AUGUSTA/ COMMENTO POSITIVO SULL’ORIENTAMENTO POST DIPLOMA

 

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AUGUSTA. Alla chiusura dell’anno scolastico, si è svolta nell’Istituto Superiore Arangio Ruitz la giornata di Orientamento: “Orientiamoci alla Vita” – Salone dell’orientamento, della formazione e del lavoro, organizzata dal Liceo “Megara” e dal 2° Istituto di Istruzione Superiore  “A – Ruiz” di Augusta, durante la quale l’Università e il Mondo del lavoro hanno incontrato il mondo della scuola mettendo in campo sinergie e costruendo  “…. attività che mirano a formare e a potenziare le capacità delle studentesse e degli studenti di conoscere se stessi, l’ambiente in cui vivono, …. le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita ..”  La manifestazione è stata inaugurata con una conferenza di  presentazione nell’aula magna dell’Istituto, aperta dagli interventi del dirigente scolastico dell’Istituto Ruiz, . Carmelo Gulino e del dirigente del liceo Mégara, Maria Concetta Castorina, che hanno sottolineato come “Orientiamoci alla Vita“ rappresenta  la prima giornata dell’orientamento pre-universitario / post-diploma realizzata ad Augusta, pensata per aiutare i giovani a concretizzare i loro progetti  e per confrontarsi personalmente con le opportunità universitarie e lavorative  del territorio,  rendendo possibile in loco un contatto diretto tra gli operatori della Formazione Post-diploma sia a livello univesitario sia professionale  e gli studenti del 4° e 5° anno delle due scuole e le loro famiglie.“Da studente del IV anno non ancora in “crisi di panico” – ha commentato Alessandro Barbera – “ posso dire che la giornata ha sicuramente fornito a noi studenti un prezioso momento di riflessione sulle nostre attitudini, passioni e vocazioni ed ulteriori strumenti decisionali  per orientarci verso una scelta ragionata e consapevole del nostro prossimo percorso di studi per costruire una personale carriera professionale che ci auguriamo risponda il più  possibile alle nostre aspirazioni.”

  G. C.     Da sin.: Gulino, Castorina, Cappello

IL PIANTO LIBERATORIO DEL SINDACO RIZZA, RICONFERMATO A FUROR DI POPOLO

A SEGUIRE, PERCHE’ ANTONELLO RIZZA HA STRAVINTO  –  di Giorgio Càsole

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 PRIOLO. Mercoledì  12 giugno, ore 12°°. L’ufficio centrale per il controllo dei voti è al completo, pronto perché si possa passare al primo degli adempimenti: la proclamazione del sindaco. A Priolo non è un mero adempimento formale, svolto alla bell’e buona, davanti a quattro gatti. No. E’ una proclamazione vera e propria: solenne e coram populo.  Si svolge all’interno dell’aula consiliare, portata a dignità dal sindaco che sta per essere proclamato: Antonello Rizza, fisico asciutto (dimagrito grazie alla sfibrante campagna elettorale), cinquant’anni  compiuti, sposato con un’insegnante, due figli, ex operaio dell’area industriale che ha già svolto cinque anni di sindaca tura, lasciando ovunque il segno.  Infatti, appena si entra nell’androne del palazzo municipale, si legge una scritta di colore scarlatto su un palle che ricopre la parete. “Il Comune  ogni giorno al servizio dei cittadini, il sindaco Antonello Rizza”. Salite al primo  piano e  si legge un’epigrafe lapidea posta sotto uno stemma “sannita, auspice il sindaco Antonello Rizza”.   Siamo nei pressi dell’aula consiliare. Rizza , intorno alle 12,20, fa la sua  entrata nell’aula,dove lo aspetta una piccola folla osannante, accompagnato dal fido braccio destro, il vice sindaco Parisi, in perfetto abito scuro,  dal capo di gabinetto e dalla moglie, elegantissima.

 Rizza procede verso lo scranno più alto, ma,. Appena si accorge che la moglie è rimasta seduta in prima fila, con un gesto affettuoso la fa avvicinare. E’ giusto che la prima donna della città debba condividere l’esaltazione del trionfo con il primo cittadino. Rizza è vestito sobriamente e sùbito pone l’accento sulla sobrietà. Non solo non ci saranno vendette trasversali, ma nemmeno festeggiamenti: “non ci saranno né buffet né tappi di spumante, i tempi non lo permettono, non soltanto i tempi del Paese Italia, ma nemmeno quelli  di Priolo. E scatta sùbito l’orgogli per una città che prima non contava nulla e ora, invece, è considerata e, addirittura, temuta.  Appena comincia a parlare, chiedendo scusa agli astanti per essersi messo a sedere, fa scattare un primo caloroso applauso.  Comincia a dire che vuole essere il sindaco di tutti i priolesi, che lui non il burattino di nessuno, che al suo tavolo siedono partner con pari dignità – e qui, evidentemente, le allusioni soni ai nemici della campagna elettorale- che vogliono il benessere di  Priolo.” Chi non vuole il benessere di Priolo può andarsene  in un’altra città. Noi non lo tratterremo. Gli applausi crescono dio intensità e di frequenza. E’ poi la volta di qualche anatema contro le industrie del territorio, anche se non si sente afflitto da delirio di onnipotenza. Senza arrivare all’arbitrio e nei limiti consentiti dalla normativa, Rizza tenacemente combatterà non contro le industrie, ma è per il benessere di tutto il territorio, tant’è che vuole intraprendere un’azione in sinergia con il sindaco di Melilli, e non con Augusta, perché Augusta è commissariata.  “Vedrete nei prossimi giorni” ammonisce Rizza. Ha finito e si congeda dagli astanti con la fascia tricolore a tracolla, che aveva dismesso per scaramanzia e per rispetto formale delle istituzioni. La gente applaude. Poi ci ripensa, riprende, ha una specie di mancamento, abbassa il capo, trattiene le lacrime. Riprende con la voce rotta dalla commozione. Intona un tributo alla moglie, ai figli, alla famiglia, esortando i giovani a non commettere il proprio errore. “Mi sono fatto da me, non sono ricco, né figlio di papà, ma per la politica ho trascurato i miei figli; mia moglie, che non è la metà di me, ma l’ottanta per cento ha accettato tutto di me con leggerezza, tutto anche le mie incazzatine” La gente sorride ed è commossa. Rizza abbraccia la moglie, la stringe vigorosamente a sé. E anche a lei luccicano gli occhi.

Giorgio Càsole

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CASOLE3.jpgPRIOLO. In una parete del primo piano del palazzo municipale campeggia un enorme manifesto  che reclamizza Marina di Priolo, dove risalta un enorme cuore preceduto dal pronome Io. L’immagine di Marina di Priolo è quella di una spiaggia bene attrezzata, per raggiungere la quale i cittadini non devono fare altro che utilizzare il bus navetta messo a disposizione dall’amministrazione comunale. La stessa amministrazione provvede a ricordare questo servizio attraverso manifestini disponibili nell’androne del municipio. Chi è a capo dell’amministrazione? Il sindaco Antonello Rizza, il cui nome era scandito, il giorno della trionfale  riconferma,  dai suoi sostenitori come si fa per i personaggi dello sport o dello spettacolo: An-to-nel-lo. Non può che essere considerata trionfale questa successione di Rizza  a sé stesso, giacché Priolo è stato il Comune della nostra provincia dove più alto è stato il numero dei votanti e dove Rizza ha surclassato il suo diretto e più insidioso rivale, quel Massimo Toppi, predecessore nella carica di sindaco. Rizza ha avuto più del doppio dei voi di Toppi.  Toppi era sostenuto – si fa per dire –  da una lista, API (Alleanza per l’Italia), i cui tredici candidati non hanno nemmeno votato per sé stessi,  avendo racimolato una manciata di voti.” Rizza ci ha dato l’orgoglio di sentirci priolesi” – ci dice la signora Carmen Accillaro, scrutatrice del seggio n. 1, di origini ragusane, che continua: “Io non mi sentivo né carne né pesce, poiché, essendo di Pozzallo, spesso mi recavo al mio paese  per le festività tradizionali, e molti, qui, a Priolo, essendo originari di fuori, facevano  lo stesso. Oggi , possiamo dire d’essere fieri di risiedere a Priolo, dove non  paghiamo la tassa sulla prima casa, dove abbiamo l’acqua da bere gratis, dove, oltre alla spiaggia per noi, abbiamo anche una spiaggia per cani, unica in Sicilia, credo”.  Non si paga nemmeno la bolletta dell’acqua corrente? No, quella sì, si paga. Non si paga quella da bere. Rizza ha fatto “costruire” cinque case dell’acqua, sparse per il paese. Ogni capofamiglia ha una chiavetta per attingere l’acqua che è depurata da speciali filtri e refrigerata ; la quantità da attingere è proporzionata al carico di famiglia. Rizza è arrivato a questa decisione per evitare che i priolesi possano essere inquinati da un’acqua che non è potabile come una vola, poiché la falda è stata pesantemente contaminata dalle industrie. Se l’IMU, lì’imposta  municipale sugli immobili, è stata  azzerata per la prima casa e  l’acqua da bere non si paga, come fa il Comune a sostenere le spese? La risposta me la dà il vicesindaco Parisi, funzionario comunale di Siracusa in aspettativa, braccio destro di Rizza, operaio in aspettativa anch’egli: il Comune si fa pagare la Tarsu, la tassa sui rifiuti urbani dalle industrie. “Ci siamo fatti pagare 31milioni di euro di arretrati”, dice fiero Parisi.  M non è finita. Rizza, nel suo discorso inaugurale del suo secondo mandato ha detto che deve completare il suo lavoro, soprattutto quello tendente a far sì chele industrie rispettino l’ambiente. “Non abbiamo deliri di onnipotenza” – ha sottolineato Rizza- “ma tutto ciò che le leggi ci consentiranno, noi metteremo in pratica per il benessere di tutti”, I priolesi  sono andati i massa a votare e lo hanno fatto per votare Rizza.

 

Giorgio Càsole