GLI STUDENTI DEL RUIZ DI AUGUSTA AI GIOCHI MATEMATICI DEL MEDITERRANEO

itc_gaetano_arangio_ruizAUGUSTA – Si apprende solo oggi che ai Giochi Matematici del Mediterraneo, che si svolgeranno il prossimo 9 maggio a Palermo, Augusta e la provincia di Siracusa sarà magnificamente rappresentata, oltre che dai nostri giovani liceali, da un nutrito numero di  studenti dell’ Istituto Arangio Ruiz che, peraltro, sono saliti sul podio provinciale andando ad occupare  la 1^ e 2^ posizione. In particolare, per la 1^ superiore, il migliore risultato è toccato a Sicari Andrea, mentre per la 2^ superiore, al primo posto si è classificato Fiume Giuseppe e al secondo Messina Giuseppe. Complimenti ai nostri giovani talenti augustani.

    Giuseppe Tringali

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “IL TARLO E LA QUERCIA – STRATEGIE DI CURA DEL PEDOFILO”a PALAZZO VERMEXIO

copertina_il_tarlo_e_la_quercia_v002-sitoSIRACUSA.  Venerdi 17 Aprile, alle ore 18,30 nella sala Borsellino di Palazzo Vermexio, presentazione del libro dal titolo “Il Tarlo e la Quercia. Strategie di cura del pedofilo”. Il libro è il racconto testimonianza di un’esperienza di trattamento, in corso da 6 anni presso la Casa Circondariale di Siracusa, condotta dalla Dott.ssa Teresa Tringali, esperta psicologa, e dalla Dott.ssa Felicia Cataldi responsabile dell’Area Educativa dell’istituto di pena. Il testo è rivolto a tutti e quindi non solo al lettore professionalmente interessato, e ha l’obiettivo di affrontare e analizzare in modo innovativo una delle più controverse e spinose problematiche che l’umanità si è trovata a fronteggiare: la pedofilia. Calandosi nella profondità più oscura del pedofilo, il libro cerca di rispondere all’ interrogativo più grande che la collettività si pone di fronte a comportamenti così spregevoli, ovvero cosa possa spingere un adulto a provare interesse sessuale nei confronti di un minore. Il libro rimanda  all’immagine della quercia, albero dalla struttura nodosa, pesante e dura per la corazza che si è costruita nel tempo. Le sue fantasie devianti sul minore, il desiderio martellante di sopraffazione, richiamano l’azione del tarlo. Ma attraverso la terapia un nuovo tarlo si insinua: il rimorso, la vergogna, l’immedesimazione nell’altro, la coscienza. Il libro è la descrizione di un processo di cambiamento, attraverso la riflessione retrospettiva dei suoi protagonisti. Questi, divenuti consapevoli della loro devianza e del bisogno di aiuto, hanno scavato nella loro interiorità per comprendere essi stessi e far comprendere agli altri i propri meccanismi mentali, a vantaggio della ricerca e della possibilità di cura. Insieme alle autric, la deputata  Sofia Amoddio, Don Fortunato Di Noto (Presidente Associazione Meter onlus a tutela dell’infanzia), Paola Iacono, neuropsichiatra infantile, che hanno avuto la possibilità di incontrare i detenuti coinvolti nell’esperienza, e  Maurizio Guarneri, docente dell’Istituto di psicanalisi di gruppo di Palermo, e l’avv Toto Bianca.

D.C.

Lectura Dantis di Giorgio Càsole a Catania

me stesso alla galleria Katàne

La Galleria D’arte “Katàne”, un cenacolo di Artisti e Letterati

CATANIA. La galleria d’arte Katàne, con sede in Via Umberto 244, a Catania, si  afferma sempre più come un cenacolo di artisti e letterati e non soltanto come un luogo per l’esposizione e la compravendita di quadri e sculture. E’ diventato un vero centro culturale per associati e non, con un calendario di eventi mese per mese, in cui diventano protagonisti i soci e ai quali sono invitati ospiti per conferenze,reading di versi, esibizioni belcantistiche. Come protagonista in quest’ultimo versante, il baritono Giovanni Di Mare, il quale recentemente ha avuto il compito di presentare il primo ospite di aprile, il docente Giorgio Càsole, che ha reso partecipi gli spettatori della struggente drammaticità della celebre lauda di Jacopone da Todi,  “Donna de Paradiso” e della grandezza e dell’attualità dei versi di Dante, tanto che, alla fine della performance, la direttrice Sarah Angelico, artista anch’ella, si è resa subito interprete dei desiderata del pubblico chiedendo al prof  Càsole di ritornare fra un mese per un’altra Lectura Dantis, visto che in questa prima tornata è stato letto e commentato, com’è costume dai tempi di Boccaccio (primo commentatore di Dante) il canto V dell’Inferno, quello dei lussuriosi,  i dannati travolti dalla passione carnale, reso celebre dall’episodio, realmente accaduto ai tempi del sommo poeta, di Paolo e  Francesca, cognati-amanti, uccisi a fil di spada dal marito di Francesca, Gianciotto, signore di Rimini. Giorgio Càsole interpreta Dante  in pubblico  sin dagli anni  universitari, prima ancora che queste “Lecturae” diventassero famose grazie a Roberto Benigni. Càsole è stato allievo del dantologo  catanese Niccolò Mineo, docente  di Letteratura italiana a Lettere ( di cui è stato direttore dipartimentale). Nel 1970   il prof. Càsole fu ammesso, dopo una selezione alla Scuola del Teatro Stabile di Catania; ha lavorato al teatro greco  di Siracusa e a quello di Segesta.  Nel 1979, a Telerondine, una delle prime televisioni a livello interregionali, ideò e condusse il programma “Spazio poietico”. Nel 1978 ha pubblicato la sìlloge di poesie Vibrazioni ,selezionata per il prestigioso premio Viareggio dello stesso anno. Nel 1989 ha pubblicato, come  coautore, il Dizionario delle parole straniere in uso nella lingua italiana per gli Oscar Mondadori.  In anni precedenti e successivi ha pubblicato varie opere, tra cui spicca il Prontuario di Latino vivo del 2013. Per quest’attività pubblicistica ha ricevuto in tre occasioni un Premio della cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Sarah Angelico

Il Califfo e il “Daesh” – la storia raccontata dall’augustano Fabrizio Giovanni Vaccaro

2Otto milioni di abitanti e una ricchezza stimata di quasi quaranta miliardi di dollari. Lo Stato Islamico di Iraq e Siria, o Daesh, o ISIS, è nato nel giugno 2014 per restare e oggi, a distanza di un anno, sembra poter riuscire nell’intento. Ma come ha fatto, nel giro di pochi anni, una piccola cellula terroristica a diventare una minaccia globale di tale portata? Prendendo spunto dall’ultimo reportage di Duilio Giammaria, presentato ieri sera nella trasmissione Petrolio su Rai 1, proveremo a dare delle risposte. E partiremo dalla Seconda Guerra del Golfo, in Iraq. La guerra lampo è avviata dagli Stati Uniti nel 2003 contro Saddam Hussein il quale, nel giro di pochi mesi, sarà destituito. Ma il conflitto vero è più lungo. La deposizione del Rais, infatti, insieme con la marginalizzazione dei suoi Abu Bakr al-Baghdadiuomini di etnia sunnita, darà luogo a una sanguinosissima guerra civile tra gli sciiti, sostenuti dagli americani e passati al potere, e gli stessi sunniti. Su questo canovaccio si inserirà anche la guerra santa, di matrice terrorista, combattuta da Al Qaeda contro l’invasore americano ed il governo sciita suo amico. E’ in questo contesto che, nella prigione militare americana di Camp Bucca, nel 2004, l’attuale califfo dello Stato Islamico, Abu Bakr al-Baghdadi, (nella foto a sin.) verrà imprigionato e detenuto per circa undici mesi. Ma, quando entra nel campo di detenzione, non è ancora un terrorista; è uno dei tanti imam che operano a Fallujah, roccaforte di sunniti e di qaedisti. E’ durante gli undici mesi di prigionia che Abu Bakr al-Baghdadi  verrà convertito all’ideologia di Al Qaeda, e stringerà lungimiranti rapporti con gli ufficiali sunniti dell’esercito di Saddam, anch’essi detenuti. Abu Bakr al-Baghdadi, insomma, uscirà dalla prigione come un soldato di Al Qaeda, subordinato all’autorità di Bin Laden. Negli anni combatterà la sua guerra santa con la violenza fino a quando, nel 2010, diventerà leader di una delle tante cellule del terrorismo iracheno: lo Stato Islamico dell’Iraq. Nel 2011, due fondamentali eventi per il futuro califfo. Il primo è che gli americani, sull’onda della propaganda anti-bellica di Obama, lasciano l’Iraq. Il secondo è che in Siria, sulla scia delle primavere arabe, scoppia la rivoluzione. Si tratta di errori colpevoli dell’Occidente, ma anche di incredibili congiunzioni astrali, che il futuro califfo Baghdadi saprà sfruttare. In Iraq gli americani lasciano una situazione bollente, con uno stato di matrice sciita ancora impreparato nella lotta alla ribellione sunnita.

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