Rigassificatore Ionio Gas di Priolo-Melilli: lettera aperta del prof. Luigi Solarino al Presidente regione Sicilia

luigi_solarino.jpgEsimio Signor Presidente,

onde far chiarezza sulla questione del rigassificatore di Priolo-Melilli, è in fase avanzata di organizzazione un Convegno scientifico sul tema. Relatore prof. Alessandro Martelli, direttore dell’ Enea di Bologna, con la partecipazione del Dott. Concetto Puglisi del CNR di Catania, del Dott. Antonino Cuspilici dell’Ufficio Speciale Zone ad Alto Rischio e di altri esperti del settore.

Questo in quanto, come Lei ne è a conoscenza (ns. nota del 13.11.2011), gli studi di Enea, Ispra, CNR e Università La Sapienza esprimono serie perplessità sulla sicurezza attuale dell’area industriale siracusana e ne indicano le soluzioni.

Convinti che è indispensabile la Sua partecipazione, La preghiamo di farci cortesemente conoscere la data in cui Ella è disponibile per avere la certezza della Sua autorevole presenza.

Nel frattempo, sulla base di quanto già esposto, La preghiamo di soprassedere al provvedimento per avere, come tutti noi, maggiori conoscenze e quindi elementi utili alla decisione che Ella dovrà adottare.

In attesa, voglia gradire i nostri più distinti saluti.

Uguale invito è stato esteso e recapitato all’Assessore Giosuè Marino.

    Luigi  Solarino

RIGASSIFICATORE? SOLO UNA BOMBA POTENZIALE CHE DANNEGGEREBBE IL NOSTRO PORTO

L’ IMPIANTO DI RIGASSIFICAZIONE POTREBBE PROVOCARE LO SMANTELLAMENTO DELLA BASE MILITARE DI AUGUSTA E NON PORTEREBBE NESSUNA OCCUPAZIONE

Senza titolo-1.jpgAUGUSTA. Gli ambientalisti “storici” di Augusta e dintorni, Luigi Solarino,  docente universitario in pensione di Chimica industriale, nè Giacinto Franco, pensionato  anch’egli, già primario pediatra al civico “Muscatello”, seguono attentamente – e non da ora, ma da sempre, tutti  gli sviluppi che riguardano il progetto di localizzare in territorio di Melilli, ma con sbocco nel porto di Augusta,  un impianto di rigassificazione, che, sul piano occupazionale, non porterebbe  che pochi benefici e che, invece, costituirebbe un gravissimo pericolo, come bomba potenziale, in un’area ad alto rischio di crisi ambientale come la nostra, e rappresenterebbe concretamente un pericolo serio di danneggiamento del traffico commerciale del nostro porto, oltre a poter rappresentare una minaccia per la presenza della base militare. La Forza Armata potrebbe anche decidere di smantellare la base e localizzare altrove le unità e la logistica: il che costituirebbe il più grosso scorno per Augusta che diventerebbe veramente un povero comune del siracusano,senza più identità e possibilità di sviluppo. Occorre riflettere e, all’occorrenza, reagire contro questo gravissimo rischio. Ecco la lettera di Franco e Solarino:

“On. De Benedictis abbiamo letto la Sua dichiarazione del 30 dicembre scorso all’Assemblea Regionale Siciliana su “Non fermiamoci al rigassificatore: dalle compensazioni un progetto di riconversione della nostra area industriale”. Dopo la critica e le aggressioni verbali dell’on. Marziano all’ on. Borsellino, rea di aver presentato un’interpellanza in sede parlamentare europea sulla pericolosità del rigassificatore di Melilli, arriva Lei con un intervento che, di fatto, secondo noi, condivide la svendita per 80 milioni di euro, della sicurezza dei residenti nella zona industriale siracusana ai signori delle 5 Terre, come se non fosse bastata la scomparsa di Marina di Melilli per loro “merito”.

L’unico programma di interventi per l’occupazione e la tutela della salute delle popolazioni interessate, di cui parla Lei, esiste da tempo e non ha bisogno né di compensazioni per il rischio-rigassificatore né delle transazioni inventate a beneficio esclusivo degli industriali, dal nostro ex ministro dell’Ambiente, ma necessita solo di volontà politica e determinazione da chi ci rappresenta a livello regionale e nazionale. Lo scopo vero del rigassificatore è quello di trasformare la nostra zona industriale in hub energetico, che significa poca occupazione e molti profitti per chi vuole realizzarlo. Non ci dobbiamo dimenticare che non esiste una rapporto di parità tra domanda e offerta per il GNL trasportato su nave. Le stazioni di liquefazione del metano, per trasporto su gasiere, hanno una potenzialità pari a circa un quarto di quella dei rigassificatori, che, quindi, lavoreranno nelle migliore delle ipotesi molto al di sotto del loro potenziale. I rigassificatori vengono realizzati quasi totalmente a spese della comunità (80%) e, se non dovessero funzionare o funzionare a regime ridotto, cosa molto probabile, i mancati guadagni vengono sempre garantiti a spese della comunità (Cip6). In pratica i rigassificatori convengono solo agli industriali in quanto a rischio zero.

Inoltre tale impianto comporterà un notevole declassamento del porto commerciale e, sicuramente lo smantellamento della Marina Militare, a causa delle disposizioni IMO (International Maritime Organization) e del potenziale aumento del rischio attentati.

Dove sono andati a finire l’accordo di programma per la chimica, le bonifiche e le riconversioni? Solo parole: i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

A un  territorio che chiede, prima di ogni cosa, sviluppo e sicurezza, Lei propone un rigassificatore da realizzare tranquillamente in una zona a triplice rischio: sismico di 1° grado, militare nazionale e Nato con stoccaggi di armamenti e industriale, il tutto in stretta vicinanza di città, strade, autostrade, ferrovie e stoccaggi tossici e idrocarburici e dove, pertanto, l’effetto domino è sempre dietro l’angolo.

Noi di Decontaminazione Sicilia e di AugustAmbiente, assieme al CNR di Catania e al dott. A. Cuspilici, responsabile dell’Ufficio Speciale per le Aree a Rischio, ci siamo attivati a organizzare entro il mese corrente un convegno. Relazionerà il prof. Alessandro Martelli, direttore dell’Enea di Bologna, che negli scorsi anni, su incarico del CNR, assieme all’Ispra e all’Università La Sapienza di Roma, a lungo ha studiato sugli stoccaggi e sugli impianti RIR (Rischio di Incidente Rilevante) presenti nella nostra zona industriale. Le conclusioni, a cui il Martelli è giunto, sono tutt’altro che rassicuranti. Inoltre,  nei suddetti studi vengono date indicazioni precise su come mettere in sicurezza stoccaggi e impianti RIR, cosa a oggi non effettuata nonostante sia stato relazionato sia il Ministero dell’Ambiente che quello delle Attività Produttive, e sono stati presi in considerazione i progettati serbatoi criogenici del previsto rigassificatore, giungendo alla conclusione che essi sarebbero tutt’altro che sicuri in caso di evento sismico. A tal proposito vengono suggeriti anche qui gli opportuni accorgimenti per metterli in sicurezza.  Pertanto sarebbe utile, prima di esprimere facili pareri, di ascoltare chi il problema lo ha studiato ed è in condizione di dare suggerimenti, e, infine,  su una valutazione complessiva di rischi benefici dare un parere che non può essere basato solo sugli 80 milioni di compensazioni che rappresentano solo una goccia nel deserto, riferita alla bisogna delle bonifiche e della riconversione industriale del polo siracusano.-

On. De Benedictis, alla luce delle nostre considerazioni, la preghiamo di voler essere più cauto nella posizione Sua e di parte del PD, di non pensare agli amministratori locali, ai sindacati e agli industriali, se davvero è seriamente interessato al nostro territorio e ai gravi problemi che lo affliggono.

Una decisione può venire solo dopo aver ascoltato tecnici che, obiettivamente hanno studiato il problema e non sulle considerazioni rilasciate in convegni gestiti da tecnici di parte industriale. Non è un caso che il governatore Lombardo in più occasioni, sul rigassificatore, ha avanzato riserve, e ancora oggi si rifiuti di firmare l’autorizzazione.”

 Giacinto Franco e Luigi Solarino  –  AugustAmbiente e Decontaminazione Sicilia

 

COLONNE DI FUMO DALLO STABILIMENTO ERG di Priolo

Ancora incidenti presso lo stabilimento ERG di Priolo.

Attorno alle ore 10.30 di ieri 20 dicembre, un incendio si è sviluppato nell’area SG10 dello stabilimento ERG, provocato dalla fuoruscita di combustibile da un oleodotto.

I Vigili del fuoco, prontamente intervenuti, hanno lavorato per oltre un’ora. 

Indagini in corso.

    G.T.

MORELLO, “AZIONI DI RECUPERO E TUTELA DELLA QUALITA’ DELL’ARIA”

LO ANNUNCIA L’AUGUSTANO DOMENICO MORELLO, DIRIGENTE SETTORE AMBIENTE DELLA PROVINCIA

 

morello, dir. amb. SR.jpgAUGUSTA. Gli enti provinciali stanno per essere ridimensionati, se non del tutto smantellati. Il nuovo governo Monti ha stabilito un drastico taglio delle rappresentanze provinciali, nell’attesa di una cancellazione da parte del parlamento dell’ente intermedio fra Comuni e Regione. Le Province non avranno più presidente né giunta, ma solo un consiglio di dieci componenti, non eletti, ma di nomina  dei Comuni.  In questa fase di transizione i compiti della Provincia dovranno essere di indirizzo per gli àmbiti sovra comunali e fra questi, sommamente, quelli che riguardano la tutela dell’ambiente, tanto più importanti e urgenti nella nostra area, definita nel 1990, proprio dal Ministero per l’ambiente,  a elevato rischio di crisi industriale. In prima linea la Provincia di Siracusa, con il suo dirigente, l’augustano Domenico Morello, ingegnere, da anni nel delicatissimo incarico, che ha preannunciato che  l’ente provinciale ha presentato 2 progetti riguardanti  la linea di intervento “Azioni di recupero e tutela della qualità dell’aria nelle aree a elevato rischio di crisi ambientale. Il primo intervento prevede l’aggiornamento dell’attuale rete di monitoraggio, in base alle recenti normative. Si provvederà, innanzitutto, alla sostituzione degli analizzatori delle Pm 10 non a norma, con quelli provvisti di analizzatori bi-canale, in grado di determinare sia la frazione Pm 10 che quella Pm 2,5 del particolato. Si procederà, inoltre, alla sostituzione di un analizzatore di monossido di carbonio, di 10 generatori idrogeno, di 3 analizzatori di benzene, toluene e xilene, nonché all’installazione di 3 nuovi analizzatori, di cui 1 per i composti organici volatili, 2 per i mercaptani e composti odorigeni solforati».  Per ciò che concerne il progetto incentrato sul traffico, Morello ha precisato che «Sulle principali direttrici stradali di competenza della Provincia, in accordo con i Comuni della coalizione del Pist saranno allocate 15 postazioni di rilevamento dei flussi di traffico. Anche grazie alla simulazione dinamica e tridimensionale del trasporto, nonché alla diffusione e trasformazione chimica degli inquinanti in atmosfera, si potranno elaborare mappe di concentrazione per tutti i parametri statistici e per i diversi inquinanti».

Giulia Càsole

INTRROGAZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO SUL RIGASSIFICATORE DI MELILLI

rigas.jpgUn’Altra Storia” associazione politico-culturale, presieduta da Rita Borsellino, insieme ai comitati di Melilli-Priolo da tempo hanno segnalato la pericolosità dell’impianto che la Ionio S.r.l. intende realizzare in una zona industriale già tristemente famosa come “triangolo della morte”, dove l’effetto domino potrebbe generare una catastrofe anche solo per un errore umano, dove la presenza di un affollato porto commerciale non garantirebbe le misure di sicurezza legate alla distanza da mantenere rispetto alle navi gasiere e dove ancora la presenza del porto militare ci fa diventare anche zona a rischio nucleare, quando periodicamente siamo visitati da sommergibili nucleari, forse meno sicuri delle centrali, come denunciato da Legambiente.

L’unico politico sempre sensibile e coerente si è dimostrata Rita Borsellino, che già in un sua visita ad Augusta aveva manifestato il suo parere negativo ad autorizzare la costruzione dell’impianto, in una zona dove non mancano le centrali e sarebbe invece necessario bonificare e programmare un piano industriale che non sfrutti il territorio. 

UN’ALTRA STORIA AUGUSTA

Radar anti-migranti puntato nel golfo di Augusta

Advanced_Coastal_Surveillance_Radar.jpgL’ultimo regalo della ex ministra Stefania Prestigiacomo agli abitanti del triangolo della morte Melilli-Augusta-Priolo, l’area a più alto rischio ambientale di tutto il Mediterraneo. Si tratta di uno dei radar acquistati dalla Guardia di finanza in Israele per far la guerra ai migranti, lo stesso che era stato installato nella riserva naturale del Plemmirio, Siracusa, e poi smantellato per non deludere i concittadini-elettori della prima donna dei berlusconiani doc di Sicilia, fortemente preoccupati per le sue potenti emissioni elettromagnetiche. “Lo trasferiremo da un’altra parte, lontano dai centri abitati”, aveva annunciato la Prestigiacomo. Detto e fatto. Adesso il radar anti-migranti si mostra in tutta la sua pericolosa grandezza puntando al Golfo di Augusta, in cima ad una collina calcarea di località Cugnicello Palombara, nel comune di Melilli, all’interno di quella che sino al 2000 era una delle più importanti stazioni per le telecomunicazioni della Marina militare e delle forze Usa e Nato. Peccato che il nuovo impianto della Gdf è tutt’altro che distante dalle popolazioni: a due passi c’è Melilli con i suoi 12.000 abitanti; più sotto i centri di Priolo Gargallo ed Augusta e chilometri e chilometri di raffinerie ed industrie petrolchimiche, interminabili file di camini, torri e ciminiere che avvelenano l’ambiente e il territorio. Un golfo, quello tra Augusta e Siracusa, che di sbarchi di migranti nell’ultimo secolo non ne ha visti ancora, ma che invece è meta tutti i giorni, 365 giorni all’anno, delle soste di petroliere, navi portacontainer zeppe di sostanze altamente tossiche, finanche sottomarini e portaerei a propulsione nucleare. La più grande pattumiera d’Europa, esposta al rischio sismico e ai maremoti, dove la follia delle transnazionali dell’energia vorrebbe costruire perfino un immenso rigassificatore… È sempre più disumano il volto del capitalismo d’Italia.

   Antonio   Mazzeo   AgoraVox Italia

Legambiente e le scuole di Augusta in progetti di rivalutazione di Mègara Hyblaea

arte, cultura, istruzione, ambiente

Il 14 novembre si è “popolato” il sito archeologico di Megara  Hyblaea con gli alunni del liceo “Megara”  e del 1° circolo didattico “G. Pascoli” di Augusta.

I liceali hanno messo in scena un brano di Plauto e hanno fatto da tutor agli alunni delle elementari in un percorso guidato all’interno del sito.

Le attività sono state programmate all’interno della X edizione della manifestazione promossa da Legambiente Sicilia denominata “SALVALARTE”.

Una conferenza stampa è stata tenuta da

 Gianfranco Zanna, responsabile per i Beni culturali di Lagambiente Sicilia;

 Mariella Musumeci, direttore del servizio parco archeologico di “Leontinoi” e delle aree archeologiche di Lentini  e dei comuni limitrofi;

Valentina Pugliares, referente di Salvalarte Augusta e Enzo Parisi, della segreteria di Legambiente e presidente del C.E.A. di Augusta, che ha sottolineato che “ il circolo di Legambiente Augusta ha voluto richiama l’attenzione sul sito di Megara Hyblaea, perché poco è cambiato da SALVALARTE del 2003. Nel 2004 Legambiente si è fatta promotrice, insieme con altre associazioni ambientaliste, circoli culturali e un comitato di cittadini, di una petizione popolare per dire-no al mega inceneritore- ,che, secondo il progetto previsto dalla Regione siciliana, dovrà essere realizzato nelle vicinanze del sito archeologico”.

“Da allora si è cercato di promuovere azioni di sensibilizzazione all’interno delle scuole, per inserire il sito in percorsi di conoscenza e promuoverne la tutela.  Negli ultimi mesi il circolo, anche all’interno del C.E.A ., è fortemente impegnato in progetti con  le scuole, ( “Siti da salvare storie da raccontare”,  PON C3 “Legali al sud”)  che, partendo da conoscenze storiche, architettoniche e antropologiche, affrontano un’analisi delle criticità del sito e si pongono come obiettivi, proposte di tutela e valorizzazione per il loro superamento”- ha spiegato Valentina Pugliares.

Zanna ha evidenziato che: “obiettivo della manifestazione è accendere i riflettori su un patrimonio che rischia di perdersi perché abbandonato”.

Mariella Musumeci ha rilevato che con le poche risorse disponibili si sono fatti passi significativi e  si sta lavorando per realizzare opuscoli da offrire ai visitatori e per dotare l’antiquarium di un impianto antincendio e un sistema di video sorveglianza; la direttrice ha evidenziato inoltre: “di puntare sulla scuole per far conoscere questa importantissima area archeologica, affinché possa infondersi quel senso di tutela e appartenenza a tutte le forme della nostra cultura”.

Per diversi anni l’area è rimasta in totale abbandono ma, grazie alla convenzione tra l’ispettorato foreste e il dipartimento del servizio parco archeologico di Leontinoi, sono stati destinati 49 giorni, dei 150 assegnati ad alcuni lavoratori a tempo determinato del Servizio Antincendi Boschivo, che hanno temporaneamente consentito di ripulire il sito. Sarebbe auspicabile una manutenzione ordinaria, un ripristino dei cartelli all’interno del sito e un potenziamento della segnaletica stradale per raggiungere il sito.
La Musumeci ha inoltre concluso auspicando che “ sia possibile lavorare con enti e associazioni locali per costruire insieme un futuro, affinché questa realtà sia sempre più bella” .

R. P.  – Nella foto, alunni per SALVALARTE

Petrolio in mare nel porto di Augusta

augu.jpgAUGUSTA.  Incidente nel pontile Isab-Erg con fuoriuscita di petrolio nello specchio d’acqua del porto di Augusta. L’allarme è scattato intorno alle 13.30 del 17 novembre. La sala operativa della Capitaneria di Porto di Augusta ha ricevuto per telefono  dalla Raffineria Isab la notizia  di un inquinamento marino a causa di un incidente su una delle linee del superpontile e precisamente agli accosti 20 e 21, con fuoriuscita di petrolio greggio. Scattavano immediatamente le procedure operative previste dal piano di emergenza per fronteggiare gli inquinamenti in mare e veniva inviata sul posto la motovedetta CP 525 per un primo sopralluogo in zona. Contestualmente veniva disposto l’intervento dei mezzi antinquinamento portuali delle ditte “Ternullo” e “Snad” allo scopo di procedere a un primo confinamento, per poi realizzare il contenimento del prodotto e, infine,  all’abbattimento della macchia inquinante, mentre i tecnici del pontile procedevano alle operazioni di depressurizzazione della linea dell’oleodotto allo scopo di intercettare e bloccare la fuoriuscita del petrolio greggio. Il sopralluogo effettuato in mare dalla motovedetta della Guardia Costiera ha consentito di accertare l’entità del versamento (meno di 2 metri cubi di greggio per un estensione di circa 0,3 chilometri quadrati), mentre dai rilievi  della Capitaneria  si è potuto dedurre che l’inquinamento sarebbe stato provocato dalla presenza di un foro, che ha causato la perdita di greggio lungo il camminamento del pontile con la conseguente successiva tracimazione del prodotto  in mare. Le operazioni di recupero in mare del prodotto petrolifero (interamente confinato all’interno di circa mille metri di panne galleggianti) sono state coordinate dalla sala operativa della Capitaneria di Porto di Augusta e si sono protratte senza interruzioni anche durante le ore notturne, al fine di consentire una più rapida soluzione del problema.

Le operazioni di bonifica si sono concluse nel pomeriggio del 18 novembre.

GdA

I comitati ambientalisti contro il rigassificatore presentano esposto alla Procura

solarino giacinto.jpgAugusta, “Decontaminazione Sicilia” e il Comitato “No Rigassificatore” di Melilli, con una missiva a firma di Luigi Solarino e Giacinto Franco, inviata al presidente della Regione Raffaele Lombardo, hanno reso noto di aver presentato un esposto alla  Procura siracusana  della Repubblica in merito alla realizzazione del rigassificatore. Secondo le associazioni ambientaliste “ la realtà attuale della nostra zona industriale è che sia gli attuali serbatoi di stoccaggio che i progettati 3 serbatoi da 150 mila m3 del rigassificatore, oltre a essere allocati in zona S 12, sarebbero ancorati a dettami costruttivi antichi e, pertanto, l’impianto di rigassificazione costituirebbe nell’area un aumento esponenziale e non accettabile di rischio per l’incolumità delle popolazioni residenti considerata l’alta esplosività e infiammabilità del metano liquido”. Le associazioni ambientaliste  citate chiedono alla Procura della Repubblica di indagare se  “sull’effettiva pericolosità sismica dell’area e sulla vulnerabilità degli impianti siano state poste le debite attenzioni e prevenzioni nell’iter autorizzativo del rigassificatore, considerato che il primo parere espresso dall’Assessorato Territorio e Ambiente del 26.11.2009 era stato negativo, specie per la sismicità del sito e la vetustà degli impianti esistenti da oltre 50 anni”. Altro importante elemento, secondo le associazioni,  è la circolare Imo (International Marittime Organization) n°257 del 11/12/07, con la quale la Capitaneria di Chioggia ha emesso l’ordinanza n°63/08 circa il rigassificatore off shore di Porto Viro (Rovigo), la quale stabilisce un’area di interdizione assoluta con divieto di ancoraggio per un raggio di 1,5 miglia nautiche dal rigassificatore. All’interno di quest’area una zona di sicurezza sempre circolare con un raggio di 2000 metri dove sono vietati il transito, l’ancoraggio, lo stazionamento di navi in attesa, la pesca, le attività subacquee e qualsiasi altra attività. Gli ambientalisti ritengono come tutto ciò sarebbe inconciliabile nella zona industriale siracusana dove insiste il pontile Nato, dove attraccano anche sommergibili nucleari, pontile questo che viene utilizzato per i rifornimenti militari nelle varie operazioni di guerra, e che disterebbe circa 200 metri dall’attracco della metaniera. L ‘impianto  di rigassificazione verrebbe allocato adiacente all’Icam e all’interno dell’Erg nord,  in cui continuano a registrarsi incidenti anche gravi”.  E’ rimarcata anche la presenza della Marina Militare,  la cui sicurezza con la realizzazione dell’impianto verrebbe fortemente compromessa. Le associazioni ambientaliste, da anni auspicano la messa in sicurezza di impianti e stoccaggi e condannano il silenzio delle istituzioni.

GdA –  nella foto in alto, Luigi Solarino e Giacinto Franco