AUGUSTA/CASTELLO ARAGONESE: “NON CI DOBBIAMO ARRENDERE”!

Brucoli, lettera sull’ ”occasione sprecata”

downloadEgregio dottor  Càsole,

ho letto…e ho visto (abitando a Brucoli) dell’ennesima occasione persa. Le dico: in realtà nel 2010, mentre ero direttore commerciale per Alfa Romeo per Siracusa e Ragusa trovai un accordo con la Soprintendenza per coniugare il centenario dello storico marchio a una visita guidata con un percorso fotografico della nostra bell’Italia automobilistica in un contesto storico quale i saloni del nostro bel castello che fu ripulito e aperto per la prima volta in assoluto dall’inizio della ristrutturazione. Non fu facile e fu molto costoso perché non solo ho dovuto occuparmi della messa in sicurezza, dell’illuminazione, della pulizia ma persino del pagamento dei messi addetti all’ingresso, alla custodia e al controllo interno. Pensi che solo 4 ore di apertura autorizzata (in realtà prorogata, per gentile concessione, di un paio di ore per il grande flusso) costò una cifra vicina ai 20 mila euro che io da buon manager riuscì abilmente a recuperare abbinando a questa una manifestazione sportiva nel circuito di Villasmundo per la presentazione ufficiale e prevendita della Giulietta. Insomma, la realtà è che la Soprintendenza lotta con problemi di bilancio e che la sola collaborazione con i privati può riuscire a creare le

giulie

condizioni necessarie perché i monumenti possano diventare addirittura un’opportunità non solo di tipo storico ma anche commerciale (che Dio ci perdoni) dove non necessariamente tale escamotage deve essere inteso come la ricerca di un bilancio positivo o addirittura di una speculazione, basterebbe un punto di pareggio perché nessuno debba poter puntare il dito ma possa essere semplicemente soddisfatto di iniziative creative e fruibili da tutti. Poi ognuno, all’interno di una iniziativa, ha il diritto di ritrovare la propria motivazione, il proprio obiettivo nel rispetto della storia e delle esigenze altrui. Non ci dobbiamo arrendere, dobbiamo continuare a ricercare intese produttive nell’interesse della popolazione, della nostra storia e della nostra cultura..che spesso, troppo spesso, viene trascurata per esigenze di bilancio.

Gilberto L Perrone – nelle foto sopra, il castello aragonese e l’evento di cui parla il nostro lettore

 

AUGUSTA/ DOMENICA 21 VISITABILE IL CASTELLO ARAGONESE DI BRUCOLI

Grazie all’iniziativa del  Rotary club

downloadAUGUSTA. Domenica 21 settembre, a partire dalle 10.30, il pubblico potrà visitare  il castello aragonese che sorge sull’omonima piazza  di Brucoli, la Frazione marinara di Augusta. Il castello è stato reso fruibile dal pubblico due estati fa. Poi, inopinatamente, la chiusura. Il castello aragonese, da questo punto di vista, fa il paio con il castello svevo di Augusta. Gli aggettivi  attribuiti all’uno e all’altro testimoniano il periodo in cui l’uno e l’altro furono costruiti: lo svevo sotto Federico II, fondatore di Augusta, l’aragonese, secoli dopo, sotto il regno di Giovanna la Pazza. Il castello aragonese è molto più piccolo di quello svevo e sarà fruibile domenica grazie a un’iniziativa del Rotary club cittadino, presieduto per quest’anno da Pippo Corbino, che all’inizio del suo mandato, nello scorso mese di luglio, ha già  tenuto una riunione conviviale per i soci all’interno del restaurato forte Vittoria, al centro del porto di Augusta.

G. C.

BRÙCOLI: IL CASTELLO ARAGONESE E LA LEGGENDA DI GIOVANNA LA PAZZA

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castello di Brucoli.jpgBRUCOLI – Nel XV secolo Brucoli era un piccolissimo borgo marinaro di pescatori, eppure era considerato un caricatore fra i più importanti della Sicilia orientale. In Sicilia erano  chiamati caricatori  le aree con un porto,  dov’era depositato, per scopi commerciali, il grano proveniente dai luoghi interni dell’Isola.  Nel 1466, regnante Giovanni II d’Aragona e di Sicilia, il porto e il caricatore di Brucoli,  sottratti al dominio di Antonio Moncada,  furono destinati, per volontà règia, a far parte dei beni della “Camera reginale”, com’era chiamato il complesso di beni territoriali, città comprese, costituenti il patrimonio personale della regina. La Camera reginale era amministrata da un governatore. Con il privilegium del 1466, Giovanni II concesse a sua moglie, Giovanna Enriquez, sposata in seconde nozze, il porto e il caricatore per l’edificazione di un castello-fortezza, all’imboccatura del canale, sulla parte settentrionale di Brucoli, per meglio difendere il grano e le altre merci da imbarcare.  Governatore della Camera reginale era Giovanni çabastida (leggi Sabastid), che viene ricordato  in una lapide murata  nella torre principale del castello:  SOTTO IL REGNO DELLA REGINA GIOVANNA SONO STATA COSTRUITA PER CUSTODIRE LE MESSI DI BRUCOLI. SONO CHIAMATA TORRE çABASTIDA PERCHE’ GIOVANNI çABASTIDA MI FECE COSTRUIRE E DA LUI PRESI IL NOME. Una  ricercatrice all’Istituto di studi sulle società del mediterraneo del CNR e docente all’Università Orientale di Napoli, Gemma Coleasanti,  ha scoperto  nella  biblioteca dei Gesuiti di Barcellona, in Catalogna,  quattro libri di contabilità, di cui due mastri cioè definitivi e due scartafacci, cioè di appunti,  e un carteggio di corrispondenza tra due sorelle Johanna e Catarina Sabastida. Dalla traduzione di queste lettere e di un libro mastro, scritti in catalano, misto a siciliano, finalmente viene documentato con il dovuto rigore scientifico un periodo storico, seconda metà del 400, che vedeva il Caricatore di Brucoli come uno dei più importanti nell’àmbito degli scambi commerciali che avvenivano all’epoca dei fatti tra la Sicilia, il Nord Africa, Barcellona, Venezia e altre città.  Catarina, moglie di Giovanni çabastida, continuò a svolgerne le funzioni dopo la morte del marito, rivelandosi, inaspettatamente, una vera e imprenditrice. Mercanteggiava in  panni, frumento,  carni,  pelli,  schiavi; produceva frumento, pane e vino;  proprietaria di un hostal a Brucoli,  dove si fittavano camere e si vendevano al dettaglio pane vino e carni, e  prestava pure denaro. Queste notizie sono state fornite pubblicamente dalla stessa ricercatrice il 23 luglio 2011, in occasione di una manifestazione, con tanto di  figuranti  in costume, organizzata dal Circolo Unione di Augusta, per valorizzare proprio il castello aragonese, aperto al pubblico e solo per un periodo limitato giusto l’anno dopo. La Colesanti fornì ancora molti interessanti dettagli della vita civile, degli scambi commerciali che condizionavano l’economia di Brucoli, di Siracusa, del “Val di Noto” nel 400, affermando che” nessuna regina, nessuna Giovanna la pazza è stata mai a Brucoli, sono tutte leggende” .   

Giorgio Càsole