AUGUSTA/AUTORITA’ PORTUALE, BATTIBECCHI NEL POLLAIO GOVERNATIVO – di Giorgio Càsole

Sofia Amoddio, compiaciuta, bacchetta Vinciullo e Vinciullo ironizza e ribatte

Sindaci pro porto 8AUGUSTA. Nel momento in cui sembra scontato che sarà ad Augusta la sede dell’Autorità portuale di sistema della Sicilia orientale, si scatenano battibecchi politici  o politico-elettoralistici  fra deputati dell’area governativa. Si tratta di battibecchi alimentati a mezzo di comunicati-stampa che fanno il giro delle testate in rete o stampate dove, spesso, sono pubblicate con il metodo del copia-incolla, lasciando magari il titolo apposto dall’addetto del politico di riferimento, politico che può anche fidarsi della persona incaricata di redigere le dichiarazioni, tanto da non accorgersi di grossolani e,  peggio, gravi, errori di italiano. Nel momento in cui scriviamo,  non c’è ancora la certezza dell’ufficialità, ma la notizia corre sulla bocca dei  maggiorenti politici di Catania, Messina e Siracusa. Le prime due città capoluogo sono già sede di un’Autorità portuale e nessuna delle due città, soprattutto Catania, che rientra fra le città metropolitane d’Italia, vuole essere privata della propria Autorità portuale.   Nell’area siracusana, solo Augusta ha  l’Autorità portuale, retta oggi dal commissario Alberto Cozzo, e Augusta ha l’unico porto della Sicilia orientale che risponde ai criteri previsti dalla legislazione europea e nazionale per essere considerato un porto “core”, cioè lo scalo marittimo che farà parte integrante della Trans  European Transport Network, la rete che collegherà 94 scali marittimi europei. La legge nazionale che ha previsto il riordino delle Autorità portuali ha precisato che solo le città con il porto “core” potranno mantenere la sede dell’Autorità portuale. Nonostante tale precisazione, però, il governo nazionale deve ancora decidere  per la Sicilia orientale , mentre ha deciso per la Sicilia occidentale e per il resto d’Italia. La ragione? Semplice. Augusta non ha certo la forza politica di Catania, con il suo sindaco Enzo Bianco,  vicino al  primo ministro Renzi, né di Messina. Quando si sono diffuse le voci, a causa anche delle affermazioni di un viceministro del governo, che davano per privilegiata Catania su Augusta e Messina, si sono attivate le forze politiche del siracusano, tanto che si sono registrate sedute di consigli comunali monotematici sull’argomento ad  Augusta, Priolo e Melilli. Ad Augusta il deputato regionale Vincenzo Vinciullo, che qui si vede a giorni alterni, ha sostenuto che il governo non può violare la legge e la legge prevede, appunto, che la sede dell’Autorità portuale della Sicilia orientale dev’essere ad Augusta. Dopo il consiglio monotematico, il sindaco di Augusta, Di Pietro, per non essere scalzato da quello di Priolo, Rizza, primo amministratore ad aver difeso Augusta, organizzò in Piazza Duomo una sorta di sit in dei sindaci del siracusano e poi una trasferta a Palermo per perorare la causa davanti al ministro dei Trasporti, Del Rio, succeduto a Lupi, che aveva già  predisposto la riforma e il riordino delle Autorità portuali italiane. Lupi, già in Forza Italia, è di quel partito, NCD, in cui milita Vinciullo, già AN, poi  confluito in Forza Italia e nel PDL.

Amoddio: Del Rio  milita nel PD, lo stesso nelle cui fila è stata eletta la deputata nazionale Sofia Amoddio, la quale ha espresso , secondo la nota-stampa pervenuta in redazione “grande compiacimento per quella che sembra una conclusione positiva della vicenda della Port Authority di Augusta. Vicenda che ha costantemente seguito, interpretando la forte domanda della comunità di Augusta e dell’intero comprensorio provinciale”. Nel prosieguo, la nota-stampa riporta  testualmente le affermazioni della deputata:” “In tutta Italia si è scelto un unico criterio che garantisce l’unione dei porti più importanti del nostro Paese, per la Sicilia Orientale si è creata un’autorità di sistema tra i porti di Augusta, Messina e Catania e il Ministero ha scelto come sede dell’autorità di sistema proprio Augusta, in quanto porto core. Come mi ha spiegato personalmente il ministro Del Rio, la notizia, nonostante le precipitose anticipazioni dell’on. Vinciullo, non è ancora ufficiale dato che manca il parere del Consiglio dei Ministri che dovrà ratificare la decisione. Sarebbe stato più opportuno aspettare e dare la notizia con certezza, ma mi rendo conto che per l’on. Vinciullo sarebbe stata una apparizione in meno sui giornali”. Il Ministro Del Rio si è rivelato ancora una volta un interlocutore attento e sensibile a raccogliere istanze opportunamente motivate  insite nel valore e nelle potenzialità del porto di Augusta. Se tutto sarà confermato, occorrerà lavorare in sinergia per garantire al nuovo organismo una dirigenza competente e partecipe delle istanze di tutti i territori”. Poteva Vinciullo non reagire a questa siffatta reprimenda della giovane  e avvenente deputata? No, evidentemente. Ed ecco la risposta, sarcastica, in cui, però, il nome della deputata non viene fatto e addirittura si legge “deputato” al maschile, quasi a negare l’identità della persona.

Vinciullo:  “ Ho letto angustiato, frastornato, addolorato e mortificato le dichiarazioni di un deputato del PD che, da qualche settimana, si occupa anche lei dell’Autorità Portuale di Augusta e che quindi ritiene che, da quel giorno in poi, nessun altro può affrontare questo argomento. E dopo essermi cosparso la testa di cenere e chiesto perdono, giuro e prometto che non farò mai più dichiarazioni sul mio lavoro se non vi sarà l’assenso formale e sostanziale del politburo del Partito Democratico.Vorrei però ricordare all’illustre deputato che gli atti predisposti dall’attuale Ministro delle Infrastrutture sono riproduzione fedele della legge voluta dal Ministro del mio partito, on. Maurizio Lupi e quindi, nel fare il comunicato, non ho svelato alcun segreto di Stato, perché, a oggi, le leggi continuano a essere pubblicate su tutti i siti istituzionali e quindi spetta a ognuno osservarle e farle osservare.Quanto alla primogenitura della notizia, che è il motivo vero per il quale abbiamo dovuto subire bacchettate pubbliche, a prescindere da me, sfugge al deputato del PD, perché forse non aveva letto i giornali in quei giorni, che altri l’avevano già ampiamente comunicata e quindi il mio intervento era rivolto solo a difendere l’azione dell’attuale Ministro che, solo per avere applicato una legge dello Stato, aveva trovato qualche dissenziente  non era rivolto a creare problemi al Ministro, ma solo a ricordare a tutti che l’unica soluzione compatibile con la legge era quella prevista nella bozza che già, da giorni, comunque, circolava a tutti i livelli e che era stata perfino pubblicata su un giornale del settore della portualità.Tuttavia, credo, forse presuntuosamente, che sull’argomento possiedo tutti i titoli per parlarne, perché seguo la vicenda da oltre sei anni, da quando cioè, per la prima volta, a livello di ragionamenti, si è cominciato a parlare della possibilità di accorpare le Port Authority italiane. E’ chiaro che se da oggi, per parlare del proprio lavoro bisogna rivolgersi a qualche illustre collega e ai suoi Ministri, l’importante che qualcuno me lo faccia sapere e io mi adeguerò.” A ciascuno il suo. Attendiamo la risposta definitiva del Consiglio dei ministri riguardo alla scelta di Augusta come sede dell’Autorità portuale. Se sarà positivo, Amoddio e Vinciullo (li cito in ordine alfabetico)  emetteranno un altro comunicato-stampa. Forse, però, la “telenovela” non finirà. Alla prossima puntata, dunque.

Giorgio Càsole

AUGUSTA/AUTORITA’ PORTUALE, BATTIBECCHI NEL POLLAIO GOVERNATIVO – di Giorgio Càsoleultima modifica: 2015-12-03T09:32:51+01:00da leodar1
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