AUGUSTA, PETIZIONE PER INTITOLARE STRADA A GIACINTO FRANCO

giacinto francoAUGUSTA. E’ in atto una raccolta di firme in una petizione da rivolgere all’Amministrazione comunale in cui si chiede di intitolare una via o una piazza allo scomparso Giacinto Franco, medico-pediatra, ambientalista di punta sin dagli  anni del pretore Condorelli (1978-1984). La raccolta delle firme sta avvenendo porta a porta. Alcuni moduli sono però disponibili  nei locali di alcune attività commerciali. Un’altra occasione sarà data la sera del 28 luglio in occasione della messa celebrata da padre Prisutto per ricordare i morti di cancro.

G.C.

PASSAGGIO DELLA CAMPANA AL ROTARY . PIPPO CORBINO HA VALORIZZATO I MONUMENTI DIMENTICATI

Corbino  GiuseppeAUGUSTA. Passaggio della campana al Rotary club, fra Pippo Corbino, presidente uscente e Federico Romano, presidente entrante.  Come al solito, in queste ricorrenze, è stata una cerimonia suggestiva, anche per via degli inni  che vengono ascoltasti in religioso silenzio prima dell’inizio della serata. Il presidente uscente Pippo Corbino (nella foto) ha tracciato un bilancio della presidenza durata un anno, anno in cui, con la collaborazione del consiglio di presidenza e dei soci rotariani, ha compiuto ogni sforzo per valorizzare i  monumenti, spesso dimenticati, di Augusta, a partire dai forti Garsia e Vittoria in mezzo al porto, dove, lo scorso anno, di questi tempi, diede il via alla sua attività di presidente, richiamando l’attenzione di quanti hanno a cuore la salvaguardia e la fruizione di questi beni,  spesso veri pezzi unici, che solo Augusta detiene.

G. C.

RIEVOCATO L’AFFONDAMENTO DEL SOMMERGIBILE ASCIANGHI. VENTUNO IN FONDO AL MARE DI AUGUSTA

001002AUGUSTA – C’è chi vuole rimuovere, per non pensare, c’è chi vuole che il passato, chiuso nell’archivio dell’anima, riemerga prepotente per diventare MEMORIA, e quindi Storia, tessuto e trama della rete dei fatti della vita e dell’esistenza dell’uomo. Non è solo il “grande evento” a destare emozioni, entusiasmo e trepidazioni, ma lo è, anche il “piccolo evento”, quello che, spesso, nella cronaca passa inosservato, ma nel cuore vive e palpita. Riparliamo, con entusiasmo e deferenza, del “piccolo” sommergibile Ascianghi, che da settantadue anni, giace in fondo al mare di Augusta, ad appena due miglia dalla diga foranea. Giace in quella tomba marina con ventuno marinai, pezzi di carne tra pezzi d’acciaio, caduti nell’adempimento del proprio dovere, senza gloria e nel silenzio. Custodisce dal 23 luglio 1943, ventuno uomini nel suo ventre d’acciaio, che persero la vita, appena ventenni, sulla soglia della giovinezza negata, e rimossi per lungo tempo, impunemente, dalla memoria, sino a quando chi vi scrive, con orgoglio e profonda pietà cristiana, qualche anno fa non ne ha suscitato il ricordo. Perché questo evento? Perché esso appartiene alla storia militare di Augusta e nel cui territorio è avvenuto. L’anno scorso l’argomento ebbe vasta risonanza, anche se “cultori di storia”, o presunti tali, per lungo tempo acquattati come lucertole sonnolenti sotto le foglie di vite, lo sbavarono con inesatti ed inattendibili riferimenti. Riportiamo, soprattutto per onore a quei caduti, e con rinnovato entusiasmo, la breve ma ardimentosa impresa del piccolo sommergibile Ascianghi. Un battello della Regia Marina Italiana di appena 698 tonnellate, lungo appena 60,18 metri e largo 6,5 armato da un cannone da 100/47 mm e da due mitragliere Breda, oltre a 4 siluri. Sino al 18 luglio 1943, si dondolava tranquillo nelle acque di Pozzuoli, quando nello stesso giorno, un ordine, forse frutto del gran disordine del momento, venne dato al Comando di bordo. Recitava testualmente “…contrastare le operazioni di sbarco alleato in Sicilia”. Non sarebbe affatto fuori luogo, definire quell’ordine da “idioti deliranti” dal momento che l’imponente forza navale alleata anglo-americana, straripava nel Mediterraneo, e teneva saldamente i porti di Siracusa ed Augusta, proiettata verso Messina. Tuttavia, si obbedisce come è abituato, da sempre, il marinaio italiano, così come fece silenziosamente l’equipaggio dell’Ascianghi, 50 giovani marinai. Scivolò in mare alle luci di quella tragica alba del 18 luglio 1943, raggiungendo le acque di Augusta, brulicante di Navi avversarie. Attese con pazienza quattro giorni in immersione, quando nel pomeriggio del 23 luglio del 1943 (ore 15.00), il Comandante Mario Fiorini decise di riemergere. Incrociando un convoglio avversario, diede l’ordine di lanciare una coppiola di siluri, per poi subito disimpegnarsi. Uno dei siluri colpì la fiancata sinistra dell’incrociatore pesante “Newfoundland” di 8.000 tonnellate, che sbandò paurosamente, e che, poi, rimorchiato a Malta, vi rimase, inattivo, sino alla fine della guerra. Certamente, si scatenò una violenta e rabbiosa reazione inglese, condotta da due cacciatorpediniere veloci e pesantemente armate, che senza sosta, braccarono il piccolo Ascianghi con bombe di profondità ad alto potenziale. Malgrado il tentativo di disimpegno, il battello italiano, non ebbe scampo, sicché per via delle numerose lesioni allo scafo, il Comandante Fiorini, si trovò di fronte ad una tormentosa scelta, o andare a fondo con il Sommergibile, o riemergere e salvare l’equipaggio. Scelse la seconda: riemergere! Così riuscì a salvare ventinove uomini (di cui due purtroppo morirono a seguito delle ferite riportate, a bordo dei caccia inglesi che avevano recuperato i naufraghi), mentre il resto, purtroppo, furono trascinati con il battello in fondo al mare di Augusta, ove giacciono da allora. Bene, sono stati e restano Soldati d’Italia, che nonostante, a nostro avviso, un ordine scriteriato e farneticante, obbedirono e combatterono, allo stesso modo delle “grandi Unità”, le cui imprese venivano e vengono magnificate con la gloria riservata agli eroi dai bollettini del giorno dopo, mentre l’impresa del “piccolo” Ascianghi, fu liquidata con un fugace accenno su uno scarno bollettino di guerra. Il sacrificio, il coraggio e il valore di quei ventuno caduti, rimasero senza gloria, ai margini di una guerra scriteriata. Ma il ricordo dei morti, vive nella memoria dei vivi. La rievocazione di quest’anno ha assunto particolare solennità grazie alla partecipazione di Marisicilia, il cui Comandante Ammiraglio De Felice ha dimostrato deferente ed apprezzato entusiasmo nel preparare la commemorazione. Preceduti da una motovedetta della C.P. di Augusta, due motoscafi della M.M., si sono fermati nelle due miglia storiche, ove giace l’Ascianghi. Una cerimonia sobria, ma solenne, con l’omelia pronunciata dal Cappellano Militare Don Minervini, alla presenza dell’Ammiraglio De Felice ed un ristretto gruppo di Ufficiali, nonché di un rappresentanza dei sommergibilisti della Base. Salutata dal fischio prolungato del Nostromo, la lettura dei nomi dei ventuno marinai caduti, e la benedizione del Cappellano, una corona di alloro è stata deposta in mare, nel segno dell’onore alla Marina Militare Italiana, e soprattutto, per quei giovani, senza gloria, che non saranno più dimenticati.

   Francesco Migneco

Oggi la riunione di insediamento dei nuovi consiglieri comunali di Augusta

IMG-20150623-WA0005AUGUSTA. Dopo quasi  quaranta giorni di controllo dei verbali delle operazioni  di voto nelle sezioni elettorali, il 10 luglio  sono stati proclamati i nuovi trenta consiglieri comunali, di cui 18 sono del Movimento 5 Stelle e 12 delle altre liste che hanno superato lo sbarramento previsto. Secondo i dettami di legge,  il nuovo consiglio comunale dovrà  riunirsi per la prima volta venerdì 24 luglio per procedere alla convalida degli eletti, alla surroga di chi, come Maria Concetta di Pietro eletta sindaco, ha rinunciato alla carica di consigliere, e all’elezione del presidente e del vice dello stesso consesso. Per legge , a presiedere la prima seduta sarà  Giuseppe Di Mare consigliere più votato, dopo Pino Pisani, assessore in carica, che ha annunciato le dimissioni , come Roberta Suppo,  e altre due amministratrici, sue colleghe di Giunta. La legge regionale siciliana, recentemente  modificata,  consente che tre assessori siano estranei al consiglio e tre ne possono far parte.  Prima dell’elezione diretta del sindaco da parte dei cittadini, sindaco e assessori facevano parte dello stesso consiglio. Prima della recente riduzione del numero dei consiglieri, il Comune di Augusta aveva quaranta consiglieri comunali. Al posto del sindaco Di Pietro, in consiglio siederà Orazio Esposito.I nuovi consiglieri sono: Giuseppe, detto Pino,  Pisani, il più votato in assoluto, Roberta Suppo, Francesca Giovanniello, Giovanni Patti, Sarah Marturana, Salvatore Blanco, Nilo Settipani, Marilena Russo ,Giuseppa Mauro ,Silvana Danieli.Letizia Ranno,, Mauro Caruso,, Teodoro Paratore, Manuela Toriello, Lucia Fichera, Vittorio Meli, Giacomo Casole,  Orazio Esposito, primo dei non eletti, al posto di Maria Concetta Di Pietro, tutti del Movimento 5 Stelle, grazie al premio di maggioranza. Gli altri dodici sono: Irene Sauro  e Salvatore Aviello  (lista “TU- Territorio unito”),  Biagio  Tribulato e Angelo Pasqua   (“Attivamente” ) Alfredo Beneventano Del Bosco e Francesco Lisitano   “Totis per Augusta”),  Vincenzo Canigiula (“ Civico 89”),  Marco Niciforo   (“Noi per la citta”),  Giancarlo Triberio (PD- Partito democratico),  Giuseppe Di Mare (“CambiAugusta”), Salvatore Errante “Sicilia Democratica”); Alessandro Tripoli (“Nessun Dorma”).

G. C.

MARINA MILITARE: I PALOMBARI DEL COMANDO SUBACQUEI ED INCURSORI DELLA MARINA SI IMMERGONO PER UN MARE SICURO

downloadI palombari del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” di La Spezia continuano le attività di immersione per rendere il mare sicuro; solo negli ultimi due mesi sono stati neutralizzati oltre mille ordigni esplosivi, risalenenti al secondo conflitto mondiale, presenti nelle acque dei nostri litorali e nelle zone frequentate dai bagnanti. Le operazioni di bonifica sono condotte dai Nucleo S.D.A.I. (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), dipendenti dal Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.), nell’ambito dei compiti d’istituto assegnati alla Marina Militare.  Le operazioni subacquee svolte negli ultimi mesi hanno permesso di distruggere 1276 ordigni esplosivi tra i quali siluri, mine subacquee di varie tipologie, proiettili di medio e grosso calibro o a caricamento speciale, bombe d’aereo di varie dimensioni, bombe da mortaio, mine anticarro e migliaia di altri manufatti esplosivi di piccolo calibro. I Reparti Subacquei della Marina hanno operato in attività a salvaguardia della pubblica incolumità in moltissime regioni italiane, tra le quali Toscana, Liguria, Lazio, Campania, Sardegna, Calabria, Sicilia, Puglia, Marche e Veneto, conducendo delicate operazioni subacquee volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione. Agli appassionati del mare si consiglia di non toccare gli oggetti eventualmente rinvenuti che possano ricordare per forma un ordigno esplosivo o parti di esso. E’ doveroso identificare il sito di ritrovamento, fotografare l’ipotetico ordigno (qualora si abbia con se una macchina fotografica subacquea) e denunciarne il rinvenimento alla locale Capitaneria di Porto o alla stazione dei Carabinieri, che richiederà l’intervento dei Palombari del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin al fine di ristabilire la fruibilità in piena sicurezza di quel tratto di mare.

GIOVANE LICEALE RICORDA IL MARTIRIO DI PAOLO BORSELLINO

imagesAUGUSTA. 23 anni fa moriva, ucciso da un’autobomba, Paolo Borsellino, uno dei magistrati che si impegnò maggiormente per contestare e cercare di annientare il fenomeno mafioso, questo cancro pervasivo che ha come obiettivo quello di controllare tanti settori presenti nella società odierna al fine di trarne illegalmente quanto più denaro possibile e farlo confluire in maniera sporca nelle proprie tasche. Con il suo tenace impegno , in collaborazione con tanti altri dignitosi magistrati antimafia, Borsellino riuscì a destrutturare un’associazione a delinquere totalmente verticistica e gerarchica. La  figura del magistrato ucciso  è per me quella di una   persona davvero esemplare per me. Le sue idee non finiranno mai di esistere, cammineranno sempre con noi. La memoria di deve trasformare in impegno e non in mere parole di circostanza. Una vita fuori dal normale quella condotta da Borsellino: una vita blindata , dedicata a sradicare,  pezzo dopo pezzo,  un’organizzazione criminale che a quei tempi aveva raggiunto l’apogeo della propria potenza. Purtroppo, come Giovanni Falcone, si era messo contro a interessi troppo ingenti ed era ormai divenuto una spina nel fianco per Cosa Nostra. Una spina che provocava troppo dolore. Per tale motivo, la mafia architettò  un omicidio studiato  da menti  criminali sopraffine. Con l’esplosione di una bomba collocata all’interno di una macchina, Cosa Nostra riuscì a compiere una nefanda strage in cui furono coinvolti lui e cinque uomini della sua scorta.  E’ passata alla storia come la strage di via d’Amelio, poiché proprio in quella via si trovava Borsellino quando fu fatto saltare in aria. Si trovava esattamente in procinto di suonare al campanello dell’abitazione della madre quando subitaneamente ci fu una devastante esplosione. Fisicamente Borsellino è morto ma i suoi pensieri non cesseranno mai di esistere e l’impegno da lui dimostrato non è mai stato vano.  Per non sentire più parlare di mafia non possono soltanto impegnarsi i magistrati. Sarebbero in minoranza: dei nani contro un gigante imponente. Tutti dobbiamo essere partecipi di questa lotta faticosa ed estenuante. E soprattutto urge educare i giovani ai valori della legalità. Un popolo senza mafia è libero e può finalmente fare i primi passi necessari per evolversi. La mafia può essere sconfitta solo se tutti noi ci mettiamo in azione.

Seby Gianino