L’INAIL CONDANNATA A COSTITUIRE LA RENDITA IN FAVORE DEGLI EREDI DI UN LAVORATORE SIRACUSANO DI PRIOLO DECEDUTO PER MESOTELIOMA

amiantoRoma-Priolo.  C.L., siracusano, dopo aver lavorato per anni nella natia Sicilia, nella ditta Celene di Priolo Gargallo, e in altri siti contaminati da fibre di amianto, si è poi trasferito a Roma, ed è qui che ha lavorato come impiegato, eppure, anche qui c’era amianto: l’esito era scontato, una condanna a morte per mesotelioma, nel braccio della morte da innocente, vittima incolpevole e inconsapevole. E’ soltanto l’ultimo dei caduti di una guerra non dichiarata, che coinvolge la Regione Sicilia, troppe volte inadempiente anche dopo l’entrata in vigore della Legge Regionale 10/2014, e ancora priva di attuazione nonostante le continue sollecitazioni dell’Osservatorio Nazionale Amianto. C.L., ricevuta la diagnosi di mesotelioma, si è rivolto all’avv. Ezio Bonanni, e all’Osservatorio Nazionale Amianto (Dipartimento tutela e cura del mesotelioma), affrontando con dignità e coraggio la malattia e, con la guida del prof. Luciano Mutti era riuscito ad avere un discreto periodo di sopravvivenza (05.09.2014), fino a quando, poi, in data 15.07.2015 è deceduto.Nel corso della sua malattia , C.L. aveva presentato la domanda all’INAIL, che però aveva rigettato la richiesta. Ma come è possibile, si chiedeva  C.L., se il mesotelioma è una patologia da amianto, negare da parte dell’INAIL, il riconoscimento della rendita? Il Tribunale di Roma, con una consulenza medico- legale, svolta in contraddittorio anche con i medici dell’INAIL, e con i medici indicati dall’avv. Ezio Bonanni, aveva accertato che  C.L. è deceduto per amianto (mesotelioma) e che tale patologia era riconducibile all’esposizione lavorativa alle polveri e fibre nello stabilimento Celene di Priolo Gargallo.L’INAIL si è opposta ancora al riconoscimento della rendita, chiedendo al Giudice del lavoro del Tribunale di Roma di rigettare la domanda di accredito della rendita che, nel frattempo, era stata proseguita dagli eredi .Il Tribunale di Roma ha accolto le tesi dell’INAIL.Niente rendita per il lavoratore deceduto.La Corte di Appello, con decisione del 30.05.2017, ribalta l’incredibile sentenza del Tribunale di Roma e accoglie le tesi dell’avv. Ezio Bonanni e pertanto “in riforma dell’impugnata sentenza, accertata l’origine professionale del mesotelioma di cui era affetto il de cuius dichiara il diritto di L.C. … alla costituzione della rendita per malattia professionale con il grado invalidante del 100%”.‘Giustizia è fatta.

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GUARDIA COSTIERA DI AUGUSTA ALL’OPERA

Illecito demaniale_SequestroAugusta. La Guardia Costiera di Augusta, la mattina del 31 maggio ha  sequestrato un’area demaniale, nei pressi di un residence-hotel sito a Brucoli, dov’è stato realizzato un piccolo manufatto in cemento, destinato, probabilmente, a essere utilizzato dagli avventori di tale struttura ricettiva, al fine di potersi agevolmente immergere in acqua. Il titolare dell’albergo è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per illecito demaniale. Contestualmente, un’unità navale militare dipendente, su segnalazione del Comando Marittimo Sicilia della Marina Militare, ha fermato un’imbarcazione proveniente da zona militare, rinvenendo a bordo di questa circa 10 kg. di “bocconi” di mare, illegittimamente pescati. Agli occupanti del natante è stata irrogata una sanzione amministrativa pari a circa € 1.000, e il pescato,  sequestrato, è stato immediatamente rigettato in mare, in un altro punto. Sempre nel corso della  mattinata, in località Gisira, è stato rinvenuto, abbandonato sulla scogliera, un retino contenente  ricci di mare, la cui pesca è  assolutamente vietata nei mesi di maggio e di giugno: quasi certamente, al sopraggiungere della pattuglia  della Guardia Costiera, gli autori dell’illecita battuta di pesca hanno proceduto a disfarsi dei ricci, dileguandosi. I ricci sono stati, anch’essi, rigettati in mare, in un altro punto della costa. Altresì, in tarda mattinata, un diportista, in fase di rientro al proprio posto d’ormeggio, presso una regolare struttura in concessione, in località Granatello, ha appurato che all’elica del proprio natante si era incattivata una lenza – facente parte di un attrezzo da pesca molto più articolato – rendendosi conto, nel tentativo di far affiorare in superficie l’intera matassa, che ad alcuni ami avevano abboccato due grossi tonni, dal peso complessivo pari a circa 40 kg., ormai morti.. I tonni sono stati prelevati, e dopo essere stati controllati, e giudicati inidonei al consumo umano, da parte del competente Servizio Veterinario, sono stati avviati a distruzione e corretto smaltimento.

       Mariangela Scuderi