Serata al Faro dell’ Unitre di Augusta

 

DSCN0148.JPG

 

 

faro.JPGAUGUSTA   Benedetti da un cielo terso e contenti nel ritrovarsi, l’Unitre di Augusta, con i suoi graditi ospiti, la sera del 15 sett. c.a., è tornata a vivere il suo secondo appuntamento ricreativo, presso la Guardia costiera Faro S. Croce, accolti come sempre dal  Presidente, Sig. Iano Di Mauro e da tutti i suoi validi collaboratori-soci. Come perla preziosa, l’anima della serata è stata la band dei fratelli Marco e Carlo Gigli con i musicisti, e con la loro professionalità e simpatia, hanno animato … cantato … presentato … trascinato … improvvisato … una scaletta ricca di teatro, musica e canto, riuscendo a far cantare tutti con la padronanza di chi fa “spettacolo”. Il clou della serata, si è toccato con una farsa esilarante, atto unico, che la compagnia “L’Allegra Brigata” ha presentato con Pietro Quartarone, regista ed attore, Emanuela Maieli e Pippo Garofalo. E’ nota tra noi e fuori città, la loro bravura, ma altrettanto lodevole e degna di rilievo, è la loro disponibilità gratuita a regalare momenti di comicità e simpatia. Il nostro grazie lo ripetiamo loro col cuore. E così il nostro Ugo Passanisi e Pippo Paci, con Trilussa e dialoghi inediti, hanno arricchito la serata con la spontaneità  di chi si porge con passione per far sorridere, fino a far esplodere la platea in piedi per cantare l’ Inno Nazionale “Fratelli d’Italia”. E tra un canto del nostro Iano Greco, le barzellette del Sig. Ciccarello, ecco la nostra Silvia Belfiore che con la leggenda di Colapesce ed altri canti siciliani, ci ha fatto fare un salto di qualità tra versi e sonetti dialettali, interpretati magistralmente. Ecco, è bastata la musica a far la padrona, la spontaneità della gente e la collaborazione di tanti amici Unitre, che pur come semplici artigiani, hanno voluto regalare qualche ora di svago nella semplicità di chi si sa accontentare delle piccole cose, purchè genuine e “caserecce” e alla fine… un arancino, una cartocciata e un buon gelato, è sempre gradito. Con queste iniziative, l’Unitre, vuole ancora più promuovere momenti di evasione e ricreativi, possibilità di aggregazione sociale ed umana e permettere di sentirsi protagonisti di un evento, perchè con un dito ciascuno, si smuovono le montagne ed insieme si è “famiglia” sia nei momenti culturali che in quelli ricreativi. Un grazie sincero va a tutti quelli che hanno aderito, partecipato ed aiutato e quando ci si prodiga insieme, sorride anche il cuore. Ci auguriamo di camminare ancora insieme in questa direzione, e siamo aperti ad ogni collaborazione nell’ottica del servizio gratuito. 

   Franca  Morana  Caramagno

CATERINA SABASTIDA, DONNA-MANAGER DEL ‘400 , CASTELLANA A BRUCOLI

Iniziativa del Circolo Unione per il Castello  ancora chiuso al pubblico

conferenza Brucoli.jpg

AUGUSTA-BRUCOLI. Dietro le giostre, nella piazzetta  che delimita a nord il borgo marinaro, il visitatore occasionale riesce a intravedere il vulcano dell’Etna,  quasi sempre sormontato da un pinnacolo di fumo e, con  grande    meraviglia, l’ imponente sagoma di un  vecchio castello. Schiamazzo,  risate, un vocio continuo e un misto di rumori e suoni contraddistinguono la prima zona dell’estremità nord del borgo, poi il silenzio, il senso di solitudine d abbandono che dominano sull’austero maniero. La gente del luogo,  alle domande del visitatore risponde che, anticamente,  il castello rappresentava per Brucoli una fortificazione di difesa del territorio e che è stato abitato da diversi signorotti e potenti di turno, ma soprattutto da una regina, anche se pazza e segregata, la regina Giovanna. In ogni caso dev’ essere stato qualcosa di importante tanto è vero che la Soprintendenza ha provveduto a un decoroso intervento di ristrutturazione.  A un tratto un risveglio…. un piccolo ritorno di memoria, di senso di appartenenza, di amore e rispetto per le proprie radici, una capacità di ritrovare nella storia di una popolazione e di un territorio elementi , fatti, eventi che possano conferire loro valore e dignità. Ed ecco che in una  ventilata serata estiva, un pubblico di circa due centinaia di attenti e qualificati ospiti, luci e fari illuminanti il castello, musiche, costumi medioevali indossati con orgoglio da eccellenti ragazzi liceali e una rievocazione storica, a cura di valenti conferenzieri, di fatti, eventi commerciali, abitudini alimentari e costumi d’epoca, riescono a vincere questo stato di torpore, di sonno profondo. E’ come uscire da un coma.

 L’iniziativa è del Circolo Unione di Augusta che, nell’ ambito delle molteplici attività culturali messe in programma estivo, ha voluto dare un contributo per fare luce sulla vera storia del castello e far sì che potesse essere dignitosamente valorizzato, fruito e inserito nei progetti di sviluppo  culturale ed economico della popolazione indigena. 

La docente Gemma Colesanti, ricercatrice all’Istituto di studi sulle società del mediterraneo del CNR e docente all’ l’Università Orientale   di Napoli ad hoc interpellata e invitata a Brucoli, è riuscita a trovare  nella  biblioteca dei Gesuiti di Barcellona  4 libri di contabilità, di cui n. 2 mastri (definitivi) e n. 2 manuali (preparatori , appunti) e un carteggio di corrispondenza tra due sorelle Johanna e Catarina Sabastida. Dalla traduzione di queste lettere e di un libro mastro, scritti in catalano, misto a siciliano,  finalmente viene documentato con il dovuto rigore scientifico un periodo storico, seconda metà del 400, che vedeva il Caricatore di Brucoli come uno dei più importanti nell’àmbito degli scambi commerciali che avvenivano all’epoca dei fatti tra la Sicilia, il Nord Africa, Barcellona, Venezia e altre città.

Catarina, moglie del governatore della camera reginale  di Spagna, Giovanni Sabastida, continuò a svolgerne le funzioni dopo la morte del marito, rivelandosi una vera e propria donna manager oltre che madre. Mercanteggiava panni, frumento, carni, pelli, schiavi; produceva frumento, pane e vino; Era prestatrice di denaro e proprietaria di un hostal a Brucoli dove si fittavano camere e si vendevano al dettaglio pane vino e carni.

La Colesanti fornisce ancora molti interessanti dettagli della vita civile, degli scambi commerciali che condizionavano l’economia di Brucoli, di Siracusa,  del Val di Noto del 400, ma afferma” nessuna regina, nessuna Giovanna la pazza è stata mai  a Brucoli, sono tutte leggende” Il pubblico  è un po’ perplesso ma  entusiasta e consapevole finalmente di attingere notizie da fonti documentabili e certe.

La serata,  che ha  registrato l’interessante intervento dell’ex direttore della biblioteca civica di  Canicattini,Luigi Lombardo,  sulle abitudini alimentari dello stesso periodo,  la presentazione e ringraziamento alle autorità intervenute da parte della presidente del Circolo Unione,  Bruno Gaetana,  l’introduzione e il coordinamento  di Piero Castro,- è stata arricchita dalla  mostra fotografica “Brucoli e il suo hinterland”’ dell’associazione Augusta Photo Freelance,-   è stata completata con il sorteggio di una maxifoto del castello di Brucoli,-   con la video proiezione di un filmato, vincitore a livello nazionale, sulla storia  mediovale di Augusta e Brucoli dei ragazzi del liceo Mègara coordinati dalla  loro insegnante Jessica Di Venuta,-   e infine con una  cena nel cortile della attigua Capitaneria di Porto, grazie soprattutto alla disponibilità del presidente dell’Associazione Welfare della Gente di Mare, comandante Rosario Litrico.   

Riflessione finale: speriamo che non si vada avanti a via di episodici risvegli…. e  che si possa uscire da questo stato di coma profondo.

Gaetano Gulino  (Testo e foto)

ARTEINCENTRO 2011

 

FOTO N. 2 AC.JPG

Messina – Al via la 5a Edizione della manifestazione culturale “ARTEINCENTRO 2011, evento organizzato anche quest’anno dall’Associazione Culturale “Messinaweb.eu” e finalizzato alla promozione e valorizzazione dell’Arte Contemporanea.  La partecipazione è aperta a tutti gli artisti – senza limiti di età, sesso, nazionalità o altra qualificazione –  nelle sezioni riservate, rispettivamente, alla Pittura e alla Poesia. Numerose le adesioni per la quinta edizione: giova ricordare che le iscrizioni dovranno essere perfezionate entro il 15 settembre 2011 per la “Poesia”, mentre per la “Pittura” è stata concessa una proroga, legata alla consegna delle opere, al 3 ottobre 2011.

La manifestazione si svolgerà presso il Salone della Camera di Commercio di Messina dove dal 3 al 8 ottobre sarà allestita la mostra delle opere presentate. Nel pomeriggio del 8 ottobre 2011, con inizio alle ore 17, avrà luogo la cerimonia di premiazione.

Il bando con i lineamenti organizzativi e le modalità esecutive di dettaglio e visionabile presso il sito internet dell’Associazione (www.messinaweb.eu).

L’Associazione CulturaleMessinaweb.eu” si occupa di diffondere la cultura nel mondo giovanile e non, di ampliare la conoscenza della cultura attraverso i contatti fra le persone, gli enti e le associazioni, di proporsi quale luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali, assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile attraverso l’ideale dell’educazione permanente, di porsi quale punto di riferimento per quanti, svantaggiati o diversamente abili, possano trovare, nelle varie sfaccettature ed espressioni della cultura, un sollievo al proprio disagio.

            Enrico CASALE

Grandioso esordio del gruppo folkloristico “Augusta Folk”

fotodigruppo.jpg

Augusta  Magnifico esordio del gruppo Augusta Folk nella serata di beneficenza a sostegno del progetto Talita Kum, ideato dalla parrocchia S. Lucia di Augusta a favore dei ragazzi meno abbienti che vengono aiutati da giovani della stessa comunità parrocchiale nelle attività di studio e di inserimento sociale.  Giorno 19 agosto,  in una notte tipica d’estate illuminata dal chiaro di luna e riscaldata dalle numerosissime persone accorse al centro sociale Utopia, dove si svolgono le principali attività estive interparrocchiali, il gruppo folkloristico cittadino Augusta Folk, unico nel suo genere ad Augusta,  ha ricevuto grande plauso dal pubblico presente nel grande piazzale all’aperto del centro.

Augusta Folk nasce nel 2010 con l’obiettivo di riscoprire e tramandare le tradizioni popolari siciliane,  per riscaldare i cuori di un pubblico più maturo e per avvicinare i giovani,  sempre più lontani dal proprio passato,  ai canti e ai balli che hanno segnato e accompagnato i momenti di lavoro e di festa dei nostri nonni … Augusta folk è impegnata nella ricerca di testi e balli antichi, testimonianze di un passato che ci dimostra che ieri come oggi, gli uomini si affannano e gioiscono per le stesse vicende”. Questo  il messaggio in chiaro che i 30 giovani del gruppo, d’età compresa tra i 18 e 35 anni, vogliono lanciare ai cittadini attraverso il sito web da loro stessi curato, messaggio arrivato certamente a destinazione considerato i numerosi spettatori accorsi all’evento e la positiva generale impressione ricevuta.

Li abbiamo visti recitare in abiti d’epoca , ballare, cantare, suonare il tamburo,  la chitarra,  il marranzano,  il friscaletto,  la quartara ,  il tamburello, la fisarmonica,  se non addirittura la marmitta catalitica. Stante ai commenti del pubblico, sembra pure che tra loro brilli particolarmente qualche giovane talento, ma di questo non ne parliamo perché, a sentirli, il gruppo ha deciso di rimanere unito e incondizionato per continuare a divertire il pubblico; il gruppo folkloristico Augusta Folk, tiene a precisare il presidente Orazio Gianino, appartiene solo ai cittadini di Augusta e nasce solo da una profonda passione e dal desiderio di fare conoscere a tutti,  tutelare, trasmettere e valorizzare la cultura e le radici della nostra isola.

I cittadini di Augusta hanno  risposto bene a fine serata con uno scrosciante applauso e così ringraziato Mariaelena Di Franco, Giuliana Carnemolla, Daniela Carnemolla, Stefania Musumeci, Alessia Gianino, Valentina Messina, Valentina Scicolone, Noemi Trigilio, Martina Morello, Federica Gianino, Jessica Di Grande, Roberta Blandino, Giusy Amara, Deborah Musumeci, Laura Vaccaro, Clarissa Gianino, Ivan Pugliares, Giammarco Grasso, Alessandro Mauro, Lorenzo Pugliares, Mauro Daniele, Emiliano Migneco, Massimo Di Salvo, Valentino Bandiera, Mario Mendola, Peppe Aloisi, Francesco Vaccaro, Stefano Petracca, Simone Morello, Fabio Peluso, Giuseppe Peluso, Salvo Raiti, Felice Ventura e Orazio Gianino.

   Giuseppe  Tringali

SBARCO DI DON GIOVANNI D’AUSTRIA A MESSINA

L’UFFICIO DELLE DOGANE DI MESSINA “APRE I CANCELLI” ALLA TERZA EDIZIONE DELLA RIEVOCAZIONE STORICA

 

Messina 11 agosto 2011 – Fra le numerose novità che hanno caratterizzato la terza edizione della “rievocazione storica dello sbarco a Messina di don Giovanni d’Austria”, evento di alta rilevanza promosso anche quest’anno dall’Associazione culturale “Aurora” insieme alla “Marco Polo System” di Venezia e realizzato in collaborazione con il Comune di Messina, la Provincia Regionale di Messina, le Istituzioni, gli Enti e le Associazioni locali, giova ricordare il patrocinio dell’Agenzia delle Dogane.

La rievocazione ha avuto, infatti, inizio proprio dal cortile interno dell’Ufficio delle Dogane di Messina, struttura ubicata ove anticamente si trovava il “Palazzo Reale”. La carrozza con a bordo lo “stratigò” è uscita dall’immenso portone metallico, sul viale San Martino, proseguendo in direzione Duomo sulla via Primo Settembre (ex “Amlfitana”, poi “Austria”). Un supporto sì tecnico ma dall’alto significato in un contesto rievocativo, la cui fattibilità si deve alla sensibilità e disponibilità dimostrata dall’attuale direttore: la dott.ssa Rosita D’Amore.

Nella Guida “Messina e dintorni” del 1902 si legge: “[…] Proseguendo per il corso Vittorio Emanuele, s’incontra la Dogana. Essa fu fabbricata sull’area dell’antico Palazzo Reale castello formidabile rifatto dal Conte Ruggiero, ampliato da Federico II d’Aragona (1309), abbellito quindi dall’architetto Calamech (1565-1585) e completato finalmente dal regio ingegnere Antonio Ponsello (1649). In quel palazzo sontuoso Federico lo Svevo aveva congregato i primi rimatori in lingua volgare: colà alloggiarono i Re ed i Viceré di Sicilia: in esso morì Enrico VI imperatore (1197). I terremoti del 1783 lo danneggiarono gravemente, ma non fu abbattuto che per le lacrimevoli ire municipali, e sui pochi avanzi di esso furono rizzati i magazzini del Portofranco (1826) i quali, incendiati nel 1848, vennero anche rasi al suolo nel 1853 […]”. Dopo il terremoto del 1908, la Dogana fu progettata dall’architetto Luigi Lo Cascio (Genio Civile) e i lavori vennero appaltati alla Federazione delle Cooperative di Ravenna. La costruzione iniziò nel 1912 e fu ultimata in circa due anni. Si caratterizza per l’ampia presenza di strutture metalliche (la grande tettoia lato mare e il monumentale ingresso sul viale S. Martino) riccamente ornate con motivi floreali in parte desunti dal repertorio liberty ma con elementi di gusto ancora ottocentesco. La palazzina centrale è coronata da un gruppo formato da una coppia di sirene, affiancate a una prua, con ai lati tritoni.

      Enrico Casale

Il Circolo Unione per il Castello di Brucoli – di Gaetano Gulino

3 brucoli.JPG

Dietro le giostre, nella piazzetta  che delimita a nord il borgo marinaro, il visitatore occasionale riesce ad intravedere il vulcano dell’Etna,  quasi sempre sormontato da un pinnacolo di fumo e, con  grande    meraviglia, l’ imponente sagoma di un  vecchio castello. Schiamazzo,  risate, un vocio continuo ed un misto di rumori e suoni contraddistinguono la prima zona dell’estremità nord del borgo, poi il silenzio, il senso di solitudine ed abbandono che dominano sull’austero maniero. La gente del luogo,  alle domande del visitatore risponde che anticamente il castello rappresentava per Brucoli una fortificazione di difesa del territorio e che è stato abitato da diversi signorotti e potenti di turno, ma soprattutto da una regina, anche se pazza e segregata, la regina Giovanna. In ogni caso deve essere stato qualcosa di importante tanto è vero che la Soprintendenza ha provveduto ad un decoroso intervento di ristrutturazione. Il lungo silenzio è stato poi  interrotto solo per qualche giorno, riferiscono ancora gli abitanti del borgo, da un evento che una qualificata associazione di fotografi è riuscito a mettere in atto, superando miracolosamente le numerose difficoltà ed ostacoli per le autorizzazioni richieste delle varie istituzioni, soprintendenza per prima.

Poi il nulla. Silenzio, indifferenza.

Ad un tratto un risveglio…. un piccolo ritorno di memoria, di senso di appartenenza, di amore e rispetto per le proprie radici, una capacità di ritrovare nella storia di una popolazione e di un territorio elementi , fatti, eventi che possano conferire loro valore e dignità.

Ed ecco che nella ventilata serata del 23 luglio,un pubblico di circa due centinaia di attenti e qualificati ospiti, luci e fari illuminanti il castello, musiche, costumi medioevali indossati con orgoglio da eccellenti ragazzi liceali e una rievocazione storica, a cura di valenti conferenzieri, di fatti, eventi commerciali, abitudini alimentari e costumi d’epoca, riescono a vincere questo stato di torpore, di sonno profondo. E’ come uscire da un coma..  L’iniziativa è del Circolo Unione di Augusta che, nell’ambito delle molteplici attività culturali messe in programma estivo, ha voluto dare un contributo per fare luce sulla vera storia del castello e far sì che potesse essere dignitosamente valorizzato, fruito ed inserito nei progetti di sviluppo  culturale ed economico della popolazione indigena.   La prof.ssa, Gemma Colesanti, ricercatrice all’Istituto di studi sulle società del mediterraneo del CNR e docente presso l’Università Orientale   di Napoli ad hoc interpellata e convocata a Brucoli, è riuscita a trovare presso la biblioteca dei Gesuiti di Barcellona n. 4 libri di contabilità, di cui n. 2 mastri (definitivi) e n. 2 manuali (preparatori , appunti) ed un carteggio di corrispondenza tra due sorelle Johanna e Catarina Sabastida. Dalla traduzione di queste lettere e di un libro mastro, scritti in catalano, misto a siciliano,  finalmente viene documentato con il dovuto rigore scientifico un periodo storico, seconda metà del 400, che vedeva il Caricatore di Brucoli come uno dei più importanti nell’ambito degli scambi commerciali che avvenivano all’epoca dei fatti tra la Sicilia, il Nord Africa, Barcellona, Venezia ed altre città.

Catarina, moglie del governatore della camera reginale  di Spagna, Giovanni Sabastida, continuò a svolgerne le funzioni dopo la morte del marito, rivelandosi una vera e propria donna manager oltre che madre. Mercanteggiava: panni, frumento, carni, pelli, schiavi; Produceva frumento, pane e vino; Era prestatrice di denaro e proprietaria di un hostal a Brucoli dove si fittavano camere e si vendevano al dettaglio pane vino e carni.

La Colesanti fornisce ancora molti interessanti dettagli della vita civile, degli scambi commerciali che condizionavano l’economia di Brucoli, di Siracusa, della Val di Noto del 400, ma afferma” nessuna regina, nessuna Giovanna la pazza è stata mai  a Brucoli, sono tutte leggende” Il pubblico  è un po’ perplesso ma  entusiasta e consapevole finalmente di attingere notizie da fonti documentabili e certe.

La serata che ha  registrato l’interessante intervento del prof. Luigi Lombardo sulle abitudini alimentari dello stesso periodo,-  la presentazione e ringraziamento alle autorità intervenute da parte della presidente del Circolo, dott.ssa Bruno Gaetana, – l’introduzione ed il coordinamento da parte del prof. Piero Castro,-  la mostra fotografica “Brucoli e il suo hinterland”’ dell’associazione Augusta Photo Freelance,-   è stata completata con il sorteggio di una maxifoto del castello di Brucoli,-   con la video proiezione di un filmato, vincitore a livello nazionale, sulla storia  mediovale di Augusta e Brucoli dei ragazzi del liceo Megara coordinati dalla prof.ssa Jessica Di Venuta,-   ed infine con una raffinata cena nel cortile della attigua Capitaneria di Porto, grazie soprattutto alla disponibilità del Presidente dell’Associazione Welfare della Gente di Mare, comandante Rosario Litrico.   

Riflessione finale: speriamo che non si vada avanti a via di episodici risvegli…. e  che si possa uscire da questo stato di coma profondo.

          Gaetano Gulino

“ARTEINCENTRO 2011” – AL VIA LA QUINTA EDIZIONE

 

FOTO N. 2 AC.JPG

 

Al via la 5^ Edizione della manifestazione culturale “ARTEINCENTRO 2011”, evento finalizzato alla promozione e valorizzazione dell’Arte Contemporanea organizzato dall’Associazione Culturale “Messinaweb.eu”.

La partecipazione è aperta a tutti gli artisti – senza limiti di età, sesso, nazionalità o altra qualificazione –  nelle sezioni riservate, rispettivamente, alla Pittura e alla Poesia. Le iscrizioni dovranno essere perfezionate entro il 15 settembre 2011 e la manifestazione si svolgerà presso il Salone della Camera di Commercio di Messina dove dal 3 al 8 ottobre sarà allestita la mostra delle opere presentate e il 9 ottobre 2011 avrà luogo la cerimonia di premiazione.

Il bando con i lineamenti organizzativi e le modalità esecutive di dettaglio e visionabile presso il sito internet dell’Associazione (www.messinaweb.eu).

L’Associazione CulturaleMessinaweb.eu” si occupa di diffondere la cultura nel mondo giovanile e non, di ampliare la conoscenza della cultura attraverso i contatti fra le persone, gli enti e le associazioni, di proporsi quale luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali, assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile attraverso l’ideale dell’educazione permanente, di porsi quale punto di riferimento per quanti, svantaggiati o diversamente abili, possano trovare, nelle varie sfaccettature ed espressioni della cultura, un sollievo al proprio disagio.

Enrico  Casale

SHORTINI FESTIVAL IN DIRITTURA D’ARRIVO

Completata la selezione dei “corti” in concorso

 

 

shortini.jpg

Augusta–  Saranno 12 le nazioni rappresentate alla V edizione di “SHORTini – international short film festival” (www.shortinifilmfestival.com), che si svolgerà ad Augusta (SR) dal 3 al 7 agosto del 2011. Tra queste, oltre l’Italia, figurano anche gli Stati Uniti d’America, il Giappone, la Malaysia, la Spagna, Cuba, l’Estonia, il Brasile, rappresentate da cineasti impegnati nel concorso internazionale. “Da pochi giorni abbiamo concluso l’iter di selezione dei corti da inserire nella rassegna ufficiale2 – spiega Stefano Cacciaguerra, direttore artistico del festival – “abbiamo selezionato 46 lavori su un totale di oltre 300 candidature. La valutazione è stata particolarmente difficile a causa dell’elevata qualità delle produzioni che ci sono state inviate, alcune esclusioni sono state particolarmente dibattute e dolorose.  Siamo comunque molto soddisfatti delle nostre scelte e siamo convinti che, grazie al contributo di tanti volontari e al sostegno dei nostri partner principali, quali il Comune di Augusta, la Provincia Regionale di Siracusa e l’azienda Impretecnosun, realizzeremo un festival all’altezza delle aspettative.” Sono ancora aperte, invece, le iscrizioni a “SHORTini jr.”, il minifestival dedicato alle opere dei giovanissimi aspiranti “film maker” augustani. I ragazzi di Augusta potranno inviare i propri lavori fino al prossimo 24 luglio e vederli proiettati nel corso di una serata a loro dedicata, venerdì 5 agosto a partire dalle ore 21,  nel vicolo accanto la Chiesa Madre di Augusta. È stato pubblicato, inoltre, sul sito internet del festival www.shortinifilmfestival.com il programma ufficiale della manifestazione, che prevede tra i momenti di maggior rilievo la proiezione di un documentario di produzione bosniaca dedicato alla guerra nella ex Jugoslavia. In questo modo “SHORTini” vuole ricordare il ventennale dello scoppio del conflitto che ha infiammato i Balcani.

    C. D. M.

Al “NH Venus Sea Garden” inaugurata la stagione estiva del Circolo Unione Augusta.

fama 1.jpg

Per la prima volta nella sua storia, Il Circolo Unione di Augusta ha programmato una serie di attività culturali e ricreative anche nella stagione estiva.  La Presidente, dott.ssa Gaetana Bruno ed il Direttivo non hanno spento i motori, e, come previsto,  hanno riscosso il consenso  dei numerosi Soci con  l’originale spettacolo teatrale “Morir di fama”.  Giovedì 30 giugno, sulla terrazza del Venus, nel  magico scenario del ristrutturato anfiteatro, dell’incantevole piscina  e dell’ azzurro mare che dal Faro Santa Croce raggiunge il golfo catanese con il suggestivo vulcano dell’Etna, un numeroso e competente pubblico ha così potuto apprezzare la ottima performance dell’attrice  Evelyn Famà. Lo spettacolo, della durata di un’ora e venti minuti, non ha lasciato attimi di pausa grazie alla bravura dell’artista che ha messo in evidenza tutte le proprie virtù giocando con la voce, rendendo omaggio all’antica passione per la danza e inscenando repertori di cabaret e di avanspettacolo. “Morir di fama”, scritto ed interpretato da Evelyn Famà, per la regia di Carlo Ferreri, è, infatti, uno spettacolo ricco di parodie di persone e storie, pescate per caso nella quotidianità e assemblate tra loro, che si alternano e si susseguono attraverso le “elaborazioni vocali” di questa artista che nel suo rispettabile curriculum vanta partecipazioni a spettacoli di altissimo livello.   A seguire, una squisita cena nell’elegante salone,  un gradito momento musicale, sia al chiuso che all’aperto, con le dolci note  di due maestri di  pianoforte, e poi, tutti soddisfatti di ritorno a casa, non prima di aver immortalato  con  scatti fotografici questi indimenticabili momenti.

   Gaetano Gulino

Il liceo “Mègara” ha partecipato al progetto Comenius

UNA LICEALE DI AUGUSTA SCOPRE USI E COSTUMI DEI TURCHI

 

La classe IVB del liceo socio-psico-pedagogico e le due classi IA e IB del liceo classico partecipano al progetto Comenius, un progetto che offre la possibilità di scoprire le culture delle altre nazioni e di entrare a contatto con loro. Gli Stati coinvolti sono la Germania, la Polonia e la Turchia. Già l’anno scorso si è effettuato il viaggio in Polonia. Quest’anno si è svolto il viaggio in Turchia. Il primo giorno la scuola turca coinvolta nel progetto ci ha accolti nel proprio edificio scolastico, e abbiamo passato l’intera giornata li. Si trattava di una piccola scuola di campagna e forse è per questo che i ragazzi ci hanno accolto come veri e propri vip! Appena siamo arrivati tutti chiedevano con insistenza delle foto con noi, come se venivamo da chissà quale posto! Superati i saluti, abbiamo visitato la scuola, e ci hanno offerto la colazione. Più tardi abbiamo avuto l’occasione di vedere come la gente del posto si avvicini al loro dio. Si tratta di una danza mistica, che consiste nel girare su sé stessi per parecchi minuti. È stato del tutto strabiliante notare che non cadevano a terra o non si sentivano male. Tengono una mano rivolta verso l’alto e l’altra verso il basso. Sembra sia un modo per unire cielo e terra: l’uomo chiamato derviscio si propone come collegamento. Nelle loro cerimonie indossano costumi bianchi di lana, gonne ampie e alti capelli.

La loro danza simboleggia le evoluzioni armoniche degli astri celesti e i  dervisci seguono una particolare liturgia simbolica del graduale processo di unione mistica con Dio: ogni gesto, ogni movimento segue regole rigorose e ha un suo preciso significato. Anche l’abbigliamento ha un valore simbolico: l’abito bianco rappresenta il sudario, e il copricapo la pietra tombale. A Konya, abbiamo assistito nuovamente a questa danza, ma questa volta il tutto era molto più coinvolgente. La musica sembrava offrirti l’occasione di catapultarti nel proprio io per una lunga riflessione, e le luci soffuse completavano il quadro di questa cerimonia favolosa.

Un’altra cosa che mi ha particolarmente colpito è stata la fabbrica dei tappeti. I lavoratori stavano una giornata intera seduti a lavorare i tappeti, per la precisione dalle 8 fino alle 18, con una sola pausa per il pranzo. È in questo posto che vengono ristrutturati tutti i tappeti più antichi per mezzo di un lavoro sicuramente non facile! Ed è stato qui che abbiamo fatto una specie di festa in maschera, dove hanno scelto me come prima cavia!  Mi hanno fatto indossare  lunghi e larghi pantaloni, rigorosamente decorati, un gilet, e il velo. Dopo l’imbarazzante esperienza di stare sotto i flash di decine macchine fotografiche, hanno dato i vestiti anche a tutti gli altri, ed eccoci con lunghe e colorate tuniche turche. Il giorno seguente abbiamo visitato un rifugio sotterraneo abitato in passato dai cristiani che venivano perseguitati. Tutti i “corridoi” erano stretti e alti all’incirca un metro. Faceva venire il mal di schiena camminare lungo questi percorsi, e chissà quanti di noi hanno battuto la testa. È sconcertante sapere che in passato gente,  che non commetteva nessun reato, se non quello di credere nel loro dio, si trovava costretta a vivere in posti dove non arriva uno spiraglio di luce, senza poter distinguere la notte dal giorno, senza poter ammirare un cielo stellato, o senza lasciarsi travolgere dal calore del sole.  In questo viaggio abbiamo anche potuto vedere come si costruisce un vaso e, anche questa volta, hanno scelto me per provare a costruirne uno. Di sicuro non ho fatto una bella prestazione e, alla fine ,il vaso che è uscito fuori era apparentemente in ottimo stato … peccato però che, nel momento in cui l’ho preso in mano per mostrarlo agli altri,  ci siamo accorti che alla base aveva un buco! Ma il ricordo che ho più impresso della Turchia sono le rocce della Cappadocia. Era un paesaggio lunare quello che vedevo davanti ai miei occhi, dove rocce bucherellate si alternano, per uno spazio infinito, a pinnacoli sormontati da buffi cappelli. Tutto questo non è altro che il risultato dei vulcani in eruzione, la cui lava, solidificandosi,  ha formato la cupola di colore più scuro. Il successivo intervento di agenti erosivi come acqua e vento ha completato l’opera. Ma sembrava quasi un quadro di qualche pittore, o qualcosa creato dall’uomo. Invece erano li, per puro caso, create per via unicamente naturale, ma in grado di lasciarti a bocca aperta. Anzi forse sono proprio queste cose che più ti rimangono impresse, e non un grattacielo altissimo, o un cellulare di ultimissima tecnologia. Forse è propria la natura che, con la sua estrema semplicità, riesce a farti battere il cuore più forte, e è in quell’attimo che ti senti in obbligo di ringraziare Qualcuno per essere vivo.

 Sara Giammanco (Simona Giardina e Leandra Di Grande)