IL MISTERO DELL’ IMMAGINE DELLA PORTA DI TERRA DI AUGUSTA

l (321)AUGUSTA – Nel 1680 il vicere’ di Sicilia, conte Francesco di Benavides, a tutela della città di Augusta e del suo porto, diede incarico a  Carlos De Grunembergh, nobile ingegnere di chiara fama, di migliorare le fortificazioni. De Grunembergh lavorò per apportare molte migliorie, progettando anche due monumentali porte di terra:  la Porta Spagnola, superbamente eretta all’ingresso dell’ isola e quella del Rivellino o Quintana, dal nome di un consigliere del viceré che diresse i lavori,  della quale ad oggi rimangono solo parte dello stipite sinistro e la colonna tortile, una spirale con funzione decorativa. Il Rivellino Quintana (1682), posto su un isolotto triangolare, fungeva da avamposto militare a difesa della città. In origine, un istmo congiungeva alla terraferma l’isola di Augusta. Nel 1671, nel corso dei grandi lavori di potenziamento della Piazzaforte, l’istmo fu tagliato, creando un fossato, e da quel momento questa zona fu chiamata “la tagliata”. Furono tre all’ origine i Rivellini, il Quintana, il Sant’Anna e il Santo Stefano, costruiti In architettura militare al posto dell’istmo; quello di S. Stefano, in particolare, sorgeva dove attualmente ha sede il Commissariato P.S. di Augusta. Il collegamento con la terraferma fu assicurato da due ponti levatoi, sostituiti nel 1800 da due stretti ponti in muratura, ampliati poi negli anni ‘30.

Ciò premesso, ai nostri giorni non sono mai pervenute immagini originali dell’ intera struttura del Rivellino Quintanapurtroppo, ad eccezione di quelle relative allo stipite sinistro, quali foto o disegni su cartoncino, come quelli tipici usati nei primi anni del secolo scorso. Per questa nobile ragione, otto anni orsono, due amici appassionati di storia locale, Francesco e Peppe, il pittore della chiesa del Cristo Re e l’amministratore del weblog cittadino, davanti a una tazza di caffè ristretto consumato di sera tardi, decidono di provare una ricostruzione al pc dell’immagine della Porta di Terra del Rivellino Quintana, per poi decidere di effettuarne le prime pubblicazioni in rete, partendo proprio da una foto raffigurante lo stipite rimasto e cercando di garantirne, per quanto possibile, l’originalità, le proporzioni e il fondamento storico. Ecco chiarito il mistero dell’ immagine tanto apprezzata, quanto dai profani disprezzata nei moderni social networking, mentre altri, i più furbi, ne hanno già arbitrariamente attaccato i loghi.

Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli (O. Wilde).

   Giuseppe Tringali

AUGUSTA, MARE NOSTRUM, SCAFISTI ARRESTATI

Scafisti arrestati AUGUSTA – Appena sbarcati dalla nave militare Libra, attraccata nel porto commerciale di Augusta dopo l’ultimo salvataggio di  oltre duecento migranti, sono  stati tratti in arresto, come presunti scafisti,  un tunisino e un marocchino che avevano con sé una forte somma in denaro (dollari statunitensi), probabilmente il frutto dei versamenti da parte dei migranti, appartenenti a vari gruppi etnici, che sono fuggiti dalle loro terre d’origine per sbarcare in Italia.  La notizia,  diffusa  da fonti istituzionali, ricorda che l’arresto è avvenuto grazie agli esperti dello speciale Gruppo interforze per il contrasto all’immigrazione clandestina che da oltre dieci anni rappresenta un valido strumento di concreta azione preventiva contro le organizzazioni criminali internazionali, che organizzano il traffico umano attraverso le rotte del Mediterraneo tra il Nord-Africa e l’Italia. La stessa fonte ricorda che “il gruppo agisce in stretta collaborazione con il sostituto procuratore Antonino Nicastro, con personale della Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Marina militare, Guardia Costiera, coordinati da Carlo Parini e Walter Migliorini. In questo caso, come avviene da quando è partita l’operazione “Mare Nostrum”, si è rivelato utile lo scambio d’informazioni in tempo reale tra il Gicic sulla terra ferma il personale del ministero degli interni, dell’agenzia europea Frontex , dei mediatori linguistico-culturali e gli equipaggi di nave San Marco e delle altre unità impegnate nel Canale di Sicilia che lo scorso 22 gennaio hanno ricevuto la visita del ministro della Difesa Mario Mauro.” I due presunti scafisti sono stati rinchiusi nel carcere floridiano di Cavadonna.

C. C.