Considerazioni sul voto del 4 dicembre – di Giorgio Càsole

EDITORIALE/Fra  storia  e cronaca

me stesso  nellostudioAugusta – Potrei  esordire citando  fior di costituzionalisti, docenti universitari  o  ex giudici e ex presidenti della Corte costituzionale che la pensano come me. Attenzione! Gli ex presidenti e ex giudici di questa Corte godono di benefici di tipo regale anche dopo il loro mandato novennale, pur tornando a essere cittadini comuni. Ma tant’è. Siamo in Italia dove ci sono quelli che sono più uguali di altri. Non credo abbiano interesse di bottega nel proclamare la loro opposizione a questa riforma “napoletanesca”.  Ci sono quelli che sono padronissimi di difendere il  piccolo Fiorentino così avido di potere che ha mandato a calci in culo il suo compagno di partito Letta e dopo aver promesso di rottamare, di non fare inciuci, ha perseguito la sua personale scalata al potere, sostenuto da quel presidente Napolitano che avrebbe dovuto sciogliere l’attuale parlamento eletto con legge dichiarata incostituzionale. Che cosa abbiamo a fare un presidente-notaio, garante della Costituzione, che cosa abbiamo a fare una Corte costituzionale se poi il primo non rispetta le deliberazioni della seconda? Se la legge è stata dichiarata incostituzionale, quale doveva e dev’essere la conseguenza logico-giuridica, se non sciogliere il parlamento eletto con legge incostituzionale? Non è vero che il senato, secondo questa riforma, viene sottratto ai cittadini? Come si fa a negarlo? Su che base? Questa pretesa riforma triplicherà il numero di firme per una proposta di legge popolare? Se per molti  vanno bene l’uno e l’altro provvedimento, per molti   NO,  per  i tanti  che credono in una democrazia in cui i   cittadini  sono rispettati sempre, non ogni 5 anni. Negli anni Cinquanta l’augustano Epicarmo Corbino, noto economista, componente del governo De Gasperi, propose una legge che prevedeva il premio di maggioranza, che, secondo le previsioni, sarebbe andato all’allora DC. Corbino era del PLI. Corbino fu impiccato in effigie dal “popolo comunista”. Per l’opposizione strenua dell’allora PCI, che definì quella proposta di legge, come “Legge truffa”, la proposta non passò.  La DC continuò a governare con i partiti di coalizione, prima centro-destra, poi di centro-sinistra. PCI e DC erano acerrimi nemici. Aldo Moro, rapito dalle BR, fu probabilmente ucciso, con l’avallo della CIA americana, perché voleva associare il PCI al governo e gli Americani allora vedevano il PCI come il toro vede il rosso. Dopo il crollo del muro di Berlino, grazie anche a Giovanni Paolo II, dopo il crollo dell’impero sovietico, che oggi rende inutile la NATO (apparato militare difensivo costosissimo), le cose sono cambiate. il PCI, non più finanziato come una volta dall’URSS, cambiò denominazione fino a diventare PD, partito dove sono confluiti ex democristiani, diventati nel frattempo ex popolari.  Uno di questi “popolari” ex dc, è il  piccolo Fiorentino, il quale sostiene di voler fare risparmiare l’Italia. Allora perché ha fatto spendere e fa spendere centinaia di milioni di euro per un aereo, attraverso il quale, vuole scimmiottare Obama, quando c’erano e ci sono gli aerei militari per gli spostamenti istituzionali veri?

Continua a leggere

USA, “Se ho il cancro, ho due scelte: morire o perdere la casa” – di Giorgio Càsole

TrumpDopo la conferma dell’elezione di Trump a 45° presidente degli stati uniti, sui social, soprattutto su Fb, si sono scatenati i commenti di esultanza, come quella di un  giovanissimo,  ex alunno  al liceo scientifico di Augusta, che ha vaticinato: “Ne vedremo delle belle”. Gli ho risposto : O delle brutte, come la cosiddetta “deregulation” varata durante il periodo dell’attore repubblicano Ronald Reagan. La signora Rodham Clinton non è esente da critiche, come Obama, che ha ricevuto il Nobel per la pace alle intenzioni otto anni fa. Sono, sì, democratici ma AMERICANI, cioè presi dal loro smisurato orgoglio o dalla loro tronfia superbia (decidete voi) d’essere i più grandi, i guardiani del mondo. Obama l’ha ribadito dopo la sconfitta di Hillary: “Siamo il Paese più grande del mondo”. La loro megalomania li porta a vivere nel passato, post II guerra mondiale.  Gli Americani, in fondo, sono come i Romani (gli antichi, si intende): vogliono imporre la pax americana a tutto il mondo, hanno ancora la testa, oltre che nel secolo scorso, in quello precedente: si sentono pionieri nel Far West. Hanno compiuto il genocidio dei nativi americani e ora vogliono imporre le loro idee di civiltà e i loro prodotti in altre terre. Dimenticano che altri grandi, grandissimi, Paesi, come l’India e la Cina, si stanno prepotentemente affacciando sulla scena mondiale;  anzi, si sono già affacciati. Non voglio, però, apparire anti-americano per partito preso.  Bufalino ha scritto che la Sicilia non è una, ma “Cento Sicilie”. Parafrasando Bufalino, vorrei aggiungere che l’America non è una, ma almeno due: l’America dei diritti civili, delle garanzie democratiche, dei progressisti, dei paladini, come Ralph Nader, che si candidò alla presidenza ani fa, dei martiri come Martin Luther King, e c’è l’America oscura, del Ku Klux Klan, razzista, intollerante, becera, che accetta il sistema sanitario che Obama ha tentato di piegare verso la gente povera e disoccupata. Sistema sanitario che Trump ha promesso vorrà riportare secondo i loro parametri, secondo cui chi può pagare, anche attraverso l’assicurazione,  viene curato, chi non può viene sbattuto fuori, letteralmente. Vi riporto quello che mi ha scritto un amico italo-americano, Nino D’Urso: “Negli USA la nazione che manda miliardi di dollari ad altri paesi come Israele, Turchia ecc., più del 60% della bancarotta è causata dall’alto costo della assistenza sanitaria. Per darti un classico esempio, se io ho 50 anni e perdo il posto perché la mia compagnia mi ha licenziato, automaticamente perdo l’assistenza sanitaria. Se il dottore mi chiama e mi dice che test del cancro è positivo ho due scelte da fare: morire e permettere mia moglie di restare nella nostra casa, o curarmi e perdere tutto. Questo succede solo negli USA, credo. La riforma sanitaria di Obama non è perfetta ma almeno si sta cominciando a fare qualcosa. Trump ereditò tutto da suo padre, la sua compagnia dichiarò bancarotta tre o quattro volte e fu sovvenzionato da noi. Non paga tasse ed è la definizione del cafone arricchito” Devo aggiungere altro? Sbaglio o in Italia si sta facendo di tutto per copiare gli USA anche in questo campo così delicato della nostra esistenza?

 G.C.

“SIGNOR SINDACO, CHE COS’HA FATTO PER MIGLIORARE IL BENESSERE DEI CITTADINI?”

Augusta. Giuseppe Fazio, augustano di nascita, ma milanese da oltre un trentennio, ci ha fatto avere copia del testo d’una breve lettera che ha inviato al sindaco Di Pietro. Possiamo dire che, in sintesi, Fazio si è fatto portavoce della delusione e dello scoramento di molti augustani di origine  che, dopo anni, ritornano ad Augusta e  la vedono degradata e in stato di abbandono. Se e che cosa risponderà il sindaco, vi faremo sapere.  Ecco, intanto,  il testo della lettera di  Giuseppe Fazio: “Egr.  Sig. Sindaco, sono un augustano da tempo residente a Milano. Di recente sono stato in vacanza in Sicilia e ho fatto visita anche alla mia città di Augusta trovandola sempre degradata a causa, forse, delle precedenti amministrazioni comunali. Capisco che non è dall’oggi al domani che certi degradi e abbandoni possano essere risolti facilmente ma dopo un anno e mezzo, settimana più settimana meno, della sua amministrazione può dirmi cosa è stato fatto che abbia migliorato il benessere dei cittadini? Non tante cose, ma almeno una o due cose al massimo. Quali le difficoltà che sta incontrando nonostante la competenza della sua Giunta? La ringrazio per il suo cortese riscontro.”

   Giuseppe Fazio

IL SANDALO SULLE STRISCE

La nuova tragedia su Corso Sicilia e l’obbligo morale dell’Amministrazione comunale – di Giorgio Càsole

sandalo sulle strisceAUGUSTA – “Ho visto la signora fare letteralmente un volo. Camminava tranquillamente sulle strisce pedonali: sopraggiunge una mercedes a elevata velocità, la investe e la signora, dopo il volo, sbatte a distanza. Il suo sandalo rimane sulle strisce. Il conducente dell’auto si ferma per prestare soccorso, ma  la donna, dopo il violento impatto, muore. Non si può più stare tranquilli nemmeno attraversando le strisce pedonali.” Questa è la testimonianza essenziale, asciutta, ma fortemente drammatica di una nuova tragedia avvenuta in Corso Sicilia, in particolare in un tratto che, a questo punto, potremmo definire il percorso della morte, perché  diverse vite sono state spezzate per  cause diverse. Martedì 30 agosto è toccato alla 68enne Maria Monterosso,  moglie, madre, nonna amata e stimata che, a mezzogiorno, in piena luce, dunque, attraversava le strisce pedonali nei pressi del Palajonio, pensando di poter tranquillamente tornare a casa, certa che gli automobilisti avevano il dovere di rallentare e di aspettare il passaggio.  Se non si può attraversare tranquillamente le strisce perché c’è sempre qualcuno che  pensa di correre su un circuito automobilistico, che fare? A parte le responsabilità penali dell’investitore, l’Amministrazione comunale ha l’obbligo morale di porre rimedio o no?

  G.C.

CHE COSA PENSA IL COMANDANTE DEL PORTO DI AUGUSTA DEL NASCENTE PORTICCIOLO XIFONIO

downloadAUGUSTAComandante, come lei sa, ad Augusta, nel golfo Xifonio, sta sorgendo un porticciolo turistico per opera di imprenditori locali. Secondo Lei, c’è la possibilità di modificare l’economia di questa città? – “Intanto, devo dire che un investimento del genere avrà avuto uno studio di fattibilità. Ritengo che chi ha intrapreso quest’iniziativa sia cosciente delle difficoltà, del “ritorno”. Io, comunque, sono favorevole al fare. Sono ottimista. Siamo imagesvicini agli imprenditori. Li conosciamo. Sono imprenditori presenti nel territorio. Ritengo che siano di stimolo per attività imprenditoriali ancorché minori. Un’infrastruttura del genere, come quella del porto Xifonio, presuppone non solo un investimento, non solo un guadagno, presuppone una crescita di quell’angolo di paese, ma anche una crescita della città, per essere un’infrastruttura rivolta a un’utenza medio-alta, a mezz’ora di distanza dall’aeroporto di Catania. E’ un’iniziativa che io plaudo, perché comunque bisogna dare alle cose il giusto valore. Chi ha investito ha fatto un salto nel buio, ha dimostrato coraggio. I tempi sono difficili. Io vedo bene questo porto turistico nel golfo Xifonio perché il diporto tutto ha bisogno di porti dedicati. Oggi nel sud-est della Sicilia i porti turistici si possono contare sulle dita di una mano, specie per quelle imbarcazioni che si attende ricevere. La città di Augusta deve crescere. Chi ci vive ha l’obbligo di farla crescere.”

G. C.

AUGUSTA, DELUDENTE ASSEMBLEA SUL FUTURO DELLA CITTA’

3770670769Augusta. “Augusta, quale futuro?”: questo il titolo dell’assemblea svoltasi il pomeriggio di mercoledì 15 nell’aula magna dell’istituto “Ruiz”, organizzata da un “comitato spontaneo” di imprenditori e professionisti locali, preoccupati per il grave stato di crisi in cui versa la città. Sono state invitate a partecipare “tutte le forze della città di Augusta”, laddove con il termine “forze” si è inteso qualsiasi gruppo o associazione, dalle confraternite cattoliche all’associazione dei pensionati, dal circolo degli operai e degli artigiani alle associazioni d’arma. Il principio fondante, che si basa sul concetto di “cittadinanza attiva” , è che occorre un cambiamento di rotta per questa città e che, quindi, è necessario il contributo di tutti, un contributo di pensiero e azione, per ricordare una massima cara a Giuseppe Mazzini. Un contributo anche di impegno. Infatti, l’assemblea del 15 è stata considerata solo la prima tappa di un progetto partecipato per tentare di far rinascere questa città, per tentare di ridare un futuro ai giovani, come quello che si aspettavano e in cui credevano i giovani degli anni Sessanta del secolo scorso. Oggi qui i giovani non hanno futuro e sono costretti a emigrare, come emigravano a migliaia negli anni Cinquanta verso la Germania, il Belgio, l’America, l’Australia. Allora era un’emigrazione di braccianti, operai, manovali; oggi è un’emigrazione di giovani scolarizzati: diplomati e laureati, nonostante la presenza di un grande porto, secondo a Genova, nonostante l’esistenza di un polo industriale con tutte le problematiche che questo comporta. Ad Augusta i negozi chiudono, i commercianti languono, anche per le tasse esose, i professionisti stentano anche loro a lavorare. Tuttavia, nell’assemblea del 15 non sono state sollevate problematiche, non è stata tentata un’analisi dello stato delle cose, non è stata avanzata una proposta per l’inversione di rotta, provocando la profonda delusione di molti imprenditori, professioni e artigiani, recatisi al “Ruiz” per avviare una fase costruttiva di un processo che certamente non né breve né semplice. Ai presenti è stato chiesto di confermare o dare la propria adesione, di pronunciare sostanzialmente “coram populo” una sorta di “Io ci sto” o “Noi ci stiamo” a lavorare per il lavoro, perché il lavoro è la priorità in assoluto, “bisognosa dello sforzo di tutti”. Un appello considerato un doppione, visto che già era stato fatto preventivamente, tanto che sullo schermo erano proiettati i nomi di tutti gli aderenti. Il “comitato spontaneo” ha chiesto e ottenuto la collaborazione dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, in nome del quale don Angelo Saraceno ha tenuto una breve allocuzione, “non una predica né un comizio”, in cui ha sottolineato la funzione della Chiesa come mediatrice fra voci diverse, fra opposte fazioni, in grado di preparare il terreno per il dialogo in vista del raggiungimento del bene comune.

Cecilia Càsole

AUGUSTA, PRISUTTO: “LA SALVEZZA DEL POPOLO E’ LA LEGGE SUPREMA”

Prisutto legge in marcia i nomiAugusta. Lo scorso 30 maggio 2016 don Palmiro Prisutto, il prete ormai noto come il prete anticancro era  uno  di coloro che avrebbe potuto prendere la parola durante il Consiglio comunale “aperto”,  avente come oggetto la questione ospedale. Don Palmiro aveva abbozzato alcuni  appunti. Purtroppo,  non gli  è stato possibile intervenire. Ha  pensato quindi di scrivere per esteso il suo intervento e di renderlo noto. “SALUS POPULI SUPREMA LEX. Quanti di coloro (rappresentante dell’ASP, SINDACO, CONSIGLIERI COMUNALI, DEPUTATI E SEMPLICI CITTADINI) che il 30 maggio hanno parlato in consiglio comunale conoscono ed hanno compreso il senso di questa massima che – per ironia della sorte – dal 1918 esiste sulla porta d’ingresso del forte Vittoria nel porto di Augusta?Molte volte per difendere l’ospedale di Augusta ho sentito parlare della legge 5, una legge che tutela gli ospedali presenti nelle aree industriali: ma questa legge vale anche per Augusta? La peculiarità di Augusta. 1. Augusta non è l’insignificante paesino agricolo sperduto all’interno della Sicilia. 2. Augusta è una città industriale, produttrice di enormi quantità di beni e di denaro; 3. Augusta il 30 novembre 1990 venne dichiarata “area ad alto rischio di crisi ambientale”; qualche anno più tardi dal ministro per l’ambiente Corrado Clini venne definita “area in piena crisi ambientale”; 4. Successivamente venne dichiarato “SIN” = Sito di Interesse Nazionale (cioè sito da bonificare). Ma queste dichiarazioni sono servite a qualcosa? E tutti gli studi fatti, anche a livello mondiale, sul caso Augusta-Priolo cosa hanno prodotto? Secondo lo spirito della dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale ad Augusta, a tutela della salute, avrebbero dovuto fare:(estratto dal decreto del 30 novembre 1990) 1) Analisi dei carichi inquinanti complessivi determinati dalle attività produttive esistenti nell’area e valutazione della loro incidenza sui vari comparti ambientali; 2) Studio dello stato di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, dell’aria e del suolo al fine di individuare l’ambito specifico territoriale di interesse e di caratterizzare le componenti ambientali per le quali è necessario il risanamento; 3) Ricognizione sullo stato attuale degli interventi a valenza ambientale in corso di realizzazione o programmati nel territorio in esame, sia su iniziativa delle aziende industriali operanti nella zona che da parte degli enti pubblici; 4) Elaborazione di uno studio tendente a valutare la ricettività del sito per quanto concerne gli effluenti aeriformi e liquidi e i rifiuti solidi in relazione alla natura, comportamento negli ecosistemi e caratteristiche tossicologiche delle specie inquinanti interessate; 5) Indagine epidemiologica su campioni significativi della popolazione di Siracusa (e Caltanissetta) e dei comuni limitrofi, al fine di accertare l’incidenza delle patologie più comuni correlabili con lo stato di inquinamento ambientale; 6) Effettuazione di bilanci di impatto dei consumi delle risorse e dei principali fattori di inquinamento in relazione all’attuale assetto di produzione infrastrutturale; 7) Definizione e progettazione delle azioni dirette al risanamento dell’ambiente e al riassetto del territorio mediante: a) Elaborazione di un piano di area per la fissazione degli standard ambientali anche sulla base dei risultati emergenti dal censimento dei punti di emissione, del carico inquinante esistente sull’ambiente e della ricettività dell’ambiente stesso; b) interventi diretti sul comparto produttivo per la minimizzazione dei carichi ambientali che, partendo dall’analisi dei sistemi di produzione, consenta di realizzare consistenti miglioramenti in relazione alle incidenze sull’ambiente e al recupero delle risorse; c) interventi diretti alle riabilitazioni delle strutture consortili e infrastrutture connesse (zona portuale, movimentazione materie prime, viabilità, approvvigionamento idrico ad uso idropotabile e produttivo, ecc.) in relazione alle esigenze di tutela ambientale e alla vocazione turistica e agraria dell’area circostante il polo industriale; d) interventi diretti al recupero ambientale e al risanamento di aree particolarmente compromesse e di particolare rilevanza naturale e ambientale; e) elaborazione di una strategia a livello di area per la gestione di rifiuti risultanti dal polo industriale. Tale strategia dovrà basarsi su studi di compatibilità ambientale dei siti proposti per le discariche; 8) Definizione di un piano di controllo e monitoraggio dei parametri ambientali più significativi ai fini della tutela della popolazione, dei lavoratori e delle componenti ambientali; 9) Pianificazione degli interventi e fattibilità tecnico-economica degli stessi; 10) Predisposizione del piano finanziario con la specifica individuazione degli strumenti per il reperimento delle risorse necessarie. Possiamo prendere atto che quasi tutto ciò che avevano stabilito con il decreto del 1990 non è stato attuato. Anzi ……..considerata la peculiarità dei rischi a cui potrebbe essere soggetta la città di Augusta ed il territorio circostante, per la gestione di possibili emergenze, questo territorio oltre che avrebbe dovuto essere dotato di mezzi idonei a far fronte a tali emergenze, avrebbe dovuto avere anche presidi sanitari adatti a dare risposte alla ricerca, alla prevenzione ed alla cura di tutte quelle patologie correlabili ai rischi in generale ed all’inquinamento in particolare.  Provate ad immaginare quali scenari si potrebbero presentare in seguito ad incidenti rilevanti militari, ambientali e sismici magari interagenti fra gli stessi.

Continua a leggere

AUGUSTA/ “IL RACCONTO DELLE 5 PAROLE”, L’ESPERIENZA IN UNA SCUOLA VENETA DEL MAESTRO AUGUSTANO MASSIMILIANO SCUDERI

Massmo ScuderiAUGUSTA. Nell’àmbito dell’attività di potenziamento in classe seconda elementare di Caorle (Ve), il maestro Massimiliano Scuderi, augustano da dicembre 2015 con contratto a tempo determinato, ha proposto alla collega titolare della classe  un lavoro di classe rientrante nell’attività di brainstorming (letteralmente cervello in tempesta), una dinamica di gruppo molto coltivata negli Stati Uniti non solo nelle aule scolastiche. In pratica, il maestro ha proposto, e realizzato grazie al benestare della collega più esperta, un’ attività che ha denominato “Il racconto delle 5 parole”. I bambini, suddivisi in 4 gruppetti da 5, nella completa modalità di cooperative learning (apprendimento cooperativo), esteso ormai in quasi tutte le classi, abbandonando così il classico tipo di lezione cosiddetta “frontale”, avevano a disposizione un foglio con 5 parole diverse per ogni gruppetto. Parole slegate tra loro (es. RANA, GOMITOLO, FEDERICA, FINESTRA, ABBRACCIO) ma che con il lavoro di gruppo i bambini dovevano concatenare all’interno di un racconto fantastico/realistico. Ogni gruppo, seguito a distanza dai docenti, sceglieva un responsabile della scrittura in brutta delle varie frasi ideate e scelte da ognuno degli alunni, e , dopo un consulto tra loro, ognuno scriveva nel proprio quaderno il raccolto prescelto assieme, ovviamente identico per tutti i bambini di ogni gruppo. Le 5 parole inserite all’interno del racconto, che era lungo circa una pagina di quaderno, venivano sottolineate in modo da non dimenticare nessuna, poi lo stesso racconto veniva prima riletto da un altro bambino indicato dal gruppo medesimo, quindi letto a turno ad alta voce assieme agli altri 3 racconti degli altri gruppi e poi corretto, in caso di errori,  dai docenti. In perfetto stile di coperative learning i bambini avevano un ruolo ciascuno all’interno dei gruppi: oltre ai già citati “scrittore in brutta”, “lettore a bassa voce” cioè per il proprio gruppo e “lettore ad alta voce”, cioè colui che leggerà poi a tutta la classe il lavoro svolto, gli altri due bambini avevano il ruolo di “responsabile del materiale” uno, cioè di penne, matite, gomme e fogli assegnati, e “responsabile del silenzio” cioè colui o colei che deve far rispettare il silenzio del proprio gruppo.

Continua a leggere

AUGUSTA, BUONA SANITA’ A KM ZERO – di Cecilia Càsole

L’esperienza di Gabriella Toscano

l43-ospedaliAUGUSTA – Spesso si sente parlare di mala sanità come se si provasse un certo gusto ad accusare qualcuno di aver fatto, dolosamente o colposamente, male il proprio lavoro. Così succede che un intervento sbagliato o un infermiere killer trasformino le rispettive categorie in medici incompetenti o imputati da ergastolo. Eppure, esistono tanti casi di pazienti a cui è stata salvata la vita grazie al lavoro di abili medici  coadiuvati i da équipe di professionisti attenti e preparati. Per questa ragione è nata l’esigenza di istituire a livello nazionale l’Osservatorio buona sanità, ente autonomo e organizzazione no profit che, come viene espressamente indicato nel sito ufficiale, nasce con l’intento di “far conoscere e premiare “eccellenze” del mondo della sanità non conosciute al pubblico”. Grazie all’impegno del presidente dell’organizzazione Carmelo Puglisi e del coordinatore nazionale Gaetano Riva, è in corso l’iter per l’inserimento della storia dell’augustana Gabriella Toscano tra le “eccellenze” del mondo della sanità, la cui  testimonianza, sulla personale vicenda, è stata già pubblicata sulla pagina “Le vostre storie” interna al sito dell’Osservatorio. Era il maggio del 2012 quando Gabriella fu colta da una improvvisa crisi epilettica senza precedenti. Attraverso una Rmn (Risonanza magnetica nucleare), Gabriella scoprì di avere un meningioma dal diametro di 8 cm. Un breve ricovero nella sede dell’Istituto ortopedico “Villa Salus” di Augusta, a cui fece seguito un delicato intervento diretto dal primario del reparto di neurochirurgia della struttura, il dottore Alberto Romano. Abbiamo tratto alcuni stralci della testimonianza di Gabriella per condividere una storia di buona sanità in generale e  del  buon operato, in particolare, di un reparto della casa di cura nel territorio augustano convenzionata  con il Ssn (Servizio sanitario nazionale). “Un intervento chirurgico durato nove interminabili ore ma quella che poteva essere l’esperienza peggiore e più grave della mia vita si è trasformata in un momento bellissimo… Ho trovato un medico e uno staff di sala operatoria, non solo preparati professionalmente, ma di incommensurabile valore umano… Il personale infermieristico, che mi somministrava le terapie più volte al giorno,  composto da uomini e donne meravigliosi e professionalmente preparati… Il reparto di diagnostica per immagini,  il cui primario è il dottor Antonio Politi, non solo è dotato di macchinari di ultima generazione ma ha anche un “capitale umano” straordinario, perché, nel mio specifico caso,  dato che soffro di claustrofobia, effettuare la Rmn al cervello è un problema grandissimo, e ho potuto superarlo solo grazie ai medici e ai tecnici radiologi che sospendevano di tanto in tanto l’esame ed entravano facendomi sentire la loro presenza“. Sono passati quattro anni dal complesso intervento neurochirurgico. Oggi Gabriella si ritiene una donna fortunata, non solo per il riuscito intervento e l’esito negativo degli esami a cui si sottopone periodicamente, ma anche perché, ogni volta che si reca a “Villa Salus” per i controlli di routine, trova un personale che riesce a trasmetterle lo stesso affetto a distanza di tempo. “Tutto questo io l’ho trovato a “km zero”, nel senso che la struttura è ubicata a meno di un chilometro da casa mia e voglio dire che, molte volte, non è necessario affrontare lunghi e costosi viaggi della speranza: la “buona sanità” è anche qui”, le parole conclusive della testimonianza di Gabriella, che da anni è attiva volontaria dell’Airc, associazione quest’ultima che ha sposato in pieno la campagna appunto denominata “Buona sanità”.

C. C.

PARCHEGGIARE AL FARO S. CROCE DI AUGUSTA

80009273AUGUSTA – Nonostante sia inconcepibile e inverosimile che gli abitanti di un’isola come Augusta abbiano difficoltà a recarsi a mare per fare un sano bagno ristoratore nel periodo estivo, consideriamo lodevole l’iniziativa dell’Amministrazione Comunale circa l’istituzione del servizio navetta nella località balneare del faro S. Croce, in contrada Sant’Elena di Augusta. Detta iniziativa, oltre ad evitare inquinamento da smog causato dalle autovetture e a ridurre il potenziale rischio di incidenti stradali, renderebbe più fruibile la zona balneare, anche in considerazione della scarsa viabilità. Abbiamo però motivo di ritenere che la soluzione che si vorrebbe adottare sia allo stesso tempo onerosa per i cittadini e che il servizio dovrebbe anche essere correlato da una serie di altri necessari servizi. Ciò nonostante, riteniamo che ci possano essere  altre soluzioni al problema che andrebbero valutati, auspicando che l’Amministrazione Comunale le prenda in seria considerazione. Nella zona balneare di Faro S. Croce, per esempio, esiste una zona demaniale in uso alla Marina Militare che, partendo proprio da località S. Elena, si protrae fino a contrada Granatello, lì dove sono ubicati anche i lidi della stessa Marina. Molto di questo terreno sembrerebbe non utilizzato. Perchè non richiederlo per la realizzazione di ampi parcheggi, senza compromettere altre aree utili? La concessione di un fazzoletto di terra nella zona balneare del Faro S. Croce, per la realizzazione di parcheggi fruibili dalla cittadinanza, farebbe onore alla Marina Militare, che ha sempre dimostrato di essere vicina alle esigenze della città e del cittadino.

   Fonte internet