LUIGI SOLARINO, DI DECONTAMINAZIONE SICILIA, SI COMPLIMENTA CON I COMMISSARI DEL COMUNE: LIBRIZZI, COCCIUFA, PUGLISI

downloadAUGUSTA. Il presidente di decontaminazione Sicilia, Luigi Solarino, docente emerito di Chimica Industriale all’Università di Catania, ha inviato una lettera alla triade commissariale di Augusta, Librizzi -Cocciufa – Puglisi, con cui si complimenta per aver assunto la decisione di far confluire le acque reflue del Comune nel depuratore consortile di Priolo, gestito dall’IAS. Abbiamo realizzato con Luigi Solarino  un’intervista video per RASSEGNA METROPOLITANA, durante la quale  traccia un’interessante retrospettiva storica. Ecco il testo della lettera: “Le Associazioni AugustAmbiente e “Decontaminazione Sicilia”, si complimentano con la Commissione Straordinaria del Comune di Augusta che ha assunto la saggia decisione di convogliare i reflui di Augusta al depuratore consortile Ias di Priolo. AugustAmbiente e “Decontaminazione Sicilia”Come Associazioni augustane che hanno sostenuto la decisione ora presa dalla Commissione, con lettere aperte e incontri prima con il Commissario La Mattina e successivamente con la Commissione Straordinaria (Dr. Puglisi) siamo orgogliosi del risultato ottenuto, cosa che non ci era riuscita con gli amministratori che avevamo sbagliato a eleggere nelle ultime 4 legislature. In una nostra lettera aperta protocollata, inviata il 6 ottobre 2012 al Commissario La Mattina, scrivevamo: “circa 30 anni fa, per la depurazione dei reflui di Augusta, furono proposte e finanziate due opzioni, una che prevedeva la spesa di 24 miliardi di lire per la costruzione del depuratore di Augusta e l’altra, di 9 miliardi, che risolveva il problema depurazione inviando i reflui al vicino depuratore consortile di Priolo Ias, così come facevano e fanno le industrie ed i Comuni di Priolo, Melilli e Siracusa nord. Il sindaco Gulino, scelse la prima opzione, costruire un depuratore per Augusta,  giustificandola col sostenere che l’acqua trattata dal depuratore sarebbe stata una risorsa per Augusta (vendendola alle industrie) e che l’Ias non era in grado di ricevere i nostri reflui per insufficiente capacità delle sue vasche di trattamento, (ipotesi quest’ultima falsa e inventata di sana pianta, essendo allora ed ancora oggi notevoli le sue capacità volumetriche di trattamento reflui).

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