STORIE VISSUTE: IL GUARITORE

reiki-300x211.jpgAl termine del lungo rettilineo, la  strada prendeva una svolta a  sinistra e si apriva su uno spiazzo sterrato che lasciava vedere in lontananza le prime casette del borgo, e lì moriva. Lo spiazzo  presentava su un lato una piccola collinetta;  due stradine anch’esse sterrate  la attorniavano e dipartivano una in direzione del paese, l’altra si perdeva fra muri a secco, fino a  diventare, fra tanta vegetazione spontanea, un viottolo ricoperto da rovi, e su quel rialzo  una bottega. Si accedeva attraverso una scalinata in pietra delimitata lungo tutto il suo perimetro da una balconata in ferro battuto; fuori, davanti e di lato alla porta di ingresso, una catasta di bidoncini e contenitori vari, quasi tutti di plastica, anche se in un angolino, ordinati, facevano bella mostra delle bottiglie in vetro con il tappetto a pressione, in ceramica. Tanto che il negozio sembrava vocato esclusivamente  alla vendita di questi oggetti. Erano da poco passate le sei  e alcuni curiosi  si affollavano intorno a questi bidoncini, per sceglierli e acquistarli.

 

Sotto il rialzo e quasi nascosta alla vista, l’entrata di una abitazione: la porticina di legno era aperta e si intravedeva una stanza i cui muri avevano rilasciato da un bel po’ il bianco e presentavano un giallo chiazzato di nero con vaste zone screpolate, sotto un odore di muffa; attorno alla stanza delle panchette in legno, anch’esse in cattive condizioni e poi,  inchiodate ai muri, dei poster di santi  e una immagine gigantografica di Gesu’ davanti ad un’altra porticina. Un pezzo di carta appiccicato con del nastro adesivo sulla porta portava dei nomi scritti e la gente che via via arrivava metteva il proprio nome su quel fogliettino. Un tizio che  stava in piedi quasi vicino l’entrata mi dice: “senta, se deve parlare con il santo scriva il suo nome su quel foglietto” e me lo indica. -“grazie “ – “ah, la penna la trova  legata sotto quella copertina” – “di nuovo grazie tante” – abbozzo un sorriso.  Le panchette  lungo il perimetro si stavano nel frattempo riempiendo di vecchiette vestite di nero, a ricordare lutti recenti e passati, con scialli e mantelline, e qualcuna di queste portava delle ceste con uova e verdure, altre  bottiglie di olio che avevano adagiato sul pavimento. Gli uomini  attendevano fuori e, per ingannare l’attesa, alcuni passeggiavano nei dintorni senza nessun riferimento, e si trovavano, forse senza rendersi nemmeno conto, a girare in modo circolare e passare e ripassare negli stessi punti. E cosi facendo combattevano il freddo pungente e si riscaldavano in attesa  che arrivasse il “santo”.  Altri, meno coraggiosi, dopo aver scritto il proprio nome entravano dentro le macchine, in attesa di un segno che potesse indicare l’arrivo del “santo”! In questo vagabondare in modo del tutto spontaneo, come se ognuno cercasse l’altro o volesse comunicare qualcosa di importante ,si formano dei crocchi, e la gente si ferma curiosa ad ascoltare, e così si allarga sempre più il cerchio delle persone che vogliono  ascoltare i le storie degli altri, di quelli che gia’ avevano avuto modo di conoscere il “santo”.  Ah si, sai… quel dottore, il primario di un ospedale. Era stato ormai dichiarato speranzato, le cure non facevano piu’ effetto, poi hanno chiamato Antonio. Oh,  dopo una settimana quel male era sparito, quel cancro che lo stava divorando e  che gli impediva di parlare se n’ era andato e poi agli esami non c’era piu’ nulla,  sparito! E lui ne parla sempre: “ah si, sai l’ho visto, e un tipo alto magro con gli occhialini, un’aria distinta, viene con una bella signora, sara’ la moglie, sai questo viene spesso a trovarlo, ha portato anche altri amici suoi, una coppia che non poteva avere figli e che ormai avevano deposto ogni speranza, mentre dopo aver fatto un sacco di cure…,  sai erano andati anche all’estero, e poi Antonio ha fatto il miracolo e lei, dopo un paio di mesi, e’ rimasta incinta e ha dato un bambino. Sai,  hanno messo anche il suo nome! “Ah si, signora, io so di un amico mio a cui Antonio ha strappato tre molari senza anestesia e senza tenaglia solo con le mani questo non ha sentito niente”,  e ognuno diceva qualcosa di quello che aveva sentito e le cose si ingigantivano sempre di piu’,  il passa parola – si quello si e’ salvato, – si quella ha partorito, –  quello era quasi morto e poi lui li ha salvati”. Mamma quante storie circolavano ed in ognuno cresceva sempre di piu’ la fede e la voglia di sentirlo – poi sa’ un fatto che  ho potuto vivere direttamente l’odore di rose che lascia sulle persone, l’odore che emana non ti lascia per giorni e giorni, mamma mia e’ un grande santo – e gli altri, quelli che avevano avuto queste sensazioni assentiscono, mentre quelli che ancora non avevano provato queste cose, nel sentire l’odore e il profumo delle rose al contatto con Antonio profumo, che non ti lascia piu’ per molto e molto tempo, era come se gia’ lo stessero respirando ed inalando. Poi una voce molto piu’ alta delle altre si innalza da uno dei crocchi, gridando sempre piu’ forte, tanto piu’ forte da attirare l’attenzione di tutti quelli che si trovavano nello spiazzo. Come per incanto, tutti si voltano verso la voce che spunta dal nulla, e tutti si dirigono verso quella voce, e quel crocchio si trasforma in un grande, unico crocchio. Altri che erano dentro le macchine scendono incuriositi, poi il silenzio! “Antonio, Antonio voi non sapete ma io ho assistito ad un miracolo. Antonio, un mattino mi trovavo qui, e arriva una macchina; scendono tre finanzieri, di cui un capitano, venuti per arrestarlo. Era successo che i mediconi avevano fatto delle denunce per abuso dell’ attività di medico. Questi mediconi bastardi, che per una visita’ sottraggono un sacco di soldi alla povera gente,  che li spennano e poi  non sono capaci di curare nulla,  medici del cazzo! Antonio invece e’ un santo, non ha mai chiesto nulla, e un sacco di gente e’ guarita. Un brusio si alza,  tutti assentiscono e il mormorio va verso la cattiveria di questi dottori, il non rispetto per il santo e per le persone che sono state guarite o per quelle che ancora si stavano curando.  “Oh ma Dio esiste, altroché!  Esiste e si e’ manifestato ! Sapete cos’e’ successo?  Mi sforzo intanto di allungarmi per vedere quell’uomo che parla, ma sono lontano dal circolo di gente, solo la voce mi arriva, tanto il crocchio si e’ allargato. “Se Dio esiste! Quando il nostro Antonio e’ stato fatto salire in macchina, questa non e’ partita! Nell’attesa dell’ arrivo di un’altra macchina, Antonio e’ sceso e un finanziere ha fatto un altro tentativo. “Oh la macchina si e’ messa in moto e Antonio e’ stato chiamato ad entrare, ma appena salito, la macchina si e’ di nuovo spenta. Scende e la macchina si rimette in moto, entra di nuovo ed essa si spegne. “Oh, i finanzieri sono scappati, hanno abbracciato Antonio e sono andati via con solo loro dentro! Ditemi se questo non e’ il volere di Dio! Antonio!! Antonio!! La gente assentiva e alcuni si buttavano anche a terra in direzione della casetta, la commozione per quello che si era appena sentito pervadeva tutti, ma in mezzo a quella folla io quell’uomo non l’ho visto! Ma ha dato la speranza a quelli che non l’hanno mai conosciuta e che  diviene certezza, o fiducia, o  fede, direi cosi  intensa da non lasciare nessun dubbio. “Ah! Radici amare nutrite con il sale delle folle che ti fa’ vedere e sentire quello che i tuoi sensi non vedono e sentono! Finalmente entriamo: –  Dimmi da dove vieni –  Veniamo da …. e nel dire questo mi abbraccia e bacia, mentre una donna si butta ai suoi piedi, con un mazzo di fiori! Lo conosce da molto, penso, da come lo chiama a quello che dice. Lo stupore mi prende e seguo l’isteria della donna, come se fossi trascinato da lei in questo gorgo mistico. Fa con tutti così, prima me lo avevano detto; dava e voleva che lo si chiamasse per nome. Poi chiude la porta e sono con lui, dentro la stanza semibuia, anche se fuori da un bel po’ splende un bel sole. Un tavolo al centro, sulle pareti  figure di santi  che nascondevano, non riuscendoci, la  muffa e lo sporco, un pavimento di mattonelle invecchiate dall’umido e dal tempo, sul tavolo le bottiglie d’olio e le ceste di uova e frutta che avevano le vecchine vestite di nero. Una bacinella a terra piena di sangue con dei brandelli di carne  o qualcosa di simile  dentro.  Ah si sai quella  che e’ uscita adesso, ho fatto un intervento ho tolto l’utero perchè pieno di fibbromi ! Inebetisco e rimango per un pò incapace di connettere, mi sento totalmente nelle sue mani. Mi chiede cosa può fare per noi. Ah…. ma venite da ….sai uno del tuo paese  si chiama …  L’ho salvato dal cancro … lo conosci vero ? Si, si, rispondo, riprendendomi dallo shock della bacinella, a un metro da me, anche se stranamente non sentivo nessun fetore provenire da quel contenitore. Antonio è un ometto piccolino, di media eta’, con una faccina rotonda e delle guance rosee, un paio di occhi vispi e curiosi che ti guardano intensamente  dietro a  degli occhialini color oro. Indossa una camiciola non tanta linda, un pantalone di velluto nero a coste, mentre sul collo penzola un grosso  crocifisso d’oro con una catena d’oro e una corona  per il  rosario.  Le mani sono piccolini e tozze ma lisce, come di uno che non ha mai fatto lavori pesanti. Poi un odore di rose invade la stanza. “Sai Antonio, siamo qua’ perchè non abbiamo potuto avere figli, tu puoi fare qualcosa ? “Mi fa sedere su una di quelle sedie polverose e traballanti e incomincia a toccarmi, tocchetti  brevi ed intensi, mi tasta il collo, le braccia, le gambe per un paio di minuti e dopo fa la stessa cosa con la mia compagna. “Dammi il bidoncino …”Dopo un po’ torna con il contenitore pieno contenente circa 5 litri di acqua. “Senti, dovete berla la mattina e la sera per circa 15 giorni, se volete la potete anche bollire”.  “Ma dimmi Antonio c’e’ speranza ? “Si, si in due tre volte di questa acqua avrete i figli! L’importante avere fede in Dio, io non sono altro che una sua pedina,  ma voi con la fede che dimostrate di avere, otterrete che chiedete. Quando venite fra una quindicina di giorni portatemi anche dei campioni di urina! Cosi ci abbraccia, ci bacia e ci accompagna verso la porta. Lascio un’ offerta in un cesto che avevo intravisto sul tavolo, circa ventimila lire, e lo abbraccio e bacio di nuovo.  Solo l’odore di rose mi e’ rimasto addosso per un paio di giorni, poi anche questo e’ scomparso.

 

 

E.G.