FB: COMUNICATO DI DON PALMIRO PRISUTTO

Logo-giubileo-450x300AUGUSTA – La situazione è in evoluzione ed é stato riaperto il dialogo con le confraternite. Al di là di ciò che si dice o si sta scrivendo su fb o sulla stampa, si sta cercando di ricucire il rapporto con le realtà ecclesiali di Augusta.  Evitiamo di inasprire gli animi e soprattutto di avere rispetto per l’autorità ecclesiastica. Sono sicuro che con l’impegno di tutti e con la forza della preghiera e della vera “carità” questa crisi potrà essere risolta e la chiesa di Augusta ne trarrà un indubbio vantaggio. Pettegolezzi, odio e cose del genere devono rimanere fuori dalla chiesa. Ognuno si adoperi per realizzare solo ed esclusivamente quello che Cristo vorrebbe.

     Don Palmiro Prisutto

Lettera di padre Prisutto contro le divisioni e per l’unità

VORREI LAVARVI I PIEDI PER METTERE IN ATTO L’INSEGNAMENTO DI GESÙ

downloadCarissimi fedeli, Gruppi, Confraternite e Associazioni presenti in parrocchia, circa tre anni fa, su richiesta dell’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, ho iniziato in mezzo a voi e con voi un cammino nella fede. Mi son trovato così, improvvisamente, a dover ricoprire un ruolo particolarmente delicato e impegnativo da tanti punti di vista. Un ruolo a cui, onestamente, non avevo mai pensato. Come tutti sapete sono Augustano. In questa parrocchia, in cui oggi sono Parroco, sono stato battezzato e ho frequentato il catechismo. Qui ho sentito la chiamata del Signore, anche se l’esperienza di crescita nella fede e nel servizio della chiesa si è rafforzata nella vicina parrocchia di S. Francesco da Paola. A parte i quattro anni trascorsi come vice parroco a Floridia, ho trascorso dieci anni nella parrocchia di Santa Lucia, vivendo anche il momento bellissimo della sua costruzione. Dopo questa esperienza ho prestato servizio per 21 anni nella parrocchia S. Nicola a Brucoli. Dal 5 giugno 2013 S. E. Mons. Pappalardo mi ha affidato questa Comunità, prima come Amministratore Parrocchiale e dal 28 novembre dello stesso anno come Parroco. Unitamente alla Chiesa Madre il Padre Vescovo, mi ha affidato le altre sei chiese rettoriali, dove sono presenti in vario modo altri gruppi e associazioni ecclesiali. Essendo augustano, conosco anch’io la mia città e la realtà ecclesiale augustana. Come avrete notato sin dal giorno del mio ingresso in questa parrocchia,  ho affisso in chiesa nella bacheca degli avvisi una piccola locandina, che non ho mai rimosso e che potrete trovare ancora anche nell’ufficio parrocchiale. In essa si legge così: INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO PERCHE’ IL PARROCO E I PARROCCHIANI FORMINO UNA SOLA FAMIGLIA, RIUNITA NELLA FEDE, NELLA SPERANZA E NELLA CARITÀ. In questa frase, tratta dal rito liturgico, sono espresse innanzitutto la mia preoccupazione umana: sarò all’altezza di questo compito? e il mio timore derivante dalla fede: “Sarò un buon pastore”? come quelli che il Signore vorrebbe per il suo popolo? Riuscirò a far essere una sola famiglia una realtà ecclesiale così diversificata nei doni e nei carismi del Signore? In questa parrocchia ho conosciuto mons. Carmelo Carmelo Cannavà, mons. Alfredo Garsia, padre Matteo Pino, don Gaetano Incardona. Sotto la guida di questi pastori la comunità facente parte di questa parrocchia, non è stata mai la stessa per numero, per le attività svolte, per la testimonianza di fede e di carità. Quando il Padre Vescovo mi propose come parroco di questa comunità sapevo, anche se dall’esterno delle tristi divisioni che la tormentavano. Sarebbe stato più facile e più comodo dire NO. Tuttavia, ritenendo doverosa l’obbedienza, risposi SI’. Ho trovato una particolare realtà ecclesiale messa su dal mio predecessore, ben e molto diversa da quella del precedente. Non ritengo necessario elencare le cose negative che ho trovato e che ancora, purtroppo, esistono e resistono e che, neanch’io, per i miei limiti, sono riuscito a sanare. Ma ora basta. Iniziamo un cammino nuovo spronati dalle parole di Gesù : “Una casa divisa in sé stessa non può reggersi”. Gesù prima di immolarsi sulla croce per la sua Chiesa, nell’ultima cena, ha pregato per i suoi dicendo: “Ti prego, Padre, siano anch’essi una cosa sola, come noi, perché il mondo creda”.

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AUGUSTA/ GAZEBO 5 STELLE IN PIAZZA FONTANA

m5s-sr-09-03-2013-palco-1 AUGUSTA/ Il referendum sulle trivellazioni si farà il 17 aprile, cioè tra meno due mesi. Una mossa, quella di scegliere una data così ravvicinata,  per impedirci di informare i cittadini e pilotare il voto. L’avere anticipato la data di oltre un mese rivela, infatti, l’obiettivo del PD, cioè quello di non raggiungere il quorum e vanificare il referendum. Non ci sono altre giustificazioni;  d’altronde è lo stesso PD ad avere voluto la norma impugnata ed è sempre lo stesso partito che ha aperto le porte alle trivellazioni. Il M5S non ha mai accettato questa becera politica energetica che sa di medioevo, che contraddice i princìpi della tutela ambientale e che va contro le decisioni prese a Parigi durante il Summit mondiale sul clima. Per questo motivo  fino al giorno del voto, farà il possibile per convincere gli italiani a votare SI’ contro le trivellazioni. Proprio per i motivi sopra menzionati il meetup Augusta 5 Stelle terrà dei gazebo informativi, il primo dei quali domenica 13 marzo, dalle 10 in Piazza Fontana.

 M. C.

QUANDO SARA’ RIAPERTA L’AULA MAGNA-TEATRO COMUNALE?

Giorgio Càsole ne parla con Mauro Italia

Mauro iTALIA E fRANKIE dIRANCOAUGUSTA. Domenica 28 febbraio, il teatro di “Città della Notte”, era pieno come un uovo. Era i n cartellone una commedia comica dal  tema quanto mai attuale “Il marito di mio figlio”, terzo spettacolo della  terza rassegna e organizzata, proprio a “CdN”, dal consorzio cittadino “Teatro in movimento”,che riunisce quattro compagnie amatoriali che da anni riscuotono successo in città e che hanno pensato di far fronte comune per ottimizzare risorse e spese. Ne parliamo con  Mauro Italia, direttore artistico di una di queste associazioni e promotore di “Teatro in movimento”, attore-regista egli stesso. – Augusta ha una tradizione di compagnie teatrali amatoriali da ormai un cinquantennio. Da alcune di queste compagnie sono venuti fuori talenti che si sono imposti in campo nazionale. Uno per tutti: Fiorello E’ così? “Augusta vanta una tradizione teatrale illustre e prestigiosa, le associazioni culturali cittadine hanno regalato nel tempo al panorama artistico nazionale attori e attrici di grande talento che nelle compagnie locali hanno percorso i primi passi e raccolto i primi applausi; la storia ci dà ragione e ci identifica quali realtà di grande impatto e culturalmente preparate.” – E’ vero che non ci sono strutture idonee? “Vero è che la cultura non deve avere confini, e quei pochi contenitori culturali cittadini che hanno accompagnato le realtà artistiche di Augusta, oggi per colpa di una politica poco attenta sono svaniti nei meandri dell’usura e della pochezza di chi prepotentemente e con palese disinteresse ci ha amministrato. Il nostro unico palcoscenico oggi è chiuso, le uniche tavole amate da chi interpreta con il cuore sono state rese inutilizzabili da chi ha deciso senza un impegno programmato di chiudere  il nostro teatro comunale, che pur essendo un’aula magna adattata a teatro, pur essendo spoglio, freddo e senza strutture tecniche utilizzabili resta comunque il simbolo di chi da anni al teatro ha dedicato il suo impegno.” – Eppure Augusta è una piazza con molti talenti, giusto? “ Il nostro territorio vanta moltissime realtà, gruppi di amatori organizzati e armati di buona volontà che nel quotidiano dedicano il loro tempo libero a questo progetto, senza pretesa alcuna, producono spettacoli di vario genere spaziando dal teatro classico di tradizione a quello moderno e contemporaneo, le rappresentazioni programmate nella maggior parte dei casi devolvono l’intero incasso in opere di beneficenza, aiutando associazioni cittadine e no a realizzare progetti utili alla collettività e a persone bisognose, nessun onore, nessun guadagno, solo passione e spirito di volontariato.”  Il j’acuse di Mauro Italia è tanto più motivato in quanto ha recentemente portato al successo un spettacolo difficile, “Aggiungi un posto a tavola”,  molto impegnativo per un gruppo locale; c’è riuscito alla grande, sì, ma in un teatro , il “Cannata” di Città della notte “, capace di mille posti, dal costoso affitto, ragion per cui non è possibile realizzare repliche. Le repliche si potrebbero fare nel cosiddetto teatro comunale, come succedeva fino a tre anni fa, quando fu chiuso per manutenzione. Quanto tempo ancora deve durare?

G.C.

CONTRO LA CHIUSURA DEL TEATRO COMUNALE DI AUGUSTA

mauroitaliaAUGUSTA. Mauro Italia, attore-regista e presidente dell’Associazione “Teatro Stabile di Auigusta” ci ha inviato questa sua nota in cui stigmatizza la  persistemnte chiusura del cosiddetto teatro comunale, in realtà un’aula magna  con alcune strutture che possono ospitare le compagnie locali, nell’assemnza di un vero teatro. Intamnto l’aula magna, battezzata teatro comunale dallab Giunta Gulino  circa quindici anni fa è chiuso da oltre tre anni. Ecco la nota di Mauro Italia: Augusta vanta una tradizione teatrale illustre e prestigiosa, le associazioni culturali cittadine hanno regalato nel tempo al panorama artistico nazionale attori e attrici di grande talento che nelle compagnie locali hanno percorso i primi passi e raccolto i primi applausi; la storia ci dà ragione e ci identifica quali realtà di grande impatto e culturalmente preparate. Vero è che la cultura non deve avere confini, e quei pochi contenitori culturali cittadini che hanno accompagnato le realtà artistiche di Augusta, oggi per colpa di una politica poco attenta sono svaniti nei meandri dell’usura e della pochezza di chi prepotentemente e con palese disinteresse ci ha amministrato. Il nostro unico palcoscenico oggi è chiuso, le uniche tavole amate da chi interpreta con il cuore sono state rese inutilizzabili da chi ha deciso senza un impegno programmato di cantierare il nostro teatro comunale, che pur essendo spoglio, freddo e senza strutture tecniche utilizzabili resta comunque il simbolo di chi da anni al teatro ha dedicato il suo impegno. Il nostro territorio vanta moltissime realtà, gruppi di amatori organizzati e armati di buona volontà che nel quotidiano dedicano il loro tempo libero a questo progetto, senza pretesa alcuna, producono spettacoli di vario genere spaziando dal teatro classico di tradizione a quello moderno e contemporaneo, le rappresentazioni programmate nella maggior parte dei casi devolvono l’intero incasso in opere di beneficenza, aiutando associazioni cittadine e no a realizzare progetti utili alla collettività e a persone bisognose, nessun onere, nessun guadagno, solo passione e spirito di volontariato.

Mauro Italia

AUGUSTA. PRESENTATO A PALAZZO ZUPPELLO IL ROMANZO-VERITA’ DI SANTI TERRANOVA, CHE HA CONCLUSO:“LA LEGGE E’ STATA RISPETTATA, LA GIUSTIZIA NO” – di Cecilia Càsole

Apotheke, il laboratorio dei veleni

Presentazione ApothekeAUGUSTA. “Apotheke. Il laboratorio dei veleni, pubblicato dall’editrice “Due-tre-due” di Lentini, è il romanzo-verità, presentato dall’avvocato Puccio Forestiere, sabato 30 gennaio nel salone di Palazzo Zuppello, davanti a un pubblico foltissimo,  molto attento, sia per la vicenda raccontata sia per la presenza degli ospiti al tavolo della presidenza.  Il libro si ispira alla vicenda che ha visto implicati 8 imputati eccellenti della ex facoltà di farmacia in un processo per disastro ambientale che ha provocato 17 morti. Santi Terranova,  l’ autore del libro, lentinese, è  avvocato penalista, difensore di molte parti civili costituite nel famigerato Processo Farmacia.  E’ stato colui grazie al quale si è dato avvio al secondo processo per omicidio colposo plurimo dopo l’acquisizione di una prova determinante:  il memoriale scritto dal giovane ricercatore Lele Patanè qualche tempo prima di morire.Una vicenda di vite stroncate a causa di ambienti inquinati e cattivo smaltimento delle sostanze usate per gli esperimenti “ Dopo aver trascorso l’intera giornata in laboratorio avvertivo spesso mal di testa, astenia e un sapore strano nel palato come se fossi intossicato” scriveva Lele Patanè.Santi Terranova ha scritto  il romanzo utilizzando le storie parallele dei due personaggi, l’avvocato Antonio Valenti e la giornalista Giulia Valisano, accomunati dall’interesse profondo nella ricerca della verità dietro quelle giovani vite spente dal cancro.Anselmo Madeddu, direttore dell’Asp, ha fornito al pubblico una interpretazione letteraria del romanzo, mentre l’avv. Forestiere  dopo avere illustrato gli aspetti peculiari del racconto, ha menzionato alcuni processi che lo hanno visto coinvolto personalmente, citando la battaglia accanto al pretore Condorelli all’inizio degli anni ’80 dopo il fenomeno della moria dei pesci o il processo contro l’installazione del depuratore a  Punta Carcarella.Il Processo Farmacia ha ispirato anche la regista siciliana Costanza Quatriglio che ha realizzato il film “ Col fiato sospeso” e il libro – denuncia di due giornalisti del quotidiano “ Repubblica”.Nella prefazione di “Apotheke”, affidata a Guido Ruotolo, viene sottolineato il filo che lega il Processo Farmacia ad altri processi contro i colpevoli di disastro ambientale : quello contro il Petrolchimico di Porto Marghera, l’Eternit di Casale Monferrato e quello ancora in atto sull’Ilva di Taranto .Terranova ha scelto  di pubblicare il romanzo prima dell’ emissione della sentenza che ha mandato assolti tutti gli otto imputati e che ha condotto gli avvocati di parte civile a ricorrere davanti al giudice del lavoro per ottenere quantomeno una richiesta risarcitoria milionaria per le famiglie dei deceduti.“ Erano all’Inferno, e non lo meritavano” con queste parole si chiude la prefazione di Ruotolo. “La legge è stata rispetta, la giustizia no”: questa l’amara conclusione di Santi Terranova che ha riconosciuto le istanze formali  per cui nel Processo Farmacia  la legge in astratto è stata rispettata, mentre non è stata resa giustizia a Lele Patanè e agli  altri sedici morti né ai loro familiari.

C.C.

AUGUSTA/AUTORITA’ PORTUALE AD AUGUSTA, CROCETTA VUOLE IMPUGNARE IL DECRETO / LE DIMENTICANZE DI CROCETTA – di Giorgio Càsole

me stesso ai MdL 2015AUGUSTA. Il presidente della Regione siciliana, Crocetta, ha dichiarato ai quattro venti che intende impugnare il decreto governativo che riconosce legittimamente ad Augusta il ruolo di sede dell’Autorità Portuale di sistema della Sicilia orientale. Crocetta ha affermato – e i giornali regionali l’hanno pubblicato in prima pagina -che, “pur riconoscendo le ragioni di Augusta”, non è possibile che Catania e Messina, città metropolitane, siano private dell’autorità portuale, giacché quella che avrà sede in Augusta avrà giurisdizione su Catania e Messina deve fare sistema con Gioia Tauro. Crocetta afferma che le due città non possono essere così offese. Crocetta dimentica che il governo Renzi sta continuando la politica, già attuata dal governo Monti e da quello di Letta in tema di risparmio della spesa pubblica, abolendo tanti uffici pubblici periferici. Quindi, anche le Autorità Portuali in tutt’Italia devono essere ridotte di numero perché costose. Crocetta dimentica che le Autorità Portuali rappresentano spesso baracconi di sperpero della spesa pubblica. Crocetta dimentica che l’Autorità Portuale di Augusta, già ora, amministrando il porto cittadino, uno dei più grandi d’Itali e d’Europa, pur in crisi, è un’Autorità che ha una cospicua cassa. Crocetta dimentica che il ministro renziano Delrio non ha regalato nulla ad Augusta, giacché la legge stessa prevedeva che la sede delle nuove Autorità Portuali, dette di sistema, dovessero avere sede nei porti “core”, com’è quello di Augusta, come non lo è quello di Catania né quello di Messina. Crocetta dimentica che a Messina fino a ottobre 2002 c’era la sede del comando di Marisicilia, un comando della M.M, con giurisdizione su tutta la Sicilia, che oggi si trova, dal novembre  2002, in  Augusta, grazie alla lungimiranza del comando generale, a Roma, che trovò giusto e conveniente dislocare il comando di Marisicilia da  Messina ad Augusta, dove c’è una base della Marina Militare italiana, importante strategicamente, terza in Italia dopo La Spezia e Taranto.  Crocetta dimentica che il porto di Gioia Tauro, per cui i governi nazionali hanno buttato fior fiore di miliardi di lire, è molto più importante dal punto di vista commerciale di quello di Messina. Crocetta dimentica che ad Augusta è stato scientemente e volutamente ridimensionato  l’ospedale e che sono stati portati via tutti gli uffici periferici dello Stato. Crocetta strepita come una femminuccia perché non è stato invitato al Consiglio dei Ministri quando si è discusso di cose siciliane, come prevede lo Statuto siciliano  accettato dalla Costituzione. Come mai se ne ricorda solo ora? Non solo. Crocetta dimentica che lo Statuto siciliano non è stato mai compiutamente applicato, visto che esso statuto prevede che in Sicilia il presidente della Regione dev’essere il capo della polizia.Dimentica o fa finta di dimenticare?

G.C.

PER I MORTI PER CANCRO DI AUGUSTA E DINTORNI, PADRE PRISUTTO SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

prisutto cancroEgregio Sig. Presidente della Repubblica, non sono stato affatto sorpreso dalla non risposta alla mia lettera a lei indirizzata il 6 febbraio scorso a pochi giorni dalla sua elezione. Le avevo scritto per invitarla a partecipare ufficialmente ad una delle messe che celebro il 28 di ogni mese nella chiesa madre di Augusta nel corso della quale preghiamo per i malati e i morti di cancro di Augusta e dintorni. Nel corso di questa messa leggo i nomi di quanti, sull’altare del lavoro, nella zona della Sicilia in cui vivo hanno sacrificato la loro vita per attuare quel principio in cui si afferma che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Purtroppo non solo sull’altare del lavoro, ma anche sul territorio, a causa di quello stesso lavoro, anche altri ne pagano amaramente le conseguenze. Certamente il numero delle vittime è assai più elevato di quelle registrate sul tabulato allegato alla presente: altre patologie diverse dal cancro sono sicuramente correlabili all’inquinamento prodotto dal polo petrolchimico di Augusta-Priolo-Melilli. Anche tantissimi aborti (specialmente quelli denominati “terapeutici”) sono da addebitare all’inquinamento ambientale. Per “fortuna”, all’ospedale di Augusta non nascono più bambini malformati, non perché non ne nascono più, ma perché il problema è stato nascosto chiudendo più opportunisticamente il punto nascite dell’ospedale di Augusta, costringendo le madri a partorire altrove i loro figli. Comprendo che per il suo ruolo istituzionale lei è molto impegnato, specialmente in questo frangente storico-politico. È giusto e doveroso che un Presidente della Repubblica sia presente a determinate ricorrenze o ai funerali di certe vittime (guerra, mafia, terrorismo, calamità, ecc.), ma se ad altre richieste simili, proposte “dal basso” non ci si degni neanche di rispondere, si corre il rischio di considerare secondarie altre vittime, come se in Italia ci fossero vittime di serie A o di serie B a seconda della latitudine o della ragion di stato.

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FRANCESCO BUCCA, LO SPECIALISTA AUGUSTANO DI CHIRURGIA MINI INVASIVA DEL PIEDE PRATICATA NELL’OSPEDALE SANTO SPIRITO DI BRA (CUNEO) CONSIGLIA ALLE RAGAZZE DI NON INDOSSARE SCARPE STRETTE E CON I TACCHI ALTI

Varie testate  nazionali hanno parlato della sua tecnica per guarire dalla patologia dell’alluce valgo, comunemente chiamata “cipolla” – di Giorgio Càsole

Francesco BuccaAUGUSTA. Il padre, sottufficiale delle Fiamme Gialle,  si faceva voler bene,  grazie alla sua bonomia, al suo sorriso che lo rendevano  simpatico alle persone, nonostante la divisa di tutore della legge. Aveva l’aspetto del “gigante buono”, caratteristica che ha  trasmesso al figlio Francesco, che, nel sorriso  aperto, ricorda il padre. Francesco Bucca, 46 anni appena compiuti, è  nato ad Augusta e vi ha vissuto fino a vent’anni fa circa, prima di trasferirsi per lavorare come ortopedico all’ospedale Santo Spirito di Bra, in provincia di Cuneo. In perfetta regola con il piano di studi, a ventiquattr’anni si è laureato in medicina e chirurgia a Catania, dove, nel settembre 2001 si è specializzato in ortopedia e traumatologia. Durante gli anni di servizio a Bra, ha seguito corsi di specializzazione in chirurgia mini invasiva del piede e dell’alluce a Siena e a Pietra Ligure. Grazie a questa sua iperspecializzazione,  Bucca è divenuto un medico ricercato per la cura di quella deformazione del piede, una delle più comuni e più dolorose, definita “cipolla”, tecnicamente chiamata dell’alluce valgo, una deformazione che colpisce più le donne  degli uomini, anche in giovane età, che può provocare “una deviazione anche delle altre dita del piede che progressivamente si inclinano” determinando altri gravi problemi al piede, spiega Francesco Bucca, diventato così abile come chirurgo nel guarire questa patologia da essere intervistato da varie testate nazionali, anche familiari come VERO. Gli chiediamo: Quali sono le principali cause che provocano questa patologia e come si cura oggi? Tra le cause a cui è riconducibile questa patologia, c’è una componente di ereditarietà: spesso viene trasmesso da madre a figlia, visto che è dimostrato che colpisce soprattutto  le donne;  inoltre,  alcune tipologie di calzature femminili, strette sulla punta o con i tacchi alti, possono peggiorare la situazione e aggravare il problema”. Quindi, potremmo  esortare le ragazze a non indossare scarpe strette e con tacchi alti? Sostanzialmente sì; deve fare comunque un uso molto moderato. Generalmente, la  patologia è trascurata in età giovanile o non considerata rilevante ai primi sintomi di fastidio. Grazie a nuove tecniche di intervento meno invasive, anche pazienti giovani possono scegliere  la strada della chirurgia. E’ un cambiamento importante perché l’alluce valgo che insorge magari prima dei 40 anni, con l’età tende a peggiorare”.  Che cosa intende per nuove tecniche di intervento meno invasive? “La metodologia tradizionale, l’unica disponibile fino a qualche anno fa, richiedeva un taglio di 6-7 centimetri e poi l’uso di mezzi di sintesi cioè fili metallici o viti per bloccare l’osso nella posizione più corretta. Oggi, invece, le tecniche di chirurgia mini-invasiva consentono di intervenire con due incisioni, vicine, di pochi millimetri. Dopo l’intervento si procede con dei bendaggi da rinnovare a quindici e 30 giorni dall’operazione. I vantaggi della procedura mini-invasiva sono molteplici. Innanzitutto,  è ridotto il rischio di infezioni e la ferita che prima era di diversi centimetri si riduce a due puntini. Il giorno successivo all’intervento il paziente può già camminare con una scarpetta apposita caratterizzata da una particolare rigidità che impedisce alle ossa dell’avampiede di flettersi. Il tempo complessivo di recupero è analogo a quello della chirurgia tradizionale perché occorre attendere che si formi naturalmente il callo osseo, ma il piede risulta meno gonfio e provoca meno dolore”. L’intervento mini invasivo  dove viene eseguito? Qui al Santo Spirito di Bra, struttura sanitaria pubblica, e in tutti quegli ospedali il cui  ortopedico abbia seguito dei corsi specifici di chirurgia mini-invasiva del piede e dell’alluce presso centri specializzati ed è opportuno che abbia assistito a diversi interventi in sala operatoria per imparare la tecnica. Questo tipo di intervento si esegue in ambulatorio, in svariate strutture pubbliche, e richiede generalmente soltanto una notte di ricovero.”

G. C.

AUGUSTA, A QUANDO IL RIPRISTINO DEL PALCO MUSICALE?

downloadAUGUSTA. Un’altra nota di Mimmo Di Franco mette in luce lo stato di  degrado dello storico palco della musica in stile liberty,  vandalizzato a  più non posso. Ecco il testo: “A fine dicembre del 2012, durante la gestione del Commissario La Mattina lanciai, a mezzo stampa,la proposta per il ripristino del palco Musicale, tramite raccolta fondi ,essendo il Comune di Augusta in piena crisi economica e in spending review. Tale proposta fu lasciata cadere nel vuoto. Rilanciai la stessa proposta ai tre commissari di Governo al Comune di Augusta, per essere autorizzati, insieme ad altri amici e sotto la supervisione dell’ufficio tecnico ,al ripristino del palco della musica, poiché altri, sotto il simbolo del club di appartenenza, avevano espresso il desiderio di realizzare tale ripristino, si fece un passo indietro indirizzandoci su altri obiettivi. Fu organizzata, per raggiungere lo scopo, una serata per la raccolta dei fondi necessari, si sarebbero occupati della parte burocratica, per le autorizzazioni del Comune e della Sovrintendenza. Siamo giunti alla fine 2015 e non si ha contezza di quale sia l’ostacolo che impedisce tale realizzazione. Nel frattempo il palco, costruito alla fine dell’800, è quasi semidistrutto dal vandalismo e dall’intemperie ,oltretutto è pericolo per i bambini che lo frequentano,in quanto la base è rotta e la struttura ha i tubi di recinzione penzolanti. Da mie informazioni, pare sia stata raccolta la cifra necessaria, a tutt’oggi c’è la disponibilità della ditta alla realizzazione dell’opera a titolo gratuito, per il Comune dovrebbe esserci  la supervisione e c’è anche il benestare della Sovrintendenza. La domanda, a questo punto sorge spontanea: per l’inizio dei lavori, da chi dipende? La risposta la si deve a tutti quei cittadini che ,con la loro presenza per la serata organizzata allo scopo, hanno contribuito pagando il biglietto affinché vedano realizzarsi un sogno e passare, come ai vecchi tempi, una domenica di relax ascoltando la gloriosa banda musicale di Augusta.”. Sarebbe opportuno avere risposte dalle associazioni che hanno raccolto i fondi..

  M.D.F.