LA POLITICA E LE TRADIZIONI PERDUTE


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Vero è, abbiamo perso per un manipolo di ignobili facinorosi, la rappresentanza democratica della città, ma abbiamo perso anche la memoria delle nostre tradizioni? La gente è turbata, avvilita nel vedere languire e scivolare nel degrado e nell’ indifferenza il paese, come vascello, tra flutti impetuosi, senza timone e senza capitano. Tale squilibrio trascina con sé a pensare, a mantenere, almeno, le nostre tradizioni? Poiché, al momento, non possiamo occuparci di politica, scomparsa e vilipesa, né tantomeno della democrazia sospesa, allora abbiamo pensato di occuparci a rispolverare, a rinfocolare le nostre antiche  tradizioni che sono, e sempre costituiscono, il tessuto connettivo storico e culturale delle comunità.  Tradizioni, oggi, sopite o addirittura schiacciate dal mutare di abitudini e condizioni sociali. E anche, perché no, dal dinteresse di quei presunti uomini di cultura, di moderni “donchisciotti”, autori di storie patrie, smaniosi personaggi alla ricerca del clamore, pronti a gonfiarsi stupidamente il petto come il tacchino. Dovrebbero invece essere pronti a indugiare, mantenere vive, anche nel turbinìo della vita moderna, quelle tradizioni civiche che hanno scritto la vita, il passato e la storia della nostra Augusta.

Questa pagina vuole significare un primo nostro sussulto a ripercorrere le nostre antiche tradizioni, riproponendole nei nostri prossimi servizi, in quanto meritevoli di essere ravvivate e, soprattutto, perché non vengano irrimediabilmente fagocitate dall’ oblio e dal disinteresse umano.

   Francesco  Migneco