PARLA L’ARCIPRETE CHE SPEDISCE LETTERE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – di Giorgio Casole

downloadAUGUSTA. Padre Palmiro Prisutto, trent’anni fa, semplice prete, scriveva lettere all’allora  presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, per protestare contro i guasti ambientali.  Oggi,  parroco della Chiesa madre, arciprete, scrive all’attuale inquilino del Quirinale, Giorgio Napolitano, per chiedergli di venire ad Augusta, città con un grande porto, che può essere considerata  il vertice del  cosiddetto triangolo della morte, dove insiste il polo petrolchimico definito il più grande d’Europa. – Sappiamo che Napolitano Le ha risposto. Che tipo di risposta?“Che tipo di non-risposta” -Ah! – “Quando ci si nasconde dietro la frasetta: ‘Per quanto riguarda il problema da lei suscitato sono stati  interessati  i competenti organi di governo’… Questa frase l’hanno scritta Cossiga, Scàlfaro, Ciampi, ma se i risultati da trent’anni a questa parte sono questi, vuol dire che i “competenti organi di governo” sono in-com-pe-ten-ti.” – La frase formale, dietro cui si trincerano i presidenti della repubblica,    nasconde la mancanza di potere esecutivo del capo dello Stato. Allora, perché non scrivere direttamente al presidente del Consiglio?Perché l’attuale primo ministro, per le cose che sta facendo o non sta facendo, non ha tempo per noi”Eppure è venuto a Siracusa, appena insediatosi“Quando si tratta di fare passerelle tutti sono bravi a venire; quando si tratta  di dare la soluzione a gravi problemi, preferiscono ignorarli”.Quello di Augusta-Priolo e Melilli è un problema annoso, difficilmente risolvibile, anche se amplificato dai media. In questi giorni, emittenti nazionali, come L7 e  la RAI, il quotidiano dei vescovi cattolici Avvenire hanno realizzato servizi, sollecitati, appunto da p. Prisutto. L’attenzione mediatica è stata, dunque, grande ed è diventata anche attenzione politica, visto l’interessamento del deputato europeo Corrao. Da un punto di vista pratico, concreto, che cosa ha significato questo interessamento?Che siamo penetrati nel circuito dell’informazione.”Non è successo anche in passato?

“Sì, ma siamo stati cacciati indietro, perché si è ritenuto di dare risalto a notizie considerati più interessanti della nostra. Quando, però, si parla di stragi per cancro il problema però è serio, è grave, anche perché qui siamo in presenza di una palese violazione dell’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute dei cittadini. Questo Stato non solo non tutela questo diritto, ma, addirittura, grazie a certe scelte, si mette contro i cittadini, dalla parte degli inquinatori. Qui ad Augusta abbiamo in questo momento due nemici: da un lato le multinazionali del petrolio, dall’altro le istituzioni dello Stato che,  praticamente, sono incapaci o non vogliono prendere in mano la dolorosa questione di Augusta”.Eppure sono state varate leggi a tutela dell’ambiente, come, per esempio, la legge Merli, tante volte invocata da un rappresentante dello Stato qual era, negli anni Ottanta il pretore Condorelli,  un  vero baluardo contro le industrie inquinanti.Questa legge è stata superata di fatto perché hanno elevato i limiti di tollerabilità. Si alza la soglia e   l’inquinamento continua a far male: avvelenati  e ammazzati a norma di legge”.Visto che non abbiamo più un baluardo della giustizia come Condorelli, non abbiamo più una difesa dei nostri diritti…La mia azione ha una finalità precisa. Se riusciamo a far venire il presidente della repubblica, egli porterà dietro di  sé tutta la stampa nazionale  che conta e noi porteremo all’attenzione di tutti il nostro problema. Noi vogliamo che Napolitano si faccia carico di far rispondere quegli organi  che a noi solitamente non rispondono. Noi insisteremo che venga qui perché fino a quando questi signori non si renderanno conto con i loro occhi dello scempio che c’è intorno al porto di Augusta, non prenderanno consapevolezza del nostro dramma.”Non è illusorio, chimerico, pensare che Napolitano venga qua se non c’è un fatto clamoroso dal punto di vista mediatico? Poiché la strage è silenziosa, forse non fa effetto. Ci vuole un altro terremoto?“No. Io penso che  il tabulato che rimanderemo, aggiornato e amplificato…Il tabulato? Cioè l’elenco dei morti per cancro letto ogni 28 del mese durante la messa in Chiesa Madre?“Sì. Penso che non si possa restare indifferenti di fronte a cifre come questa: sono 557 i morti ufficialmente censiti e il numero sta crescendo grazie alla collaborazione della popolazione. La popolazione, finalmente, sta uscendo allo scoperto: ciò che non succedeva prima.”Prima c’era l’acquiescenza, c’era  il timore, c’era il ricatto occupazionale?“I cittadini non si stanno piegando al ricatto occupazionale, stanno parlando, stanno denunciando; quindi, prima o poi, questo problema verrà fuori in tutta la sua drammaticità.”Non lo è già?“Per noi sì, ma per chi non lo vive il problema non esiste”.

Giorgio Càsole

PARLA L’ARCIPRETE CHE SPEDISCE LETTERE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – di Giorgio Casoleultima modifica: 2014-09-16T15:29:37+02:00da leodar1
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