Dopo la tragedia che ha stroncato la giovane vita di Claudia Quattrocchi, nulla è stato fatto per prevenire altre tragedie. Di chi la colpa?

sssAUGUSTA. Sono le 18,45 di lunedì 16 settembre 2013.  Un silenzio innaturale si percepisce appena si attraversa Via Colombo, la strada che fronteggia i giardini pubblici, e ci si incammina per la via principale del centro storico, la via intitolata al figlio di Vittorio Emanuele II, Via Principe Umberto. Capannelli di persone sostano davanti ai negozi. Aspettano in religioso silenzio. Nessun veicolo attraversa la strada. Non si avverte rumore di sorta. Tutto si è come fermato. Un osservatore esterno e lontano potrebbe dedurre di guardare il fotogramma fermo di una pellicola. La stessa scena appare identica appena si svolta l’angolo e si entra in Piazza Duomo. Dalla navata centrale della Chiesa Madre è appena uscita, accolta da un lungo applauso, un’ abbacinante bara bianca che contiene il corpicino della tredicenne Claudia Quattrocchi.

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AUGUSTA, Francesco Scuderi: 13 anni e il sogno di fare il calciatore

scuderiAUGUSTA/ Un sogno: fare il calciatore. Da quando, appena nato, in ospedale suo nonno Franco, ex calciatore di buon livello del glorioso Megara Augusta, gli regalò un pallone e lo appoggiò dolcemente nella sua culla, affermando: “Sarai un calciatore!” Il nonno potrebbe essere un buon profeta, perché il nipotino prediletto Francesco Scuderi, che porta il suo nome e cognome, nato ad Augusta il 20 settembre del 2000, gioca nella squadra Giovanissimi Regionali dello Sportland Augusta, nella categoria riservata ai nati nel 1999 e 2000; e proprio domenica scorsa Francesco ha realizzato il suo primo gol contro lo Scicli al Megarello di Brucoli, subentrando al suo amico Licata ad inizio ripresa siglando con freddezza la rete a 5 minuti dal termine che è valsa la vittoria per 1-0 agli augustani. Si è trattato della prima rete in assoluto in un torneo regionale per il giovanissimo attaccante della squadra allenata da Tony Costa, una società, lo Sportland, abile a lanciare giovani campioncini nel difficile mondo del calcio e alla quale Francesco è molto affezionato, essendo cresciuto proprio con la maglia gialloblù avendo militato sin dalla stagione 2005-06 all’età di 5 anni. “Ricordo” -afferma papà Massimo,”che lo accompagnava il pullmino dell’asilo comunale e lo lasciava sopra i campetti di Brucoli, gli allenamenti iniziavano alle 15,30 ma già lui aveva sotto il grembiulino il completino da calcetto e nel breve tragitto dalla fermata ai campetti si cambiava le scarpette nella mia macchina per non perdere altri minuti di gioco”. Tutto per la passione sfrenata per questo sport, il più popolare al mondo.

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“MIGRANTI, LA GENTE DI QUESTA TERRA HA DATO PROVA DI GENEROSITA’ E CAPACITA’ OPERATIVA” – intervista al prefetto di Siracusa, Armando Gradone

gradonbe VILLASMUNDO/ CITTA’ DELLA NOTTE. In occasione del  convegno provinciale dei Maestri del Lavoro, tenutosi recentemente nel salone ricevimento del complesso Città della notte, poniamo alcune domande al prefetto di Siracusa, Armando Gradone.  – Nella sua allocuzione all’assemblea, Lei, ricordando il linguista  siciliano Tullio De Mauro, ha detto che in questo  momento non si possono  trovare le parole per definire la condizione di crisi che stiamo attraversando e ha aggiunto che i giovani si sentono privi del  loro futuro. E’ davvero così drammatico il periodo che stiamo vivendo?  “Certo, il momento è difficilissimo. E un concetto questo ormai di comune consapevolezza in tutti gli Italiani. Credo, però, che il pessimismo che oggi sta colpendo tutte le coscienze non abbia ragion d’essere. Gli Italiani possono ritrovare la forza per uscire da questa situazione di difficoltà. L’Italia l’ha già dimostrato nella sua storia”. -Infatti, Lei ha ricordato lo sforzo compiuto nel passato dagli Italiani, costretti anche all’emigrazione pur di lavorare. “I Maestri del Lavoro ce l’hanno fatta. Hanno dato prova concreta che noi abbiamo risorse, energie, valori, cultura che ci consentono di uscire da una situazione così difficile. Occorre che il Paese ritrovi una guida  salda, affidabile. Credo che quello che oggi manca sia la fiducia, fiducia nella politica, nel parlamento, nel governo, nelle istituzioni e, più n  generale, la fiducia l’uno verso l’altro, la fiducia come cittadini. Qui a Siracusa abbiamo avuto prova che questo si può fare. – Lei,  certo, si riferisce alle prove di solidarietà verso i migranti. Lei ha ricordato che siamo passati dai mille migranti del 2012 ai quindicimila del 2013. Lo sforzo, dunque, è stato enorme. Ci sono, però, cittadini che domandano se possiamo permetterci di mantenere tutti questi migranti, che, secondo taluni, sono più protetti degli italiani, visto che  ci sono italiani che vivono e dormono dentro l’automobile, mentre ai migranti viene offerto un tetto. Lei pensa che ci possa essere un rigurgito di razzismo in  noi che siamo stati un popolo di emigranti? No, questo non lo vedo. Credo, tuttavia, che Lei abbia ragione nel dire che questo sforzo non lo possiamo compiere da soli, come Italiani. Stiamo facendo fronte al nostro compito in maniera straordinaria. La gente di questa terra  ha dato  dimostrazione di generosità, umanità,  dico di più,  anche di capacità operativa, capacità di fare, giacché non è facile far fronte a un compito così complesso e difficile e l’Italia da sola non può farsi carico di un problema così complesso anche per ciò che riguarda le prospettive di un futuro. L’esperienza del 2013 ci aiuterà senz’altro a superare un fenomeno di così vaste proporzioni in modo più sereno.”

Giorgio Càsole