AUGUSTA IN GINOCCHIO DOPO UNA SETTIMANA DI SCIOPERO SELVAGGIO DEGLI OPERATORI ECOLOGICI

spazza.jpgAUGUSTA. Uno sciopero selvaggio, attuato, senza alcuna proclamazione, dal sindacato autonomo  della CISAL, dal 24  al 31 gennaio, ha messo in ginocchio Augusta, teatro già nel recente passato di astensioni degli operatori ecologici, che hanno protestato solo perché non ricevevano le spettanze da diversi mesi, da novembre addirittura, nonostante i regolari pagamenti da parte dell’Amministrazione civica, stando alle parole dell’attuale sindaco Carrubba. Nonostante l’astensione lavorativa riguardasse  il turno di raccolta, mentre è regolarmente continuato il servizio di pulizia delle strade, Augusta poteva essere tranquillamente paragonata ad altre città del Sud, più importanti, quali Napoli e Palermo, ma egualmente maleodoranti e con gravissimi rischi per la salute pubblica, tanto da essere stata allertata la prefettura in quanto ufficio territoriale del governo. Per giustificarsi il sindaco ha detto:“Abbiamo già emesso due mandati di pagamento alla Pastorino:  una somma pari a 250 mila euro la scorsa settimana e l’altro, due giorni fa, per un importo di 170 mila euro che sarà incassato a breve dalla Pastorino. Confidavamo nel fatto che, la raccolta ricominciasse già lo scorso fine settimana  così purtroppo non è stato. I mandati di pagamento, sia il primo che il secondo, sono stati effettuati indipendentemente dallo sciopero selvaggio messo in atto dagli operatori ecologici  non vorrei che i dipendenti della Pastorino pensassero che per ricevere lo stipendio occorre incrociare le braccia. Ci auguriamo che le condizioni del territorio possano tornare alla normalità”. Per evitare altri scioperi selvaggi come questo e per evitare addirittura scioperi a oltranza, come hanno minacciato i dipendenti della Pastorino – di cui molti hanno famiglie da mantenere con un solo reddito,stanchi della situazione ciclica di mancato pagamento – sarebbe opportuno o pagare regolarmente, principio di buona   amministrazione o ritornare all’antico o costituire un’Azienda municipalizzata, come altrove, nell’Italia che conta o che vuole contare.

    G. C.

AUGUSTA E ROSOLINI, “MONNEZZA” A RISCHIO SOTTO NATALE

Stato di agitazione del personale delle due ditte che si occupano del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani ad Augusta e a  Rosolini

rifiuti, augusta, ecologiaStato di agitazione del personale delle due ditte che si occupano del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani ad Augusta e a  Rosolini. La decisione è stata adottata dalla FIT Cisl Siracusa e comunicata, ai rispettivi sindaci  e alla prefettura. Alla base della protesta la mancata retribuzione di alcuni stipendi che, ad Augusta, rischia di assumere contorni ancora più gravi. “La società gestore, la Pastorino,” – ha detto il segretario generale della FIT provinciale, Franco Di Stefano –“solo pochi giorni fa ha pagato la mensilità del mese di settembre. Nessuna notizia, però, sugli stipendi di ottobre, novembre e sulla tredicesima. Ritengo che, a oggi, debba essere apprezzata la sensibilità mostrata da tutti i lavoratori, e dal sindacato, che non hanno intrapreso nessuna iniziativa di protesta. Lo si è fatto per permettere all’Amministrazione comunale e alla stessa ditta di trovare i fondi disponibili per sanare quanto spetta agli operai. Ora è  giunto il momento di risolvere la questione. Proprio per questo, contestualmente alla proclamazione dello stato di agitazione, chiediamo un incontro urgente, entro le prossime 48 ore, al Sindaco e alla Pastorino.” A Rosolini, invece, i lavoratori chiedono notizie dello stipendio di novembre. Stato di agitazione, così, deciso per spingere l’amministrazione comunale e la E.F. Servizi ecologici a pagare la mensilità spettante. “Una prassi purtroppo consolidata e rinnovata ogni mese. I lavoratori di Rosolini, per ricevere lo stipendio del mese maturato, sono praticamente costretti a proclamare puntualmente lo stato di agitazione. Una situazione inaccettabile. Anche a Rosolini abbiamo chiesto un incontro urgente entro venerdì prossimo; se non dovessero esserci notizie positive indiremo assemblee giornaliere in cantiere.”

   G.C.

Il Cavaliere che ci scrive dalla Louisiana

Un’azienda italiana  dice di avere addirittura la soluzione per rimuovere il petrolio e risolvere il disastro  nel golfo del Messico, …. con tanto di prove e senza tappo.

 

Buongiorno, mi chiamo Cavaliere Ottavio, sono un cittadino italiano. Sto scrivendo a molte testate giornalistiche italiane e statunitensi. Mi trovo in Louisiana e desidero far arrivare questa notizia al maggior numero  di persone possibili. Pietro Malfarà, imprenditore e ricercatore da circa quarant’anni ha creato nella sua azienda un prodotto su basi naturali non inquinanti, non chimiche e compatibili con l’ecosistema. La settimana scorsa sono andato nella sua azienda per rifornirmi di alcuni  detergenti e mi sono fermato a parlare con lui. Mi ha detto di avere un  prodotto che scioglie, disgrega ed emulsiona il petrolio greggio rendendolo  solubile in acqua. Lì per lì sono rimasto incredulo e scettico, ma ho potuto assistere ad una dimostrazione e i fatti mi hanno indotto a cambiare  decisamente opinione. Dinanzi ai miei occhi Malfarà ha versato dell’acqua in un  contenitore, circa mezzo litro, ha aggiunto un tappino di petrolio greggio, il  petrolio è venuto a galla. Con uno spruzzino ha spruzzato il suo prodotto 10  volte e lo ha lasciato reagire un attimo, poi ha aggiunto altra acqua creando  del movimento, come l’acqua del mare. A questo punto si è verificato lo scioglimento del petrolio in particelle piccolissime che tendevano a disperdersi sempre più. La seconda prova, similare, l’ha fatta usando prodotti chimici a base di solventi tossici. Il risultato, a mio parere, è stato pessimo  perchè invece di disperdere il petrolio, lo allargava ulteriormente. Terminata  la seconda prova, per pulire il contenitore in vetro e le sue mani, ha dovuto usare il suo stesso prodotto. Il Sig. Malfarà ha tentato in passato molte volte a promuovere il suo prodotto  ma persino adesso, con il disastro del petrolio in corso, nessuno si è interessato sul serio e concretamente. Mi ha mostrato però l’esistenza attuale  di alcuni approfondimenti sui giornali, nonché una notizia Ansa del 26-maggio-10 18:02 Paloschi Barbara.A questo punto sono entrato in gioco. Sebbene io non sia un ambientalista, ma  un semplice amico di Pietro Malfarà, oltre che un amante della natura, dei suoi  colori e profumi e ho a cuore il futuro dei miei figli e nipoti. Sono partito a mie spese martedì 1/06 per la Louisiana, dove il disastro è concretamente presente, per far vedere alle persone che in questo momento stanno lottando di  fronte alla perdita di tutto ciò che hanno, che esiste la possibilità di fermare il danno mostrando loro le potenzialità del Maggiordomo Ecoremover. Tutti quelli con cui sono entrato in contatto qui in America mi stanno aiutando e supportando come possono. A Lafayette, il secondo centro petrolifero  mondiale (Louisiana) dove attualmente mi trovo, avrei dovuto incontrare un importante rappresentante di una società petrolifera, ma alla fine l’incontro è saltato. In ogni caso non mi scoraggio. Ho effettuato una dimostrazione del prodotto e sto cercando di contattare esponenti di spicco sia del mondo politico che petrolifero. Sono riuscito a mettermi in contatto con Robert Twilley, Professore al Department of Oceanography and Coastal Sciences all’ Università della Louisiana. A lui sono state inoltrate tutte le informazioni tecniche relative al prodotto. Spero possiate dare risalto e spazio a questa iniziativa personale che ha però come obiettivo il bene pubblico e il futuro delle nuove generazioni.

     Ottavio Cavaliere  ( +39 3477733599 /  001 3372308927)

La Sicilia che brucia

Lettera aperta ai Sindaci di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa

sui bandi di gara d’appalto relativi ai 4 inceneritori destinati alla Sicilia

Egregi Sig.ri Sindaci, sono gli ultimi giorni utili per impugnare i bandi di gara relativi alla realizzazione dei 4 inceneritori in Sicilia, fra cui quello di Augusta.

Inceneritore.jpgI Consigli Comunali di Paternò, S.M. di Licodia, Aragona e Campofranco hanno deliberato di impugnare i bandi di gara del “Sistema Paternò” e del “Sistema Agrigento”, relativi agli inceneritori di Paternò e Campofranco.

 Mancano all’appello le amministrazioni che afferiscono al “Sistema Augusta” (Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa) e quelle vicine al “Sistema Bellolampo”.

I quattro bandi di gara emanati dalla ARRA e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’U.E., andranno a incidere su una delle voci più rilevanti nella gestione dei RSU: il trattamento tramite incenerimento.

I bandi in questione appaltano la gestione dei rifiuti senza limiti quantitativi: “al netto della Raccolta Differenziata”, ignorando le quantità stabilite da leggi dello Stato.

I costi di questo servizio graveranno sulla tassa sui rifiuti che pagheranno i cittadini.

 La tariffa che verrà imposta dagli operatori sarà gravata da circa 300 milioni di euro -contabilizzati dall’ARRA- a ristoro del precedente “errato” bando di gara per la realizzazione dei 4 inceneritori che è stato invalidato dall’Europa.

Appare del tutto insensato che il danno causato alle imprese, che hanno partecipato e vinto la precedente gara (poi annullata dalla U.E.), venga fatto proprio dalla Regione siciliana, che è stata oggetto dell'”esproprio dei propri poteri” attraverso il commissariamento, le cui responsabilità, dal punto di vista contabile non possono che essere attribuite al governo nazionale e ai singoli responsabili delle attività gestionali del commissariato.

Inoltre l’ARRA nel redigere i nuovi Bandi di gara:

1) ha assunto il ruolo di stazione appaltante non avendone i poteri. Il ciclo dei rifiuti per l’ordinamento giuridico italiano e siciliano si “chiude” (discarica – incenerimento compreso) all’interno dell’ATO, che può decidere sulla quali-quantità dei rifiuti da destinare in discarica e/o all’incenerimento (ne i limiti stabiliti per legge: “35% entro il 31/12/2010”;

2) ha disatteso, nel bando di gara, di attuare le prescrizioni fatte dalla giunta di governo regionale, che per legge è l’organo di indirizzo, vigilanza e controllo, mentre l’ARRA, per legge, è un’agenzia di “promozione e coordinamento”;

3) in presenza di sentenze emesse da organi di giustizia amministrativa, ha riprodotto le stesse procedure per la realizzazione degli impianti di incenerimento che sono state già incise nel merito da provvedimenti giudiziari.

 Questi motivi, se evidenziati nei ricorsi dei Comuni interessati, dovrebbero indurre il Presidente della Regione Sicilia a revocare in autotutela i bandi di gara che sono da definirsi illegittimi ed illogici.

Augusta, 27.06.2009

 “AugustAmbiente: Comitato Cittadino di Augusta

Scarico di carbone vietato a Palermo, autorizzato ad Augusta

Lettera aperta al Sindaco Carruba sul deposito di carbone

di contrada Monaca di Augusta

A7D88OVCA2GKMGVCAR61D81CAPWZBJSCANY3J7JCAWLK5L2CANYO90BCAJ23XBACA4M170HCALUX7IFCAEJ4LB5CA4WPMI7CAC4B8FVCA1K36EJCAZ7DI6UCA54WUDFCACZQL1OCAECAXF2CA3F411J.jpg 

Signor Sindaco, con DDG (Decreto del Dirigente Generale del dipartimento regionale territorio e ambiente) n. 346 del 27/04/2007 è stata concessa alla Se.Pa.Mar. l’autorizzazione, per 15 anni, alle emissioni in atmosfera derivanti dall’impianto per lo stoccaggio di carbon fossile di Augusta (GURS parte I n. 26 del 08/06/2007).

Così scrive Legambiente. “Un’area retrostante il porto commerciale dalle dubbie caratteristiche di sicurezza. Così lo scarico di carbone vietato a Palermo, avviene ad Augusta”.

Dai documenti in nostro possesso si evince che:

1)      La richiesta di autorizzazione (16/03/07) sarebbe stata presentata alla CPTA e non all’Autorità competente, cioè all’Assessorato, come prescritto dall’art. 269 del D.Lgs. 152/06. Infatti, nel DDG non sarebbe riportato quando detta richiesta sia stata presentata all’ARTA e quando l’ARTA, a seguito della richiesta, abbia convocato la conferenza dei servizi.

2)     La CPTA ha espresso parere favorevole prot. 239/07 del 27/03/07, mentre successivamente la Ditta ha presentato integrazioni (17/04/07). Quindi il parere favorevole sarebbe stato espresso su un progetto che si è reso necessario integrare.

3)     Il Comune di Augusta il 20/04/07 per detto impianto ha espresso parere favorevole con prescrizioni. Tali prescrizioni non sono riportate nel DDG. Infatti la nota del Comune di Augusta del 20/04/07 risulta introitata all’ARTA il 09/05/07 cioè 12 giorni dopo l’emanazione del DDG. Pertanto il DDG avrebbe autorizzato la Se.Pa.Mar. prima che giungesse il parere di Augusta.

4)     L’Ufficio Speciale Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale avrebbe rilasciato il proprio parere il 17/01/07, cioè circa 4 mesi prima che la Ditta fornisse documentazione tecnica integrativa (nota del 20/04/07 arrivata in ARTA il 09/05/07).

5)     Il DDG, datato 27/04/07, sarebbe stato notificato a mano, e la Se.Pa.Mar. ha comunicato l’indomani (28/04/07) di avere avviato l’esercizio il 27/04/07, cioè lo stesso giorno in cui riceveva l’autorizzazione (significherebbe che l’impianto c’era già).

       Intanto gli abitanti della zona e gli operatori portuali sono costretti a subire l’effetto delle polveri di carbone, specie quelle a carico dell’apparato respiratorio.

Intanto lo spazio occupato dal deposito cresce sempre di più, nè si è certi che il suolo di detto deposito sia stato opportunamente predisposto per evitare l’infiltrazione di acqua e percolato in falda, così come scrive Legambiente.

Sig. Sindaco perché non dispone controlli sulla regolarità dell’autorizzazione, sulla sicurezza del sito in oggetto, sui siti circostanti, sulla falda acquifera, sulla natura del carbone, visto che potrebbero derivarne danni alla salute e all’ambiente?

Il Suo collega di Brindisi, Domenico Mennitti, con ordinanza del 28 giugno 2007 fece assoluto divieto, nel perseguimento dell’interesse pubblico preminente di tutela della salute dei cittadini, a tutti i conduttori di aree agricole situate nei pressi del nastro trasportatore di carbone e del deposito di carbone della centrale Enel Br Sud, di coltivare l’area posseduta ed ordinò di provvedere alla distruzione delle colture erbacee e delle produzioni di impianti arborei in quanto fu riscontrata nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee contaminazione diffusa determinata da presenza di metalli pesanti.

Non pensa, Signor Sindaco, che anche Lei possa interessarsi alla salute dei Suoi cittadini ed al Suo territorio con azioni simili a quelle adottate dal Sindaco Minnitti?

Augusta 10.06.2009

AugustAmbiente: Comitato Cittadino di Augusta contro gli inceneritori e per il Diritto alla Vita; Decontaminazione Sicilia; Coordinamento Regionale dei Comitati Siciliani per la difesa del Territorio e dell’Ambiente.

        

           Luigi Solarino e Giacinto Franco