MARINA MILITARE: I PALOMBARI DEL COMANDO SUBACQUEI ED INCURSORI DELLA MARINA SI IMMERGONO PER UN MARE SICURO

downloadI palombari del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” di La Spezia continuano le attività di immersione per rendere il mare sicuro; solo negli ultimi due mesi sono stati neutralizzati oltre mille ordigni esplosivi, risalenenti al secondo conflitto mondiale, presenti nelle acque dei nostri litorali e nelle zone frequentate dai bagnanti. Le operazioni di bonifica sono condotte dai Nucleo S.D.A.I. (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), dipendenti dal Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.), nell’ambito dei compiti d’istituto assegnati alla Marina Militare.  Le operazioni subacquee svolte negli ultimi mesi hanno permesso di distruggere 1276 ordigni esplosivi tra i quali siluri, mine subacquee di varie tipologie, proiettili di medio e grosso calibro o a caricamento speciale, bombe d’aereo di varie dimensioni, bombe da mortaio, mine anticarro e migliaia di altri manufatti esplosivi di piccolo calibro. I Reparti Subacquei della Marina hanno operato in attività a salvaguardia della pubblica incolumità in moltissime regioni italiane, tra le quali Toscana, Liguria, Lazio, Campania, Sardegna, Calabria, Sicilia, Puglia, Marche e Veneto, conducendo delicate operazioni subacquee volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione. Agli appassionati del mare si consiglia di non toccare gli oggetti eventualmente rinvenuti che possano ricordare per forma un ordigno esplosivo o parti di esso. E’ doveroso identificare il sito di ritrovamento, fotografare l’ipotetico ordigno (qualora si abbia con se una macchina fotografica subacquea) e denunciarne il rinvenimento alla locale Capitaneria di Porto o alla stazione dei Carabinieri, che richiederà l’intervento dei Palombari del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin al fine di ristabilire la fruibilità in piena sicurezza di quel tratto di mare.

GIOVANE LICEALE RICORDA IL MARTIRIO DI PAOLO BORSELLINO

imagesAUGUSTA. 23 anni fa moriva, ucciso da un’autobomba, Paolo Borsellino, uno dei magistrati che si impegnò maggiormente per contestare e cercare di annientare il fenomeno mafioso, questo cancro pervasivo che ha come obiettivo quello di controllare tanti settori presenti nella società odierna al fine di trarne illegalmente quanto più denaro possibile e farlo confluire in maniera sporca nelle proprie tasche. Con il suo tenace impegno , in collaborazione con tanti altri dignitosi magistrati antimafia, Borsellino riuscì a destrutturare un’associazione a delinquere totalmente verticistica e gerarchica. La  figura del magistrato ucciso  è per me quella di una   persona davvero esemplare per me. Le sue idee non finiranno mai di esistere, cammineranno sempre con noi. La memoria di deve trasformare in impegno e non in mere parole di circostanza. Una vita fuori dal normale quella condotta da Borsellino: una vita blindata , dedicata a sradicare,  pezzo dopo pezzo,  un’organizzazione criminale che a quei tempi aveva raggiunto l’apogeo della propria potenza. Purtroppo, come Giovanni Falcone, si era messo contro a interessi troppo ingenti ed era ormai divenuto una spina nel fianco per Cosa Nostra. Una spina che provocava troppo dolore. Per tale motivo, la mafia architettò  un omicidio studiato  da menti  criminali sopraffine. Con l’esplosione di una bomba collocata all’interno di una macchina, Cosa Nostra riuscì a compiere una nefanda strage in cui furono coinvolti lui e cinque uomini della sua scorta.  E’ passata alla storia come la strage di via d’Amelio, poiché proprio in quella via si trovava Borsellino quando fu fatto saltare in aria. Si trovava esattamente in procinto di suonare al campanello dell’abitazione della madre quando subitaneamente ci fu una devastante esplosione. Fisicamente Borsellino è morto ma i suoi pensieri non cesseranno mai di esistere e l’impegno da lui dimostrato non è mai stato vano.  Per non sentire più parlare di mafia non possono soltanto impegnarsi i magistrati. Sarebbero in minoranza: dei nani contro un gigante imponente. Tutti dobbiamo essere partecipi di questa lotta faticosa ed estenuante. E soprattutto urge educare i giovani ai valori della legalità. Un popolo senza mafia è libero e può finalmente fare i primi passi necessari per evolversi. La mafia può essere sconfitta solo se tutti noi ci mettiamo in azione.

Seby Gianino

IL 31 LUGLIO SIT-IN PRESSO L’OSPEDALE MUSCATELLO DI AUGUSTA

downloadAUGUSTA. In seguito alle notizie relative al futuro dell’ospedale Muscatello di Augusta, il sottoscritto Mimmo Di Franco, in rappresentanza di un comitato di cittadini ha organizzato, per venerdì 31 luglio dalle ore 10 alle ore 12 davanti all’ospedale Muscatello,un  Sit-In per non far spegnere i riflettori sul nosocomio augustano. A questa iniziativa, in attesa di adesione di altre associazioni o movimenti, si è unito anche Mimmo Fruciano, rappresentante locale del Tribunale dei diritti del malato ”Diversi sono i punti che non hanno avuto una risposta positiva o quantomeno vaga,in questi mesi: A) Si era detto in varie riunioni tra Comitato, Amministrazione Comunale e ASP nel 2012 nei giorni caldi dello sciopero per l’ospedale, che i reparti di Ginecologia e Ostetricia sarebbero stati trasferiti a Lentini contestualmente all’attivazione ad Augusta dei reparti di Oncologia e Neurologia, tutt’ora semplici posti letto e non reparti d’eccellenza. B) Il reparto di pediatria, promessa dall’ex  presidente della Regione e confermata con atto aziendale, deve rimanere ad Augusta. Alcune notizie parlano di trasferimento a Lentini, accentuando la sfiducia tra gli utenti. C) Non è stato attivato l’elisoccorso notturno, necessario in una zona ad alto rischio ambientale, sismico ed industriale. D) Non completato l’organigramma dell’Ospedale. E) Che fine ha fatto l’ospedale, punto di riferimento regionale per i tumori dell’amianto, tanto sbandierato? F) Inoltre, ci era stato promesso dopo la chiusura del blocco operatorio, del 12 gennaio scorso, la riapertura dopo 4/5 settimane dall’inizio lavori,a tutt’oggi c’è il buio completo. G) Infine si attende ancora una risposta relativa all’ attivazione del duodenoscopio, presso l’ospedale megarese, in quanto lo strumento fu donato dalla raffineria ESSO, nel febbraio 2012 e che potrebbe servire tutta l’utenza della provincia siracusana, risparmiando centinaia di migliaia di euro presso le Asp limitrofe. Insomma si chiede il rispetto della legge n.5 del 14 aprile 2009,per il potenziamento degli ospedali nelle aree a rischio ambientale,quali Augusta,Gela e Milazzo e del D.A 01377 del 25.5.2010.

  Mimmo Di Franco 

RICORDO DEL R. SOMMERGIBILE “ASCIANGHI” AFFONDATO IN COMBATTIMENTO AL LARGO DI AUGUSTA IL 23 LUGLIO 1943

R SMG ASCIANGHIHMS_Eclipse_da WikipediaAUGUSTA – Il 23 luglio ricorre il 72° anniversario dell’affondamento in combattimento al largo di Augusta del sommergibile italiano Ascianghi. Il Museo della Piazzaforte del Comune di Augusta che, nell’ambito della sua collezione da anni ne serba e diffonde la Memoria, con una nota diffusa per l’occasione dal direttore, Avv. Antonello Forestiere,  ha quest’anno rivolto ai collaboratori ed ai numerosi cittadini vicini alle attività museali l’auspicio di un momento di riflessione su uno degli eventi più significativi di dedizione al dovere verificatisi durante le tormentate fasi dell’invasione della Sicilia nell’estate 1943. L’Ascianghi era un sommergibile appartenente HMS_Laforey_da IWMalla classe 600, composta da 59 esemplari, serie  “Adua”. I battelli di questa serie erano anche detti “Africani” in quanto aventi nomi di località dell’Africa Orientale Italiana. Venne costruito dalla O.T.O. di La Spezia ed entrò in servizio il 25 marzo 1938. Alle ore 15 del 23 luglio 1943, il sommergibile si era portato in agguato alcune miglia al largo di Augusta, al traverso di Magnisi, in acque oramai controllate dal nemico. Attaccò coraggiosamente ma, purtroppo, senza successo una formazione di cinque cacciatorpediniere inglesi che uscivano dal porto di Augusta, già da qualche giorno occupata dal nemico. L’Ascianghi fu subito individuato e sottoposto ad intenso attacco con cariche di profondità da parte dei caccia H.M.S. Eclipse e H.M.S Laforey. Costretto ad emergere, venne più volte mitragliato dalle due navi nemiche, con gravi perdite tra il personale in coperta. Infine, si inabissò intorno alle ore 16,30. L’unità era al comando del giovane S.T.V. Mario Fiorini. I Caduti tra i membri dell’equipaggio furono ventitrè. L’ Ascianghi aveva compiuto asino a quel momento 47 missioni di guerra.Il Museo della Piazzaforte custodisce il ricordo di quell’evento di guerra verificatosi a ridosso del porto di Augusta e la Memoria dell’equipaggio del nostro sommergibile, esponendone da anni un superbo modello al quale si è poi aggiunto l’elenco nominativo dei Caduti, posto nel 2013 quale particolare atto celebrativo in occasione del 70° Anniversario dell’affondamento.

QUANDO IL COMUNE PRODUCEVA “EVENTI”

Amarcord/ L’ente fu uno dei primi in Sicilia a favorire gli anziani

ME STESSO A pASQUAiNSIEME 88AUGUSTA. Oggi, a causa del disastroso passivo di 102 milioni di euro, il Comune di Augusta non può promuovere iniziative, come in passato quando, specialmente negli anni Ottanta, ci fu un fiorire di attività a favore degli anziani, dei disabili, dei carcerati, come conviviali, spettacoli, corsi vari o per tutti i cittadini come convegni culturali, stagioni teatrali o il Notiziario del Comune. Non poche di queste iniziative erano promosse da Giorgio Càsole, cui l’Ente Comune affidava l’organizzazione, la direzione e la  conduzione. Erano attività che oggi verrebbero chiamati “eventi”, che avevano risonanza fuori del Comune come, per esempio, il convegno regionale sulla “Poesia dei siciliani”, con la partecipazioni di illustri relatori provenienti dalle università di Catania e di Palermo e con tanto di pubblicazione del volume degli atti . Certamente allori i finanziamenti da parte della Regione arrivavano, come per gli anziani, a favore dei quali il Comune di Augusta fu uno dei primi ad avviare iniziative, sindaco allora Giovanni  fu stato un evento di ben quatto giornate tenutosi  nella Pasqua del 1988 nella sala ricevimenti del Nuovo Alberobello, con il supporto dell’ufficio di solidarietà sociale, con allora l’assessore in carica Lorenzo Spina.E’ stato uno dei tanti eventi dell’ufficio di solidarietà sociale chiamato oggi servizi sociali. Il comune di augusta, pioniere dei servizi sociali nell’applicazione della legge regionale sul riordino  22/1986 ha mostrato sensibilità in particolar modo sulla tematica degli anziani.Questi servizi all’ inizio degli anni ottanta hanno avuto un incremento sia dal punto di vista socio-assistenziale che culturale e ricreativo, fatto di momenti di aggregazione e di socializzazione, come le gite fuori porta, i viaggi termali, momenti di festa e di animazione all’interno e fuori dei centri di incontro oltre l’assistenza domiciliare e il trasporto con i minibus.

Davide Ortisi

A SIRACUSA, MUSICA E ROMANTICISMO CON “ORTIGIA SIRACUSA SOUND SYSTEM FESTIVAL 2015”

ortigiaSIRACUSA. Preceduto dalle preview di Populous a Catania, Siracusa e Messina torna l’ “Ortigia Sound System Festival” nella sua seconda edizione, rassegna musicale ambientata in una cornice unica, quella del Castello Maniace e dell’ex Convento del Ritiro di Ortigia (Siracusa). Il festival avrà come tema le sonorità afro, declinate in forme varie e innovative interpretata da artisti italiani e internazionali che trasformeranno l’isola in un contenitore di emozioni uniche. L’evento sarà diviso in due date – 31 luglio  e 1 agosto – e conta le partecipazioni Sandro Joyeux, Scan_Dura, Nickodemus, OY, Dj Khalab e Debruit. L’intento della manifestazione è di legare la tradizione di una terra ricca di storia come la Sicilia alla novità e alla vivacità del panorama musicale elettronico. L’Ortigia Sound System Festival è dove l’antichità incontra la sperimentazione, dando vita a vibrazioni inimitabili.

IL TRINAGOLO INDUSTRIALE DI AUGUSTA-PRIOLO E MELILLI, OVVERO LA SEVESO DEL SUD? – di Cecilia Càsole

porto-augustaDopo oltre  vent’anni di   battaglie, in campo ambientalistico, in àmbito giornalistico e  in sede istituzionale,  nella legislazione italiana è tata introdotta una norma che rende il diritto italiano  più vicino al all’area giurisdizionale europea e in particolare  il diritto penale più  vicino alla sensibilità moderna verso quelli che sono stati definiti  “ecoreati”, cioè quei delitti che, consapevolmente, commettono tutti coloro,  imprese o singoli, contaminano, inquinano, recano danni all’ambiente: reati contro l’ambiente (“eco”, dal greco oikos).  Il codice del diritto penale italiano,  dal 22 maggio 2015, si è arricchito grazie all’introduzione, nel II libro del C.D.P., di una nuova disciplina: il diritto penale ambientale, che prevede ben cinque  nuovi delitti contro l’ambiente, che occupano un intero Titolo, il VI-bis.  – Gli ecoreati : Gli ecoreati,  previsti dalla legge n. 68, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 22 maggio 2015 entrata  in vigore il 29 maggio  successivo, sono: 1) inquinamento ambientale; 2) disastro ambientale; 3) delitti colposi contro l’ambiente; 4) traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività e materiale a radiazioni ionizzanti; 5) impedimento del controllo. Queste le sanzioni previste da questa nuova disciplina. Passaggio di civiltà:  Il 19 maggio 2015, giorno in cui  il decreto legge sugli ecoreati, fu approvato dal Senato per essere trasformato in legge dello Stato,  è stato definito un giorno storico , sia per i  precedenti lunghi tempi di attesa, oltre vent’anni, sia per gli strumenti giuridici contenuti contro le cosiddette ecomafie, quelle organizzazioni criminali che negli ultimi vent’anni, appunto, hanno speculato, specialmente nel Meridione d’Italia, lucrando sul trattamento dei rifiuti, con conseguente nocumento all’ecosistema.  Esemplare al riguardo la famigerata “Terra dei fuochi”, portata alla luce in tutta la sua tragicità da Roberto Saviano nell’ormai arcinoto libro-denuncia “Gomorra”. L’approvazione della legge è stata definita un vero passaggio di civiltà perché  sono stati introdotti riferimenti certi per tutta una serie di fatti gravi, per esempio l’inquinamento da Eternit, con conseguente avvelenamento per operai e non, giacché  in precedenza erano previsti reati inadeguati alla gravità dei fatti, tanto che, spesso come nel caso  Eternit, gli imputati sono stati assolti. Il nuovo titolo del Cp, il  titolo VI-bis denominato “Delitti contro l’ambiente”, al di là delle figure di reato introdotte per contrastare in maniera articolata  ogni possibile violazione ambientale,  segna davvero in Italia una svolta che è stata definita epocale, perché contiene l’aggravante ambientale che, secondo Roberto Pennisi, sostituto procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, può essere considerata rivoluzionaria – la cui   portata potrà misurarsi  ovviamente solo attraverso l’applicazione giurisprudenziale – che adegua finalmente la nostra legislazione ordinaria ai precetti  costituzionali… e proietta la legislazione italiana ai vertici fra quelle dei Paesi dell’Unione Europea.”  R.Pennisi, “Quella svolta epocale nel reprimere i reati contro l’ambiente”in Guida al Diritto,  IlSole 24 ore, 13/6/2015, n.25, p.10. Il nuovo titolo, “Delitti contro l’ambiente”, è stato votato a larghissima maggioranza da un amplissima rappresentanza parlamentare, che ha provocato un coro di consensi con ampia risonanza sugli organi di stampa.

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USANZE E TRADIZIONI DI AUGUSTA ANTICA

IL COPRILETTO – ULTIMA PARTE

imagesAUGUSTA – Prima di passare alle conclusione della narrazione, vogliamo rigustare, quanto sentito dalla viva voce degli anziani, raccolta nel tempo, e che essi stessi avevano assistito a vicende del genere. Che cos’era la “sposa caduta dall’asino?” Unanime il coro che tale usanza fosse lungamente praticata in Augusta all’epoca. Era consuetudine che durante il matrimonio la sposa ricca si presentava sino al sagrato della chiesa, spesso a dorso di un cavallo maestosamente bordato, guidato da uno stalliere, altrettanto sfarzoso. Questo avveniva per la sposa di rango, accudita, riverita e, soprattutto, ben assicurata sul dorso dell’animale. Ben diverso per la popolana, che arrivava in chiesa a dorso di un asino, guidato da un comune contadino, il tutto in estrema semplicità, nel sincero e semplice sollazzo degli invitati, anche se non potevano sfoggiare il lusso dei notabili. Accade che, una volta, durante il tragitto, la sposa popolana, o perché il sellame non era stato fissato bene, o perché la sposa perdeva l’equilibrio, cadeva dall’asino. Non si perse tempo ad annotare l’avvenimento, sicchè esso andò diretto a far parte della “tradizione”, ove si trasferì l’espressione “la sposa cascata do sceccu”. Riferito alle malcapitate fanciulle, che incappavano, da nubili, a perdere la loro verginità, cosa a cui, all’epoca, era una questione di incredibile importanza. Ritorniamo, quindi, alla sposa mancata. La giovine, non trovata “giusta”, e ripudiata dal marito di una notte, restava chiusa in casa dei genitori, anche per mesi. Quando la gogna mediatica si placava, la famiglia decideva di trasferirla, se li avevano, presso parenti, lontano, fuori paese. In caso contrario, per la sfortunata fanciulla si aprivano le porte del convento, ove concludeva la sua infelice esistenza e, laddove avrebbe conosciuto come è difficile vivere, e quanto meno duro morire. Così nasceva, si concludeva e si dissolveva un matrimonio, allo scorrere solo di una notte, decisamente turbolenta e carica di sgomento, e nel segno dissacrante di una unione senza ritorno. Una notte in cui, improvvisamente, si spegneva la brace del desiderio, e riemergeva la menzogna stampata su un lenzuolo non macchiato dal sangue della giovane nubenda. Quell’atto d’amore, ius primae noctis, avrebbe dovuto suggellare una vita insieme, ma l’usanza di allora, rifletteva questo modo di vivere e di pensare, oggi definito di una società tribale, barbara e ancestrale. Una comunità eccessivamente puritana, attaccata a una regola non scritta, esagerata e drasticamente praticata, in virtù di un onore invalicabile. Non si ammetteva che una fanciulla potesse infrangere la sacralità di quella “regola”, che le imponeva il rispetto incondizionato, di conservare il proprio onore, la propria purezza, da consumare solo nel “talamus nutialis”, cioè in quel letto che prima dell’uso degli sposi faceva bella mostra il “copriletto”, cioè il muto testimone di quella prima notte. Oggi, di tutto questo non è rimasto niente, anzi sfrondata da quel “assatanato rituale”, qualcosa, in alcuni ranghi sociali, viene praticata. Abbiamo cercato, e trovato che, anche se in questa società impaziente, frettolosa, impregnata di materialismo cronico, prima di falsi valori, guarda caso, c’è chi ancora conserva la parte migliore della tradizione. Fanciulle, popolane o del ceto medio, rinunciando al capzioso fascino sabato sera, oggi, anche all’ inutile quanto pericoloso “sit up” del pub notturno, e respingendo le futili occasioni, attendono al ricamo del “copriletto”, seguendo l’antica regola del ricamo a mano, riuscendo a trarre motivo di fierezza e soddisfazione del lavoro uscito dalle proprie mani che poi, compiaciute, esporranno dal proprio balcone al passaggio della processione del “Corpus Domini”, alla vista e ammirazione della gente, più vivido dalle sciabolate di luce del sole che lo inondava. Una tradizione sociale, ineffabile, con dominio arbitrario che, oggi, sembra quasi una crudele manipolazione di anime. Ma, così non era, perché in essa si credeva bene o male, e veniva rispettata, anzi, adottata.

  Francesco Migneco

IL BARITONO AUGUSTANO GIOVANNI DI MARE IN “CARMEN” DI BIZET A TAORMINA

Di Mare baritono in CarmenTAORMINA. Nuova prestigiosa tappa nella carriera del  per il baritono augustano Giovanni Di Mare, esibitosi nel teatro greco di Taormina nel ruolo del sergente Morale, mercoledì 15 luglio, in occasione della prima rappresentazione della Carmen di Bizet, per la regia di Enrico Castiglione,  regista-scenografo che, da qualche anno, firma il cartellone della stagione lirica estiva  nei teatri greci di Taormina e Siracusa. Carmen sarà rappresentata ancora il  1°, il  7, il 10, e il 13 agosto nello stesso teatro dove, nei primi giorni di giugno, un altro augustano, FIORELLO, ha fatto il tutto esaurito con il suo spettacolo “L’ora  del  Rosario”, con cui Rosario Fiorello sta girando tutta l’Italia. In precedenza è stato a Ragusa, a gennaio sarà a Catania. Anche Giovanni Di Mare è diventato un professionista giramondo: recentemente è stato a Malta e  in Romania.

G.C.

“HOMESTAY PEOPLE TO PEOPLE 2015”. STUDENTI AMERICANI OSPITATI DAGLI ALUNNI DEL LICEO “MEGARA” DI AUGUSTA

La mia identità dipende in modo cruciale dalle mie relazioni  dialogiche con altri. ( C.Taylor)

Peopletopeople2015AUGUSTA: Si è concluso oggi il Progetto “Homestay-People to People 2015” – Accoglienza ragazzi americani dal 11 al 14 Luglio 2015, patrocinato dal Governo degli Stati Uniti d’America. Il progetto si è rivolto a tutti gli alunni, dalla prima alla quinta del Liceo Classico “Megara” in tutti i suoi indirizzi, e ha previsto che dall’11 al 14 luglio 2015 essi offrissero ospitalità a un gruppo di studenti americani in viaggio per conoscere l’Italia. Gli studenti americani erano provenienti dalla Pennsylvania, North Carolina, Hawaii, Maryland, New Jersey, New York, California. Si è trattato di un incontro sebbene breve, profondamente culturale, mosso da un intento riassunto in queste poche parole ”questa esperienza potrebbe abbattere le barriere interculturali tra giovani di lingua diversa… eliminando malintesi, sfiducia…”. Chi ha pronunciato, nel 1956, queste parole è il Presidente Dwight D. Eisenhower, un uomo profondamente ricco di ideali e di desiderio di pace, fondatore dell’associazione Student Ambassador Program (Student Ambassadors: giovani ambasciatori degli USA). Lo scopo di People to People è di dare agli studenti la possibilità di visitare luoghi nuovi e di fare amicizia con giovani di questi paesi, seguendo un programma educativo e sociale…. I cosiddetti homestays completano il messaggio chiave dello Student Ambassador Program: viaggiare per trovare nuove amicizie.  La finalità del progetto adottato dal Liceo Classico “Megara” si coniuga bene con questi intenti, si tratta infatti di perseverare nella formazione interculturale, questa volta non più sui banchi di scuola, o sui libri di testo, ma in modo molto più pragmatico e autonomo. I nostri studenti infatti con piena disponibilità delle loro famiglie hanno accolto i nuovi amici americani con estrema cura, attenzione, piacere e impegno. Gli alunni del “Megara” hanno svolto svariate attività con i loro ospiti: escursioni al mare, visita del territorio siracusano, escursione sull’Etna, passeggiate serali al lungomare, cene e pranzi in famiglia e incontri con i loro coetanei.  A conclusione di tale esperienza si può di certo affermare, riferendoci alla creazione di Walt Disney ispirata proprio da tale esperienza “It’s a Small World”!

    Adelaide Scacco