PER VOLERE DI RENZI, SORGERÀ ANCHE AD AUGUSTA UN CENTRO DI IDENTIFICAZIONE PER I MIGRANTI

porto di AugustaAUGUSTA – L’Unione europea, dopo aver lasciato da sola l’Italia per quasi due anni a fare i conti con un fenomeno migratorio epocale e con le strazianti tragedie del mare, in questi giorni sta elaborando un piano di ripartizione delle responsabilità inerenti all’accoglienza. Da una parte la Germania che, a pochi giorni dall’apertura politica, si trova già sotto pressione, dal momento che i sindaci tedeschi denunciano l’affanno della macchina dell’accoglienza, considerati gli arrivi a mezzo treno di circa cinquecento migranti ogni due ore e la stima di oltre ottocentomila migranti entro la fine dell’anno. Dall’altra l’Ungheria che, come altri Paesi dell’Est europeo, ribadisce la contrarietà alle quote, schierando quattromila soldati a presidiare i confini. Il governo ungherese  ha avviato la costruzione, dopo il contestato muro, di una seconda barriera, per bloccare il passaggio dei migranti attraverso la linea ferroviaria che collega il Paese con la Serbia. In più stanno per entrare  in vigore le nuove norme sull’immigrazione, che prevedono per chi si introduce illegalmente nel Paese fino a tre anni di reclusione. La premessa sembra distante dalle vicende augustane, anche se si ricorda il pieno coinvolgimento dall’operazione “Mare Nostrum”  del porto commerciale e l’allestimento nell’arco dello scorso anno di diversi centri di accoglienza emergenziali in città. Dall’edizione del Tg1 delle ore 13,30 si coglie una notizia di rilievo assoluto per i cittadini augustani. Infatti, l’inviato della Rai riferisce che “ i 28 ministri dell’Interno dei Paesi membri saranno chiamati a sciogliere il nodo degli hotspot, i centri di identificazione dei migranti, che nel nostro Paese sorgeranno a Lampedusa, Pozzallo, Trapani, Taranto e Augusta, ma la responsabilità, ribadisce il Governo, è subordinata alla solidarietà, ovvero si partirà quando saranno definite le quote“. Torna prepotentemente d’attualità, quindi, la proposta che ha fatto sporadiche comparse nei quotidiani locali di istituire il cosiddetto “hotspot” per gli sbarchi all’interno del territorio di Augusta, probabilmente nella contrada di San Cusumano, accanto al porto commerciale di Punta Cugno e a ridosso del polo petrolchimico. Ipotesi che divide la politica da tempo e che trova la ferma opposizione degli operatori portuali, i quali hanno a più riprese suggerito di impiegare per gli sbarchi “i porti di secondo livello“,  al fine  evitare di occupare banchine vitali per lo sviluppo economico del porto di Augusta.

     Cecilia Càsole