Era di Augusta il re del porno italiano, Riccardo Schicchi, morto a Roma a 60 anni

schicchi.jpgAUGUSTA.  Al tempo in cui la base navale di Augusta ospitava molti marinai di leva – e, talvolta, anche marinai americani che qui sostavano per almeno un giorno – i bordelli erano fiorenti, quelli legali fino al 1958, quando  la senatrice socialista Merlin non propose al parlamento l’abolizione delle  case dette chiuse o di tolleranza, i bordelli, appunto, perché luogo di sfruttamento della prostituzione – principio nobilissimo, ma con effetti peggiori del male che voleva cancellare.  I bordelli o casini erano addirittura classificati come oggi gli alberghi, a quattro stelle, a tre, a due, a seconda e della “merce fresca”, le donnine, cioè, e dell’eleganza della “casa”, governata, in genere, da una maitreisse, cioè da un’anziana ex prostituta messasi in proprio. Lo Stato imponeva tributi a quest’attività, ma garantiva i controlli sanitari e per la salute delle donne e per la prevenzione di malattie sessuali.  Alla maestra Merlin apparve  aberrante l’imposizione tributaria sul “mestiere più antico del mondo”. Era come se lo Stato stesso assumesse lo status di sfruttatore della prostituzione. Da qui e dall’esempio proveniente dalla  vicina Francia, si arrivò piuttosto celermente all’approvazione della legge, chiamata, appunto, Merlin, dal nome della prima firmataria. Non si era previsto che il mestiere è rimasto sempre  più antico e che le donne sono passate davvero nelle mani di magnacci sfruttatori autentici  delle donne, spesso fatte venire in Italia con l’inganno, che vengono picchiate e che trascorrono   le ore serali e notturne. E’ il fenomeno detto delle lucciole, perché  “brillano” di sera e di notte, stando davanti al fuoco nelle fredde sere d’inverno, senza protezione e senza difesa.  I bordelli clandestini sono stati funzionanti, senz’avere più, tuttavia, l’allure di un tempo (come ha mostrato Tinto Brass nei suoi film), tant’è vero che, nelle case chiuse scoccava spesso l’amore da parte del maschio che, così,riscattava la donna, arrivando, in taluni casi,  a sposarla. Sei anni prima del varo della legge Merlin, il 12 marzo 1952, ad Augusta nasce Riccardo Schicchi, figlio di un militare di stanza nella base.  Dopo le scuole dell’obbligo si iscrive al liceo scientifico, lo stesso che, anni dopo, avrebbe frequentato un altro personaggio che avrebbe acquistato fama e popolarità, Saro Fiorello. Schicchi precede Fiorello quanto a monellerie.  La  voce popolare riferisce che fu espulso perché  sorpreso a spiare le ragazze nei locali igienici a loro riservati.  L’espulsione  rappresentò un colpo di fortuna per il giovane Riccardo che ripiegò sul liceo artistico in un’altra città, dove si diplomò in fotografia. Si trasferì a Roma e firmò servizi fotografici, anche in zone di guerra, per conto del prestigioso settimanale mondadoriano EPOCA. Fu però, l‘incontro con la biondissima e giovanissima disinibita modella ungherese Ilona Staller a imprimere una svolta alla sua carriera, facendo di lui il re del porno italiano, come un altro augustano di nascita, Joe Conforte, è diventato celebre negli USA e, di riflesso in Italia, per essere stato il re della prostituzione legale  negli States. Joe Conforte è dovuto scappare per non essere processato e condannato per evasione fiscale. Tuttora è vivo e vegeto in Brasile. Ne parlammo tempo fa su queste colonne con un pezzo “Che fine ha fatto Joe Conforte?”, ripreso, senza citare la fonte, da un giornalista siciliano, collaboratore de Lo Specchio della Stampa. Riccardo Schicchi, dopo i trionfi conosciuti grazie a Ilona Staller e alla più importante delle sue “scoperte”, la statuaria Moana Pozzi, con cui fondò pure il “Partito dell’Amore”, dopo aver girato film porno, di cui era anche sceneggiatore, dopo un arresto durante lo scandalo denominato Vallettopoli, si è ammalato di diabete  ed è morto il 9,  a Roma, nell’ospedale Fatebenefratelli, qualche giorno dopo essersi svegliato dal coma. I giornali nazionali e anche il social network Facebook hanno dato rilievo alla notizia.

   Giorgio Càsole.

 

DAL 11 AL 14 DICEMBRE, PROCLAMATO LO SCIOPERO DEI GESTORI DI CARBURANTE

sciopero-benzinai--2012.jpgSecondo quanto si apprende, i gestori hanno deciso di confermare l’agitazione, che dunque partirà dalle 19 di domani fino alle 7 del 14 dicembre sulla rete ordinaria. Il tavolo di oggi, al quale sono state invitate anche le compagnie petrolifere, era stato convocato la scorsa settimana, al termine della riunione con i gestori di Fegica Cisl, Figisc Confcommercio e Faib Confesercenti. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, in questi giorni, ha quindi tentato di far riavvicinare le parti, evidentemente senza successo. Secondo fonti sindacali presenti al tavolo i petrolieri avrebbero “chiuso ogni spazio alla trattativa”. Lo sciopero,  cosi come del resto previsto nei giorni scorsi, ci sarà considerando praticamente inesistenti i margini per una trattativa. Ricordiamo che al centro della vertenza ci sono la contrattazione con le compagnie petrolifere per il rinnovo dei contratti scaduti, le nuove tipologie contrattuali, la crisi dei consumi sulla rete autostradale, la ristrutturazione della rete di distribuzione nel quadro di una riduzione del numero degli impianti, i costi dell’utilizzo della moneta elettronica per i rifornimenti.

SANTA BARBARA E LA MARINA MILITARE ALL’INSEGNA DELLA FEDE

barbara.JPG

barbara2.JPGMalgrado, la drasticità della contingenza economica nazionale, la Marina Militare di Augusta non ha tralasciato di celebrare la festa della Patrona S. Barbara. Il Comandante di Marisicilia Amm. di Divisione Raffaele Caruso, opportunamente, ha ritenuto di commemorarla in tono del tutto religioso, all’insegna di un profondo senso cristiano. La Chiesa Madre di Augusta ha raccolto insieme militari interforze, sino ai Vigili del Fuoco, nonché la partecipazione delle Associazioni d’Arma e, soprattutto, la presenza dei gonfaloni delle città vicine alla Marina. L’addobbo, curato da Marisicilia, del sacro Tempio cittadino, è stato un colpo d’occhio, consono, però, al luogo, e che ha suscitato l’ammirazione e il vivo compiacimento della cittadinanza che ha partecipato alla funzione religiosa. Mons. Pappalardo, Vescovo di Siracusa, ha celebrato la S. Messa, nell’occasione armoniosamente riempita dal coro musicale, insieme ai cappellani militari territoriali e all’arciprete della stessa Chiesa Madre. Nel corso dell’omelia, Mons. Pappalardo ha ricordato il martirio di S. Barbara che, disdegnando lusinghe e promesse di benessere personale non abiurò la fede cristiana, preferendo la decapitazione, che venne eseguita dalla empia mano del di lei genitore Dioscuro, adoratore e pagano del dio imperatore romano. Ma, prosegue l’allocuzione, il carnefice, subito dopo cadde tramortito, accanto alla figlia decapitata, da un fulmine balenato dall’abbuiato cielo. Era il 4 dicembre del 330 d.c., e per questi motivi S. Barbara è stata riconosciuta come patrona della Marina Militare, nonché di quanti nell’esercizio della propria attività, vengono a contatto con il fuoco e gli esplosivi. È chiara l’esortazione del Vescovo che, specie nelle gravi circostanze attuali, non si smarrisca la fede, e si mantenga la speranza di un futuro migliore. Più aperto e incisivo l’intervento dell’Amm. Caruso che, nel consueto stile di sintesi, ha sottolineato il significato della ricorrenza, come motivo di aggregazione e di incontro di solidarietà nei presenti momenti difficili, e di credere nei valori singoli e collettivi. Ancora una volta ha tenuto a precisare la vicinanza della cittadinanza augustana alla Marina Militare di Augusta, che nell’occasione ha manifestato il proprio plauso per la lodevole iniziativa per l’eccezionale manifestazione, seppure contenuta nell’ambito religioso, introducendo per la prima volta, l’antico rituale. Infatti, un drappello di marinai, ha deposto ai piedi del simulacro della Santa i propri simboli, e soprattutto un cuscino con delle rose rosse, simbolo del sangue e del rosso del fuoco, a rappresentare il martirio, e il “fulmine” che abbatté il carnefice. È da allora che le Forze Armate, in particolare, la venerano.

 

     Francesco Migneco