AUGUSTA, “PANE IN ATTESA” PER COLORO CHE NON POSSONO PAGARE – di Giorgio Càsole

download

AUGUSTA. “Pane in attesa”, così è stata definita l’iniziativa di un gruppo di volontari a favore di quelle famiglie o persone singole che, spesso, di questi tempi, non possono pagare tutto il pane di cui hanno bisogno. Da anni, un’altra associazione, denominata evangelicamente “Buon Samaritano”, si adopera per dare un pasto caldo nei locali dell’ex convento delle suore di Sant’Anna, in Via Orfanotrofio,  come sessant’anni fa, a  mezzogiorno, E la sera? Non c’è nessuno che a tutt’oggi ha pensato di colmare questa lacuna. Nessuno dalle nostre parti. Nelle grandi città, nelle metropoli meglio, la sera si formano le file per accedere agli istituti di carità che, come nel Medioevo, danno da mangiare anche la sera ai nuovi poveri. Di questi tempi, si può diventare poveri da un momento all’altro, come nell’opulenta America dove non esiste il Servizio Sanitario Nazionale, dove un povero cristo, se non ha l’assicurazione sanitaria, regolarmente pagata, può essere buttato letteralmente fuori, dopo i primi interventi urgenti.  L’America, intendiamo gli Stasi Uniti, dove uno un giorno ha la casa e il giorno dopo può ritrovarsi senza e va a ingrossare le fila degli homeless, i senza  tetto, appunto, che vivono della pubblica carità, che dormono a terra dentro un sacco a pelo. L’America dove  per vivere occorre, a volte , svolgere due o tre lavori, tanto che pure il poliziotto pubblico può fare il cameriere o addirittura il vigilante privato per sopravvivere secondo gli standard statunitensi, dove si può essere assunti con (relativa) facilità, ma dove si può essere licenziati con estrema rapidità. Un quadro questo che forse sarà realizzato anche in Italia, se consideriamo che dall’attuale governo Renzi è stato abolito l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori che tuitelava i dipendenti dall’arbitrio padronale dei datori di lavoro e dove la scuola pubblica, pagata con i soldi di tutti, sta per essere privatizzata e dove, già, quella privata viene foraggiata con finanziamenti pubblici, in evidente contrasto con la Costituzione che non prevede òneri per lo Stato: òneri, cioè pesi, cioè quattrini. In una situazione che apparenterà sempre di più l’Italia agli USA, di cui dovremmo essere alleati,ma ne siamo subalterni, ad Augusta c’è ancora chi  sente di dare una mano a chi si trova in maggiori difficoltà. A Napoli, da molti anni c’è l’abitudine nei bar del “caffè sospeso”,  un’iniziativa  sostenuta da chi può pagare più tazzine di caffè, ma ne beve una soltanto e  fa sì che un altro, che non può pagare, possa sorbire la tazzina già pagata.  Infatti, c’è l’abitudine  di chiedere: “C’è un caffè sospeso?”, oppure di leggere un cartello in cui sono indicati quanti sono i caffè ancora “sospesi”. Il caffè è una bevanda voluttuaria. Il pane no. Il pane, almeno per noi italiani e meridionali in specie, è un alimento indispensabile. D’ora in avanti, in quasi tutti i panifici di Augusta (su venti, diciotto hanno aderito) chiunque potrà pagare un pane che non porterà con sé, ma lascerà ”in attesa”, appunto, che qualcuno che non può permettersi di pagare, lo porti via, con regolare scontrino  già applicato, per evitare contestazioni da parte delle Fiamme Gialle. Il pane “in attesa” troppo a lungo sarà destinato a diventare mollìca e a essere comunque destinato a organizzazioni umanitarie. Per venire incontro alle persone che non vogliono apparire troppo bisognosi da chiedere il pane, ci saranno volontari, muniti del tesserino “pane in attesa”, che si recheranno nei panifici convenzionati e porteranno il pane alle famiglie o alle persone che lo chiederanno, nel rispetto della riservatezza. Siamo a Natale? No. Siamo alla vigilia di Pasqua, ma siamo in tema. Durante la settimana che precede ,la Pasqua, gli ebrei mangiano pane àzzimo, pane, cioè, non fermentato e senza lievito, nel ricordo dell’esodo dei loro padri dall’Egitto verso la Terra promessa. L’iniziativa è stata ufficializzata da Antonino Di Silvestro in un incontro pubblico la sera di sabato 28 marzo.

Giorgio Càsole

AUGUSTA, “PANE IN ATTESA” PER COLORO CHE NON POSSONO PAGARE – di Giorgio Càsoleultima modifica: 2015-03-30T08:42:55+02:00da leodar1
Reposta per primo quest’articolo