CATANIA, GRANDE SERATA IN GALLERIA, con Zàrbano e Càsole

Galleria con sArah e ZàrbanoCatania. “Grande serata in galleria, a con la stupenda voce di Marco Zarbano, il pianista Passanisi e il prof. Giorgio Càsole come voce recitante. Emozioni vere ! Il prof Càsole con le sue performance recitative dona sempre un tocco magico a ogni serata”, così ha commentato nella sua pagina social l’apprezzata pittrice Antonella Tornello, socia della galleria d’arte Katàne, diretta da Sarah Angelico. Dopo la performance di Marco Zàrbano e di Giorgio Càsole, in gennaio, MERCOLEDI’ 14 MARZO, A CATANIA, ANTONIO POLITI E GIORGIO CASOLE in “NON SOLO BLUES” nella stessa galleria Katàne di via Umberto 244, CON INGRESSO LIBERO, ore 18,00.

     M.S.

“INVASIONI”: INNO ALLA VITA E ALLA COMUNICAZIONE TRA GLI ESSERI UMANI PER SUPERARE IL GUSCIO DELLA FORMA, ALLA SALA VERGA DAL 6 AL 18 FEBBRAIO.

CATANIA – «Il cuore batte ininterrottamente. La nascita è un dono del cielo, dell’altrove, Invasionidell’insondabile. Invasioni racconta la vita così com’è e deve essere. Né puoi fare alcunché per arginarla, più alti e spessi sono i bastioni, più tenace è l’assedio, più certa la vittoria. È invasione la vita. Invasione di corpi, menti, gesti, suoni. Il ritmo lo dà il battito. Indica il percorso, galvanizza le truppe nella battaglia quotidiana. E si combatte con una danza mai danzata così, con un canto mai cantato così, con parole mai recitate così, con attori mai visti così, con il pubblico mai presente così». Il poeta e drammaturgo Piero Ristagno e la regista e attrice Monica Felloni, compagni d’arte e vita, riassumono in questa intensa riflessione l’essenza stessa dello spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Catania in collaborazione con la pluripremiata Associazione culturale Neon, fondata dalla coppia nel 1989, raggiungendo in trent’anni importanti traguardi e ottenendo prestigiosi riconoscimenti, tra cui, nel 2013, il Premio Teatri delle diversità’, abbinato a quello promosso dall’Associazione nazionale dei critici. La sinergia con Neon ha portato ad inserire Invasioni nel cartellone principale, in considerazione dell’assoluto valore artistico, che si somma ai risvolti significativi dell’apertura dello Stabile etneo ad una piena cultura dell’inclusione. L’allestimento, dedicato al geniale fotografo Mustafa Sabbagh, che ha firmato backdrops e tracce audio originali, sarà in programmazione al Teatro Verga dal 6 al 18 febbraio, per la sapiente regia di Monica Felloni, che è altresì tra i creatori del titolo insieme a Patrizia Fichera, Stefania Licciardello e Manuela Partanni, la quale ha anche curato i movimenti coreografici. I costumi sono di Gaetano Impallomeni, i video di Jessica Hauf (sempre per la regia della Felloni), il disegno luci di Francesco Noè. Il nutrito cast degli interpreti annovera Alessandro Barilla, Kevin Cariotti, Anna Cutore, Emanuela Dei Pieri, Danilo Ferrari, Antonio Fichera, Alfina Fresta, Angela Longo, Manuela Munafò, Dorotea Samperi, Gaia Santuccio, Carmelo Sciuto, Giovanni Sturiale, Antonino Torre; in particolare Gaia Santuccio esegue la danza aerea e Alfina Fresta il canto lirico. «La nostra invasione – sottolineano ancora Ristagno e Felloni – è comunicazione fra umani che permette prodigi momentanei ed eterni. È arte, perché ogni essere umano è un capolavoro, un’opera unica. Così come lo è l’arte di Mustafa Sabbagh, al quale lo spettacolo è dedicato, che dallo spettacolo è stato invaso, che dello spettacolo è invasore, con le sue foto. Si può volare anche se non si è in grado di stare in piedi. Si può scrivere anche se non è in grado di reggere in mano una penna o di potere muovere le dita su una tastiera. Invasioni è un unicum in cui la comunicazione non verbale e quella verbale si fondono, in cui riti tribali e ancestrali si attualizzano, esaltano la divinità del grano, della pioggia, dello straniero che giunge da lontano ed è straniero solo a chi si volta, a chi non ha il coraggio di specchiarsi». Invasioni è un inno all’urgenza di vita, alla necessità di vivere, di essere quel che si è perché così è. Invasioni è esso stesso un organismo che è come deve essere: il teatro dello straordinario reso ordinario, così come dovrebbero essere i rapporti nella società ideale, dove ognuno occupa il posto che ha e lo condivide con chi gli sta accanto, con chi incontra, rispettando. Significativa ed emblematica, in questa visione, è la scelta dei testi di William Shakespeare, Walt Whitman, Piero Ristagno, Danilo Ferrari, Stefania Licciardello, Federico Ristagno: un ordito cucito dalla regista Monica Felloni per raccontare che i confini sono fatti per essere superati, che il limite è una convenzione, un punto di vista, che Vivere non è il prodotto di un regolamento, ma è quel che è, Vivere, e lo si fa come si può, ognuno unico e gruppo, individuo e famiglia, cittadino e società. Nulla è lasciato al caso. Dalla nascita alla battaglia finale. Attraverso la disgregazione dei ruoli, dei luoghi comuni, dell’apparire dettato da bugie, convenzioni, strutture che vengono demolite. Mentre osservi quel che avviene sul palco e in video, non puoi non capire. Non puoi non dire che ancora non sai. Invasioni è strutturato, come una composizione letteraria, in cinque capitoli: La bellezza ferisce, La necessità della fuga, La pelle della Terra, XI Comandamento: non dimenticare, Ogni preparativo è fatto. Ed è un susseguirsi di colpi di scena; un’esplosione di voci, canti, danze, interpretazioni. Emozioni, visioni, suggestioni. Poesia pura, la poesia dei movimenti, delle parole, degli sguardi. È la vita che si manifesta con la forma che devi accettare ma che non devi subire. Devi anzi pretendere che sia inaccettabile il non saperla osservare per quel che è: forma. Soltanto forma. Invasioni è l’imposizione del “siamo” umani che camminano su questa Terra accanto ad altri umani. Non dimenticare è l’XI comandamento di Sabbagh. Non è un’autocitazione. È un messaggio: non dimenticare la tua umanità.

Mariangela Scuderi

CONCERTO DELLA MEMORIA: “HIMALAYANA” DI CAPOSTAGNO IN PRIMA ESECUZIONE MODERNA E ALTRI RARI BRANI DI BOCCOSI E SELMI, COMPOSITORI ITALIANI PRIGIONIERI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

Sul podio Paolo Candido, violoncello solista Francesco Montaruli. I brani sono frutto delle ricerche dello studioso pugliese Francesco Lotoro  Sabato 27 e omenica 28 gennaio al Teatro Massimo Bellini di Catania

CandidoCATANIA – Rompe davvero gli schemi il concerto che il Teatro Massimo Bellini presenta nell’àmbito della stagione concertistica per celebrare la “Giornata della memoria”, rispettando la data canonica di sabato 27 gennaio (alle ore 20,30) con replica domenica 28 (alle 17,30). Colpisce intanto la scelta di un programma per nulla scontato rispetto a quelli che si approntano per la ricorrenza, e ciò grazie alle ricerche di Francesco Lotoro, massimo esperto di quella che viene definita “musica concentrazionaria”, in quanto raccoglie il corpus delle composizioni create appunto nei campi di prigionia sparsi purtroppo in tutto il mondo, non solo dunque nei lager di sterminio tedeschi. Lo studioso pugliese lavora da anni in sinergia con il maestro Paolo Candido (foto), chiamato a dirigere l’Orchestra del Bellini, per la quale sono stati selezionati rarissimi brani di compositori italiani deportati e costretti in cattività, non necessariamente dal Terzo Reich. La peculiarità davvero rilevante di questo “Concerto della Memoria” consiste dunque nell’andare oltre la commemorazione della Shoah, fino a riunire in un unico afflato la sorte di quanti hanno condiviso il destino della detenzione nei campi di concentramento, che non sono stati solo di matrice nazifascista, ma rappresentano un fenomeno ricorrente di proporzioni molto più ampie. Basti pensare ai Gulag sovietici, anche se  nessun teatro di guerra o repressione ne è stato esente, sotto qualsivoglia bandiera o ideologia. Il concerto del Bellini esalta in particolare tre esempi di uomini di straordinaria tempra, che – forti della loro formazione musicale – trovarono nella composizione la fonte per dare forza a sé stessi e ai loro compagni.

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AUGUSTA. AL VENUS LA PRIMA NAZIONALE DI “IO NON AVEVO MAI DECISO DI VOLARE” DI E CON PIERPAOLO SARACENO E CON MARIAPAOLA TEDESCO E ALESSANDRO LO PICCOLO

Saraceno TedescoAugusta. Appena entrati, gli spettatori si rendono conto che la quarta parete è stata abbattuta, non solo perché la scena è aperta sul piano della platea, non essendoci soluzione di continuità tra i posti a sedere e la scenografia, ma perché l’azione si sta svolgendo, mentre essi prendono posto. C’è un mimo che si muove davanti a tutti e, con una vistosa ramazza, solleva polvere.  Non è un servo di scena che mette a punto gli ultimi ritocchi. Il trucco e il costume e la pantomima non lasciano dubbi. E uno dei tre personaggi della pièce che dovrà essere rappresentata in uno spazio che deve evocare con immediatezza un antro angusto, polveroso e sporco: può essere il capanno dove si accumula il carbone per l’inverno o la stiva di una nave o anche, metaforicamente, il ventre materno dove ci si agita per nascere dopo il travaglio e vedere la luce. Il buio improvviso interrompe l’azione per preparare l’ingresso da tergo di una, apparentemente attempata, numìna venturi, cioè di una che predice il futuro leggendo le carte. Incede lentamente, claudicando, con il busto proteso in avanti, come colpito dalla scoliosi. Biascica alcune parole in non so quale lingua, poi pronuncia distintamente  una formula mista di latino e italiano, con una cadenza dell’entroterra siciliano, e prende posto in una sorta di nicchia, fattucchiera e sibilla che con i suoi vaticinii segna le pause all’azione scenica, dove si muovono e  si agitano, sudano e pregano,  cantano e gridano due pària siciliani che si annusano e si scontrano prima,  per diventare poi sodali e amici fino all’esito tragico mentre la sibilla-fattucchiera, che non interagisce mai con i due,  appare immobile e impassibile, come divinità misteriosa che osserva senza interferire. La tensione finale, accuratamente suggerita dal frenetico balletto sulla scena, tinta di rosso cupo, e dal drammatico  crescendo musicale, si scioglie con il grido  “Io non avevo mai deciso di volare”, che dà il titolo alla pièce,  le braccia alzate  al cielo a mo’ di sfida verso il fato avverso. E l’applauso scoppia fragoroso, quasi catartico, dopo sessanta minuti di ansia trattenuta, di sofferenza rappresentata con autentico  sforzo fisico e empaticamente trasmessa da Pierpaolo Saraceno, autore del lavoro,  interprete maschile con Alessandro Lo Piccolo (presente per tutta la durata dell’azione), mentre Mariapaola Tedesco, pur indossando  i panni della fattucchiera, incanta esprimendo una malìa di altri tempi, come fortemente suggestive di tempi andati sono le musiche originali di Concetto Fruciano. E suggestive dell’azione scenica le luci di Matteo Flidoro. Ieri sera la prima nazionale al Venus, stasera e domani si replica.

Giorgio Càsole

L’AUGUSTANO DI MARE AL “BELLINI FESTIVAL” DI CATANIA

Di Mare baritonoCatania. Sera di novembre, nona edizione del Bellini Festival, ovvero il Festival Belliniano della Città di Catania, fondato nel 2009, dal regista e scenografo italiano Enrico Castiglione insieme alla Provincia di Catania, in collaborazione con il Comune di Catania, la Regione Siciliana, il Teatro Massimo Bellini, l’Università degli Studi e l’Arcivescovado, si conclude, come da tradizione con una nuova, importante e ricca “Maratona”. Alle 20.30, a ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili, all’interno della cattedrale l’atteso tradizionale Concerto che il 3 novembre ha concluso la nona edizione del Bellini Festival. Il Concerto, offerto ogni anno in omaggio a Vincenzo Bellini, nel giorno esatto del suo compleanno, quest’anno al 216°, dedicato alla memoria di Mons. Nunzio Schilirò, fondatore e Maestro della “Cappella Musicale del Duomo di Catania”, scomparso lo scorso anno e già protagonista di tanti concerti del Festival Belliniano diretto da Enrico Castiglione, con  la partecipazione di artisti d’eccezione quali la soprano  turco-italiana Gonga Dogan, il tenore Filippo Micale, il baritono Giovanni Di Mare, di Augusta,  già acclamati dal pubblico internazionale al Teatro Antico di Taormina, accompagnati per l’occasione dal pianista Francesco Drago. Un programma ricco e variegato, a Catania di grande interesse per il pubblico che ama Bellini e la lirica. Al pianoforte Francesco Drago, pianista di fama internazionale che per la prima volta si esibisce a Catania per il Festival Belliniano.

M.S.

ALLA PRESENZA DEL MINISTRO FRANCESCHINI, IL MASSIMO BELLINI PRESENTA UN RICCO CARTELLONE PER LA PROSSIMA STAGIONE

BIANCO FRANCESCHINI BARBAGALLO AL BELLINIxCATANIA. Capolavori immortali accanto a novità assolute, come Storia di una capinera, firmata da Gianni Bella e Mogol, dal romanzo di Giovanni Verga. Grande repertorio che non esclude dunque un’incursione nel musical d’autore. Una programmazione – cinque opere e due balletti – che punta su famosi protagonisti del panorama musicale internazionale, da Gianluigi Gelmetti a Patrizia Ciofi, a Gunther Neuhold a Daniela Schillaci. E il progetto Teatro Bellini Festival, nel segno del sommo compositore catanese. Insomma: “Vanno in scena le emozioni”, come recita lo slogan della ricca e variegata Stagione lirica 2018, che l’Ente Autonomo Teatro Massimo Bellini ha presentato ieri sera al pubblico e alla stampa nel magnifico foyer. Un’occasione importante alla quale ha assicurato la propria presenza Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. A fare gli onori di casa, sono intervenuti: Enzo Bianco, nella doppia veste di Sindaco di Catania e Presidente del Teatro; Anthony Barbagallo, Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, organo tutorio dell’ente; il Sovrintendente del Bellini Roberto Grossi e il Direttore artistico Francesco Nicolosi. In questi ultimi due anni il Teatro Massimo Bellini ha saputo crescere in misura esponenziale.

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MICHELE PLACIDO IN SERATA D’ONORE A MORGANTINA, TINDARI E CATANIA

Michele PlacidoTaormina Arte per Anfiteatro Sicilia, la manifestazione culturale promossa dall’Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, Anthony Barbagallo, con uno spettacolo pieno di atmosfere, dove lo spettatore è stato preso per mano e condotto da uno dei più grandi attori italiani, Michele Placido, tra le più belle pagine della poesia e del teatro in tre delle più particolari aree archeologiche siciliane: venerdì scorso al Teatro Antico di Morgantina, sabato al Teatro Antico di Tindari e ieri, domenica 20 agosto, al Teatro Antico di Catania. Serata d’Onore “A lezione da Placido…di cinema teatro e poesia” una produzione targata Charlot srl con Francesco Serio per CDB srl. Uno spettacolo esclusivo tra poesia e musica di e con Michele Placido accompagnato da Gianluigi Esposito, voce e chitarra, e Antonio Saturno, chitarra e mandolino. Titolo scelto dal maestro del teatro e del cinema internazionale per presentarsi al pubblico di tutta Italia. Un recital, un racconto, un dialogo tra artista e spettatori. Michele Placido ha interpretato poesie e monologhi di grandi personaggi come Dante, Neruda, Montale, D’annunzio e i versi dei più importanti poeti e scrittori napoletani come Salvatore di Giacomo, Raffaele Viviani, Eduardo de Filippo. Michele Placido ha scelto temi importanti e universali come l’amore e il dolore, per il suo excursus teatrale che, oltre a essere stato interattivo è stata una base per dialogare con il pubblico in sala.

Mariangela Scuderi

MUSICA DAL VIVO, CANTO MODERNO E POP: DA AUGUSTA A BRUCOLI

cortometraggio-zero-2-palco-della-musica-augustaAugusta. Nella prima parte di “Augusta in Musica” si sono esibiti maestri e docenti con un pubblico sereno seppur  in sedie spaiate. Proprio quel tocco non convenzionale ha portato alla mente gli anni del grammofono o della tv in una sola casa, tutti erano invitati ma bisognava “puttarisi a seggia”. Per l’ultima serata “Live music, canto moderno e pop” si sono esibiti gli studenti di canto e strumenti della Yap: allievi di canto del M° Mariella Arghiracopulos, di chitarra di Salvo Maglitto, di batteria del docente Paolo Scuto, di pianoforte del M° Giuseppe Furnari. Una squadra variegata ed eterogenea di discenti composta da: Andrea Ramo, Giada La Gioia, Sabrina Russo, Noemi Failla, Erminia Garufi, Diletta Ravalli, Chiara Gigliottino, Massimiliano Carnemolla, Sara Santanello, Ilenia Falco, Alessandro Lucca, Francesca Ortisi. Hanno eseguito brani di repertorio vario, dalla classica melodia italiana e sanremese al rock, funk rock e punk rock straniero. Hanno collaborato nell’ accompagnamento ai vari alunni i docenti Rosy Messina e Francesca Bari. Una menzione a parte per la realizzazione della serata a Michele Guagliardo, fondatore della Yap Recording studio a Brucoli, a Francesca Ortisi e Sara Santanello che hanno spesso sostenuto nei brani i vari allievi. Durante la serata la band, brano dopo brano, si riformava e riconfigurava dando vita a tutti gli strumenti presenti in giardino, suonati alternativamente e insieme da allievi e studenti. A introdurre i brani con dovizia di particolari è stata Cettina Messina. Per chi si fosse perso queste serate avrà modo di rimediare, per la musica da vivo in strada che sarà realizzato il 19 agosto a Brucoli, con una formula ancora diversa e accattivante.

M.I.

DA TINDARI A MORGANTINA, A CATANIA: STORIE DI MARE TRE CONCERTI, PROTAGONISTA L’ORCHESTRA A FIATI “CONSERVATORIO ARCANGELO CORELLI” DI MESSINA DIRETTA DA LORENZO DELLA FONTE

Orchestra a fiati Conservatorio A. CorelliTaormina – Il mare è il leitmotiv dei tre concerti organizzati da Taormina Arte  per Anfiteatro Sicilia, la manifestazione culturale promossa dall’Assessorato regionale al Turismo. I protagonisti, i maestri dell’Orchestra a fiati del Conservatorio Arcangelo Corelli di Messina, diretti magistralmente da Lorenzo Della Fonte, considerato un’autorità indiscussa nel mondo fiatistico mondiale. Tre appuntamenti da non perdere: 28 luglio al Teatro Antico di Tindari, 29 luglio al Teatro Antico di Morgantina e 11 agosto al Teatro Antico di Catania. Tre dei più bei teatri di pietra siciliani, spazi scenici e cavee suggestive, rinnovate da Taormina Arte e rese fruibili a spettacoli di alto livello per l’intera estate.”…Navigando sul mare color del vino verso genti straniere…”  come Omero narra il suo viaggio attraverso il mare così l’Orchestra a Fiati del Conservatorio Arcangelo Corelli, la cui professionalità ha da tempo conquistato un posto di diritto nelle stagioni concertistiche internazionali, guidata per queste occasioni da Lorenzo Della Fonte, ci propone un repertorio vasto e variegato con un tema simbolo della vita, l’elemento acqueo per eccellenza che lambisce ogni sponda, ogni riva, Per i tre concerti di Anfiteatro Sicilia l’Orchestra ha scelto di raccontare appunto il mare con  un programma che spazia da Giuseppe Verdi Il Corsaro a Nicolai Rimskij-Korsakov Shahrazad: Il mare e la nave di Sinbad; da John Philip Sousa Hands across the Sea a Francis McBeth Of Sailors and Whales, Cinque scene da Melville; da Ralph Vaughan Williams Sea Songs a John Mackey Wine dark Sea. ANFITEATRO SICILIA è un progetto a cura della Fondazione Taormina Arte, frutto di una collaborazione tra l’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo e l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, nell’àmbito del Programma Sensi Contemporanei.

 

Mariangela Scuderi

TAORMINA E LA NOTTE DEL CINEMA

1434516164481.JPG--assegnazione_taormina_film_fest__si_profila_un_ricorsoTaormina. Il Taormina FilmFest 2017 dedica al Cinema un’intera Notte (sabato 8 luglio) con proiezioni, concerti e presentazioni di libri e cineasti famosi in angoli suggestivi di Taormina e con  proiezioni speciali di lungometraggi, cortometraggi e documentari. Una maratona a partire dalle 18.00 in uno degli angoli più suggestivi di Taormina, il Villaggio le Rocce, fino a notte inoltrata nell’ incantevole scenario della Villa Comunale. Nelle dieci location scelte, luoghi di bellezza infinita, a rotazione il pubblico sarà coinvolto in una notte dove la settima arte si contaminerà con la musica, la fotografia, il ballo d’epoca, la parola scritta e recitata, il genere horror e impegnato.  In ogni luogo un posto occupato a simboleggiare una donna che lo avrebbe occupato ma non può più per la violenza subita. L’estrema semplicità di un posto occupato simbolicamente con un cartello che illustra il logo ed espone l’obiettivo della campagna: Posto Occupato. Nell’agorà della città, Piazza IX aprile, cuore pulsante di Taormina, la Notte del Cinema  protagonisti la musica e il ballo: ore 20.00 il Quartetto a fiati del Conservatorio Corelli di Messina  con  musiche da film. Alle 20.30 la Compagnia Nazionale di Danza Storica, diretta da Nino Graziano Luca con la partecipazione straordinaria di Harmonia Suave coordinati da Carla Favata della CNDS,  la scena del gran Ballo del Gattopardo di Luchino Visconti e alle 23.00 Pietro Adragna, in collaborazione con il Blues & Wine Soul Festival, con   musiche tratte da Il Postino di Michael Redford. Nel Giardino di Babilonia, eccellenza come scuola di italiano per stranieri, la Notte del Cinema per tre registi che rappresentano la filmografia siciliana: Francesco Calogero, Fabio Schifilliti e Alfredo lo Piero, c on  documentari: ore 23.15 I figli del set(2015) di Alfredo Lo Piero, la storia di cinquant’anni di cinema italiano attraverso i racconti dei figli d’arte; ore 0.15 Nell’occhio di un genio (2013) di Fabio Schifilliti, dedicato a Giuseppe Tornatore; ore 1.30 Nella terra del Padrino (2012) di Francesco Calogero che ripercorre i luoghi e l’atmosfera dove è stato girato il capolavoro di Francis Ford Coppola. Nel Palazzo Duchi Santo Stefano, capolavoro dell’arte gotica siciliana, la Notte del Cinema filo diretto con il Teatro Antico e la Nona Sinfonia di Beethoven eseguita dall’Orchestra Teatro Massimo di Palermo, diretta da uno dei più grandi direttori d’orchestra viventi Zubin Mehta. Chicche uniche e speciali per indagare  a fondo la IX Sinfonia e le proiezioni di A Clockwork orange (Arancia meccanica1971) di Stanley Kubrick con Malcom McDowell, Patrick Magee, un capolavoro della storia del cinema, grazie alla colonna sonora che recupera musiche classiche di Rossini e soprattutto di Beethoven (ore 23.30). A seguire Lezione 21 (2008) di Alessandro Baricco con John Hurt, Noah Taylor, in cui il professore Mondrian Kilroy smonta il mito della Nona di Beethoven con particolare riferimento all’Inno alla Gioia. Alla Casa del Cinema  i documentari di Antonello Sarno: Taormina 55 (2009),  Nastri 70 (2016) e David 50 (2006) a testimoniare lo storico connubio di Taormina con il cinema e due dei più importanti premi italiani cinematografici. Solo per una notte  inoltre esposti, nell’àmbito della mostra “Disegnatori di sogni” il bozzetto e i lavori preparatori di Renato Casaro, uno dei più importanti cartellonisti italiani, del film di Giuseppe Tornatore L’Uomo delle stelle (1995). Il film aveva un finale diverso da quello che poi è stato girato. E il finale originale è stato raccontato in dieci tavole a fumetto, appositamente realizzate dal disegnatore Lelio Bonaccorso con la collaborazione ai testi con Giampiero Bronzetti. A Casa Museo Cuseni, una delle ville storiche più importanti di Taormina, la Notte del Cinemasi apre alle 23.00 Giovanni Renzo musica dal vivo sulla proiezione di Das Kabinet  Des Dr. Caligari  (Il Gabinetto del dott. Caligari)  (1919) di  Robert Wiene, con Werner Krauss, Conrad Veidt, Lil Dagover, Friedrich Feher, Rudolf Klein-Rogge, Elsa Wagner. Shakespeare era Inglese? (2016) di Alicia Marsikova un incantevole documentario-viaggio alla ricerca del vero William Shakespeare  proiettato al Cinema Olimpia e la Villa Comunale, con la sua atmosfera retrò,  sede della Notte del Cinema Horror: Inizio ore 24.00, M.D.C. Maschera di Cera (1997) di Sergio Stivaletti, con Robert Hossein, Gabriella Giorgelli, Romina Mondello, Riccardo Serventi Longhi;  Phenomena (1985) di Dario Argento con Jennifer Connelly e Daria Nicolodi.

Mariangela  Scuderi