LA LEGALITÀ SPIEGATA AI GIOVANI

BORSELL.jpgAUGUSTA – “La legalità è libertà”, credo che, con le parole di Johann Wolfgang Goethe, si possa riassumere lo spirito che è stato alla base della conferenza che si è tenuta giorno 27 Marzo presso il Teatro Comunale e che ha avuto per argomento, un tema sempre attuale, quello della legalità: relatore il Capitano Giuseppe Musto, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Augusta.  All’incontro, organizzato dal docente Alfio Castro, hanno partecipato tutte le classi quarte e quinte dei tre licei Megara.

Subito dopo il saluto del Dirigente Scolastico Maria Concetta Castorina e le presentazioni iniziali, la conferenza ha assunto un taglio esistenziale, più vicino alla realtà quotidiana. Il Capitano Musto ha infatti affermato sin da sùbito, che “è quasi impossibile dare una definizione di legalità senza cadere nell’errore di fare della retorica”. Troppo facile affermare, in maniera astratta, che la legalità, intesa come rispetto di regole, è  uno strumento, per dare forza a chi è più debole, per una più equa distribuzione delle risorse, secondo il merito o il bisogno. Più complesso è invece il rendersi conto che “per legalità si intende l’onestà del quotidiano”: tutti noi, per cambiare certe situazioni non proprio ottimali, dobbiamo impegnarci in prima persona, infatti “quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia in meno” (Madre Teresa). Quando a Falcone degli studenti chiesero cosa dovessero fare per combattere la mafia, il magistrato rispose “Pagate il biglietto dell’autobus”. Già questo, che apparentemente può sembrare un gesto semplice, in realtà ci permette di essere liberi, liberi poiché si è sicuri di fare la cosa giusta. I veri eroi non sono dunque quelli dei film, ma “tutti coloro che, nonostante le mille difficoltà che il nostro Paese attraversa, riescono ad andare avanti onestamente.”  Una volta Paolo Borsellino disse “E’ bello morire per le proprie idee… chi ha il coraggio di sostenere i propri valori muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno.” Questo cambiamento di mentalità può però avvenire solo partendo da incontri come questo e solo se ci rendiamo conto che imparare a comportarci in maniera legale vuol dire riconoscere che ciò è giusto indipendentemente dalla paura della punizione.  Ed è stata proprio la speranza che le cose un giorno potessero migliorare a spingere il Capitano Musto a scegliere quello che oggi è il suo lavoro, quando frequentava il liceo scientifico di Secondigliano, area napoletana in cui imperversava la camorra. Ed è stata sempre la fiducia nel proprio lavoro a permettergli di accettare il trasferimento nella nostra città di Augusta, considerata purtroppo “zona disagiata”.  Consapevole che il suo è un lavoro in “proiezione”, concetto che non deve essere disgiunto da un certo ottimismo, ci ha invitato a migliorare la nostra polis: in fondo una candela accesa può accendere mille candele spente. Ma mille candele spente non ne possono accendere neppure una.

     Martina Serra

“P²: prometeo e peppino impastato”, per la regia dell’augustano Alessio Di Modica.

Primavera all’insegna della legalità di Area Teatro

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Questo è il titolo dello spettacolo che in scena il 3 marzo al cine teatro Odeon di Lentini. Protagonisti gli studenti del Liceo Classico Gorgia di Lentini. Il progetto rientra nel Piano Operativo Regionale di Educazione alla legalità, è stato realizzato grazie all’impegno della scuola, della dirigente Maria Ada Mangiafico dell’istituto Gorgia progetto in rete con Il comprensivo G. Marconi del preside  Filadelfo Scamporrino referenti per i due Istituti rispettivamente il professore  Silvio Pellico e la prof.ssa Silvan Andronaco. Lo spettacolo è il momento conclusivo del progetto. In scena 15 ragazzi raccontano la storia di Prometeo e di Peppino Impastato entrambi traditori verso i padri, il primo perché donò il fuoco agli uomini e subì una punizione tremenda da parte di Zeus : incatenato su un monte un’aquila di giorno gli mangiava il fegato e di notte gli ricresceva, così tutti i giorni.  Il secondo  perché si schierò contro la mafia pur essendo figlio di un mafioso e pagò questa rottura “culturale” con la gogna mediatica seguita alla sua morte per mano della mafia, ma  per  molti  anni lo definto un terrorista suicida durante un attentato. Il linguaggio usato  è stato quello dei pupazzi , la tragedia greca e  la spregiudicatezza drammaturgica del teatro contemporaneo in una miscela innovativa, divertente ed efficace per veicolare messaggi e coinvolgere i ragazzi. A guidare il lavoro la compagnia AREATEATRO : Alessio Di Modica  che ha curato la regia e la scrittura dello spettacolo e Corrado Portuesi che ha curato la parte della scenografia  facendo costruire  ai ragazzi pupazzi, di cui alcuni giganti, con materiale di riciclo solido. Studenti e pupazzi  dunque si son mossi tra i toni drammatici della tragedia greca, e quelli ironici e grotteschi  dei pupazzi, in una messa in scena corale tra la danza  e l’espressività fisica teatrale personale di ognuno: gli Dei come i padrini lottano per il potere, le Oceanine corrono sul monte  in aiuto di Prometeo come gli amici di Peppino impastato sul luogo dell’omicidio, infine la voglia di sognare, di guardare in alto e di volare universale nei tempi  libera tutti: pupazzi incatenati, attori mascherati, corpi uniformati.  La compagnia  Area Teatro ormai ci ha abituati alla sua originale modalità di fare e  insegnare teatro a misura di studente, che fa del teatro un viaggio  di scoperta personale. Il liceo classico Gorgia vanta il primato di essere stata la prima scuola in Italia ad avere realizzato uno spettacolo su queste due figure una che proviene dal teatro antico e ci propone il tema dell’eroismo e l’altro che viene dall’impegno civile  e ci propone il tema della lotta alla mafia. Gli studenti in scena sono Alfio Brunno, Adriana Brunno, Ludovica Brunno, Giulia Catania, Alessia Commendatore, Elenia Centamore, Naomi Del Popolo, Giusy Dettori, Giovanni Gibilisco, Ylenia Ippolito, Giorgio Pistritto, Roberta Ristuccia, Federica Sapienza, Giordana Sicura, Alberto Vasile.

  AREATEATRO

La tradizionale festa di San Giuseppe dell’ arsenale militare di Augusta

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Si è svolta stamani ad Augusta, presso l’arsenale militare marittimo, la festa in onore al santo patrono San Giuseppe.  La tradizionale ricorrenza, che si svolge all’interno dello stabilimento di lavoro, ha visto una discreta partecipazione del personale civile e militare, dei loro familiari, del sindaco e delle altre autorità religiose, civili e militari che, anche quest’anno, hanno voluto partecipare all’invito.  La festa è iniziata presso la nuova officina motori,  inaugurata e benedetta per l’occasione dall’arcivescovo di Siracusa, Monsignor Salvatore Pappalardo il quale, subito dopo, ha presieduto la Santa Messa in compagnia dell’ arciprete di Augusta, don Gaetano Incardona e dei cappellani militari; la stessa  è stata animata dalla corale “Harmonia” della chiesa di San Sebastiano di Augusta, accompagnata dal prof. Antonio Gabriello.  Nel finire, i ringraziamenti e i saluti del vescovo, del direttore dell’ ente, Amm. Osvaldo Brogi, del Sindaco e di altre autorità presenti alla cerimonia. Subito dopo la messa, la tradizionale processione del Santo Patrono  durante la quale si è colta l’occasione per inaugurare i nuovi locali dell’ officina “impianti elettrici di bordo”, interamente ristrutturata, la palazzina direzionale, di nuova costruzione e il  nuovo principale ingresso dell’ente ricavato lungo il muro perimetrale di via Giovanni Lavaggi, mentre altri locali saranno inaugurati entro lo scadere del corrente anno, come la nuova mensa aziendale. 

Una cerimonia e una tradizione, quindi, che risale all’anno 1951, così come indicato nella  preziosa “nicchietta”  realizzata lungo il secolare muro di cinta del castello svevo, curato dalla marina militare e per questo mantenutosi pressoché intatto ai giorni d’oggi. Peccato che lungo quel viale alberato che porta il nome dell’antico bastione, di lì a poco collocato, una moltitudine di persone è passata davanti alla caratteristica nicchia senza neppure accorgersi che dietro la vecchia inferriata e i fiori finti appare l’altra statua di San Giuseppe, l’originale, quella piccola e insignificante che si perde nella notte dei  tempi, quella che veniva adottata nelle prime  e umili feste operaie.

All’ingresso della nuova palazzina direzionale, un’interessante mostra a tema libero di opere d’arti e fotografie, realizzate da artisti dipendenti.

  Giuseppe Tringali

A CALATAFIMI PER ASCOLTARE CASELLI, NEL VENTENNALE DELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO

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Levataccia antelucana di un nutrito di alunni in rappresentanza dei tre indirizzi in cui è articolato il nostro liceo “Mègara”, per partecipare alla manifestazione conclusiva di un ciclo di lezioni per sviluppare nei giovani il valore della legalità. La “lezione” finale consiste nell’ascolto del procuratore capo  della Repubblica a Torino, quel famosissimo magistrato che risponde al nome di Gian Carlo Caselli, che, dopo la morte eroica dei suoi colleghi Falcone e Borsellino, chiese e ottenne  il trasferimento a Palermo per proseguire la lotta dei due coraggiosi magistrati morti di violenza mafiosa giusto  vent’anni or sono: Falcone nel maggio del 1992, per una violenta carica di tritolo  nei pressi di Capaci, sull’autostrada Punta Raisi-Palermo, Borsellino nel luglio dello stesso anno, a causa d’un’autobomba piazzata sotto casa dell’anziana madre del magistrato. Va da sé che con Falcone e Borsellino morirono anche gli agenti della scorta. Con Falcone morì anche la moglie, Francesca Morvillo, giudice anch’ella. Caselli ha tenuto una sorta di lectio magistralis  su e contro la mafia in un cine-teatro di Calatafimi,  cittadina trapanese citata nei libri di storia per una famosa battaglia garibaldina contro i Borboni. La manifestazione della giornata si deve all’associazione “Libera contro le mafie”. I liceali di Augusta, accompagnati dai professori Giorgio Càsole, Maria Rosa Masotti e Rita Pàncari, pur dopo un viaggio stancante e pur stando in piedi, per mancanza di posti al’interno del cinema, hanno ascoltato con molta attenzione le parole di Caselli, autore di vari libri, il cui ultimo è intitolato Assalto alla giustizia, dal quale ha tratto  questo passo: “Pochi giorni prima d’essere trucidato dalla mafia palermitana in Via Carini, a Giorgio Bocca che lo intervistava per la Repubblica (10 agosto 1982) chiedendogli ‘perché fu ucciso il comunista Pio La Torre’, il generale-prefetto Dalla Chiesa rispose: ‘per tutta la sua vita; ma decisiva, per la sua ultima proposta di legge, di mettere accanto all’associazione a delinquere l’associazione mafiosa’. E difatti si chiama Rognoni-La Torre la legge che (approvata peraltro soltanto dopo la strage di Via Carni) introdusse nel nostro ordinamento l’articolo 416bis del codice penale e per la prima volta fu concreta possibilità di aggredire anche le ricchezze accumulate illecitamente dai mafiosi Due pietre angolari della moderna lotta alla mafia, prima delle quali  (ancora parole di Giovanni Falcone) combatteree la maia era come pretendere di fermare un carro armato con una cerbottana”.

 G. C. – Foto di Daniele Manzella (Caselli al microfono)

EMOZIONI IN JAZZ, PRIMA PERSONALE DI DUCCIO LUGLIO AD AUGUSTA

Jazz.jpgSi è tenuta ad Augusta, lo scorso 24/25 febbraio, la prima personale fotografica di Duccio Luglio dal titolo Emozioni Jazz, ospitata nella sala Guido Maddaleni.  Una simbiosi perfetta tra jazz e fotografia, entrambi strumenti di una comunicazione in grado di emozionare. Un tema non facile quello scelto da Duccio, che ha saputo sviluppare con competenza e originalità un reportage su quella che è una delle sue passioni più grandi insieme alla fotografia. Protagonista il Jazz in tutte le sue forme sfumature, da quella passionale a quella tangibile fatta di strumenti, partiture e interpreti. Tra i protagonisti immortalati la Hot Jazz Orchestra e gli Swing Around. Un ottimo crogiuolo di spunti è stato offerto al fotografo dal Festival Internazionale del Jazz “Sergio Amato” tenutosi nell’agosto del 2011 a Canicattini; occasione nella quale egli ha potuto apprezzare altisonanti nomi della musica jazz come: il bassista Steve Swallow, il batterista Adam Nussbaum e il sassofonista John Tichicaj. Angolazioni inusuali, mani in movimento, bacchette dal ricordo futurista, muscoli in tensione e brillantezza degli ottoni, questi sono solo alcuni delle scatti realizzati dalla sensibilità di Duccio Luglio. Per definizione il jazz e’ improvvisazione, ogni performance è irripetibile, ogni gesto sempre diverso, questa mostra ha l’indubbio merito di aver immortalato in un istante delle melodie di per sé uniche e inafferrabili. Il visitatore approdato alla mostra viene tuffato in una New Orleans senza tempo, tra colori fumosi e suggestive note a tappeto firmate Miles Davis o Dizzy Gillespie. A completare questa visione, quasi onirica, la proiezione di un video fotografico, abilmente confezionato, che a tempo di musica ripercorre le tappe di questo viaggio nel mondo del jazz. Una piccola star, immortalata nell’ultima slide, intenta a suonare la sua chitarrina desta l’attenzione degli spettatori, se poi scopri, dagli occhi del fotografo commosso, che quella bimba è sua figlia puoi solo emozionarti insieme a lui.

  Michela Italia

 

WORKSHOP CLOWN A PIEDE LIBERO

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 Progetto di formazione sull’arte del clown come strumento di peer education. “ Il clown è una figura molto difficile, perché contiene in sé tutta la gamma di emozioni di un uomo o una donna. Per accostarsi ad esso devi conoscere molto bene te stesso, devi esplorare con onestà la tua intimità” (Jacques Lecoq). Il Nouveau Clown è una figura umana il cui studio porta a un viaggio verso se stessi, un viaggio verso la propria fisicità e personalità. In questo workshop lo studio sull’arte del clown moderno viene integrato ad un lavoro di peer education con il coinvolgimento di un gruppo di ragazzi diversamente abili e di studenti delle scuole superiori per formare un gruppo di clown che effettueranno folli incursioni per la città di Noto durante i giorni dell’Infiorata. Ogni anno la terza domenica di maggio è dedicata all’ Infiorata considerata tra le più belle manifestazioni dell’intera Isola. E’ uno spettacolare tappeto di fiori steso sulla via Nicolaci, formato da gigantesche raffigurazioni che prendono forma in un susseguirsi di petali di fiori, dai colori e dalle forme più svariate. Noto città patrimonio dell’Unesco e capitale del Barocco siciliano. Il lavoro sul clown è un lavoro che andrà a toccare l’intimità più vera e profonda, un’intimità che andrà a comunicare con le intimità che incontrerà. Il naso è l’antenna del viso, è la parte più vicina a una persona quando la incontriamo. L’adulto solitamente ha un rifiuto istintivo del clown perché tocca le sue corde più intime e stuzzica il bambino interiore , e se questo bambino è stato ucciso o represso è ovvio che l’adulto rifiuti questo incontro catalogando il clown alla voce “diverso”, “qualcosa che non mi appartiene”, “qualcosa che mi minaccia”, “qualcosa che non è ben accetto”, qualcosa che ha altre regole e minaccia la nostra sicurezza. Non a caso la parola diverso e divertirsi hanno la stessa etimologia. L’associazione IL MURO da anni lavora a delineare una dimensione artistica e sociale del clown, inteso non in senso riduttivo come clown dacorsia, da ospedale o da circo ma Clown in quanto figura umana che opera nel vissuto collettivo che può intervenire o esibirsi ovunque, soprattuttoin contesti difficili, per veicolare emozioni, riflessioni e mettere in moto processi dell’animo molto personali e importanti.In tal senso la tecnica del Clown diventa uno strumento efficace di formazione e di intervento per lavoratori del terzo settore, operatori delvolontariato e attori o performer che voglio sviluppare un proprio stile o una personale poetica.Mentre per persone che vivono in situazioni a rischio, marginali o di disabilità l’utilizzo di questa pratica diventa mezzo o canale di libera espressione. Dunque l’uso del naso rosso è tecnica di rigenerazione di energia che diverte, emoziona e coinvolge a doppio senso : chi guarda e chi fa. Il workshop è uno studio di tecniche semplici e basilari, attraverso il gioco, lo studio di gag e soprattutto la presenza nello spazio e lapercezione immediata del momento che permette di improvvisare in qualsiasi situazione e creare relazioni divertenti e profonde con ilpubblico.Il lavoro è strutturato in due fasi:1)Workshop sull’arte del clown: la mattina si lavorerà sullo studio dei personaggi e affinamento della propria percettività. Il pomeriggioinvece insieme ai ragazzi del centro PDA per costruire e ideare le GAG per la messa in scena finale.2) CLOWN A PIEDE LIBERO: incursioni clown durante i giorni dell’INFIORATA.Il workshop è tenuto da Alessio Di Modica dell’associazione IL MURO in rete con Coop Soc. Iris che cura l’organizzazione generale dell’evento in collaborazione con il comune di Noto servizi sociali e delcentro PDA (Persone Diversamente Abili) Lunaria cura la promozione e l’invio di partecipanti internazionali al progetto. L’ospitalità ai partecipanti e avviene all’interno del villaggio turistico Isola blu all’interno di villette di proprietà del comune di Notoche sono state confiscate alla mafie e utilizzate a scopo sociale.Alla fine del workshop verrà rilasciata la certificazione di partecipazione dalla cooperativa IRIS e associazione IL MURO. Il workshop è a numero limitato, per informazione chiamare il numero 0931 991921 – 3384149595 o scrivere a areateatro@gmail.com  – Siamo tutti dei clown, crediamo tutti di essere belli, intelligenti e forti, mentre ognuno di noi ha le sue debolezze, i lati ridicoli che, rivelandosi, provocano il riso…il clown è colui che fa fiasco, che sbaglia il suo numero mettendo così lo spettatore in una condizione di superiorità. Con questo scacco rivela la sua natura umana e profonda, che ci fa commuovere e ridere”

Il corpo poetico di Lecoq

La conferenza dell’astronomo Ternullo entusiasma gli alunni del LICEO “Mègara”: Galileo, non solo uomo di scienza. Si replica martedì 28 per il pubblico cittadino alle 18.00 nell’aula Vallet del plesso centrale alla Cittadella degli studi

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AUGUSTA. Si è svolto,   giorni fa, nell’aula Vallet del Liceo Classico Mègara,  un’ entusiasmante conferenza daltitolo “Galileo, non solo scienza”, tenuta dal professor Maurizio Ternullo – ricercatore astronomo in servizio all’ l’osservatorio di Catania, curato dalla professoressa Anna Lucia Daniele, docente di Fisica  al liceo scientifico. Entusiasta la dirigente scolastica,  , Maria Concetta Castorina,  che non ha mancato di mostrare il suo interesse per l’argomento trattato e ha invitato  gli alunni a seguire con attenzione.Il professor Ternullo ha avuto modo di “addentrarsi” nella vita del diciassettesimo secolo e di illustrare non solo le scoperte di Galileo, ma anche il suo valore in campo filosofico, culturale e artistico,  riallacciandosi a gran parte dei rami del sapere. Ha intrattenuto  gli alunni per più di un’ora parlando di  Galileo, le sue scoperte e la repressione a cui fu soggetto in una prospettiva storica, ovvero come il processo a Galileo ha plasmato nei 400 anni successivi la cultura italiana, intendendo per “cultura” tutto:  scienza, letteratura, arti figurative, musica, filosofia, rispetto dei diritti umani, sentimento di identità nazionale, liberalismo e anti-liberalismo, scomuniche risorgimentali, Benedetto Croce, teologia, fascismo e antifascismo…Al termine dell’interessantissima e coinvolgente spiegazione, gli alunni hanno avuto la possibilità di esporre i propri quesiti, desiderosi di conoscere l’opinione dell’esperto che è stato lieto di rispondere in maniera convincente ed esaustiva alle molteplici domande.Con grande fervore,  la prof.ssa Daniele, pienamente soddisfatta, ha ringraziato  la dirigente scolastica M. C. Castorina e il prof. Ternullo per aver accettato di partecipare a tale evento e  ha ricordato l’appuntamento di martedì 28 febbraio alle ore 18.00, quando la medesima conferenza sarà riproposta  aperta al pubblico.

Grande entusiasmo anche da parte degli alunni. 

    Silvia Mattei

 

AUGUSTA, GIOVANI LICEALI PARLANO DELLE STELLE

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Si è svolta un’insolita lezione di Astronomia presso la sede locale dell’Unitre. Ad affascinare soci e presidente dell’università delle Tre Età sono stati nove alunni della IC del Liceo Scientifico, coordinati dalla prof. ssa Maria Romano. La docente ha spiegato il sistema Terra – Luna, gli alunni Dalila Danieli, Filippo Gallucci, Agata Garsia,Luca Passanisi e Fabrizia Romeo hanno illustrato una presentazione in Power-Point dal titolo “Dalla spazzatura locale alla spazzatura spaziale”, gli alunni Chiara Formoso, Federica Presente, Lorenzo Scionti e Samuele Marsano hanno esposto una relazione dal titolo “Noi figli delle stelle” sempre con l’ausilio del Power -Point.

   G.C.

FOTOGRAFI D’ARTE TRA UNA MOSTRA E L’ALTRA COLGONO IL REALE E L’IMMAGINARIO

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AUGUSTA.“Vite abbandonate…vite vissute” questo il titolo della mostra itinerante che ha fatto tappa  ad Augusta, nella sala espositiva “Guido Maddaleni” dell’ Apf (Augusta Photo Freelance). La mostra patrocinata dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) è stata realizzata dall’architetto palermitano Luigi Mirto. A oltre trent’anni dalla legge Basaglia, che chiudeva l’era dei sanatori, la mostra descrive, con un magistrale bianco e nero, sguardi alienati, sorrisi isterici, abbracci mancati di persone che, con un grido muto, urlano al cielo il loro dolore. Ventisei scatti per raccontare il disagio di chi vive ai margini. L’uso della fotografia a pellicola blocca quei momenti in una dimensione  atemporale,  in sospeso tra un passato doloroso e un futuro incerto. Evidente risulta il gusto per l’asimmetria e per le visioni prospettiche che dipingono luoghi solitari. Nessun distacco, nessun pietismo suscitano le foto che mettono in luce l’abilità del fotografo che,  per mesi,  ha vestito i panni del “diverso”. Il risultato di questa mimesi ha portato alla naturalezza dei soggetti ritratti che, non avvertendo la lente della fotocamera, si sono mostrati autentici nella loro disarmante quotidianità. La mostra permette di osservare, attraverso uno spioncino, stralci di un mondo che è sempre sotto i nostri occhi, nei vicoli, nelle strade o nelle case abbandonate, ma che per distrazione o per proposito si cerca di evitare. Diceva il grande drammaturgo irlandese Samuel Beckett “ Si nasce tutti pazzi, alcuni lo restano”. Si è conclusa la mostra dell’Apf tenutasi all’interno del  Salone  settecentesco del Palazzo di Città di Augusta

Reflex analogica e digitale, fotocamere compatte, bianco e nero e foto a colori, ognuno a proprio modo e col proprio mezzo ha raccontato una parte di sé e della propria passione. Trenta gli scatti, uno per ogni socio dell’Apf, nessun tema per questa mostra natalizia ma un solo filo conduttore: l’amore per la fotografia. Domenico Blandino, Duccio Luglio e Alfio Iacobello hanno reso omaggio alla musica ritraendo tre diversi interpreti, ognuno di loro con grande personalità ha dipinto i contorni di una musica fatta di accordi, suggestioni jazz, luce soffusa e grande esperienza. Sebastian Brusca, propone la sua visione prospettica assolutamente non convenzionale, spiando tutta la vita che passa da un angolo della nostra città. Non poteva mancare la natura morta, il cui autore Gaetano Cannavò ha scelto di identificare con i tanto suggestivi melograni. Audace la scelta di Eugenio Cappuccio, il quale blocca il rapido passo di un uomo barbuto che, pur non guardando l’obiettivo, rapisce l’attenzione di un viaggiatore distratto. L’esperimento di Francesco Castorina può dirsi assolutamente riuscito, una luce radente che accarezza un seno di donna supportata da un taglio insolito, ed è subito palpitazione. Per Andrea Cimino una difficile prova di still life, la scelta del bianco latte, perfettamente bilanciato, in un bicchiere in bilico di cui si apprezza la trasparenza, questi sono stati gli ingredienti per uno scatto minimal che ognuno vorrebbe aver nel proprio salotto.  La foto di Felice Cucinotta ha il sapore di altri tempi sia per il soggetto ritratto, uno scalpellino per nulla scomposto dal flash del fotografo, che per la tecnica di realizzazione, una pellicola sviluppata nel buio di una camera oscura. Gli antichi giochi tornano ad essere i protagonisti di un assolato pomeriggio augustano fotografato da Corrado Di Mauro. Cosa può esserci di più romantico di un bacio rubato? Lo sa bene Walter Falzolgher che, con gusto quasi cinematografico, blocca un gesto d’amore in un caotico istante alla stazione. Maria Gadaleta sceglie un anziano signore concentrato a guardarsi la camicia come protagonista per la sua fotografia. Un panoramica con l’Etna prorompente e impetuosa nella sua maestosità porta la firma di Giuseppe Garufi. Per Giorgio Italia un piccolo devoto in processione simboleggia quel filo sottile tra sacro e folklore. Salvatore La Ferla, con la sua modella sugli scogli,  propone un esercizio di stile all’aperto. Enrico Lombardo firma uno scatto di hitchcockiana memoria con la sua casa sinistramente avvolta da uno stormo di uccelli neri.  Per Romolo Maddaleni, un difficile scatto molto apprezzato dal pubblico, il miracolo della vita è l’abbraccio di un uccello in volo che dispiega le sue ali verso l’ignoto. Per Carmelo Micieli un’istantanea su un mare tinto di sole e una barca alla deriva. Domenico Morello ci porta a Siena per assistere al Palio, nella contesa tra una contrada e l’altra i veri vincitori restano i cavalli. Marco Moschitto mostra come l’esotico si possa celare anche in un tramonto nostrano. Santi Oliveri con la sua foto impone una riflessione sociale, la facciata di un enorme palazzo popolare è come un formicaio che racchiude in sé più di cento anime. Maria Pitruzzello, architetto per professione, si contraddistingue per il suo gusto geometrico per linee simmetriche rette e rigorose, ma che inevitabilmente si spezzano sopra il riflesso di uno specchio d’acqua. Roberta Riera e la sua acrobata funambolica, un soggetto sospeso per raccontare il pericoloso fascino di un mestiere così rischioso.  Gaetano Salemi crea un momento di grande tenerezza attraverso lo sguardo di due piccoli mici arruffati. Giuseppe Scapellato sceglie il Vaticano come ambientazione per uno scatto magistrale che, con dovizia di particolari, descrive due ambienti diversamente illuminati l’esterno e le guardie svizzere e l’interno con la sua processione di luci. Per Giuseppe Schermi sono le luci di un’ alba al Faro il soggetto prescelto come paradigma per uno dei luoghi più belli della nostra città. Le premurose coccole di una bambina e l’amore per il suo cucciolo portano la firma di Rina Spinali. La natura protagonista indiscussa per Silvana Spinali che, con una macro, delinea il miracolo della natura e dei suoi colori, mentre per  Maurizio Stupia è il volo trasparente di una libellula. Il viaggio si conclude con Cristina Usanza e con gli occhi furbi di una bambina che ha appena fatto una marachella.

L’Apf con i suoi tre anni di attività si conferma un’associazione con un grande potenziale che ha ancora molto da raccontare. Diceva il noto fotografo Nadar “Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare.”

 

Michela Italia  Nella foto:  Maddaleni con Luigi Mirto

Concluso il corso di pittura Inner Wheel di Augusta

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Grande pubblico, grande festa, grande emozione e grande solidarietà per la cerimonia di chiusura del Corso di pittura “Dipingiamo le emozioni” che ha avuto luogo Sabato 14 Gennaio 2012, presso l’Auditorium di Palazzo San Biagio di Augusta.  Il corso, realizzato per iniziativa dell’International  Inner Wheel di Augusta e con il contributo del Comune di Augusta e di Melilli, è stato frequentato da ragazzi diversamente abili che sono stati guidati dalla Prof.ssa Pina Commendatore che ha tenuto una serie di lezioni in cui ha tracciato non solo un percorso di scoperta di alcuni artisti che hanno fatto la storia della pittura, ma ha anche sperimentato alcune tecniche, dall’uso della matita all’acquerello, dai pastelli ai colori ad olio, dal puntinismo all’astrattismo, che sono state applicate  agli elaborati che, esposti ed ammirati  a Palazzo san Biagio, dimostrano l’impegno, la bravura e l’entusiasmo degli allievi.

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 Molte le autorità presenti, tra cui il Vice Sindaco di Melilli, Avv. Salvatore Sbona. In apertura di serata, la Presidente dell’International  Inner Wheel di Augusta, Sig.ra Tina Angelino Sanfiorenzo, ha ringraziato quanti hanno collaborato alla riuscita del corso, in particolare la Prof.ssa Pina Commendatore,  il Presidente ed i volontari dell’Associazione Progetto Icaro , la Presidente Lavinia Pitari ed i ragazzi dell’Interact, i Volontari della Misericordia di Melilli, le Socie Inner , sottolineando le finalità del corso: contribuire alla socializzazione ed aiutare questi ragazzi ad esprimere attraverso la pittura i loro sentimenti e la loro sensibilità. “ E’ stata – ha detto la Presidente – un’esperienza umana e spirituale arricchente per tutti: socie, volontari, allievi e docenti”.  La serata, arricchita da significativi interventi  di persone che operano nel campo del volontariato, dalle testimonianze dei ragazzi che hanno frequentato il corso, dalla proiezione di un repertorio fotografico, da intermezzi di poesia e di musica a cura della Socia Adriana De Filippo, del Coro Euterpe Junior del M° Rosy Messina, di Lavinia Pitari, di Giovanni Di Mauro e Roberto Greco, ha avuto il suo momento  culminante nella consegna ai ragazzi di una medaglia e di un attestato di frequenza  e di una targa alla Prof.ssa Pina Commendatore che ha donato due sue opere che sono state sorteggiate tra i presenti.   Per una serata  tutta all’insegna della solidarietà e dell’amicizia, non ci poteva essere conclusione migliore  del la famosa canzone di Dario Baldan Bembo  “ Amico è”  eseguita dai frequentanti il corso,dai  ragazzi dell’Interact e dalle Socie Inner.

    Angela Gigli Amato