Rinvio a giudizio per l’ex presidente dell’Autorità portuale di Augusta, Giuseppe Spanò. 5 interrogativi per l’ex sindaco Carrubba

augusta.jpgAUGUSTA. Sono stati rinviati a giudizio dal gip Alessandra Gigli per abuso d’ufficio l’ex presidente dell’Autorità portuale di Augusta, il 59enne Pippo Spanò, per aver favorito il  responsabile legale della Cooperativa lavoratori portuali di Augusta e Siracusa, e la responsabile della Sepamar srl. i quali,  stando alle accuse,  avrebbero avuto contratti per le attività all’interno dell’area portuale. Le due imprese avrebbero iniziato a operare, senza che le loro richieste passassero dal vaglio della Commissione consultiva e del Comitato portuale, come prevede la legge 84 del 94 per valutare le capacità professionali ed economiche delle aziende richiedenti. La vicenda giudiziaria è stata attivata in séguito alle denunce di ditte concorrenti. Il giudice Gigli ha fissato l’udienza per il 17 gennaio 2013.

Bocche cucite, invece, riguardo all’indagine in corso per infiltrazioni mafiose al Comune di Augusta, indagine che ha fatto scattare un maxi blitz che ha portato al sequestro di migliaia di pratiche conservate  nella sede del municipio di Augusta. A causa di quest’indagine, il sindaco Carrubba sarebbe stato invitato a collaborare con la magistratura nella posizione, però, di libero cittadino, cioè dopo essersi dimesso, posto che avrebbe dovuto lasciare nella primavera del 2013, scadenza naturale del suo mandato. Carrubba ha diffuso un comunicato, massimamente quello dei reparti perduti del Muscatello,  e per la voragine debitoria aperta dalla Sangiorgio prima Tributi Italia dopo, la ditta di riscossione tributi comunali, il cui amministratore delegato, Saggese,  è stato recentemente arrestato nei giorni scorsi, con gran clamore, perché costui ha truffato molti Comuni, e quello di Augusta è uno dei primi per l’elevata truffa, sperperando in bagordi i soldi incassati dai contribuenti e non versati ai Comuni. Come mai – questa è la domanda ricorrente – si è atteso tanto tempo prima di rescindere il contratto con la Tributi Italia, giungendo alla stratosferica cifra di 12 milioni di euro? E come mai, nonostante la truffa subìta, si è dato un’altra volta in appalto la riscossione dei tributi  a un’altra ditta privata , questa volta di Salerno? C’era davvero necessità di affidare all’esterno questa riscossione che costa al Comune, visto che la ditta deve guadagnare? Non ci sono dipendenti comunali  in grado di svolgere questo servizio? Crediamo di sì, visto che fino a non molti anni fa l’ufficio acquedotto comunale, prima del passaggio a SAI 8,  riscuoteva le ragionevoli  imposte, oggi molto esose, sul consumo dell’acqua  con buona pace di tutti e, soprattutto, senza perdite per il Comune.

   Giorgio Càsole