PREMIO BELLINI D’ORO 2013 -INGRESSO LIBERO RITIRANDO I BIGLIETTI NUMERATI AL BOTTEGHINO NELLA MATTINA DEL 3 E 4 OTTOBRE

patrizia ciofi.jpgCATANIA – La Società Catanese Amici della Musica apre, com’è ormai consuetudine, la stagione 2013-2014 con il concerto straordinario che, anno dopo anno, vede protagoniste le star internazionali insignite del Premio “Bellini d’Oro”, promosso e organizzato dalla stessa Scam. Per l’edizione 2013, la ventottesima, il riconoscimento andrà a due grandi cantanti lirici che non hanno certo bisogno di presentazioni: il soprano Patrizia Ciofi e il tenore Gregory Kunde, che grazie alla collaborazione del Teatro Massimo Bellini, si esibiranno venerdì 4 ottobre, alle ore 21, nel tempio catanese della lirica che per la prima volta metterà a disposizione la propria Orchestra. Arie e duetti del superbo repertorio belliniano si gregory kunde.jpgalterneranno così con le sinfonie operistiche del Cigno catanese. La cerimonia di consegna concluderà una soirée musicale che si annuncia particolarmente attesa dagli appassionati nella degna cornice del “Massimo”, che ospita la manifestazione della Scam nell’ambito del Festival Belliniano. Ambasciatori del belcanto nel mondo, Patrizia Ciofi e Gregory Kunde ritornano così a Catania, entrambi dopo una lunga assenza, per ricevere il più ambito riconoscimento per l’interpretazione belliniana, che ha già laureato artisti del calibro di Montserrat Caballé e Joan Sutherland, Renato Scotto ed Edita Gruberova, June Anderson e Cecilia Bartoli, Alfredo Kraus e Luciano Pavarotti, Vittorio Gui e Riccardo Muti. Di origini toscane, Patrizia Ciofi si è perfezionata all’Accademia Chigiana di Siena con Carlo Bergonzi, Shirley Verrett e Alberto Zedda. Ha debuttato nel 1989 e, da allora, si è imposta come una delle interpreti d’elezione del repertorio di primo Ottocento.

Tra i suoi recenti successi la ripresa di Robert le Diable di Meyerbeer al Royal Opera House- Covent Garden, di Londra, inciso in dvd, e, proprio in questi giorni, una trionfale edizione di Lucia di Lammermoor di Donizetti all’Opéra Bastille di Parigi, opera che ha interpretato anche nella rara edizione francese. Di Bellini è stata acclamata Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi, Amina ne La sonnambula, Elvira ne I Puritani, ed è protagonista della prima incisione in studio de La straniera, realizzata per l’etichetta inglese Opera Rara. Gregory Kunde ha studiato all’Illinois State University e ha debuttato alla Lyric Opera of Chicago. Il suo debutto europeo risale al 1986, ma già l’anno successivo si esibisce al Metropolitan Opera di New York in Manon e all’Opéra di Montréal ne I Puritani. Le peculiarità della sua voce (estrema facilità nel registro acuto, morbidezza del fraseggio) gli hanno consentito di restaurare il dettato originario di alcuni ruoli interpretati dal mitico tenore ottocentesco Giovanni Battista Rubini: Anna Bolena, Gemma di Vergy e Lucia di Lammermoor figurano tra i suoi primi successi. Nel corso degli anni ha approfondito tutto il repertorio italiano e francese dell’Ottocento, tanto da poter vantare di essere l’unico tenore ad avere in repertorio i due Otello, quello di Rossini e quello di Verdi, quest’ultimo interpretato nell’estate scorsa al Palazzo Ducale di Venezia, in occasione delle celebrazioni del bicentenario verdiano. E’ il tenore con il più vasto repertorio belliniano: del Cigno etneo ha infatti cantato Bianca e Fernando, Il pirata, La straniera, I Capuleti e i Montecchi, La sonnambula, Norma e I Puritani. La manifestazione del “Bellini d’Oro” sarà un’autentica festa della musica: i due artisti eseguiranno solo brani da opere di Bellini, da I Capuleti e i Montecchi a La sonnambula, da Norma a I Puritani.

 

   C.A.

“LibrinScena”: prosegue con successo il ciclo promosso dal Teatro Stabile di Catania

viola d.jpgCATANIA– «Nel 2011 è finito il mondo: mi sono uccisa. Il 23 luglio, alle 15.29, la mia morte è partita da Catania. Epicentro il mio corpo secco disteso, i miei trecento grammi di cuore umano, i seni piccoli, gli occhi gonfi, l’encefalo tramortito, il polso destro poggiato sul bordo della vasca, l’altro immerso in un triste mojito di bagnoschiuma alla menta e sangue». Geniale – perciò lo riportiamo – è stato definito l’incipit di “Cuore cavo”, il nuovo romanzo di Viola Di Grado, appena venticinquenne, ma ormai proiettata su orizzonti internazionali. Penna fervida, la scrittrice catanese è giunta al suo secondo eccellente banco di prova, dopo che l’esordio “Settanta acrilico, trenta lana” è stato premiato con il “Campiello Opera Prima”, rivelandola e imponendola come indiscusso talento.

Scioccante e pulsante gothic novel, da mesi “Cuore cavo” spaventa e intenerisce. La sua autrice incontrerà ora il pubblico di “LibrinScena”, il ciclo d’incontri promosso con vivo successo dal Teatro Stabile di Catania. L’appuntamento è per lunedì 1° luglio alle ore 21, nella suggestiva corte barocca del Palazzo Platamone, intitolata alla compianta attrice Mariella Lo Giudice. LibrinScena è stato ideato dallo Stabile per approfondire le novità editoriali che animano il mondo della letteratura e del giornalismo, in linea con la politica culturale promossa dal direttore Giuseppe Dipasquale, che considera l’ente teatrale come un vero e proprio istituto di cultura, aperto al confronto e all’approfondimento con i diversi linguaggi dell’arte. L’edizione in corso, alla cui cura ha collaborato Ornella Sgroi, è sostenuta dal prezioso contributo dello Sheraton Catania Hotel.Con la conduzione della stessa Sgroi, passo dopo passo Viola Di Grado rivelerà il motivo per cui ha scelto per il suo libro una copertina che ha lo stesso colore del suo nome. Viola, come quel sangue che nelle vene ad un certo punto si blocca, come quel cielo che in un determinato punto si getta nella notte. Ampi stralci del libro verranno letti dall’attrice Manuela Ventura, molto noto al pubblico teatrale e televisivo.  Edito nel 2013 per i tipi E/O, “Cuore cavo” affascina e scuote. È la storia, vivissima, della morta Dorotea. E di tutto quel che viene dopo il suo suicidio. Non l’impronunciabile nulla, ma piuttosto un passaggio ricchissimo di emozioni e di sentimenti, di pensieri e di ricordi, la forza degli affetti e dei legami, quel che resta dell’attaccamento alla vita. Per niente macabro, sebbene insista nel racconto minuzioso della disgregazione del corpo, il  testo s’impone per la creatività sul piano linguistico. Emergono la sopravvivenza dell’anima e il rimpianto per la vita che non riesce a ricomporsi, ma continua a incedere e spiare, vagando in un mondo deserto ma affollato, dove i vivi non possono più vedere e sentire, ma i morti restano all’erta, impauriti, in ascolto, in quella loro “vita oltre la vita”. In una continuità in cui si abbatte la barriera tra vita e morte, noioso tabù occidentale come spesso cerca di far capire l’autrice, esperta di lingue e culture orientali, la protagonista osserva il suo dissolversi corporale, raccontandone meticolosamente tutti gli stadi. Rivive – o forse vive per la prima volta – ciò che ha lasciato oltre il nirvana raggiunto, ritornando alle abitudini, agli affetti, ai luoghi, liberata, grazie a quel bagno mortale, dal peso della materia, di quando il suo corpo era carne e anima. E l’acqua è il luogo delle morti. Per affogamento, svenamento, dissanguamento. Ma è anche acqua come riconsegna al luogo della nascita, come a chiudere il ciclo di un eterno ritorno. “Sarebbe bello che ci fosse una fine. Invece si resta”, afferma Viola Di Grado. L’aldilà e l’altrove. Suona quasi come una minaccia. Invece è un assunto visionario, tutt’altro che privo di speranza.

Rita Andò

A CATANIA IL 50° RADUNO INTERNAZIONALE DEI SOMMERGIBILISTI

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CATANIA. L’Italia ospita la cinquantesima edizione del Raduno Internazionale dei Sommergibilisti nella magnifica Città di Catania dal 20 al 24 maggio 2013.  Un evento che consentirà certamente ai congressisti e alla stampa internazionale di catturare e di esportare l’immagine più significativa del nostro Bel Paese. Tradizioni, cultura, capacità e professionalità in ogni settore sono il filo conduttore delle attività organizzate per questa affascinante e singolare convention. Un’occasione irrinunciabile per poter riabbracciare i propri amici che hanno condiviso anche se sotto diversa bandiera le stesse esperienze, i sacrifici e la dura vita a bordo di un’unità subacquea. È proprio questo fattore comune che genera il grande senso di amicizia e di fratellanza che si può apprezzare incontrando e colloquiando con questi vecchi lupi di mare. Cinque giorni di incontri, cerimonie, riunioni e visite guidate ai siti archeologici di Siracusa e Taormina oltre all’Etna, il più alto vulcano attivo d’Europa. Oltre 350 persone da 22 paesi del mondo con al seguito circa 50 testate giornalistiche internazionali. Una emissione filatelica dedicata ai sommergibilisti del mondo è stata concessa dal Ministro dello Sviluppo Economico e mirabilmente realizzata dai bozzettisti di Poste Italiane S.p.a. che curerà giovedì 23 pomeriggio anche l’annullo speciale. La cerimonia ufficiale a coronamento del Raduno si svolgerà a partire dalle ore 10,00 giovedì 23 dinanzi al monumento al marinaio a cui la Città di Catania ha recentemente dato nuovo splendore con una sapiente opera di restauro. L’evento che vedrà la presenza delle massime autorità politiche, religiose e militari dell’isola è aperto alla cittadinanza e offrirà il momento di massima emozione quando, tradizionalmente, ogni Capo delle 22 delegazioni rivolgerà, nella sua propria lingua, il suo deferente pensiero ai sommergibilisti caduti e la fanfara della Marina Militare Italiana accompagnerà le parole con il suono del rispettivo inno nazionale. Ma i sommergibilisti, uomini adusi ad affrontare i mari più procellosi, renderanno poi il loro più sentito omaggio ai marinai caduti nella successiva fase della cerimonia che si svolgerà nelle acque antistanti il porto di Catania. Lì i Capi delegazione a bordo di unità della Guardia Costiera prenderanno il mare per incontrare il sommergibile “Pelosi” che emergerà per rendere gli onori ai caduti mentre una corona di alloro scenderà negli abissi per recare l’ultimo saluto all’eroica linea blu. Il Raduno si concluderà poi con lo scambio dei doni e i saluti nel corso di una cena di Gala organizzata nel salone delle feste dell’hotel Sheraton di Catania.

  U. S.

GALOFORO, 4° POSTO AI CAMPIONATI ITALIANI INDOOR DI CANOTTAGGIO

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CATANIA – Domenica 20 gennaio, nello spettacolare scenario della vecchia dogana, nel porto di Catania, si sono assegnati i titoli di Campione d’Italia di Indoor  Rowing. Presente alla manifestazione il neo eletto presidente della F.I.C., Giuseppe Abbagnale e, come ospite d’onore, il campione olimpico Alessio Sartori. Ottime le prestazioni della Canottieri Club Nuoto Augusta che ha realizzato, nella gara  ragazzi, con Sebastiano Galoforo al suo esordio nella categoria, il 4° posto. Nel corso della manifestazione l’atleta augustano è stato premiato, per i suoi successi regionali e nazionali, in qualità di migliore Cadetto Siciliano per la stagione agonistica 2012 mentre, nella stessa categoria,  Giuseppe Urso ha totalizzato il 19° tempo finale. Nei Junior maschile, 12^ posizione per Rosario Galoforo e 20^ posizione per Federico Ternullo. Nel Meeting Nazionale,  riservato  agli Allievi e Cadetti,  grande vittoria degli Allievi “B” femminile, con la biondissima Giulia Urso che si è guadagnata il titolo di Campione Siciliano, mentre negli Allievi B1 maschile, 2° posto e titolo di Campione Siciliano al piccolo Daniele Sicuso. Negli allievi B2 maschile, il 15° posto a Lorenzo Giangrande, 16°  posto a Francesco  Spinali e 21° posto a Roberto Spinali. Nei Cadetti Maschili,  6° posto per  Luca Dettori e 13° per Matteo Licata. In virtù di queste prestazioni,  Rosario e Sebastiano Galoforo sono stati convocati per il raduno regionale che si terrà il 2 e 3 Febbraio prossimo, sotto la guida di Antonio Colamonici,  nuovo direttore tecnico della Nazionale Juniores.

 

CANOTTIERI CLUB NUOTO AUGUSTA         

Nella foto in alto,  in 1^ fila, da sin.  Francesco spinali, Emanuela Amara, Roberto Spinali, Luca Dettori, Giulia Urso Daniele Sicuso, Matteo Licata e Lorenzo Giangrande. In 2^ fila, da sin.  Valentina d’Amico, Sebastiano Galoforo , Federico Ternullo, Giuseppe Urso, Rosario Galoforo, (coach) Vincenzo Galoforo.

Vincere l’autismo: l’avventura straordinaria di Franco Antonello e del figlio Andrea

Lunedì 3 dicembre, ore 18, Sala Verga, ingresso libero fino ad esaurimento di posti. Iniziativa promossa da Teatro Stabile di Catania, Autismo Oltre e Marcos y Marcos La giornalista Michela Giuffrida intervista il creatore della fondazione “I Bambini delle Fate”. La sua storia è narrata nel romanzo biografico di Fulvio Ervas “Se ti abbraccio non aver paura”. Il volume ha vinto il premio Anima 2012, nella categoria letteratura, per il valore sociale dell’opera

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CATANIA – È considerato il peggiore degli handicap, ma prima del ventesimo secolo il concetto clinico di autismo non esisteva. Nell’antico folklore europeo questo e altri disturbi affini erano addirittura attribuiti alle fate, che secondo la credenza popolare scambiavano di nascosto i propri neonati imperfetti con quelli umani sani. E “I Bambini delle Fate” si chiama l’attivissima fondazione che un genitore determinato e coraggioso come Franco Antonello ha creato con spirito positivo e risultati sorprendenti, partendo dalla sua vicenda personale di padre di un bellissimo ragazzo ricciuto, il primogenito Andrea, vittima appunto della fin troppo diffusa sindrome di Kanner.  A dispetto di una patologia per molti aspetti invalidante, Franco ha potuto e saputo stringere con il figlio un rapporto profondissimo, varcando la cortina di assenza e impenetrabilità che il DSA (Disturbo dello Spettro Autistico) produce. Fino a concepire un’avventura grandiosa, difficile, imprevedibile: è durato tre mesi il lunghissimo viaggio compiuto da padre e figlio in moto attraverso le Americhe.  Una storia vera in cerca di autore: Franco l’ha raccontata allo scrittore Fulvio Ervas. È nato così il romanzo biografico “Se ti abbraccio non aver paura”, edito nel giugno 2012 e nello stesso anno premio “Anima”, nella categoria letteratura, per il valore sociale dell’opera.

  Caterina Rita Andò

Nuova produzione del Teatro Stabile di Catania che inaugura la stagione 2012-2013

Leo Gullotta è Bottom in Sogno di una notte di mezza estate

Adattamento e regia sono di Fabio Grossi. Dal 30 novembre alla sala Verga

leo-gullotta.jpg CATANIA – Leo Gullotta ritorna da protagonista nel teatro che lo ha visto nascere e formarsi. Il teatro della sua città. Nel ruolo di Bottom, il grande attore etneo animerà lo scespiriano Sogno di una notte di mezza estate, nuova produzione del Teatro Stabile di Catania che inaugura la stagione 2012-2013, incentrata dal direttore Giuseppe Dipasquale sul tema “L’Arte della Commedia”, mutuato da un famoso titolo di Eduardo.  “In tempo di guerra” – sottolinea Di Pasquale – “si ride. In tempo di pace si riflette sulla guerra. La storia del Teatro, e dell’Umanità, è andata avanti con questo paradossale assioma. E poiché la forza del Teatro è la persuasione, solo con un’allegria di naufragi, per dirla con Ungaretti, è possibile leggere con distanza e la dovuta ironia la difficoltà dei tempi odierni. Commedia è il meccanismo sociale, come diceva Bergson, che permette all’uomo di recuperare il disagio della tragedia”.

In questa visione nasce il progetto del nuovo cartellone catanese, che si apre con il Sogno, allestimento di grande formato, in scena in prima nazionale alla Sala Verga dal 30 novembre al 16 dicembre. Lo spettacolo sarà poi in tournée nei palcoscenici della penisola, dove cresce l’attesa per la nuova prova di Leo Gullotta e del regista Fabio Grossi, che insieme hanno dato vita a spettacoli risultati campioni d’incassi delle ultime stagioni, capaci di mettere d’accordo pubblico e critica.Dopo il Falstaff delle Allegre comari di Windsor, Gullotta torna dunque a Shakespeare con A Midsummer Night’s Dream, nella traduzione e nell’adattamento firmati a quattro mani dallo stesso Grossi e da Simonetta Traversetti. La messinscena sceglie la stilizzazione delle scene e dei costumi disegnati da Luigi Perego. Ampio respiro nell’economia dello spettacolo avranno le musiche originali di Germano Mazzocchetti e le coreografie di Monica Codenache concorrono al suggestivo impatto visivo ravvivato dalle luci di Franco Buzzanca.  Leo Gullotta è affiancato da un cast di qualità che annovera Mimmo Mignemi, Emanuele Vezzoli, Leonardo Marino, e ancora – in ordine rigorosamente alfabetico – Fabrizio Amicucci, Ester Anzalone, Alessandro Baldinotti, Valeria Contadino, Adriano Di Bella, Salvo Disca, Antonio Fermi, Luca Iacono, Marina La Placa, Liliana Lo Furno, Fabio Maffei, Federico Mancini, Sergio Mascherpa, Irene Tetto, Massimo Arduini, Francesco A. Leone, Marzia Licciardello, Mauricio Logeri, Rachele Petrini. Una compagnia numerosa per un lavoro corale, scritto verosimilmente tra il 1594 e il 1596 per essere rappresentata in occasione di un importante matrimonio dell’alta aristocrazia londinese.  Un capolavoro che, nella sua atipicità, elude e al contempo lambisce le convenzionali classificazioni di genere, partecipando e sfuggendo tanto al lirismo della commedia epitalamica che, per esempio, al manierato concettismo rinascimentale della commedia eufuistica. Il suo gusto sta proprio nella diversità delle spezie che ne condiscono l’insieme. E Shakespeare equilibra con raffinata esattezza i sapidi elementi che concorrono all’alchimia del tutto: l’onirismo fantastico, il realismo, la digressione mitologica, la schermaglia d’amore e, certo non ultima, la parodia. I fatti dell’umano hanno sempre qualcosa di magico, misterioso ed è proprio quell’aspetto scuro che interesserà la nostra lettura: personaggi portati al limite, l’altra faccia della medaglia. La struttura drammaturgica si dipana su tre livelli ben precisi, tanto che possono vivere di luce propria o al contempo riflessa. La corte del duca Tèseo rappresenterà il potere, i comici la semplicità del volgo, i Giovani l’Amore e i magici quel mondo fantastico che tanto intimorisce quanto affascina. Verrà così esaltata l’imperscrutabilità dell’Animo, proposta attraverso vizi, pregi, risse, pacificazioni, pianti e risa.”E il Bottom di Gullotta? “Rozzo e burbero artigiano, rappresenterà” – conclude Grossi – “l’improvvisazione di una mente rapida che saprà coniugare l’utile con il dilettevole; e il suo animo critico e scontento lo porterà, a suo modo, a considerare quell’indole umana, che in maniera variata e sfaccettata sarà rappresentata nella commedia. Forza lavoro che, assieme ai suoi compari d’avventura, rappresenta il motore della società, strizzando l’occhio all’oggi, palesando una differenza stilistica che realizza un originale glossario. Ecco, così si snoderà quest’idea di rappresentazione: un inizio lasciato all’Opportuno Ragionamento (Tèseo) e un finale affidato alla Ragione Opportuna (Bottom).

Podio di alto livello per il Concorso Internazionale di Belcanto “Vincenzo Bellini”

bellini festiv.jpgLa manifestazione è stata promossa dall’Associazione MusicArte di Parigi e dal Bellini Festival. A presiedere la blasonata giuria è stato Alain Lanceron, direttore di Emi e Virgin ClassicEmozionante finale per la seconda edizione del Concorso internazionale di Belcanto Vincenzo Bellini, approdato a Catania, città natale del compositore, dopo la prima edizione varata nel 2010 a Parigi, nel Dipartimento delle Hauts de Seine.  La staffetta tra la capitale francese e il capoluogo etneo ha potuto contare sul patrocinio della Provincia Regionale di Catania, che ha inserito l’evento nell’ambito di Etnafest e ha ospitato semifinale e finale nell’auditorium Le Ciminiere, dove si sono cimentati candidati dal curriculum già ricco di esperienze e affermazioni. Così prevede la linea direttrice del concorso istituito nel 2010 da Marco Guidarini, direttore artistico dell’Associazione MusicArte di Parigi, in sinergia con il regista Enrico Castiglione che l’anno precedente aveva fondato a sua volta il Bellini Festival. Per accedervi occorre infatti che i giovani partecipanti si siano già distinti in altri concorsi: una regola altamente selettiva che permette di individuare elementi particolarmente maturi e pronti a diffondere il difficile e specifico verbo belcantistico. Il concorso dei concorsi: questo vuol essere la competizione intitolata a Bellini.

E la severa selezione di base è garanzia di qualità, come conferma il livello dei vincitori della seconda edizione. Se la blasonata giuria presieduta da Alain Lanceron, direttore di Emi e Virgin Classic, ha deciso di non assegnare il primo premio, intatte restano le aspettative riposte sulla seconda classificata, il mezzosoprano palermitano Valeria Tornatore, e sul tenore francese Paul Glauger, terzo. Entrambi possiedono la stoffa di autentici belcantisti che li ha già visti affermarsi in altri concorsi lirici e cogliere i primi successi sui palcoscenici europei.Ma nella lode vanno accomunati tutti i sei finalisti – provenienti da varie paesi europei – che hanno affrontato impervie pagine belliniane, ma anche mozartiane, rossiniane e donizettiane, mirabilmente accompagnate al pianoforte da Andrea Del Bianco e Milo Longo.Insieme ad Alain Lanceron, la giuria annoverava il regista Enrico Castiglione, direttore artistico del Bellini Festival, il musicologo Domenico De Meo, il maestro Vincenzo De Vivo, direttore dell’Accademia di Osimo, il basso baritono Stanislaw Kotlinski, direttore del Dipartimento vocale dell’Università di Danzica, il critico musicale Sergio Segalini, direttore artistico di importanti festival ed enti lirici, e il celebre soprano rumeno Leontina Vaduva.  “Il premio del concorso – ha sottolineato Enrico Castiglione – non è in denaro ma consiste piuttosto in una serie di scritture. Obiettivo della manifestazione è infatti mirare alla scoperta e al lancio delle migliori voci destinate a diffondere, nel prossimo futuro, l’arte del Belcanto di cui Bellini è stato uno dei massimi rappresentanti. Lo conferma il profilo artistico della vincitrice della prima edizione che ha rivelato una nuova stella della lirica. Il soprano Pretty Yende, incoronata nel 2010 e poi primo premio nel 2011 al Concorso Operalia presieduto da Placido Domingo, è infatti richiesta nei maggiori teatri del mondo. Lo stesso, siamo certi, si verificherà per Valeria Tornatore e Paul Glauger”.  Il prossimo anno il concorso si svolgerà nuovamente a Parigi, per la quartaedizione del 2014 tornerà a Catania con un’impostazione ancora piùarticolata.“Il nostro è più ampiamente un progetto formativo – ha sottolineato Marco Guidarini – che auspichiamo possa portare all’istituzione di un’accademia di perfezionamento per i giovani talenti che si sentono vocati al Belcanto in senso stretto: un repertorio irrinunciabile della cultura musicale, ma che per la sua difficoltà e carenza di interpreti tende ad essere trascurato dalla programmazione teatrale”.  Basta dare uno sguardo ai cartelloni internazionali, dove i titoli di autori pur celebri dell’era del Belcanto – come Rossini, Donizetti e Bellini – scarseggiano di fronte alle successive produzioni verdiane e pucciniane. “L’individuazione e la formazione di cantanti altamente specializzati – ha specificato Alain Lanceron – è dunque fondamentale per l’esecuzione filologica e la diffusione in video e in disco di un raffinato retaggio. Perché soprattutto di raffinata vocalità vive il Belcanto, il cui portato culturale è tale che il termine stesso è diventato in qualche modo sinonimo di melodramma e teatro d’opera”.   Si rinnova così il gemellaggio tra il Festival Belliniano di Catania e il Concorso fondato nei luoghi parigini in cui il musicista concluse la sua breve esistenza e compose l’ultimo capolavoro, I Puritani. La kermesse ha chiuso l’ampia programmazione del quarto Bellini Festival, avviato in luglio e agosto a Taormina. La manifestazione è poi proseguita a Catania con la tranche settembrina e quella novembrina: la prima costruita intorno all’anniversario della scomparsa del musicista, la seconda intorno a quello della nascita, avvenuta appunto il 3 novembre 1801.

 

Caterina Rita Andò

PREMIO “BELLINI D’ORO” AL DIRETTORE D’ORCHESTRA EVELINO PIDÒ

ALFIERE DELLA FILOLOGIA BELLINIANA IN TEATRO, IN DISCO E IN VIDEO

La prestigiosa manifestazione, giunta alla XXVII edizione, è promossa dalla Società Catanese Amici della Musicacon il patrocinio della Provincia Regionale di Catania-Assessorato alle Politiche Culturali nell’ambito di Etnafest e con la collaborazione del Teatro Massimo Bellini e dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini”

L’evento, fissato per venerdì 5 ottobre alle ore 20.30, sarà ospitato dal Teatro Massimo Bellini, a ingresso libero.  Il programma prevede nella prima parte il recital del soprano Chiara Polito e del mezzosoprano Manuela Custer.  La seconda parte sarà dedicata alla lezione-concerto che il maestro Evelino Pidò terrà grazie alla partecipazione  dell’Orchestra Giovanile Bellini, vanto dell’Istituto Superiore di Studi Musicali di Catania intitolato al Cigno etneo.

bellini.jpgCATANIA – Giunto alla XXVII edizione, il prestigioso Premio “Bellini d’Oro” andrà per il 2012 al celebre direttore d’orchestra Evelino Pidò, che nel corso dell’’ultimo decennio ha dimostrato una spiccata dedizione al magistero belliniano, “contribuendo in maniera determinante – come recita la motivazione – a restaurare il dettato originario dell’’autore”. E ciò in virtù del superiore talento interpretativo e della preparazione filologica che ha spinto Pidò, moderno erede di una tradizione direttoriale tipicamente italiana, all’’adozione delle più recenti edizioni critiche delle opere del Cigno etneo, approdando a memorabili esecuzioni teatrali, immortalate anche in disco e in video. L’attribuzione del riconoscimento al maestro torinese rende appieno lo spirito della manifestazione promossa e organizzata dalla Società Catanese Amici della Musica, grazie al patrocinio della Presidenza e dell’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia Regionale di Catania, che ha sostenuto e inserito l’evento nel cartellone di Etnafest. Indispensabile altresì la collaborazione dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Vincenzo Bellini”di Catania che ha messo a disposizione la propria Orchestra Giovanile. E preziosa lospitalità del Teatro Massimo Bellini, sul palcoscenico del quale si svolgerà il ricco programma che farà da corona alla cerimonia di premiazione. L’’appuntamento è per venerdì 5 ottobre alle ore 20,30 (ingresso libero). A portare il saluto della Provincia saranno il presidente Giuseppe Castiglione e il vicepresidente Ruggero Razza con delega alle Politiche Culturali; per il massimo teatro catanese presenzierà la sovrintendente Rita Gari Cinquegrana, mentre l’Istituto Bellini sarà rappresentato dalla direttrice Erminia Di Mauro. La serata sarà coordinata dal musicologo Giuseppe Montemagno e dalla giornalista Caterina Andò, rispettivamente neopresidente e neovicepresidente della Società Catanese Amici della Musica, con l’’intervento del predecessore Antonio Maugeri, già ispiratore del premio nel lontano 1968, poi severo censore negli anni delle ripetute interruzioni, nonché fautore nel 2008 della rinascita dell’’iniziativa, realizzata e consolidata proprio a opera della Scam.Per gli appassionati, ledizione odierna si annuncia come una grande soirée musicale. La prima parte prevede infatti l’’atteso recital del soprano Chiara Polito e del mezzosoprano Manuela Custer; ad accompagnare al pianoforte Stefano Sanfilippo. In programma una silloge di pagine belcantistiche di Vincenzo Bellini, Giacomo Meyerbeer, Gioachino Rossini, Reynaldo Hahn, Joaquín Valverde Sanjuán. Nella seconda parte Evelino Pidò terrà una lezione-concerto che vedrà la partecipazione dell’Orchestra Giovanile Bellini, fondata e istruita dal maestro Giuseppe Romeo, fiore all’’occhiello della rinomata scuola musicale catanese, pure intitolata al Cigno etneo. Emblematicamente, Pidò concerterà e dirigerà la sinfonia di Norma. E davvero interessante è ripercorrere il suo percorso belliniano: ricordiamo Il pirata eseguito con le variazioni di Philip Gossett, l’incisione de La sonnambula con Natalie Dessay, per la prima volta nell’edizione critica curata per Ricordi da Alessandro Roccatagliati e Luca Zoppelli, gli imminenti Puritani all’Opéra di Lione e al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, sempre nell’edizione critica Ricordi firmata da Fabrizio Della Seta. A Pidò si deve inoltre la prima registrazione mondiale in video della Sonnambula, ripresa dal Metropolitan di New York, di nuovo con la Dessay qui insieme a Juan-Diego Florez.Richiestissimo e preso nell’’intenso vortice dell’’agone musicale internazionale. Pidò in atto è impegnato nelle Nozze di Figaro di Mozart all’Opéra Bastille; sarà poi in Francia, come s’è detto, per I Puritani e quindi a Tokyo, ospite della tournée dei Wiener Philharmoniker, per la donizettiana Anna Bolena con Anna Netrebko. E concluderà l’anno ancora nel segno di Bellini, dirigendo La sonnambula alla Wiener Staatsoper.A questa dedizione “belliniana” ha guardato la commissione giudicatrice, formata da esperti di fama nazionale (Domenico De Meo, Maria Rosa De Luca, Fernando Gioviale, Elvio Giudici, Giorgio Gualerzi, Marco Impallomeni, Giancarlo Landini, Sara Patera, Michelangelo Zurletti, insieme ai citati Montemagno, Andò e Maugeri) che ha assegnato a Evelino Pidò un riconoscimento tra i più ambìti. Tale può configurarsi l’iscrizione in uno “stellare” albo d’oro che in ventisette edizioni ha registrato a Catania, in qualità di premiati, la presenza di sommi interpreti e direttori. Per  citarne alcuni,  senza contare le assegnazioni alla memoria, ricordiamo  Riccardo Muti, Luciano Pavarotti, Renata Scotto, Giuseppe Di Stefano, Montserrat Caballé, Joan Sutherland e Richard Bonynge, Franco Corelli, Edita Gruberova, Giulietta Simionato, Nicolai Gedda, Alfredo Krauss, Gina Cigna, Gianandrea Gavazzeni, Vittorio Gui, Cecilia Bartoli, Mariella Devia, June Anderson, Rockwell Blake, Leyla Gencer, Piero Cappuccilli, Sonia Ganassi, Grace Bumbry, Giuseppe Taddei, Lella Cuberli, Luciana Serra, Anita Cerquetti, Elena Suliotis, Fiorenza Cedolins, i catanesi Maria Gentile, Franco Lo Giudice, Salvatore Fisichella, Francesco Nicolosi. E ancora studiosi del calibro di Maria Rosaria Adamo, Domenico De Meo, Friedrich Lippmann, Quirino Principe e Giampiero Tintori.

“Teatro aperto” a costo zero: la soluzione virtuosa dello Stabile etneo per una lunga estate di spettacoli nella cavea del Teatro greco-romano

teat.jpgCATANIA“Teatro aperto” a costo zero è la virtuosa soluzione che lo Stabile di Catania ha elaborato per garantire – pur in tempo di crisi – a tutti gli appassionati una lunga estate di spettacoli di altissima qualità, accuratamente selezionati e animati da artisti che non hanno certo bisogno di presentazioni. Tutto senza dispendio economico per l’ente e massima soddisfazione per l’utenza. Nella splendida location en plein air del Teatro greco-romano, fino a tutto settembre si susseguiranno numerosi ed eterogenei appuntamenti: prosa, come si conviene alla grande tradizione dello Stabile, ma anche tanta musica e danza.  «È la formula in sé che è virtuosa», evidenzia il direttore del TSC, Giuseppe Dipasquale. «Gruppi e compagnie trarranno gli utili dai proventi delle vendite dei biglietti: non sono “scritturati” e non avranno dunque compenso dallo Stabile, ma potranno operare sotto l’ala di un’istituzione rinomata in campo nazionale e internazionale per il prestigio culturale e l’elevatissimo standard tecnico e organizzativo».Ad aprire la rassegna, il 19 luglio, è stata la manifestazione La Sicilia di Paolo, organizzata in collaborazione con la Provincia Regionale di Catania nell’ambito del Festival della Legalità. A vent’anni dalla strage di via D’Amelio, personalità del mondo dell’arte e della società civile provenienti da tutta la Sicilia si sono incontrate per ricordare il magistrato trucidato insieme alla sua scorta dalla mafia nell’estate del ’92. Alla serata, condotta da Salvo La Rosa, sono intervenuti, tra gli altri, Paolo Buonvino, Lando Buzzanca, Francesco Cafiso, David Coco, Valeria Contadino, Giampaolo Cugno, Maria Pia Daniele, Egle Doria, Marella Ferrera, Silvia Francese, Marina La Placa, Liliana Lo Furno, Kaballà, Luca Madonia, Vincenzo Pirrotta, Ramona Polizzi, Lucia Sardo, Gaetano Savatteri. In video, un contributo di Andrea Camilleri.

 

Magna pars del cartellone sarà riservato al “Bellini Festival” che – dopo il successo italiano ed estero del nuovo allestimento di Norma realizzato al Teatro Antico di Taormina dal regista e scenografo Enrico Castiglione – ha aperto  il capitolo catanese della programmazione con due concerti il 26 e 27 luglio , protagonista la formazione cinese dell’Orchestra Sinfonica di Shenzhen diretta da En Shao, con un doppio accattivante omaggio all’opera che prevede ouverture e sinfonie celebri di Bellini, Rossini, Verdi, Smetana (posto unico € 10).  Il “Bellini Festival”proporrà ancora, il 4 settembre, il recital del grande violinista Uto Ughi, il 14 e 16 settembre il melodramma belliniano di rarissima esecuzione Zaira, mentre il 23 settembre, anniversario della morte del compositore, si terrà il concerto commemorativo, significativamente intitolato Maratona Belliniana (info: Concerti Bellini Festival, prevendita circuito BoxOffice 095 7225340 – www.ctbox.itwww.bellinifestival.org). Il 1° agosto sarà dedicato alla Santa Patrona, che la città festeggia anche in estate oltre che a febbraio, lo spettacolo Agata, tra cielo e terra, costruito su vari testi storici per ripercorrere il glorioso calvario della protomartire. Lo spettacolo si snoda tra memorie e “cunti” antichi, musiche popolari e testi poetici, curati e adattati per la recitazione e il canto. Regia Ezio Donato, musiche Mario Incudine, con Vitalba Andrea, Valeria Contadino, Ezio Donato, Francesca Incudine, Mario Incudine, Miko Magistro, Antonio Putzu, Mariangela Vacanti, Antonio Vasta (posto unico € 10, info 0957310888 – www.teatrostabilecatania.it). Il 3 agosto, Sicilia – New York andata e ritorno offrirà un “viaggio” attraverso classici americani, poesie, canzoni italiane e siciliane per raccontare la vita e le avvincenti avventure, tra la nostra Isola e gli Stati Uniti, di Leonardo Marino, in scena con Roberto Fuzio, Lucia Fossi, Laura Lo Re. Regia Angelo Tosto (posto unico € 10, info 095 7310888 – www.teatrostabilecatania.it). Il 4 agosto, un’occasione per ritrovare uno dei testi più attuali del teatro moderno, L’Avaro di Molière, per la regia di Angelo Tosto. A vestire i panni dell’esilarante Arpagone, personaggio principale della pièce, il beniamino del pubblico catanese Pippo Pattavina, affiancato da Cosimo Coltraro, Raffaella Bella, Claudia Bazzano, Davide Sbrogiò, Aldo Toscano, Santo Pennisi, Cindy Cardillo, Daniele Sapio, Laura Tornambene, Oreste Brighina (posto unico €10, prevendita circuito BoxOffice 095 7225340 – www.ctbox.it) Spazio anche alla danza con le versioni coreografiche di due celeberrimi melodrammi. Il 31 agosto Orfeo ed Euridice, su musiche di Gluck, regia e coreografie di Lino Privitera, il quale racconterà il mito dell’amore inafferrabile nell’inusuale linguaggio della danza (posto unico € 13, info 348 8864945 – 329 3594172 – www.loperadanza.it). Il 2 settembre Cavalleria rusticanaatto unico di Giovanni Targioni Tozzetti e Guido Menasci, dall’omonima novella di Giovanni Verga tratta dalla raccolta “Vita nei campi”: un paradigmatico dramma della gelosia che si consuma fra le note magiche e solenni di Pietro Mascagni. Regia e coreografie di Lino Privitera (ingresso libero). L’8 settembre l’Orchestra Giovanile Bellini – diretta da Giuseppe Romeo e composta da selezionati allievi dell’Istituto musicale “Vincenzo Bellini” di Catania – proporrà musiche di Dvořák, Bellini, Musorgskij (ingresso libero). Il 22 settembre andrà in scena Eneide, spettacolo ideato e diretto dall’attore e regista Agostino De Angelis, che ripercorrerà il viaggio dell’eroe dalla caduta di Troia alla fondazione della gente romana, con attori in voce e movimenti coreografici (posto unico € 12 www.extramoenia-sr.it).Dal 7 agosto al 10 settembre la rassegna “Efestiade (Estival)”, ossia “rappresentazioni musicali catartiche” come recita l’eloquente sottotitolo. Un racconto musicale che toccherà strumenti, regioni, tempi e culture diverse: l’Efestiade è la festività che intende celebrare proprio l’identità delle differenze, riconoscerle per condividerne liberamente le peculiarità. La sequenza prevede una rappresentanza internazionale: dal Canada Julia Kent, violoncello solo (7 agosto), dall’Italia Danilo Rossi, viola solo (13 agosto), da Creta Psarantonis, lyra cretese e voce solo (18 agosto), ancora dal Canada Eric Chenaux, chitarra e voce solo (3 settembre), dall’Islanda Benni Hemm, mini orchestra vulcanica tetra (10 settembre). Info appuntamenti Efestiade (Estival): Concerti Efestiade, Nonopiano – Libera associazione d’idee, posto unico € 15 – ridotto abbonati TSC € 10, prevendita Etcetera, 095 7152450 – 345 063434 – www.efest.it. Un calendario variegato, dunque, che s’impreziosisce di una bellissima cornice d’indiscutibile valore archeologico. «È questa la formula che riteniamo vincente – assicura il direttore Dipasquale – per offrire al nostro pubblico anche d’estate imperdibili occasioni di cultura e intrattenimento».

 

 

 

       Caterina Andò – nella foto, Pippo Pattavina nei panni di Arpagone, l’avaro di Molière

 

GRANDE ATTESA PER SAVERIO LA RUINA, PLURIPREMIATO AUTORE E INTERPRETE

In scena l’intenso monologo Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria

Sabato 12 e domenica 13 maggio alla sala Musco, ore 20:45

 

saverio.jpgCATANIA – «Spesso, ascoltando le storie drammatiche di donne dei paesi musulmani, mi capita di sentire l’eco di altre storie, di donne calabresi dell’’inizio del secolo scorso, o della fine del secolo scorso, o di oggi. Donne vittime della legge degli uomini, schiave di un padre-padrone. E il delitto d‘onore era talmente diffuso che una legge apposita quasi lo depenalizzava». Saverio La Ruina, cofondatore del gruppo Scena Verticale e nome tra i più noti della drammaturgia contemporanea italiana, racconta così il suo Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria, l’intensa pièce teatrale di cui è autore, regista e interprete e che gli è valsa, tra gli altri riconoscimenti, il prestigioso premio premio UBU (migliore attore e migliore novità italiana, edizione 2007). Lo spettacolo, che ha già raccolto gli elogi di critica e pubblico, andrà finalmente in scena anche a Catania sullo storico palco del teatro Musco, sabato 12 e domenica 13 maggio (ore 20:45) nell’ambito di Te.St., la rassegna che il Teatro Stabile di Catania dedica ai più diversi e stranianti linguaggi della scena contemporanea. Partendo dall’emblematica storia di una donna calabrese, lo spettacolo offre lo spunto per una riflessione sulla condizione della donna in generale. Raccontando la storia di una piccola donna in un piccolissimo villaggio, ci racconta della condizione della donna nel villaggio globale.  In Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria risuonano molteplici voci di donne. Voci di donne del sud, di madri, di nonne, di zie, di loro amiche e di amiche delle amiche, di tutto il parentado e di tutto il vicinato. E tra queste una in particolare. La “piccola”, tragica e commovente storia di una donna del nostro meridione, che parla in un dialetto stretto che pare quasi cantato. Dal suo racconto emerge una Calabria che anche quando fa i conti con la tragedia vi combina elementi grotteschi e surreali, talvolta perfino comici eppure sempre amari. Un monologo doloroso e feroce ma dolce e ironico a un tempo, con il quale il noto e pluripremiato attore e autore contemporaneo porta in scena il degrado di un certo pensiero maschile e maschilista, narrando l’ennesimo caso di sopraffazione familiare perpetuata ai danni di una donna. Il femminicidio e l’annichilimento fisico e culturale ai danni della donna sono dunque il fulcro dell’intera pièce, che riporta all’attenzione del pubblico l’importanza di riflessione su una piaga sociale tristemente tornata di grande attualità. È dello stesso avviso Giuseppe Di Pasquale, direttore dello Stabile etneo, che sottolinea: «Inserendo Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria all’interno del cartellone Te.St. 2011-2012, l’ente teatrale catanese non solo riconferma la sua attenzione verso i nuovi linguaggi della drammaturgia contemporanea di qualità, ma rinnova inoltre un impegno sociale cui il teatro non dovrebbe mai sottrarsi. Una scelta coraggiosa e coerente con il tema della stagione, significativamente intitolata “Donne. L’altra metà del cielo”, e interamente dedicata all’universo femminile

Caterina Andò