Augusta/ Alla vigilia della tradizionale Settimana Santa, un incontro culturale nella chiesa di S. Francesco di Paola sulla figura di Maria Addolorata

Il cammino di passione verso la Pasqua di resurrezione 

addolorata

RSCN0895AUGUSTA – Giovedì sera giorno 3 aprile, nella Chiesa di S Francesco di Paola ad Augusta si è tenuto un interessante incontro culturale sulla figura della Madonna Addolorata. Protagonisti i vari addetti ai lavori della Parrocchia quali, il Parroco don Francesco Scatà, la corale polifonica Iubilaeum con il Direttore Luigi Trigilio, la presidente Grazia Bottaro e il past presidente Melchiorre Fragalà, e gli ospiti in qualità di 5 coroconferenzieri, don Salvo Spadaro e l’avv. Elio Salerno, ed infine le attrici Anna Passanisi ed Ada Tringali. Quest’ultime hanno recitato un brano dello Stabat Mater accompagnati dalla corale e dal M° Salvo Passanisi. Il numeroso pubblico ha seguito con interesse un’ottima relazione di don Spadaro, dell’Istituto S. Metodio di Siracusa, il quale ha ben descritto la figura della 1 scataMadonna Addolorata ai piedi  della Croce trasmettendone tutto il senso di sofferenza e dolore ma allo stesso tempo di ascolto ed obbedienza al disegno divino. Una Madonna  diversa da quella trionfante, gloriosa e radiosa che viene incontro a tutte le richieste di grazie, protagonista di eventi miracolosi. Una Madonna che invece è emblema del pathos, della sofferenza, e rappresenta un modello di madre, sorella,   per tutti coloro che giacciono in particolari situazioni di strazio e dolore e quindi figura compassionevole che può confortarci anche nell’ora della nostra morte. “Una semplice donna che nella massima umiltà ed obbedienza,-  ha concluso don Spadaro,-   ha accettato come dono insieme al Figlio anche  la Croce, quella Croce che traccia il solco del cammino verso la resurrezione.” L’avv. Elio Salerno ha trattato  l’aspetto storico delle tradizioni dell’Addolorata ad Augusta, una Madonna la cui immagine viene tenuta ben esposta in casa della maggior parte di augustani e a cui si rivolge  per essere protetti in tutte le avversità della vita. In particolare ha ricordato l’ Addolorata che già dalla sua prima  tenera età, sia durante il famoso incontro del Venerdì Santo con il Cristo Morto, sia nei momenti di esposizione in chiesa, gli trasmetteva un senso di tristezza, ma allo stesso tempo di serenità e pace non fosse altro per quel suo viso semplice ma splendido, per la sua espressione severamente composta grazie anche a quei occhi rivolti in basso, alle labbra socchiuse e alle mani congiunte. Infine, dopo che il vice presidente della Corale, Vincenzo Riera, ha omaggiato con  fiori le attrici, Padre Scatà ha ringraziato  gli ospiti e tutti gli intervenuti ed ha annunciato l’altra tradizionale iniziativa culturale del cammino di passione quaresimale di giovedì 10 aprile con il famoso Stabat Mater a cura della corale Iubilaeum e del baritono Fragalà.

    Gaetano Gulino 

AL CIRCOLO UFFICIALI ”GIOIE” DEL MEDITERRANEO

Rita Cocciolo Forestiere  e Graziella Paolini Parlagreco inaugurano la presidenza del C.V. Giuseppe Barbera

07_2014 036.jpg Foto A.F.

AUGUSTA. Scrivere la storia dei gioielli equivale a ripercorrere la storia dell’uomo, poiché il gioiello, in quanto ornamento e simbolo di status sociale, compare in tutte le regioni della Terra, proprio anche dei popoli cosiddetti primitivi.  Una panoramica approfondita della produzione di gioielli a partire dai preziosi corredi di ori sumeri, greci, etruschi ed egizi ai sontuosi tesori sciti e fenici dalle complesse lavorazioni a sbalzo e a filigrana, fino alla produzione, ricchissima per forme, oggetti e materiali, della gioielleria bizantina e medievale fino ai nostri giorni è stata esposta, con l’ausilio di diapositive e con l’apporo di aneddoti personali da Rita Còcciolo, avvocata come il marito, Antonello Forestiere, al Circolo Ufficiali della Marina Militare, per inaugurare la presidenza del C.V.  Giuseppe Barbera, comandante di Maribase, subentrato al C.A. Giuseppe Abbamonte, direttore dell’Arsenale Militare, che a giorni verrà trasferito a Roma.  La relatrice ha spiegato la sua “passione” per i gioielli ricordando la sua infanzia, quando il nonno, collezionista di monete,  gli fece capire la valenza degli oggetti preziosi come mezzi  di comunicazione non solo come oggetti di abbellimento . Quando si parla di preziosi il riferimento  è ai materiali per eccellenza, l’argento e l’oro, l’oro soprattutto, simbolo del sole per gli Egizi e, quindi, di Febo-Apollo per i Greci e di Cristo per i cristiani. Non per nulla si parla anche di Cristo “orefice” , non nel senso che Gesù realizzava gioielli, ovviamente, ma per analogia con il lavoro dell’orefice: come l’orefice, appunto, depura l’oro dalle impurità per realizzare i gioielli luminosi, così Cristo con l’amore depura il nostro animo e lo fa risplendere.  Grazie a Rita Còcciolo, abbiamo scoperto come i “Secoli bui” del Medioevo fossero in realtà splendenti di ori, gemme e smalti dai mille colori,  come si sono evolute le tecniche sotto l’impulso dei corredi regali del Cinquecento e del Seicento. Abbiamo contemplato la profusione di gioielli del Settecento, da quelli europei ai sontuosi esemplari mogul indiani. Abbiamo appreso che la la vera innovazione si ebbe nell’Ottocento: nuovi materiali, nuovi stili e soprattutto, per la prima volta, un pubblico più vasto, meno elitario e meno aristocratico. Con l’Art nouveau la gioielleria si fa poi sofisticata, riempiendosi di figure filiformi stilizzate e sinuose. Nella stagione dei pezzi “firmati”, grandi artisti come Picasso, Braque, Dali, Man Ray porteranno il gioiello alla dignità di pezzo d’arte e anche il design internazionale si cimenterà originalmente in questo campo, nobilitando con la purezza delle linee il pregio dei materiali. Essendo donna di giurisprudenza, Rita Còcciolo non poteva non fare riferimento alle leggi, come le  leggi suntuarie (dal latino “sumptus” = spesa) che, sin dai Romani antichi, hanno regolamentato la moda femminile e l’uso dei gioielli. La relazione  sui gioielli non poteva avere come sfondo migliore che un’esposizione di quadri di Garziella Paiolini Parlagreco, cui è stato dato il nome di “Gioie del Mediterraneo”. La pittrice catanese è stata presentata dalla professoressa Zaira Lìpari. La mostra si è protratta per una settimana.

Cecilia Càsole