MENTRE SI RIDUCONO LE PROVINCIE, BRUCOLI TORNA A RECLAMARE L’AUTONOMIA PERCHE’ IN STATO DI TOTALE ABBANDONO.

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AUGUSTA – BRUCOLI, borgo marinaro e frazione di Augusta, torna a reclamare l’autonomia che, proprio in un momento in cui il governo Monti vuole ridurre le Province, potrebbe sembrare anacronistica. Gli abitanti non hanno perso le speranze e la relativa documentazione è stata inviata addirittura alla Regione Siciliana che, a sua volta, l’ha inoltrata alla Provincia regionale di Siracusa.  Stigmatizzata,  la mancata realizzazione della rete fognaria che rende il mare non balneabile anche se questo è un problema che investe non solo Brucoli, ma l’intero territorio di Augusta. I residenti del borgo marinaro colgono l’occasione per lamentarsi  della recente chiusura dell’unico istituto di credito presente nella frazione, quello della Banca Popolare di Ragusa, un tempo Banca Popolare di Augusta…Gli abitanti di Brucoli chiedono un ufficio postale più capiente e potenziato per far fronte alle nuove esigenze del territorio. In verità le lunghe code in locali ristretti si  hanno durante la stagione estiva quando la popolazione residente si moltiplica per via della presenza di  villeggianti, e residenti del vicino villaggio ex Valtur.  E le occasioni perdute per la popolazione sono innumerevoli: la mancata realizzazione del progetto finanziato per rendere funzionale e produttivo il canale, i cui finanziamenti per beghe politiche di bottega furono stornati a un’altra realtà costiera siciliana, la mancata prosecuzione della strada panoramica e delle zone a verde, che avrebbero costeggiando il lato est dell’ultima parte del fiordo fino a collegasi alla RINELLA, un opera finanziata che avrebbe reso fruibile ai residenti e non uno dei posti più belli e caratteristici, il mancato lungomare che avrebbe collegato il paese al Trotilon e oltre,  la mancata realizzazione dell’impianto fognario, che avrebbe permesso la balneabilita’ di tutta costa, la mancata realizzazione, piu’ di 10 anni fa, di un primo stralcio della strada di contrada Oliveto.

       Francesco Ruggero

AUGUSTA, 5OO MILA EURO PER UNA PALESTRA TENSOSTATICA ALLA CITTADELLA DEGLI STUDI

tensostatica.jpgAUGUSTA. “Non c’è più sordo di chi non vuol sentire”, recita un vecchio proverbio, che ripetiamo a proposito del progetto di realizzare una palestra con struttura tensostatica all’interno della cittadella degli studi per far esercitare nelle attività ginnico-motorie gli alunni del liceo “Mègara”. Il progetto è vecchio,  si sa che il costosi aggirerà sui 400/5oo mila euro e prevede l’abbattimento – chissà perché – della vetusta palestra, di cui si potrebbe lasciare in piedi lo scheletro, per costruire  un corpo in muratura per uffici (sic) e spogliatoi e una struttura del tipo  Palajonio, in misura ridotta, per la palestra vera e propria. Poiché il terreno è comunale, ma la struttura dev’essere costruita dalla Provincia regionale, l’accordo è stato trovato. Qualcuno, però, all’interno dell’ente provinciale ha dimenticato che, intanto, continueremo a spendere circa 250 mila euro per mantenere l’affitto dei due piani del cosiddetto palazzo Capuano di Via Adua per ospitare dodici classi e alcuni laboratori, visto che i due plessi liceali della cittadella non hanno locali sufficienti. In tempi di revisione e contenimento della spesa pubblica a tutti  i  livelli è razionale questo progetto. Non sarebbe più razionale, più economico e più rassicurante sul piano psicologico, progettare la costrizione o la ricostruzione di un plesso per dodici classi, laddove c’è l’edificio che si vuole demolire . Non si spenderebbero più centinaia di migliaia di euro ogni anno per il palazzo di Via Adua,  i docenti non sarebbero costretti a fare i pendolari fra la cittadella e Via Adua, i gli alunni non sarebbero costretti alle turnazioni annuali e, soprattutto, non si sentirebbero relegati in un ghetto. E l’attività ginnico-motoria? Dato il clima temperato per quasi tutto l’anno scolastico, si può fare all’aperto, sempre alla cittadella, dove lo spazio c’è,  come si faceva cinquant’anni fa, quando il liceo Mègara era allocato nei locali dell’ex convento di San Domenico e la palestra era all’aperto, dove una volta c’era il chiostro. Nei pochi giorni di tempo inclemente si rimaneva in aula e si può fare lo stesso oggi, a maggior ragione, perché , da anni ormai, gli alunni non fanno solo pratica, ma anche teoria. 

Giorgio Càsole