AUGUSTA, DELUDENTE ASSEMBLEA SUL FUTURO DELLA CITTA’

3770670769Augusta. “Augusta, quale futuro?”: questo il titolo dell’assemblea svoltasi il pomeriggio di mercoledì 15 nell’aula magna dell’istituto “Ruiz”, organizzata da un “comitato spontaneo” di imprenditori e professionisti locali, preoccupati per il grave stato di crisi in cui versa la città. Sono state invitate a partecipare “tutte le forze della città di Augusta”, laddove con il termine “forze” si è inteso qualsiasi gruppo o associazione, dalle confraternite cattoliche all’associazione dei pensionati, dal circolo degli operai e degli artigiani alle associazioni d’arma. Il principio fondante, che si basa sul concetto di “cittadinanza attiva” , è che occorre un cambiamento di rotta per questa città e che, quindi, è necessario il contributo di tutti, un contributo di pensiero e azione, per ricordare una massima cara a Giuseppe Mazzini. Un contributo anche di impegno. Infatti, l’assemblea del 15 è stata considerata solo la prima tappa di un progetto partecipato per tentare di far rinascere questa città, per tentare di ridare un futuro ai giovani, come quello che si aspettavano e in cui credevano i giovani degli anni Sessanta del secolo scorso. Oggi qui i giovani non hanno futuro e sono costretti a emigrare, come emigravano a migliaia negli anni Cinquanta verso la Germania, il Belgio, l’America, l’Australia. Allora era un’emigrazione di braccianti, operai, manovali; oggi è un’emigrazione di giovani scolarizzati: diplomati e laureati, nonostante la presenza di un grande porto, secondo a Genova, nonostante l’esistenza di un polo industriale con tutte le problematiche che questo comporta. Ad Augusta i negozi chiudono, i commercianti languono, anche per le tasse esose, i professionisti stentano anche loro a lavorare. Tuttavia, nell’assemblea del 15 non sono state sollevate problematiche, non è stata tentata un’analisi dello stato delle cose, non è stata avanzata una proposta per l’inversione di rotta, provocando la profonda delusione di molti imprenditori, professioni e artigiani, recatisi al “Ruiz” per avviare una fase costruttiva di un processo che certamente non né breve né semplice. Ai presenti è stato chiesto di confermare o dare la propria adesione, di pronunciare sostanzialmente “coram populo” una sorta di “Io ci sto” o “Noi ci stiamo” a lavorare per il lavoro, perché il lavoro è la priorità in assoluto, “bisognosa dello sforzo di tutti”. Un appello considerato un doppione, visto che già era stato fatto preventivamente, tanto che sullo schermo erano proiettati i nomi di tutti gli aderenti. Il “comitato spontaneo” ha chiesto e ottenuto la collaborazione dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, in nome del quale don Angelo Saraceno ha tenuto una breve allocuzione, “non una predica né un comizio”, in cui ha sottolineato la funzione della Chiesa come mediatrice fra voci diverse, fra opposte fazioni, in grado di preparare il terreno per il dialogo in vista del raggiungimento del bene comune.

Cecilia Càsole

AUGUSTA, DELUDENTE ASSEMBLEA SUL FUTURO DELLA CITTA’ultima modifica: 2016-06-22T11:39:56+02:00da leodar1
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