RELAZIONE TECNICO SCIENTIFICA DELLA DOTT.SSA MARA NICOTRA IN AUDIZIONE DEL 26 SETTEMBRE 2013 IN COMMISSIONE AMBIENTE E TERRITORIO DELL’ARS IN PRESENZA DEL PRESIDENTE E DEL L’ASSESSORE REGIONALE LO BELLO

petrolchimico augusta,priolo,melilli,augustanews

Il  26 settembre si e’ riunita a Palermo alla presenza dell’assessore Lo Bello la IV Commissione dell’Ars “Ambiente e Territorio” per discutere come risolvere il problema dell’inquinamento dell’aria delle aree a rischio siciliane. La sottoscritta, in qualita di ricercatore e consulente esperta in problematiche ambientali, nonche’ cittadina del popolo inquinato del quadrilatero industriale Melilli, Priolo, Augusta e Siracusa, ha evidenziato all’assessore e a tutti i membri della commissione quanto diventerebbe importante la realizzazione di un decreto regionale ad hoc per normare tutte quelle sostanze odorigene di derivazione delle raffinerie che h/24 disturbano fisicamente lo stato di salute ora dell’ambiente ora dei cittadini che vivono in prossimità del petrolchimico siracusano. “Generalmente gli odori molesti, che si percepiscono dalla popolazione di un’area a rischio, nel caso specifico, quella del quadrilatero industriale Siracusa, Priolo, Melilli e Augusta, derivano dai processi di raffinazione del petrolio, la cui maggior parte sono sostanze non normate dall’attuale decreto sulla qualita’ dell’aria (155/2010) e fuoriescono dalle torce.  Grazie ai rilevamenti dell’Arpa di Siracusa sappiamo quali sono: idrogeno solforato (H2S), mercaptani, benzene con picchi orari giornalieri spaventosi e idrocarburi non metanici.  Il fatto che la torcia rappresenta un sistema di sicurezza necessario per convogliare eventuali sfoghi di pressione generati da emergenze o anomalie di un impianto, non risultano purtroppo regolamentate dall’attuale decreto sui limiti emissivi 152/2006. Visto che nel quadrilatero industriale siracusano le torce delle raffinerie sono accese h/24 è evidente che gli impianti sono sempre in emergenza, quindi ciò e’ una grande anomalia. Si ritiene pertanto di realizzare un decreto ad hoc per mettere un limite tabellare agli inquinanti di origine petrolchimica e contestualmente inserire dei dispositivi di portata sia nelle torce sia nei camini degli impianti, che dovranno essere controllati direttamente dall’ Arpa di Siracusa attraverso un sistema di telerilevamento collegato tra Arpa e impianti. Purtroppo per quanto riguarda le emissioni di un camino, ove spesso si ha una ricaduta sul suolo di metalli pesanti, diossina, furani, PM10, Idrocarburi policiclici aromatici, con effetti a medio lungo termine devastanti per l’agricoltura e la biodiversità tutta, il 152/2006 prevede l’autocontrollo ogni 4 mesi e due controlli all’anno da parte dell’Arpa. Es. L’inceritore di Augusta nel 2008 da un controllo a sorpresa da parte dell’Arpa abbiamo scoperto che emetteva diossina e furani (cancerogeni e mutageni) 1000 volte oltre il limite tabellare. Quindi si auspica di modificare questo punto del decreto 152/2006, per eliminare l’auto controllo aziendale, così come occorrerebbe modificare o in questo caso implementare il decreto 155/2010 per quanto riguarda l’inserimento della media oraria giornaliera del benzene. Sia a Priolo, che Melilli, che a Scala Greca ci sono stati giorni in cui abbiamo respirato 500 microgrammi di benzene in una sola ora, il limite previsto dal decreto attuale non dovrebbe superare i 5 microgrammi. Ma siccome questi 500 microgrammi secondo questo decreto si possono spalmare nel corso dei 365 giorni l’anno per legge o come per magia non abbiamo mai inquinamento di benzene. Si evidenzia tra l’altro che il decreto 155/2010 e’ un decreto che considera il rilevamento solo degli inquinanti urbani. Quindi e’ come non avessimo inquinamento prodotto dalle raffinerie. Siracusa soffre di un duplice inquinamento dal traffico urbano e da quello del vicino petrolchimico”. Alla fine della riunione la mia proposta e’ stata accettata dall’assessore regionale all’ambiente Lo Bello ed su incarico del presidente di Commissione Giampiero Trizzino sono stata delegata, insieme al dott. Genchi, a preparare un disegno di legge da sottoporre all’Ars.

 

  Mara Nicotra

NO ALLO SCONSIDERATO AUMENTO DEL 600% DEI CANONI DEMANIALI!

palazzonormanni.jpg

L’aumento, indiscriminato, dei canoni concessori demaniali fino al 600% da parte del Governo della Regione rappresenta, a mio avviso, un grave pregiudizio per l’economia isolana, e anziche’ contribuire ad impinguare le casse regionali, provochera’ anche un danno erariale poiche’ la Legge 15 del 2005 prevede un aumento massimale nel ritocco dei canoni demaniali del 10%. Per tali ragioni, ho condiviso e votato favorevolmente la mozione n. 132 inerente la revoca del decreto del Presidente della Regione n.509/GAB del 3 aprile 2013, relativo all’aumento dei canoni demaniali.  In un momento di crisi economica, infatti, tale scelta si riverbererebbe con grave nocumento sul sistema occupazionale isolano poiche’ molte strutture balneari e porticcioli turistici, non sarebbero in grado di far fronte a tale aumento e si vedrebbero, loro mal grado, costretti a chiudere i battenti.  Il Governo della Regione, deve, pertanto, prende atto e valutare tale scelta, anche perche’,come detto, la Legge 15 del 2005 prevede un aumento massimo, dei canoni demaniali, del 10% e cio’, ineluttabilmente, offrirebbe il fianco ai molti concessionari di adire alle vie legali, rischiando, anche, di ottenere congrui risarcimenti, trasformando, cosi’, tale scelta, che nasce, comunque, dalla necessita’ di “far cassa”, in un danno per la Regione. A mio avviso, dunque, reputo che il Governo della Regione anziche’ intervenire, frettolosamente, con aumenti dei canoni concessori in modo sconsiderato, debba, piuttosto, incentivare la realizzazione, pur nel rispetto dei litorali e delle peculiarita’ territoriali, di strutture balneari, poiche’, oltre ad offrire importanti servizi necessari per lo sviluppo turistico, possono contribuire a creare economia ed occupazione, favorendo, cosi’, anche la ripresa economica.  Per tali ragioni, dunque, auspico che il Governo della Regione riparta nella valutazione dei canoni demaniali, proprio da queste considerazioni che rappresentano un buon punto di partenza per soddisfare le esigenze degli operatori, di coloro i quali vogliono investire nel settore del turismo ed anche del Governo perche’ un numero maggiore di strutture stagionali creerebbe un maggior gettito, e quindi maggior entrate per le casse della Regione, tenendo conto di quanto previsto dalla Legge 15 del 2005 che prevede un aumento massimo dei canoni concessori del 10%.

Giambattista Coltraro,  deputato regionale