IL PORTO DI AUGUSTA HA BISOGNO DI PROGETTUALITA’

Intervista di Giorgio Càsole  al capo dei piloti del porto, C/te Claudio Russo

1914AUGUSTA. Nel giugno 2010, pochi mesi prima d’essere trasferito a Roma,  il comandante  Salvatore Gravante, palermitano di origine, che comandava allora la capitaneria di Augusta,  affermò pubblicamente, nell’auditorium di palazzo San  Biagio, che il porto di Augusta “è al quinto posto in Italia nella classifica dei porti internazionali”. Pochi giorni prima di lasciare il comando, durante una conversazione privata, avvenuta nei locali dell’Autorità portuale, dopo un’affollata conferenza-stampa, il comandante Gravante, per evidenziare l’importanza del porto di Augusta, osservò che, se per ipotesi, si bloccasse l’attività all’interno del porto (come effettivamente avvenne  il 28 dicembre 1960), non sarebbe possibile rifornire di carburante un terzo d’Italia. Sui problemi  di  questo porto complesso,  porto petrolifero, porto militare, porto commerciale, abbiamo voluto ascoltare il parere autorevole di un altro comandante, il capo dei piloti del porto, Claudio Russo, non nativo di Augusta, come Gravante, ma augustano ormai a tutti gli effetti, che questo porto conosce molto bene e che può tranquillamente stabilire le differenze, mettere in risalto le peculiarità, indicare le lacune. Da trent’ anni noi diciamo: ”Porto commerciale di Augusta”; ma  è veramente porto commerciale o è solo una speranza?

 “ Penso che il problema principe del porto di Augusta sia la mancanza di progettualità. Per tanti anni è stato considerato un porto prettamente petrolifero, giustamente; la sua attività era dedita ai prodotti petroliferi e ai derivati dei prodotti petroliferi. Ora, con trent’ anni di politiche di risparmio energetico, è facile intuire che il fabbisogno dei prodotti petroliferi va via via scemando. In più, la coscienza ecologica comporterà che determinati tipi di lavorazione, diciamo tra virgolette,“sporche”, verranno demandate al terzo mondo in completa deregulation. Ecco perché il porto ha bisogno di progettualità: cioè dovrà essere assolutamente riprogettato e ripensato nella sua totalità, sia strategicamente, sia per la meravigliosa posizione “onfalica”, centrale, nel Mediterraneo. Nessun porto ha una posizione simile. L’altra ricchezza di questo porto è la rada, una rada veramente unica: le navi non hanno bisogno di aspettare fuori il posto di ormeggio,  ma possono entrare e rimanere all’ancora in piena sicurezza.” – Il “ma” è la famosa burocrazia italiana? “Sì, la burocrazia che ostacola la progettualità. Ci vorrebbe qualcuno che ci dicesse cosa dobbiamo fare di questo porto con la sua posizione. Oggi i trasporti via mare avvengono prettamente per mezzo di containers, per esempio il porto di augusta potrebbe diventare l porto hub del Mediterraneo, cioè “perno” con tutto lo shipping, il traffico marittimo,  che fa capo ad Augusta. Le grandi navi porta container che vengono dall’estremo Oriente attraccano in porto, scaricano i loro containers pieni , imbarcano i containers vuoti per ripartire alla volta dell’estremo Oriente. Arrivano, poi, le navi più piccole per la distribuzione capillare in tutti i porti del Mediterraneo. Fra quanto tempo potremo realizzare questa cosa, purtroppo,  non si sa.” -Ma le banchine del porto commerciale sono attrezzate per questo?  “Sì, ma progettate più di trent’ anni fa, quando le navi porta containers erano lunghe sui 100-150 metri. Ricordo che all’epoca ancora si doveva decidere se il futuro del trasporto via mare sarebbe stato tramite navi porta container o navi lashing cioè, grandi navi bacino che al loro interno rimorchiavano chiatte cariche di merci. La nave poteva avvicinarsi al porto, lasciare le chiatte semoventi cariche e accogliere le chiatte vuote in attesa nel porto stesso. Questo tipo di trasporto è stato sperimentato dagli statunitensi, ma non ha avuto grande fortuna. Invece con le navi porta containers si poteva fare lo stesso servizio,  parcellizzando di più le merci”. -Circa venti anni fa intervistai l’allora ministro della Marina Mercantile, Vizzini, nostro conterraneo, il quale rimase stupito del fatto che nel porto ci fosse un problema doganale e Malta faceva allora concorrenza ad Augusta. Da allora la situazione non è cambiata! O no? “Malta ha una posizione invidiabile nel Mediterraneo. Sebbene sia un’isola, Malta si “muove” più rapidamente, poiché per i maltesi si tratta veramente di un problema di sopravvivenza. In particolar modo hanno velocizzato  il bunkeraggio (rifornimento del combustibile alle navi) che loro effettuano in mare aperto senza nessun controllo. Hanno  realizzato terminal per porta container, e  da questo punto di vista sono da ammirare, mentre il nostro porto,  progettato da tanti anni,  è nato già vecchio.” -Ora abbiamo un’autorità portuale che ha costruito un mega palazzo. Qui sorge una domanda: che deve fare l’autorità portuale? Che compiti ha? – “Ancora assolutamente: ”progettualità”, cioè proporre un nuovo piano del porto che comprenda nuove banchine porta container, dimensionate adeguatamente e con fondali di almeno 15 metri. Noi li abbiamo questi fondali, però non abbiamo le banchine adatte per i nuovi  giganti del mare, dopo di che destinare quello che già esiste ad altri compiti:  per esempio merci varie.” – Oggi abbiamo fatto questo giro in porto per un’ emittente siracusana e abbiamo visto il porto pieno di navi, però normalmente ci sembra che il porto sia impoverito quanto a  numero di navi.  “Questo è un po’ da valutare: innanzi tutto le navi sono diventate molto più grandi, di conseguenza vi è una diminuzione del numero, in quanto trasportano più carico in meno viaggi.  Poi la burocrazia, sebbene prima ne abbiamo parlato male, si è sveltita e parecchie pratiche, che prima erano principalmente cartacee, oggi si svolgono per via telematica, riducendo così i tempi di attesa in rada, realizzando così maggiore sicurezza in quanto più le navi sono distanti fra di loro, più si ha tempo di intervenire per evitare, in caso di tempo cattivo, che vadano a collidere l’una con l’altra.” -Ci sono altre possibilità: per esempio,  il porto potrebbe mai diventare un porto turistico?  “ No, però potrebbe assolutamente far parte di un sistema portuale: abbiamo, a nord,  Catania che ha una vocazione commerciale e un atteggiamento, malgrado gli spazi acquei ristretti, decisamente aggressivo. A sud, abbiamo Siracusa, porto turistico meraviglioso in cui stanno lavorando per riqualificare le banchine, però quando finiranno questi lavori non si sa.” -Potrebbero venire qui alla “fonda” le grandi navi passeggeri?  “Anche non alla “fonda”. Potrebbero attraccare al porto commerciale. Abbiamo già messo qualche nave passeggeri a quelle banchine, dove attendevano i pullman per far effettuare ai turisti gite nei siti di grande interesse archeologico che abbiamo nei dintorni. “ -Come mai non ne vengono più spesso?  “Io sono un addetto alla sicurezza dei traffici, e lavoro su indicazione della capitaneria di porto. Sono gli operatori del settore che devono fare richiesta per questo tipo di traffico. Comunque isono fiducioso.  Sono trent’ anni che vivo qui ad Augusta, mi sono innamorato di Augusta fin dal primo momento, ho anche sposato una ragazza di Augusta, mio figlio vive ad Augusta;  di conseguenza vorrei lasciare il porto, quando andrò in pensione, un po’ meglio di come l’ho trovato per ciò che concerne il mio compito.”

-Ce lo auguriamo anche noi. Grazie.

Giorgio Càsole

IL PORTO DI AUGUSTA HA BISOGNO DI PROGETTUALITA’ultima modifica: 2014-04-24T10:14:27+02:00da leodar1
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