NACQUE NEL MARE DI AUGUSTA LA SIRENA LIGHEA, SECONDO IL RACCONTO DI GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA

hqdefaultAUGUSTA – Siamo a Torino. Un giovane giornalista siciliano fa conoscenza con un personaggio importante, il senatore Rosario La Ciura, grecista famoso in tutto il mondo, il quale gli racconta ciò che molto tempo addietro, nella sua giovinezza, gli accadde con una sirena, Lighea. Ritiratosi ad Augusta nella casetta di un amico, vicina al mare, il professore, mentre alle sei del mattino sulla propria barca sta declamando versi greci all’ombra di un roccione, riceve la visita della sirena. Ne nasce un amore che dura venti giorni. Poi Lighea scompare, ma prima di andarsene dice al professore: “Non mi dimenticherai”. Per tutta la vita questa promessa e il ricordo della sirena ossessionano la mente del professore. Ed ecco che, durante un viaggio in mare per raggiungere Lisbona, fra Genova e Napoli, il richiamo si fa sentire. Il professor La Ciura si sporge dall’imbarcazione in cerca della sirena amata, la chiama e lei non si fa attendere… l’uomo infine si lascerà cadere in mare per raggiungerla. Pubblicato nel 1961 da Feltrinelli, il racconto (il cui manoscritto era stato consegnato da Elena Croce, figlia di Benedetto, filosofo e critico, a Giorgio Bassani, curatore e prefatore del volume) narra l’incontro fra Rosario La Ciura, classicista e professore in pensione, e il giovane nobile Paolo Corbera di Salina, laureato in legge. Il professore rivelerà al giovane l’incontro fatato con la sirena Lighea, avvenuto sulle coste ancora selvagge di Augusta, in una Sicilia a metà tra la realtà e il mito.

    Giuseppe Tringali