PORTATA A TERMINE LA DELICATA RIMOZIONE DEI DUE RELITTI NAVALI MILITARI NELLO SPECCHIO ACQUEO DEI FORTI GARCIA E VITTORIA – di Francesco Migneco

sin3AUGUSTA – Dell’argomento ci eravamo dettagliatamente occupati in un servizio dell’Aprile dell’anno scorso, allorquando l’Amm. Abbamonte, Direttore pro tempore dell’Arsenale Militare Marittimo di Augusta, in una pubblica conferenza tenuta proprio nei locali del restaurato Forte Garcia, comunicava che il progetto e rimozione relitti navali militari, semiaffondati nel porto megarese, cominciava la sua fase di attuazione. Per memoria, sintetizziamo che il progetto, l’Arsenale di Augusta l’ha curato e portato avanti, superando con tenacia e pervicacia l’inestricabile e complessa ragnatela di leggi, decreti e codicilli vari, in quanto attività svolta all’interno del SIN (Sito di Interesse Nazionale) e quindi soggetta a vincoli sin2molto stretti in materia di tutela ambientale. La rimozione dei sette relitti, ricordiamo, interessa due siti in rada. Il primo riguarda lo specchio acqueo antistante i due Forti spagnoli laddove giacevano, ora non più, semiaffondati gli ex dragamine Loto e Giaggiolo, nonché un MTF (moto trasporto fari), per complessive 1.000 tonnellate. Il secondo, Punta Cugno, laddove giacciono ancora altri 2 relitti (2 sono stati già rimossi) che tratteremo in un prossimo servizio, in quanto le operazioni di recupero richiedono un più accurato intervento, attesa la stazza e la posizione dei natanti. Va subito sottolineato che i lavori di recupero sono stati seguiti costantemente da un qualificato Staff arsenalizio, guidato dall’ instancabile Capitano di Vascello Edoardo Di Gennaro, Direttore Lavori e sinServizi dell’Arsenale, con la fattiva collaborazione del Capitano di Fregata Marco Merluzzi, che ha curato in particolare la fase progettuale e di affidamento dell’appalto, del Capitano di Fregata Maurizio Fareri, del personale civile della Direzione Amministrativa ed altri, sotto l’attenta vigilanza del Direttore dell’Arsenale Ammiraglio Fabio Antonio Giulietti Virgulti, succeduto, frattanto, all’Ammiraglio Abbamonte. Di recente, quindi, è stato portato a termine la prima parte del progetto, cioè il recupero del Loto e del Giaggiolo, senza alcun inconveniente e rispettando rigorosamente le prescrizioni imposte per la protezione dell’ambiente, ed in particolare quello marino. A breve sarà rimosso anche la chiglia di MTF non identificato.  A tal proposito rispetto a quanto previsto nel progetto originale, cioè di creare attorno al tratto di mare dei relitti il cosiddetto “bacino di demolizione”, consistente in una cintura di barriere fissate al fondale al fine di contenere gli eventuali sversamenti di liquidi oleosi e il diffondersi di materiale di fondale eventualmente contaminato, è stato utilizzato ed impiegato, anche su specifica prescrizione della ARPA territoriale, un doppio sbarramento di panne galleggianti, uno interno ed altro esterno e un sistema rafforzato di sonde multiparametriche per il monitoraggio ambientale. Detti sbarramenti altamente protettivi e assorbenti e la presenza del sistema di monitoraggio, hanno consentito di operare nella massima sicurezza, consentendo agli Organi di Controllo, quasi in tempo reale, il monitoraggio delle acque interessate al recupero. Come noto il contratto del servizio di rimozione, demolizione e smaltimento dei 7 relitti fu, a suo tempo, aggiudicato per un valore complessivo di € 2.300.000 al gruppo Mammoet Salvage B.V. di Rotterdam, consorziata con la Chelab di Treviso (sede distaccata a Priolo), la prima una delle più qualificate in campo internazionale in ordine al recupero dei relitti navali, anche a grandi profondità, la seconda leader nel settore della tutela ambientale. Siamo ritornati sui luoghi, e constatiamo con grande compiacimento, che quella sgradevole scena è scomparsa, come quei foschi e butterati fumaioli, e le sovrastrutture divorate dalla salsedine che, per tempo, deturpavano l’armonia dell’ambiente. Ora essa è ritornata, e il tratto di mare è libero e pulito su cui si specchiano fluttuanti le sagome delle due antiche fortezze che, ancor oggi, provocano una gradevole sensazione. Finalmente, dunque, e sottolineiamo l’avverbio “finalmente”, sono scomparsi gli incomodi rottami, e si spegne il vento di una irriverente polemica mediatica, la sterile critica e la maldicenza gratuita, spesso feroce, verso l’istituzione arsenalizia di Augusta, alla quale, al contrario, dobbiamo tutto il nostro plauso per aver saputo e dato prova di aver gestito e gestire e portare a termine operazioni così complesse nel campo navale con competenza e capacità professionali di rilevante livello.  Ed infine, fuori sacco, per segnalare il degrado e l’abbandono, specie del forte Vittoria che pare spegnersi sotto l’inesorabile maglio del tempo, nonché delle scorribande dei vandali e di cacciatori, o meglio predatori, di pietre antiche. In particolare è in atto lo sgretolamento del ponticello in pietra che unisce le due fortificazioni, ed anche qui, ci è sembrato, che qualche pietra squadrata sia stata asportata. Sarebbe auspicabile opportuna vigilanza in mare per evitare, verosimilmente, prima o poi, che sia il tempo, che gli ignobili vandali e predatori, insieme all’incuria di chi dovrebbe intervenire alla tutela di tale bene, diventi una FORTEZZA FATISCENTE.

     Francesco Migneco

AUGUSTA/ I CITTADINI NON NE POSSONO PIU’ DELLE STRADE-GRUVIERA PERICOLOSE

Lo sfogo  della professoressa Rosanna Amato,  madre  e docente

Buca-sulla-strada-responsabilita-del-comune-anche-se-la-strada-chiusa-per-manutenzioneAUGUSTA. Le strade nella città fondata da Federico II di Svevia sono piene di buche, qualcuna addirittura così profonda, come in Via delle Saline, dove, la sera di martedì 1° un’auto è rimasta bloccata per un fosso aperto sulla carreggiata – segno che i lavori sono stati s volti male. La domanda che si  i cittadini è: “Chi controlla le ditte quando svolgono i lavori di pavimentazione o di asfaltatura? Dove sono i dirigenti e gli impiegati dell’Ufficio tecnico che hanno il compito di controllare? Per fortuna la stessa sera di martedì, forse proprio a causa dell’auto incidentata, si è posto rimedio, tappando il buca in serata, mente i vigili urbani cooperati da una  volante della polizia di Stato, faceva deviare le automobili. Ci sono i cittadini che scrivono anche a noi o sul social network Facebook, come Rosanna Amato, docente di lettere al liceo Mègara e madre di due figli, che ha così protestato:  “Superata la svolta verso il maneggio (che non dovete prendere) dovete subito girare a sinistra alla svolta immediatamente successiva. Fatelo e sara’ un miracolo se non cappotterete. Buche profondissime e pericolosissime mettono a repentaglio ogni giorno i copertoni della mia carretta di 10 anni e anche la mia pazienza. Si gira e comincia subito la gimcana per evitare di finir dentro le buche ogni giorno piu’ profonde. Mi domando : “Ma se rischio di cappottare io che sono in macchina, un motorino che fine rischia di fare una volta effettuata la svolta ? “. Eppure nessuno fa nulla, siete tutti impegnati per diventare sindaci, assessori o vattelapesca per poter notare lo scempio di quella strada . Auguratevi solo che non succeda mai nulla a mia figlia che, tra poco, tirera’ fuori il motorino una volta terminato l’inverno ! Augusta , sempre piu’ a fondo, sempre piu’ in basso, sempre piu’ nella melma ! E qualcuno ha ancora il coraggio di presentarsi alle elezioni e far vedere la sua faccia in un volantino !” Facebook è un canale molto popolare. La protesta della professoressa Amato sortirà effetti positivi? L’interrogativo è d’obbligo.

Giulia Càsole