LA PROVINCIA DI SIRACUSA NON E’ LA PATTUMIERA D’ITALIA

banchine porto commercialeAUGUSTA. La deputata siracusana (PD) Sofia Amoddio ha rivolto un’interrogazione al Ministero per l’ambiente sulla motonave Rita Br attraccata ad Augusta e sul  suo carico di rifiuti speciali provenienti dall’Ilva di Taranto. Amoddio – prima firmataria dell’interrogazione sottoscritta anche da molti deputati siciliani, dal presidente della Commissione Ecomafie Alessandro Bratti e dal capogruppo del Pd in commissione Ambiente, Enrico Borghi – chiede quali siano stati i criteri di scelta e secondo quali norme legislative sia stato consentito il trasferimento dei rifiuti dalla Puglia alla Sicilia e quali iniziative il ministro intenda assumere al fine di incentivare e procedere alla bonifica dell’area già fortemente inquinata e compromessa del triangolo industriale Priolo, Melilli, Augusta. Sullo stesso argomento è intervenuto il deputato regionale Vinciullo, il quale ha rassicurato i residenti in zona sul fatto che i rifiuti sono stati piombati nella discarica di Villasmundo, e che, comunque, sia l’ARPA (l’agenzia regionale protezione ambiente) sia gli Uffici della ex Provincia regionale di Siracusa tranquillizzano sulle analisi a cui hanno sottoposto il materiale. “L’importante però “ha proseguito Vinciullo” che la prossima volta non si proceda in maniera così raffazzonata, coinvolgendo, invece, tutti i rappresentanti istituzionali del territorio e gli organi di controllo, in modo tale che non si debba continuare a sottoporre i cittadini di Augusta allo stress di notizie catastrofiche. Una cosa però deve essere certa per tutti: la provincia di Siracusa non può diventare una discarica a cielo aperto, né si può pensare che da altre parti dell’isola o del territorio nazionale si decida sulla sorte del nostro territorio. I progetti e le proposte devono essere condivise, mai imposte e le autorizzazioni non possono darle soggetti che non siano appartenenti alla nostra terra, altrimenti, come in questo caso, saremo costretti a fare le barricate e a rivendicare il rispetto di una identità territoriale che non può continuare a essere violentata e violata da chi pensa di poter scaricare sulla nostra terra i propri problemi e le proprie porcherie. Sappiano tutti”,  ha concluso Vinciullo, “che ormai abbiamo una sensibilità e una conoscenza dei nostri diritti e che non siamo disposti a farceli espropriare da alcuno né tantomeno a subire in silenzio “Gli ambientalisti e i cittadini comuni non si sentono del tutto rassicurati. Sono sempre più convinti che quest’area è ormai diventata la pattumiera d’Italia. Sul tema è intervenuto, per far sentire la voce dei cittadini, l’ex consigliere comunale Francesco Ruggero: “Abbiamo l’impressione che questi rifiuti siano gli stessi  di quelli descritti dallo scrittore Pino Aprile nel suo libro Il Sud Puzza dove, a pag. 68, parlando dell’ILVA di Taranto e delle polveri scrive “che i bambini muoiano di cancro del fumatore (non si era mai visto) che la terra su cui poggi i piedi, nel quartiere più avvelenato, a ridosso dello stabilimento, non puoi toccarla a mani nude, per ordinanza comunale; agli scolari é vietato giocare nei giardini”, e a pag. 69 segue: “Noi dipendenti dello stabilimento, fummo i primi a saperlo: mia madre ogni giorno ramazzava palettate di polvere nera; un odore che non so descrivere, …. odore di nero arso, …a pag 70 ….Smettemmo di vivere con le finestre aperte; di passare le notti d’estate sul balcone…..La gente cominciò a morire, un po’ troppo, nello stabilimento e acquisimmo coscienza delle morti bianche; e comincio a morire, un po’ troppo, nel quartiere, di brutto male (allora si nominava il cancro, il tumore)…..Capimmo tardi, e quasi a stento, che stavamo pagando il lavoro con la salute e la vita.

” Noi  non riusciamo a capire perché nel nostro territorio invece di iniziare le bonifiche, cento volte annunciate ma mai iniziate, si continua a scaricare sostanze sospette provenienti da altri territori più inquinati del nostro. Forse qualcuno pensa che dato che l’area, il mare, il suolo, i prodotti della terra del nostro territorio sono già compromessi rifiuto più rifiuto meno non fa’ differenza? Ma quanto vale il diritto alla vita? Che e’ l’unico diritto che la costituzione non consente di limitare. Ma si può pagare il lavoro con la salute?. Non  accetteremo mai che la nostra salute diventi secondaria rispetto ad altri interessi. Una collettività non potrà mai crescete se non vi è la sicurezza minima del benessere fisico. Non accetteremo di essere considerati una deviazione statistica. Occorre”, conclude Ruggero, che ricorda le campagne ambientaliste di Giacinto Franco, prestare la massima allerta”.

Giulia Càsole
LA PROVINCIA DI SIRACUSA NON E’ LA PATTUMIERA D’ITALIAultima modifica: 2015-05-06T10:23:25+02:00da leodar1
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