INCARDONA ASSENTE IN AULA NEL PROCESSO CHE LO VEDE IMPUTATO – di Giorgio Casole

Don-Incardona-1-1024x806.jpgAUGUSTA – “Libero contumace”. Questa è la constatazione riguardo all’assenza di Gaetano Incardona, ex arciprete di Augusta, davanti alla sezione del tribunale, in funzione collegiale, di Siracusa, presidente Stefania Scarlata,  per il processo che vede imputato lo stesso Incardona per il reato di  violenze sessuali, aggravato  dall’abuso della qualità di ministro di culto,  nei confronti della 22enne R. I.  in occasione della confessione sacramentale della stessa. Il processo considerato “immediato” doveva avere inizio il 26 settembre scorso ma, per motivi procedurali, è stato rinviato a lunedì 28 ottobre, fissato al primo posto nel ruolino delle udienze. Infatti, la presidente Scarlata ha chiamato per primo “Incardona Gaetano” per accertarne la presenza. Come la volta precedente, l’imputato era assente, rappresentato dagli avvocati Giuseppe Piccione e Ettore Randazzo, mentre la parte offesa era rappresentata dall’avvocato Giorgio Assenza. La difesa di Incardona ha preliminarmente chiesto di svolgere  il processo  a porte  chiuse, data la delicatezza della materia e la presidente Scarlata ha accolto la richiesta. L’udienza è stata brevissima, giusto il tempo per la costituzione di parte civile della persona offesa e della presentazione della lista dei testimoni della difesa, la quale ha nominato un suo perito per  affiancare il perito del tribunale che dovrà trascrivere il dialogo fra Incardona e R.I., registrato grazie a una microtelecamera occultata dalla ragazza quando  andò per la seconda volta, su suggerimento dei Carabinieri cui s’era rivolta, per presentare denuncia,  dopo essere stata  – così ha affermato – palpeggiata e molestata da Incardona durante una prima confessione. Per avere una prova documentale del fatto, i Carabinieri avevano  suggerito di tornare e registrare in video e in audio. Il perito del tribunale dovrà trascrivere il dialogo fra i due e, quasi sicuramente, sarà proiettato in aula  il video.  Grazie all’acquisizione del filmato,  il pubblico ministero ordinò l’arresto dell’allora arciprete cui, per ragioni di età, furono concessi gli arresti domiciliari. Il clamore mediatico suscitato dall’arresto, fece sì che un’altra donna, G.M., presentasse un’altra denuncia ai Carabinieri. Incardona ha negato ogni addebito, ma successivamente altre due donne, di cui una residente in Emilia-Romagna, hanno  lanciato un j’accuse contro l’arciprete,  i cui difensori hanno presentato una lista testi nella quale  un nome appare davvero sorprendente: quello del padre della 22enne costituitasi parte civile: l’avvocato Assenza, comunque – così ha affermato  – non nutre alcuna preoccupazione al riguardo. Gli altri due testimoni sono l’organista della chiesa madre, dove Incardona era parroco, e il governatore di una confraternita religiosa. Il processo è stato rinviato a lunedì 13 gennaio, quando dovrebbe essere agli atti la trascrizione peritale del dialogo incriminato. Sarà sentita  la seconda denunciante in ordine cronologico: G. M.

     Giorgio Càsole