spicca sul suo petto, mentre i suoi occhi trapelano ancora qualche lacrima.

Per un po’ vengo contagiato da tanta commozione, finché nel corso della consueta forbita omelia del celebrante, ad un tratto, questa mi svanisce, ciò nel momento in cui viene dato l’annuncio che l’amministrazione comunale ha deciso di erigere un monumento simbolo nell’adiacente giardino dell’ex convento San Domenico, in memoria di quel tragico 13 maggio (monumento costituito da un blocco di pietra lava offerto da una nostra concittadina e da 2 icone trovate sotto la Chiesa di Gesù e Maria bombardata), affidando l’incarico di progettazione a …un architetto dell’Università di Catania.

Come mai, riflettevo, i nostri cari amministratori molto spesso dimenticano i loro

concittadini che hanno mandato i loro figli a scuola, dei sacrifici morali ed economici sostenuti dalle famiglie nel mantenerli lontani da casa?  

Come mai non è loro sfiorata l’idea che i nostri bravi giovani professionisti  gradirebbero più essere riconosciuti a “casa loro” e non si è pensato di  bandire un concorso di idee locali e progettazione tra i nostri professionisti augustani per

 lavorare ad una cosa “solo nostra”, per ricordare i “nostri morti”, la “nostra guerra”, “le nostre case distrutte”,

anziché decidere a priori di dare lavoro a un architetto catanese, senza volere per questo toccare meriti altrui?

Sono fortemente rammaricato per tutte quelle intelligenze offese,  spinte a cercare spazio altrove, al di là della porta spagnola, se non addirittura al di là dei confini; siete voi, cari nostri amministratori che perpetuate il detto: ”Nemo profeta in patria”!

Quante famiglie, oggi, potrebbero ancora considerarsi tali  se i loro figli non fossero stati costretti da voi e da chi vi ha preceduti, ad …emigrare …per trovare lavoro?

Forse ho capito male… forse non si è detto … E’ vero che è stata l’amministrazione comunale a decidere di dare l’incarico ad un insigne professionista di Catania? Oppure la decisione è della Sovrintendenza alle Belle Arti? Se così fosse ritiro la mia delusione perché so che tali questioni  spettano ai … lontani da noi. Grazie e gradisco ogni tipo di commento, specialmente da chi ci dirige e si definisce “dalla parte del cittadino”.

Ringrazio il sito che vorrà pubblicare questo mio appello e spero in qualche risposta in merito… perché le opinioni si possono ancora liberamente esprimere.

   Un cittadino deluso     

In alto,  il cortile del convento di San Domenico dove verrà eretto il monumento  – 

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