AUGUSTA, IL CUORE DI MAURO ITALIA & C PER RIDERE E COMMUOVERE

Mauro& C in 4o ma non li dimostraAugusta.  Si è riso molto, a volte fino alle lacrime, per le pantomime di Mauro Italia sulle tavole del grande palcoscenico del  teatro di Città della Notte, domenica 30 aprile,  quando le porte  si sono aperte ancora una volta, l’ultima dell’attuale stagione di “Teatro nel cuore”, ideata e fortemente  voluta e diretta con fermezza da Mauro Italia, direttore artistico, attore e regista stabile dell’associazione augustana “Teatro stabile di Augusta”, che da qualche anno ha, in effetti, un ridotto teatrale stabile, dove poter produrre e ospitare anche spettacoli innovativi, oltre che essere il luogo giusto per incontri culturali e per scuola di musica. Mauro & C. hanno rappresentato una briosa commedia dei fratelli De Filippo, Peppino e Titina, fratelli del grande Eduardo, figli naturali del commediografo e attore napoletano Eduardo Scarpetta: quindi un testo di sicuro gradimento da parte del pubblico che, come nelle altre rappresentazioni, ha affollato l’enorme platea del teatro, ormai da considerare il vero teatro di Augusta, non solo perché il cosiddetto teatro comunale è chiuso da quasi quattro anni o più, ma perché non può essere considerato un teatro,  essendo  soltanto un’aula magna adattata per ospitare eventualmente compagnie locali amatoriali, non già le compagnie professionistiche di giro.  Mauro e compagni hanno recitato, lievemente adattata e recitata parzialmente in siciliano, i due tempi di “Quaranta… ma non li dimostra”, con Pippo Zanti, ormai inseparabile compagno di scena di Mauro, e Ninetta Lavio, efficacissimi  nei due ruoli principali,  e con un gruppo nutrito di giovani fra cui uno stuolo di donne: Carla Baffo, Giulia Buscema, Marinella Colizzi, Angela Guerriero, Miriana Salis; non sono mancati, naturalmente gli uomini, fra cui lo stesso Mauro Italia, che ha adattato anche il testo, curando la regia,  con Giovanni Spadaro e Giuseppe e Simone Trupia. Oltre a scegliere per sé la parte più comica, Mauro Italia si è ritagliato, nel secondo tempo, inserendolo in un contesto scenico  appropriato, un angolo tutto suo in cui, estrapolato dalla commedia, ha inserito un suo inno d’amore per il teatro, cantando una sua romanza, che potremmo definire autobiografica, sul mestiere dell’attore, mentre alle sue spalle una coppia di giovani ballerini eseguiva, in controluce,  passi di danza leggera, quasi una metafora della vita, che, come in un balletto, oscilla fra la luce e l’ombra. Una sorta di inno perché il teatro non muoia mai.

   Giorgio Càsole

AUGUSTA, “QUESTI FIGLI AMATISSIMI” E APPLAUDITISSIMI DI REDICUORE

A Città della Notte è andata in scena la commedia di Roberta Skerl per il cartellone FITA

Redicuore Figli amatissimiAugusta. Peccato! Potrebbe essere questa l’esclamazione da parte di chi non ha potuto assistere all’ultima rappresentazione della stagione teatrale, posta sotto l’ègida della FITA, a Città della Notte.  Si potrebbe esclamare “peccato” per tre  ragioni. La prima ragione.  Non aver  visto Mr.  Bean con la barba o, meglio, il sosia siculo-pugliese di Rowan Atkinson,  l’attore inglese che ha portato al successo l’omino britannico dai suoni poco articolati,  chiamato, appunto, Mr. Bean. Ci riferiamo a Vanni Petruzzelli, pugliese doc (come rivela il cognome – celebre il teatro Petruzzelli di Bari),  ad Augusta da tre anni e già protagonista della commedia “Questi figli amatissimi”, di Roberta Skerl, messa in scena dalla compagnia cittadina Redicuore, qualche sera fa, davanti a una platea  foltissima e plaudente. La  seconda ragione  deriva dal tema attualissimo – il difficile rapporto odierno genitori-figli – che ha offerto spunti di riflessione per  tutti, giovani  e meno giovani, come in una sorta di psicodramma, che tocca e coinvolge sul piano emotivo, oltre che cognitivo. Terza ragione. Il livello della  messa in scena e, quindi, della recitazione,  che si apparenta a quello di una compagnia professionistica di giro. Sin dal loro apparire sulla scena Vanni Petruzzelli e Stefania Arena, che hanno impersonato i genitori, non hanno dato l’impressione d’essere dilettanti e hanno saputo tener desta l’attenzione del pubblico senza ricorrere ad alcun artificio,  con il sostegno di Mirko Birritteri e di Daniela Morello, i “figli amatissimi”, costretti a ritornare a convivere con i genitori  a causa dei loro personali fallimenti. La regìa di Patrizia Gula, regista stabile di questa compagnia che predilige commedie “attuali”, è stata rispettosissima del testo, servito  senza sbavature, senza adattamenti e senza traduzioni in siciliano,  riuscendo a miscelare i toni agrodolci,  anche attraverso l’uso di siparietti e di briose colonne sonore, cui la Gula è affezionata. La messa in scena è stata “servita” da una scenografia molto suggestiva in bianco/nero, come i sentimenti  che contrappongono i genitori ai figli e viceversa, ideata dalla stessa Gula,  coadiuvata da Andrea Risetti che ha  sagomato abilmente   i mobili in polistirene. L’appuntamento è al prossimo autunno.

Giorgio Càsole

Nella foto: la compagnia “Redicuore” al completo

ECCELLENTE PROVA D’ATTRICE DELL’AUGUSTANA MARIAPAOLA TEDESCO

TedescoVillasmundo (SR) – Città  della Notte. C’è attesa per il terzo spettacolo della stagione denominata “Teatro nel cuore”, fortemente voluta da Mauro Italia, direttore artistico,  regista stabile e prim’attore del  “Teatro stabile di Augusta”, un’associazione che si  adopera da anni per tenere viva la fiammella del teatro in una città che  è priva di un  teatro  vero e proprio. Di solito, Mauro e i suoi mettono in scena, generalmente,  copioni collaudati della tradizione dialettale siciliana, per  far trascorrere lietamente un paio d’ore al pubblico.  Eccezionalmente, fanno un ‘incursione nel varietà, se consideriamo varietà anche il musical. Lo scorso  anno, infatti, Mauro Italia e i suoi ebbero un grande successo con la commedia musicale “Aggiungi un posto a tavola” di Garinei e Giovannini,  portata sulle scene nazionali da  fior di attori quali Johnny Dorelli, oggi ottantenne, Bice Valori, oggi scomparsa. Quest’anno,  la sfida di Mauro si è fatta più ardua, con il varo di un cartellone in cui sono ospitati spettacoli di altri, prodotti altrove.  Quello dell’altra sera  era  più atteso e ,metteva  Mauro Italia più in ansia, perché il primo tempo era costituito dalla rappresentazione di un dramma  ispirato alla storia vera di Franca Viola, la ragazza siciliana che, per prima, disse no al suo rapitore-stupratore, il  mafioso Filippo Melodia, di cui la stessa Viola s’era in un primo tempo invaghita. Dramma vero, dunque, per niente  “leggero”, il cui testo è stato  scritto da un giovane augustano, Pierpaolo Saraceno, che lo ha diretto, curando  scene e costumi, e che ha interpretato con grande espressività, la parte proprio del Melodia rifiutato da quella Franca Viola,  oggi 68enne, interpretato  da una talentuosa Mariapaola Tedesco, anch’ella di  Augusta. Saraceno e Tedesco, una coppia affiatata sulla scena e nella vita, hanno già rappresentato il dramma  al Teatro Palladium di Roma, poi  a  Reggio Emilia, Bologna, Chieti, Formello Roma, Castrovillari, Caserta, Salerno e Agrigento. Per il pubblico di  Augusta, abituato ad assistere alle tradizionali rappresentazioni realistiche di commedie con una trama ben definita, dove il teatro è più di parola, che di fisicità e di effetti , poteva essere un azzardo presentare un  testo inedito , anche se con l’alloro del premio di Castrovillari. Mauro Italia, che di norma presenta gli spettacolo,  è apparso in ansia nel prologo, ma alla fine , dopo applausi  fragorosi e a scena aperta, dopo una quasi ovazioni in piedi,  Mauro è stato visibilmente soddisfatto e si è complimentato con i due “augustani doc”, come li ha voluti  definire, come augustano è l’autore delle musiche: Concetto Fruciano.  Lo spettacolo, il prossimo anno, andrà in tournée In Francia, Spagna, Germania, Ungheria e Polonia.

Cecilia Càsole

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AUGUSTA, MARIAPAOLA TEDESCO E’ “LA DONNA CHE DISSE NO” – di Giorgio Càsole

Per il “Teatro nel cuore” la storia di Franca Viola  in un dramma scritto e diretto da Pierpaolo Saraceno

Augusta. Buio in sala. Una lampada si accende e illumina il proscenio.  Un silenzio carico di tensione. Dopo qualche istante, si avverte un suono indistinto, come di un lamento continuo, che a tratti si fa più acuto e si avvicina sempre più. D’un tratto senti il suono accanto a te, emesso da una bella ragazza, la tunica bianca che lascia trasparire le gambe  lattiginose, i capelli sciolti sul pavimento. La ragazza striscia carponi in platea,  il volto travisato da una smorfia di dolore. L’occhio di bue (il riflettore  con il suo fascio  di luce orientato su una persona) non segue la ragazza. L’atmosfera è raggelante. La ragazza ti guarda con i suoi begli occhi sofferenti e interagisce con te: ti fa segno del silenzio con il dito indice. Siamo già in piena empatia. E’ l’esordio da tragedia greca del  dramma teatrale “La donna che disse di no”, basato sulla storia vera della siciliana Franca Viola, scritto, diretto e interpretato da Pierpaolo  Saraceno , con Mariapaola Tedesco  nel ruolo del titolo, entrambi augustani. La sua storia fece scalpore, tanto  da ispirare il film “La moglie più bella”  (1970) , diretto da Damiano Damiani, con l’allora quattordicenne Ornella Muti. Franca Viola, di Alcamo,  nel  1965, a 17 anni d’età, fu rapita dal suo ex fidanzato,  Filippo Melodia, che la segregò  per otto giorni e la violentò pensando di poterla poi sposare, favorito dalla legge allora vigente. Non fu così. Franca  Viola rifiutò di acconsentire al cosiddetto matrimonio riparatore. Melodia scontò dieci anni di carcere (fu ucciso nel 19789 nei dintorni di Modena dov’era stato confinato per due anni in soggiorno obbligato); Franca Viola sposò un altro e tuttora vive. Grazie al suo gesto coraggioso, che fu sostenuto da tutta la sua famiglia, compiuto prima della cosiddetta rivoluzione sessuale,  la legislazione penale italiana ha subìto profonde modifiche. Nel 1981 l’articolo 544 del codice penale fu abrogato.  Dal  1996 lo  stupro è considerato reato contro la persona, non contro la morale. L’articolo 544 era quella norma che  consentiva  l’estinzione del reato grazie al cosiddetto matrimonio riparatore. Il dramma di Pierpaolo Saraceno prende le mosse proprio dalla  scansione lenta e sofferta dei numeri che compongono la cifra: una scansione che rinvia alla sofferenza patita dalla donna a causa della violenza fisica prima e psicologica dopo: una donna che, seppur giovane e, tutto sommato, innamorata, vuole restare libera e, soprattutto, non vuole avere rapporti con i boss mafiosi. La violenza subìta è percepita dallo spettatore immediatamente, anche attraverso la gestualità: la donna si rannicchia in posizione fetale,  quasi a chiudersi in sé stessa per il rifiuto della terribile esperienza e poi si tocca  a mostrare quasi il sangue versato della deflorazione. E’ un inizio di tipo cinematografico. Si incomincia, cioè, partendo dalla fine, sì  che lo spettatore non prova l’emozione dell’attesa del finale. Lo spettatore deve provare emozioni forti, grazie alla recitazione, ai movimenti coreografici, alla scenografia, al dosaggio delle luci,  alla musica, quasi in un crescendo che raggiunge il suo acme, il culmine, nella  mimesi dello stupro. Un dramma espressionistico,  sostenuto da due soli attori,  di forte impatto emotivo, che si inscrive nel solco di un teatro civile  per formare le coscienze. Scroscianti e ripetuti gli applausi, specialmente, per la sorprendente prova di Mariapaola Tedesco, presente sulla scena ininterrottamente per cinquanta minuti e oltre.

  Giorgio Càsole

AUGUSTA, PIENO DI PUBBLICO E DI RISATE PER IL “CORNUTO IMMAGINARIO”

TRINACRIAAugusta. L’azione si svolge in una caratteristica piazzetta siciliana d’antan, ricostruita quasi con iperrealismo. La coppia comica entra quasi subito in scena. Sono Pippo Fàllica e Mimmo Terranova, il secondo anche regista. Sono una coppia artistica inossidabile, da paragonare a illustri coppie della scena teatrale e cinematografica e televisiva. Pippo e Mimmo potrebbero essere paragonati a Ciccio e Franco, a Ric e Gian, a Gianni e Pinotto. Collegi di lavoro quali sottufficiali della Marina Militare, da quant’anni quasi sono colleghi nella scena del teatro comico amatoriale, La vis comica di Pippo Fàllica è naturale, quella di Mimmo Terranova più ricercata, più studiata, ma egualmente azzeccata.

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IL FUMO NEGLI OCCHI DELL’ALLEGRA BRIGATA

Regìa di Pietro Quartarone, protagonista Roberto Corbino

allegra brigata fumonegli occhiAugusta – .Folto pubblico, nonostante il maltempo, per il secondo appuntamento del cartellone augustano della Fita (Federazione italiana teatro amatori) nella sala “Cannata” del complesso “Città della notte”, con la rappresentazione della commedia brillante Fumo negli occhi di Faele e Romano, a cura della compagnia “L’allegra brigata” per la regia di Pietro Quartarone. Commedia, in due tempi, di taglio pirandelliano, ma con esiti comico-grotteschi, scritta alla fine degli anni Cinquanta, all’inizio del cosiddetto boom economico del Dopoguerra, allo spuntare della civiltà consumistica. Una spassosa presa in giro della tipica malattia sociale della Sicilia in cui vale più ciò che appare, il “fumo negli occhi”, appunto, scaturito dal desiderio nelle famiglie siciliane piccolo-borghesi di primeggiare su altre famiglie dello stesso status sociale, famiglie quasi costrette a esibire una ricchezza più apparente e agognata che reale. Franche le risate liberatorie da parte di un pubblico che ha molto gradito l’adattamento, la riduzione e la regia di Pietro Quartarone che, alla maniera di Alfred Hitchcock nei film da lui diretti, si è ritagliato un piccolo cammeo nel secondo atto. Quartarone ha diretto giovani e meno giovani attori della “allegra brigata” toccando varie corde, dall’ironia al comico-grottesco alla satira, con sfumature di riflessione garbata e di lieve commozione.

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Una coproduzione Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia

Lo spettacolo sarà in scena alla sala Verga dal 7 al 18 dicembre 

macbethCATANIA – In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Shakespeare, Luca De Fusco firma la regia di Macbeth, uno dei supremi capolavori della drammaturgia del Bardo e, forse, anche tra i testi più teatralmente perfetti per coerenza e consequenzialità della struttura drammaturgica. Magnifici interpreti, nel ruolo del titolo Luca Lazzareschi, mentre Gaia Aprea è  Lady Macbeth. L’allestimento, una coproduzione di grande formato coprodotta da Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, approda alla Sala Verga dal 7 al 18 dicembre. Luca De Fusco, che ha curato anche l’adattamento, si avvale della traduzione di Gianni Garrera, delle scene di Marta Crisolini Malatesta, i costumi Zaira de Vincentiis, le luci di Gigi Saccomandi, le musiche di Ran Bagno, le installazioni video di Alessandro Papa, le coreografie di Noa Wertheim. Insieme a Lazzareschi e Aprea agiscono in scena Fabio Cocifoglia, Paolo Cresta, Francesca De Nicolais, Claudio Di Palma, Luca Iervolino, Gianluca Musiu, Alessandra Pacifico Griffini, Giacinto Palmarini, Alfonso Postiglione, Federica Sandrini, Paolo Serra, Enzo Turrin e le danzatrici della compagnia Körper: Chiara Barassi, Sibilla Celesia, Sara Lupoli. La voce fuori campo è di Angela Pagano, in video Lorenzo Papa. Scritto tra il 1605 e il 1608, Macbeth racconta la vicenda del vassallo di re Duncan di Scozia, che, divorato dall’ambizione e dalla brama di potere, instillatagli dalla profezia di tre streghe, insieme alla moglie progetta e porta a compimento il regicidio per salire al trono. Una tragedia fosca, cruenta, in cui domina il male e in cui i personaggi sono complessi e ambigui. «Questa edizione del Macbeth – dichiara il regista – si pone come ideale prosecuzione del lavoro già avviato con Antonio e Cleopatra e Orestea, due spettacoli che si sono fortemente connotati nel senso della sperimentazione e della contaminazione tra linguaggi. Anche in questo caso il teatro si mescola con le installazioni video in modo ancora più complesso e variegato rispetto ai lavori precedenti». Lo spettacolo si collega ad Orestea per il rapporto tra teatro, musica e danza, proseguendo la collaborazione con gli artisti israeliani Ran Bagno e NoaWertheim. Si richiama invece più ad Antonio e Cleopatra per l’analogia testuale, per il ritorno della coppia Lazzareschi-Aprea, per i rapporti tra trasparenze scenografiche, video, luci fortemente cinematografiche. La logica visuale sarà però meno monumentale e più visionaria, assecondando la natura fantastica del testo che vede i suoi momenti fondamentali (apparizione delle streghe, visione del pugnale, fantasma di Banquo, apparizione dei Re, delirio del sonnambulismo di lady Macbeth) tutti contrassegnati dal tema del sogno, del delirio, insomma dell’irreale. L’ambientazione non colloca l’allestimento in una precisa epoca ma in una dimensione atemporale sospesa tra medio evo, atmosfere da cinema anni ’40, con uno sguardo al futuro, seguendo l’ispirazione dei costumi che la stessa Zaira de Vincentiis ha realizzato con grande successo nell’ultimo episodio di Orestea. “Partendo dagli studi di Bloom e Freud – prosegue De Fusco – si è cercato di attraversare il testo ponendosi delle domande sull’origine del male. Un grande tema, che nel Macbeth si può intendere in modo immanente (come ovviamente sostiene Freud) ma che sopporta anche un’interpretazione trascendente, visto che le streghe non sono solo il frutto della fantasia di Macbeth e la loro apparizione trasforma un uomo fatto di latte, come dice Lady Macbeth, in una bestia feroce. Navigando sul confine tra teatro e video si potrà incrociare qualche citazione cinematografica (penso ad esempio a Kubrick) ma anche riferimenti alla pittura surrealista di Delvaux, Magritte, Dalí”.

AUGUSTA, IL TEATRO NEL CUORE DI MAURO ITALIA

Il primo spettacolo sabato 3  dicembre a Città della Notte

That's amoreAugusta. Sabato 3 dicembre, alle otto di sera, si apriranno le porte del teatro “Cannata” di Città della Notte, bivio Augusta-Villasmundo, per un nuovo cartellone teatrale. Non “il” cartellone che la nuova gestione di Città della Notte ha organizzato per proprio conto, ma quello di Mauro Italia, direttore artistico, regista e prim’attore dell’associazione “Teatro stabile di Augusta”, che ha una sede, il “Piccolo del teatro stabile”, seppur minima, nel centro storico di Augusta, ma che da anni era inserita in un consorzio cittadino, promosso dallo stesso Mauro Italia, fra 4 vari gruppi filodrammatici locali per sostenere onori e oneri di una vera stagione teatrale nel capiente teatro di Città della notte, a causa della chiusura dell’aula magna, nella cittadella degli studi, adattata a “teatro comunale”. A causa degli alti costi d’affitto e della capienza del teatro “Cannata”,  ogni compagnia aderente al  Consorzio, denominato “Teatro in movimento”, ha potuto dare solo una rappresentazione dei testi rappresentati, in genere commedie comiche o brillanti, mentre quando  l’aula magna era agibile si potevano anche offrire due  o tre repliche. “Teatro in movimento” si basava essenzialmente sugli abbonamenti, che ogni anno aumentavano sempre più e sembrava che non ci fossero  problemi all’interno, giacché ogni filodrammatica manteneva la sua autonomia di gestione e di scelta  dei lavori da mettere in scena. “Mai dire mai”, recita il titolo di un film della serie 007. Infatti, le nubi all’orizzonte sono apparse e il “Teatro in movimento” s’è bloccato. Il consorzio  s’è sciolto. O, meglio, s’è raddoppiato. Mauro Italia, che ha avuto sempre un grande amore per le scene sin da piccolissimo, ha avuto il coraggio di varare un cartellone, dal titolo “Teatro nel cuore”, rivolgendosi a compagnie non cittadine; le tre compagnie locali del disciolto consorzio hanno cooptato un altro gruppo cittadino e hanno presentato una stagione propria sotto l’ègida della FITA, la federazione dei gruppi amatoriali italiani, il  cui primo spettacolo è già stato dato, con largo consenso di pubblico, nella stesse Città della Notte dove Mauro Italia, sabato 3 dicembre, presenterà questa sua nuova impresa, con una prima commedia, che si distacca dal solco delle commedie comiche in siciliano o in italiano. Sarà rappresentata una commedia musicale, That’s Amore”, portata in scena  con successo in 105 teatri italiani, il cui titolo ricorda l’omonimo titolo di una celebre canzone cantata dall’italo americano Dino Crocetti, in arte Dean Martin, spalla del famoso e popolare attore comico cinematografico Jerry Lewis. Lo scorso anno Mauro Italia aprì la stagione del disciolto consorzio con la rappresentazione di un’altra commedia musicale italiana “Aggiungi un posto a tavola”, raggiungendo un successo strepitoso. Come direttore artistico del “Teatro nel cuore” vuole bissare quel successo.

Giorgio Càsole

QUANDO SARA’ RIAPERTA L’AULA MAGNA-TEATRO COMUNALE?

Giorgio Càsole ne parla con Mauro Italia

teatroAUGUSTA. – Il “Teatro in movimento”, che riunisce quattro compagnie amatoriali che da anni riscuotono successo in città, ha pensato di far fronte comune per ottimizzare risorse e spese. Ne parliamo con  Mauro Italia, direttore artistico di una di queste associazioni e promotore di “Teatro in movimento”, attore-regista egli stesso. – Augusta ha una tradizione di compagnie teatrali amatoriali da ormai un cinquantennio. Da alcune di queste compagnie sono venuti fuori talenti che si sono imposti in campo nazionale. Uno per tutti: Fiorello E’ così? “Augusta vanta una tradizione teatrale illustre e prestigiosa, le associazioni culturali cittadine hanno regalato nel tempo al panorama artistico nazionale attori e attrici di grande talento che nelle compagnie locali hanno percorso i primi passi e raccolto i primi applausi; la storia ci dà ragione e ci identifica quali realtà di grande impatto e culturalmente preparate.” – E’ vero che non ci sono strutture idonee? “Vero è che la cultura non deve avere confini, e quei pochi contenitori culturali cittadini che hanno accompagnato le realtà artistiche di Augusta, oggi per colpa di una politica poco attenta sono svaniti nei meandri dell’usura e della pochezza di chi prepotentemente e con palese disinteresse ci ha amministrato. Il nostro unico palcoscenico oggi è chiuso, le uniche tavole amate da chi interpreta con il cuore sono state rese inutilizzabili da chi ha deciso senza un impegno programmato di chiudere  il nostro teatro comunale, che pur essendo un’aula magna adattata a teatro, pur essendo spoglio, freddo e senza strutture tecniche utilizzabili resta comunque il simbolo di chi da anni al teatro ha dedicato il suo impegno.” – Eppure Augusta è una piazza con molti talenti, giusto? “ Il nostro territorio vanta moltissime realtà, gruppi di amatori organizzati e armati di buona volontà che nel quotidiano dedicano il loro tempo libero a questo progetto, senza pretesa alcuna, producono spettacoli di vario genere spaziando dal teatro classico di tradizione a quello moderno e contemporaneo, le rappresentazioni programmate nella maggior parte dei casi devolvono l’intero incasso in opere di beneficenza, aiutando associazioni cittadine e no a realizzare progetti utili alla collettività e a persone bisognose, nessun onore, nessun guadagno, solo passione e spirito di volontariato.”  Il j’acuse di Mauro Italia è tanto più motivato in quanto ha recentemente portato al successo un spettacolo difficile, “Aggiungi un posto a tavola”,  molto impegnativo per un gruppo locale; c’è riuscito alla grande, sì, ma in un teatro , il “Cannata” di Città della notte “, capace di mille posti, dal costoso affitto, ragion per cui non è possibile realizzare repliche. Le repliche si potrebbero fare nel cosiddetto teatro comunale, come succedeva fino a tre anni fa, quando fu chiuso per manutenzione. Quanto tempo ancora deve durare?

G.C.

AUGUSTA, ANCORA RICONOSCIMENTI ALLA COMPAGNIA TEATRALE REDICUORE

redicuore  CaltanissettaAugusta. La compagnia teatrale Redicuore di amatori, “sbanca” al concorso “I Guitti d’oro” organizzato  dall’Accademia dei Guitti di Caltanissetta, dove  si è esibita giorni fa davanti a una giuria di professionisti, concorrendo con altre compagnie amatoriali di tutta Italia. Ancora una volta la pièce Il marito di mio figlio di Daniele Falleri con la regia di Patrizia Gula  si è rivelato uno spettacolo vincente! Ecco i premi conferiti durante la bellissima serata del 29 ottobre che ha visto fra gli altri premiato, perchè rappresenta la sicilianità nel mondo, l’attore comico Sasà Salvaggio:  Migliore regia a Patrizia Gula: “Per una regia molto presente che mai invade l’interpretazione degli attori, ma che anzi esalta le qualità interpretative dei singoli riuscendo a tessere una trama registica precisa e ben definita. Una particolare nota di merito per la semplice ma funzionale soluzione scenica che permette con pochi cambi scena necessari lo svolgimento dello spettacolo”. Migliore attore caratterista a Angelo Bonasera: “Perché è riuscito a entrare in un personaggio interpretando con eleganza tutti gli aspetti di una figura multiforme che si è svelata in un crescendo attoriale di notevole valore. Migliore attrice non protagonista a Stefania Arena: “Brillante interpretazione di una donna austera con delle aperture alla comicità pura. Da sottolineare la padronanza della scen,  attraverso la quale l’attrice ha trasmetto notevoli sensazioni al pubblico dicotomiche  e al contempo univoche,  che hanno portato la giuria ad apprezzare pienamente l’interpretazione. Migliore attore non protagonista a Vanni Petruzzelli: “Per aver interpretato un personaggio difficile e spigoloso con pulizia e rigore senza cedere il passo ai soliti cliché che la tematica facilmente può indurre. La Presidente della compagnia Redicuore, Stefania Arena, chiamata sul palco più volte a ritirare i vari premi, ha ringraziato la giuria, nonché gli organizzatori del Festival “Guitti d’oro”, in particolare Michele Privitera e Alessandra Falci, bravissimi attori qui nella veste organizzatori. “Il teatro è coralità e il risultato finale è sempre l’insieme delle varie forze. Orgogliosa, come presidente, di avere una regista sensibile, sempre pronta a nuove sfide e che ha permesso, con la scelta di questo testo, di mettere alla prova, ancora una volta la forza della compagnia.” Un cast artistico e tecnico compatto, la Redicuore, che ha lavorato tanto per la realizzazione di questo spettacolo: Stefania Arena, Patrizia Gula, Franco Arena, Danilo Riciputo, Rosanna Ternullo, Uccio Blanco, Milena Arena, Angelo Bonasera, Daniela Morello, Vanni Petruzzelli, Giuseppe Santanello, Davide Mannarà, Marilena Russo, Eleonora Liotta, Rosario Di Grande e Guido Guglielmini.

   M. S.

AUGUSTA/TEATRO “REDICUORE”, VINCE PURE A LEONFORTE

Redicuore a LeonforteAugusta.  Fa incetta di premi a compagnia teatraòle”Redicuore”. Prima a Milo, in provincia di Catania, ora a  Leonforte, in provincia di Enna. Il Premio “Città di Leonforte”, giunto ormai alla sua XXXV edizione con la sezione di micro narrativa, ha visto nascere proprio quest’anno anche la sezione teatrale. Tra le tante compagnie provenienti da tutta Italia, la compagnia Redicuore di Augusta si è qualificata al concorso e si è guadagnata il premio di “compagnia “ tra i gruppi  giunti in finale e una nomination per migliore allestimento scenico. La giuria tecnica della sezione teatro, guidata dall’impresario teatrale Walter Amorelli,  e composta da eccellenze del panorama teatrale e giornalistico siciliano, ha assegnato una menzione speciale a sorpresa, perché non inserita nelle candidature, alla compagnia Redicuore, per “Il marito di mio figlio” di Daniele Falleri “Per aver affrontato in modo lieve, garbato e ironico, un tema attuale e per molti controverso”. Patrizia Gula, la regista della gruppo  augustano, che ha sempre condiviso questi importanti premi con l’autore della commedia Daniele Falleri, ha  dichiara emozionata: “Dopo i premi dell’Angelo Musco, questi riconoscimenti  danno ancora a tutta la compagnia una grande gioia e ci ripagano degli enormi sacrifici che noi amatoriali facciamo quotidianamente dividendoci tra il lavoro, la famiglia, gli impegni della vita quotidiana per questa meravigliosa passione che è il teatro”.

G. P.