TRE MESI RICCHI DI DONAZIONI PER IL MUSEO DELLA PIAZZAFORTE

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museo della piazzaforte,augusta,augustanewsAUGUSTA –La riapertura al pubblico del Museo della Piazzaforte che ha sede in alcune sale al piano terra del Palazzo di Città, ha subito goduto della generosità degli enti della Marina Militare presenti ad Augusta e di alcuni cittadini che non hanno esitato a voler donare al Museo pregevoli cimeli in loro possesso. L’Arsenale Militare Marittimo, diretto dal C.A. Giuseppe Abbamonte, ha donato uno scafandro da palombaro formato da: muta, elmo e scarpe piombate, consentendo così l’integrazione dell’angolo espositivo dedicato al cacciatorpediniere “R.N. Pancaldo”, affondato nel 1940 nel porto di Augusta e recuperato anche con l’intervento dei palombari civili in servizio ad Augusta. Lo scafandro è stato assemblato dal palombaro signor Franco Spinali dipendente dell’Arsenale che, per dare maggiore integrità al cimelio, ha donato il berretto e la sciarpa di lana di colore rosso che fa parte dell’equipaggiamento e un vecchio cinturone di cuoio al quale viene attaccato il caratteristico pugnale da lavoro con elsa e guaina a vite.  Il signor Antonino Di Benedetto ha donato un “portavoce”, in ferro zincato in uso nella Regia Marina durante la Seconda Guerra Mondiale per amplificare la voce di chi impartiva ordini al personale in coperta. Il signor Salvatore Romano ha donato una placca di bronzo proveniente dall’Arsenale Militare di La Spezia che identificava un compressore per i siluri che armavano i sommergibili della R. Marina.  Il signor Giuseppe Tosto ha donato, per conto della madre signora Saraceno, le onorificenze del nonno Alfio Saraceno, soldato del Regio Esercito nominato Cavaliere di Vittorio Veneto nel 50° Anniversario della Vittoria della Prima Guerra Mondiale. I fratelli Domenica e Giuseppe Solano, hanno dato in uso gratuito due cimeli bellici molto rari: una branda da campo in dotazione al Regio Esercito durante la Prima Guerra Mondiale e una custodia metallica per maschera antigas anch’essa in dotazione al R. Esercito durante la Seconda Guerra Mondiale. La branda oltre il suo valore storico, è un esempio a tutto tondo di design dell’industria bellica italiana dei primi del 1900, in cui l’aspetto estetico ben si coniuga con la funzione dell’oggetto e la sua produzione a livello industriale. I due cimeli donati dai Solano sono stati rinvenuti in un magazzino agricolo di loro proprietà. Il restauro della branda eseguito da Giuseppe Solano e Salvatore. Romano (quest’ultimo collaboratore del Museo), ha comportato la semplice rimozione dell’ossido di ferro dalla struttura e il suo isolamento dall’aria con l’applicazione di cera, e il racconcio delle lacerazioni e delle mancanze di tessuto del telo con l’applicazione a caldo di forzaglia di cotone.  Il signor Giuseppe Tringali, amministratore di AugustaNews, ha trasferito invece in comodato gratuito per fini espositivi un “macinello per caffè” da campo “mod.1905”, in ottimo stato di conservazione e ancora funzionante, in uso alla Regia Marina durante la II Guerra Mondiale. Il cimelio, dotato di custodia metallica che ha anche la funzione di raccogliere il caffe macinato, rimanda con efficacia poetica al break del militare fatto con la condivisione anche dell’italianissima bevanda di conforto. Il macinello fu prodotto e fornito alle Forze Armate del Regno d’Italia dal 1905, dalla storica azienda piemontese “Tre Spade” dei Fratelli Bertoldo. Fondamentale per la corretta collocazione temporale del cimelio nell’ambito museale è il particolare costruttivo del corpo cilindrico, consistente in alcuni punti saldatura realizzati ad arco elettrico anziché con la tradizionale chiodatura che, appunto, contraddistingue l’identico macinello della I Guerra Mondiale. La signora Amalia Morso Lavaggi ha donato una bella e superba gavetta tedesca della II Guerra Mondiale; l’avv. Francesco Migneco Omodei una vanga da Fanteria della I Guerra Mondiale; il C.A. Gaetano Paolo Russotto l’esemplare di un crest originale del cacciatorpediniere “USS Walker” (poi D 561 FANTE nella M.M.).  Sul filo di lana, prima della pausa di agosto, dalla Direzione del Genio Militare per la Marina di Augusta l’esemplare di una bellissima Depht Charge Mk.IX dell’US Navy del 1943. Il Direttore del Museo avv. Antonello Forestiere ed i suoi Collaboratori, costantemente impegnati nell’attività di ricerca di pezzi e manutenzione della collezione, continuano ad invitare gli Augustanesi a visitarlo nei noti orari di apertura al pubblico, ringraziando innanzitutto quanti hanno dimostrato intelligenza e disponibilità con le loro donazioni, nonché quanti offrono in comodato a fini espositivi i pezzi affettivamente più cari che, al momento, desiderano mantenere in proprietà. La generosità dei nostri concittadini e degli organismi militari da sempre vicini al Museo, è pertanto il segno evidente del buon lavoro svolto e della qualità della collezione composta da piccoli e grandi cimeli. Ricordiamo, con una punta d’orgoglio, che tra i grandi cimeli il Museo annovera, primo fra tutti i Musei del centro-sud, anche un grande elicottero della Marina Militare mod. “AB.212” esposto nel comprensorio della Polizia di Stato in Piazza Castello.

     Salvatore Romano

 

CHIESETTA DEL CRISTO REDENTORE AL CIMITERO

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AUGUSTA – Si ritorna sugli stessi argomenti e, fin quando non sono risolti,bisogna che siano evidenziati e ricordati. Ci saranno delle priorità ma da anni non si risolve, per intero, un’opera pubblica ad Augusta,speriamo che la commissione prefettizia getti almeno le basi. Mi occupo della chiesetta del Cristo Redentore all’interno del cimitero, ormai da anni. Ricordo che è stato dato più volte risalto, con notizie sulla stampa locale, di finanziamento e dichiarazioni d’inizio lavori in brevissimo tempo, ogni qualvolta c’era odore di elezioni oppure quand’era sollecitato il ripristino. Sono passati 23 anni dal terremoto del 1990 che, oltre la chiesetta del Cristo,interessò pure l’ingresso e il muro di cinta, lasciandoli in una situazione disastrosa compreso alcune cappelle monumentali. Dopo diversi solleciti, nel Maggio del 2012, fu pubblicato uno dei tanti articoli di stampa che recitava, “Finalmente la Regione ha predisposto l’invio delle somme, quindi gli uffici stanno predisponendo la conclusione del lungo iter.” Si spera, con quest’ultimo atto, di completare la sistemazione della chiesetta cimiteriale e il muro di cinta con annesso ingresso”. Il progetto, finanziato per 750 mila euro dal dipartimento di Protezione civile, è stato approvato definitivamente dalla giunta. Di questi finanziamenti, giunti a buon fine, anche l’onorevole Pippo Gianni e Vincenzo Vinciullo, si assunsero la paternità. Appena insediatosi il Commissario del Comune, dott. La Mattina dichiarò che avrebbe al più presto sollecitato gli uffici affinché si portasse a termine la ristrutturazione della chiesetta e tutto ciò che riguardavano le problematiche cimiteriali. Assicurò che entro l’anno avrebbe indetto la gara d’appalto per i lavori. Tutto ciò a seguito di un altro articolo in cui si sollecitavano anche la fine degli interminabili lavori delle cappelle e il ripristino del cimitero a luogo di culto. Considerato i tempi lunghi per chiudere l’iter, la lentezza della burocrazia degli uffici a tutti i livelli istituzionali, mi auguro che per la prossima ricorrenza dei defunti, la chiesetta, l’ingresso e il muro di cinta, siano stati ristrutturati. Si spera, quantomeno che i lavori siano in corso d’opera in modo da riconsegnare, ai nostri cari defunti, il loro meritato riposo e la pace eterna. Si rinnova l’invito in precedenza fatto al sindaco, poi al commissario e adesso alla commissione prefettizia, affinché sollecitino gli uffici preposti per sapere quando la cittadinanza può accedere in un luogo santo dove ci sia pulizia, strade asfaltate, acqua, illuminazione e infine silenzio assoluto. Oltretutto,dovrebbe essere vietato,all’interno del cimitero, l’ingresso alle auto anche se muniti di pass disabili,ad Augusta pare che si superino i 600 permessi. Sarebbe opportuna la presenza di un vigile. Si possono accompagnare i disabili anche con le carrozzine messe a disposizione dal Comune, previa cauzione. Ho fiducia nella Commissione prefettizia che lasci un segno tangibile su questa città martoriata.

        Mimmo Di Franco

23 LUGLIO 1943 – 23 LUGLIO 2013. 70 ANNNI FA LA TRAGEDIA DEL SOMMERGIBILE ASCIANGHI

Eroi senza gloria saranno ricordati con il lancio di una corona d’alloro

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AUGUSTA. Anche se non paragonabile alle straordinarie imprese del Toti, dello Scirè, del Todaro, tuttavia il piccolo sommergibile Ascianghi d’attacco costiero, scrisse il 23 luglio del ‘43, nell’ultimo conflitto, e al largo di Augusta, la sua pagina di storia, quale indiscutibile esempio di coraggio e valore. L’ infelice fine dell’Ascianghi fu immeritatamente liquidata dall’agonizzante regime con uno scarno bollettino di guerra del giorno dopo. Il sommergibile Ascianghi dislocava appena 698 tonnellate, per una lunghezza di 60,18 m con 6,5 m di larghezza. Dotato di quattro tubi lancia siluri, due a prua e due a poppa, con 6 siluri di scorta, inoltre montava, sulla coperta, un cannone da 100/47 e due mitragliere Breda da 13,2 mm indipendenti. L’unità, malgrado alcune sfortunate vicende, non poté conseguire grandi successi, tuttavia compì 22 missioni di guerra percorrendo il mare per ben 24.000 miglia in emersione e 4.313 in immersione. Ebbene, quando già lo sbarco alleato in Sicilia era avvenuto e inspiegabilmente la grande Squadra navale della Regia Marina restava rintanata nei porti della penisola, al piccolo Ascianghi venne dato l’ordine di “contrastare le operazioni di sbarco alleato”. Strano ordine, perché già le truppe dell’8a armata di Montgomery straripavano su mezza Sicilia orientale, e la Marina di Sua maestà britannica aveva occupato e teneva saldamente i porti di Augusta e Siracusa. A questo punto, giova fare una breve premessa. Pochi giorni prima della vicenda dell’Ascianghi e precisamente il 20 luglio ’43, il Regio Sommergibile NICHELIO compì una clamorosa impresa e con successo nelle acque tra Siracusa ed Augusta. Per tre lunghi giorni aveva atteso in agguato, rispettando il motto del sommergibilista “accoppia coraggio e pazienza e aspetta”. Infatti, il quarto giorno avvista un grosso trasporto inglese in convoglio. Manda a segno due siluri che vanno a squarciare la fiancata destra della nave che si inabissa velocemente con le sue ottomila tonnellate. Il Nichelio, riesce a disimpegnarsi dai cacciatorpediniere di scorta inglese, riuscendo con grande perizia e  astuzia, a posarsi sul fondo della secca di Murro di Porco. Attese in assoluto silenzio per alcune ore, e poi, riemergere e guadagnare indenne la base nel continente.

Probabilmente anche l’Ascianghi sulla scia del successo del Nichelio voleva emularne l’impresa. Il 18 luglio ’43 lasciava il porto di Napoli al comando dell’STV Fiorini, l’unico giovane Sottotenente di Vascello che con tale grado ebbe a comandare nella Regia Marina italiana un sommergibile. Il Fiorini attende in perlustrazione per cinque giorni, sempre nella acque tra Siracusa e Augusta, quando il 23 luglio avvista un convoglio inglese composto da incrociatori pesanti e caccia torpediniere. Decise di attaccare l’incrociatore pesante di prima fila, lanciando la prima coppiola di siluri di prua che purtroppo andarono a vuoto. Con altrettanta rapidità lanciò la seconda coppiola di poppa, uno dei quali colpì a prua l’incrociatore pesante NEW FOUNDLAND di 8.000 tonnellate che fu visto sbandare vistosamente. Come poi riportato dagli stessi inglesi, fu rimorchiato con grande difficoltà a Malta, dove vi rimase inattivo fino al 1944. La reazione dei caccia inglesi fu immediata, violenta e senza sosta: la sorte del piccolo sommergibile era segnata! Braccato, inseguito, circondato in particolare dai due veloci caccia, LAFOREY ed ECLIPSE, fu fatto segno a incessante lancio di bombe di profondità. Apertesi nella zona prodiera dello scafo numerose vie d’acqua, il sommergibile cominciò a sprofondare oltre la soglia di sicurezza e per non finire schiacciato dalla pressione, il Comandante Fiorini fu costretto a dare l’ordine di emersione. Non appena emerso, gli inglesi con inaudita ferocia, spazzarono la coperta e il già malandato scafo del sommergibile, con intenso fuoco delle artiglierie e le mitraglie di bordo. Dei cinquanta uomini di equipaggio 23 furono inghiottiti dal mare insieme al battello, 27, di cui alcuni feriti, laceri e sporchi di nafta furono recuperati e fatti prigionieri. Per questi li aspettavano altre sofferenze e disagi sotto il sole cocente di Algeria. Breve fu l’agonia del piccolo Ascianghi, affondò e lentamente, rivolgendo la poppa al cielo e per un attimo rimase dritto come a salutare quel vicino porto di Augusta che per gli anni di guerra pregressi l’aveva spesso ospitato. E così, anche l’Ascianghi e il suo equipaggio al limitare di una guerra dallo scontato esito infausto, scrisse la propria pagina di storia, vergata dal sangue di 23 giovani marinai, che, quest’anno compiono settant’anni, che giacciono e riposano in fondo al mare a quasi 10 miglia a nord-est dal porto di Augusta. Erano le 15,43 quando il piccolo sommergibile italiano condusse l’attacco, ed erano le 16,23 di quel pomeriggio del 23 luglio 1943, quando tutto era già compiuto! L’Ascianghi, però lasciò il simbolo più puro del valore e del coraggio, e soprattutto il senso dell’obbedienza alla patria, comunque essa venisse rappresentata, e anche se per il loro sacrificio non c’era più posto per la gloria. Grazie alla sensibilità dell’ammiraglio Roberto Camerini, comandante di Marisicilia Augusta, il 23 luglio prossimo, sarà posata in mare, lungo l’ultima rotta del sommergibile Ascianghi, una corona d’alloro in onore ai suoi caduti

Francesco Migneco

LETTERA APERTA AI COMMISSARI STRAORDINARI DEL COMUNE DI AUGUSTA SULLA PUBLISERVIZI PER LA RISCOSSIONE DELLA TASSA D’OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO

AUGUSTA, TASSA SUOLO PUBBLICO, PENALE DA USURA 

comune.jpgAUGUSTA. Chiarissimi Signori Commissari, quale presidente dell’Associazione onlus “Decontaminazione Sicilia”, mi corre l’obbligo di comunicarVi le doglianze pervenutemi da molti cittadini che hanno ricevuto l’avviso di pagamento della tassa per l’occupazione di suolo pubblico (T.O.S.A.P.) relativo ai passi carrabili per l’anno corrente.  Giuste lagnanze, visto che buona parte di tali avvisi, emessi il 10/06/2013, sono stati recapitati ai contribuenti in data successiva a quella di scadenza fissata dalla Publiservizi al 30/06/2013, per cui detto ritardo costringe il contribuente a pagare una penale pari al 30% della tassa annuale prevista, penale proprio da usura. Non ho avuto necessità di verificare quanto riferitomi, avendo personalmente ricevuto un simile avviso di pagamento, pur avendo già effettuato il versamento. Detto avviso mi ha procurato non poca preoccupazione, temendo di aver smarrito copia del versamento, e perdita tempo, essendomi dovuto presentare più volte alla sede della Publiservizi per informarmi e presentare copia del versamento. Tale fastidio poteva evitarsi se Publiservizi avesse verificato la mia situazione contributiva al computer, come avviene negli uffici che effettivamente hanno l’obiettivo di servire i cittadini. Pertanto tale invito oltre a ritenersi inopportuno e fastidioso per chi lo riceve, fa crescere nel contribuente la convinzione che ha a che fare non con publiservizi ma con publidisservizi.

 Luigi Solarino 

AUGUSTA, CHIUSURA AGENZIA DELLE ENTRATE: INDIGNAZIONE DELLA GENTE

augusta.jpgAUGUSTA. Indignazione. Questa è la parola per esprimere il sentimento dei cittadini di Augusta afflitti da tanti problemi in questo momento di democrazia sospesa. Indignazione perché in quasi tutti i Comuni della provincia le Amministrazioni hanno deliberato il ritorno alla gestione pubblica della distribuzione dell’acqua, come previsto dalla legge, mente la SAI8 continua impunemente a mandare le bollette, indignazione perché, nonostante le tante promesse fatte dal commissario Zappia dell’ASP 8, l’ospedale di Augusta  non funziona come dovrebbe, indignazione perché, nonostante  avessimo annunciato la chiusura dell’Agenzia delle entrate nel gennaio scorso, ottenendo risonanza anche nelle pagine dei quotidiani di zona, l’ufficio augustano è stato chiuso. L’immobile all’entrata  della città è ritornato in godimento al proprietario. Se avremo bisogno, dobbiamo recarci a Lentini. Bastava fare un po’ di ordinaria amministrazione, bastava guardarsi intorno, bastava accettare i suggerimenti di chi guarda alla città con amore e competenza: era stato suggerito come immobile in grado di accogliere l’ufficio l’ex foresteria della Marina Militare e l’ammiraglio Camerini, da noi sentito al riguardo, aveva affermato che non c’erano problemi, che sarebbe bastato da parte del Comune avanzare la richiesta. Certo, bisogna farlo nei tempi debiti. Quell’immobile ora marcisce in Via X Ottobre e gli augustani saranno costretti a recarsi a Lentini. A Lentini  hanno trasferito  reparti vitali del “Muscatello”, tanto che ormai nessuno potrà nascere ad Augusta. Tutto questo in nome della cosiddetta spending review, mentre, però, si bruciano miliardi di euro per 90 mila auto blu circolanti in Italia, per l’acquisto  di aerei da caccia insicuri, per pagare i privilegi delle varie caste, compresa quella dei dipendenti del Parlamento (dove un usciere percepisce 10 mila euro al mese), e degli ex parlamentari, cui vengono retribuiti onerosi vitalizio e pagati i loro viaggi. Sempre in tema di spending review,Forse Augusta perderà anche il Commissariato della polizia di Stato che  dovrebbe fondersi con quello di… Lentini.

Giorgio Càsole