CARTELLE “PAZZE”DELLA VECCHIA ICI? MONTA LA PROTESTA DEI CITTADINI

BOLLETTA%20TARSU_Public_Notizie_270_470_3.jpgAUGUSTA. Non è la prima volta che gli enti pubblici, vogliosi di fare cassa, ci provano, non sappiamo se in séguito a un vero disegno secondo il quale i cittadino non sono considerati utenti, ma sudditi. Anni fa ci provò l’Agenzia delle Entrate, ufficio statale territoriale, che inondò le case dei cittadini con una richiesta di pagamenti di migliaia di euro, pari ai milioni di lire di una volta, per imposte non pagate, secondo l’Agenzia delle Entrate in seguito al terremoto del 1990. Dopo quell’evento, i cittadini chiesero e ottennero di rateizzare le varie imposte, IVA, IRPEF, ecc,, secondo scadenze ben precise. Scadenze che molti cittadini ligi rispettarono, conservando, per fortuna, le ricevute degli avvenuti pagamenti. Uno dei governi capeggiati d Berlusconi, per far cassa e per “salvare” contribuenti che non avevano pagato, e fra questi personaggi di spicco di quel governo, varò un condono tombale che consentì a questi contribuenti “furbi” di mettersi a posto con la legge, risparmiando un bel po’ di quattrini, perché il condono consentiva un forte risparmio. Dopo il condono tombale, però, l’Agenzia delle Entrate, forse delusa dalle entrate derivanti dal condono, essendo ministro Padoa Schioppa, senza vedere né sentire, inviò tutta una serie di ingiunzioni di pagamento praticamente a tutti i cittadini residenti nei territori delle province di Catania, Siracusa e Ragusa, per reclamare i pagamenti, che molti avevano già effettuato, rispettando le rateizzazioni. I cittadini intasarono sùbito le locale succursali dell’Agenzia e, solo dopo lunghe fila, venivano ricevuti da scostanti impiegati, i quali chiedevano agli utenti di esibire fotocopie,  a spese dei contribuenti stessi,  delle ricevute di pagamento. Quindi, altra fila, altro tempo perso, altro stress, prima di ricevere l’annullamento delle cartelle cosiddette pazze. La stessa cosa succederà ora a tutti quei malcapitati augustani che dovranno penare prima di vedere annullate queste nuove cartelle pazze relative all’ICI, riconosciute erronee pure dall’attuale commissario reggente, il 75enne La Mattina.  Come dire, siamo sudditi e non cittadini.  I cittadini, infatti,   contestano, ma la Publiservizi anziché chiedere scusa e riconoscere l’errore, reclama i cittadini davanti ai suoi sportelli. Le quote da pagare richieste riguardano il 2007 e le contestazioni concernono l’acconto relativo a quell’anno. La Publiservizi, società privata che, per volere dell’ultima Giunta Carruba, riscuote i tributi comunali con un aggio del 30 per cento,  avrebbe  riscontrato il mancato pagamento nel 2007 da parte di circa 200 contribuenti; nel 2008 di oltre una sessantina, nonché circa 300 omissioni di parziali di pagamento per un importo complessivo che si aggira intorno ad 1 milione e 500 mila euro. Anche se queste somme sono necessarie per le esauste casse comunali, deficitarie, com’è ormai noto, di 42 mln di euro, gli augustani chiedono chiarezza e pretendono risposte a dubbi e perplessità. In merito alla questione relativa al tipo di contratto che lega il Comune alla Publiservizi, il commissario reggente, nell’ultima seduta di Consiglio comunale, ha detto che,  essendo il contratto una concessione del servizio di riscossione, di aver proposto alla Publiservizi l’abbattimento del 50% delle percentuali che confluiscono nelle tasche della società. Vedremo se la società accetterà la proposta e se rivedrà con attenzione tutte queste cartelle inviate ai cittadini.

Diletta Càsole