La protesta del 6 maggio dei Forconi a Palermo

2012-03-06_09_34_46.jpg

Giorno 6 maggio scorso,  il movimento dei “Forconi”  dislocato nelle 9 province siciliane e i simpatizzanti del movimento NO TAV,  5000 persone circa,  si sono dati appuntamento in piazza della Pace a Palermo per manifestare apertamente il particolare disagio che sta attraversando la popolazione di Sicilia, la regione più remota d’Italia, a seguito delle scelte politico-governative regionali, nazionali ed europee dei governi che si sono succeduti negli ultimi decenni e che hanno messo in ginocchio l’occupazione e l’economia dell’isola. Primo obbiettivo la sede della SERIT, colpevole di essere tra le cause principali del fallimento delle aziende siciliane. L’agenzia delle riscossioni, dal canto suo, si è presentata ai manifestanti con le porte d’ingresso protette dal cordone della squadra antisommossa. Durante la protesta i Forconi, giunti a destinazione, hanno acceso provocatoriamente un fuoco per bruciare le cartelle esattoriali morose; subito dopo il corteo si è spostato a Palazzo dei Normanni, sede dell’assemblea regionale, dopo avere attraversato il cuore della città, paralizzando per quasi 2 ore il traffico cittadino, a coro di battute e rime contro il presidente Lombardo e contro tutta la giunta regionale. Il Comitato Cittadino Augustano, che ha aderito alla manifestazione, ha gridato più degli altri alla stampa e alle tv nazionali le sofferenze e le vessazioni subite nel territorio, compresa l’ultima grave ingiustizia sociale, ovvero il rischio di chiusura del presidio ospedaliero Muscatello. Di fatto non si  è ancora capito come, in virtù dell’ art.6 della legge 5, non siano state adottate le stesse misure prese a Gela e Milazzo, pur essendo stati riconosciuti nel nostro territorio gli stessi alti livelli di criticità. Giunti al Palazzo dei Normanni, i Forconi hanno chiesto un incontro con il presidente dell’ ARS Francesco Lo Cascio. Nel corso del l’intera giornata, la sede dell’assemblea regionale è rimasta blindata dalla polizia e non sono mancati  momenti di tensione, specie quando i manifestanti hanno provato a forzare il cordone per entrare nel palazzo; alla fine, vista l’incessante resistenza, una delegazione è stata ricevuta dalla presidenza per essere informata che la problematica sarà, nell’ ambito delle competenze, spostata a Roma.

I Forconi hanno trascorso la notte davanti l’ingresso del palazzo.

 

Il Comitato Cittadino Augustano

Solcheremo ancora l’infinito mare – Cras ingens iterabimus aequor

ambiente.jpg

DIFENDERE L’AMBIENTE VUOL DIRE DIFENDERE LA NOSTRA SALUTE/Eravamo pedine nelle mani degli altri. Ora siamo consapevoli e vogliamo batterci per il nostro futuro

Difendere l’ambiente vuol dire difendere la nostra salute. Essere  sani non significa semplicemente non avere malattie o infermità,  ma implica anche vivere in condizioni economiche, sociali e ambientali adeguate. Per raggiungere l’obiettivo “Salute” ogni uomo deve essere in grado di migliorare l’ambiente in cui vive. L’ambiente non è materia priva di vita, non è una realtà statica, non è un teatro in cui l’uomo crea e distrugge a proprio piacimento, né tanto meno è di proprietà dell’uomo. L’ambiente nasce con l’uomo e in quanto realtà parallele e diverse, devono necessariamente sapersi adattare l’una all’altra per convivere.  Da quando  l’uomo, offuscato dalla brama di denaro e potere, si è convinto di essere detentore dell’ambiente e di poterlo plasmare per soddisfare le proprie esigenze, ha attuato uno sfruttamento del territorio, distruggendo gli equilibri della natura, ponendo le basi per quei fenomeni naturali che porteranno  inevitabilmente alla distruzione dell’uomo stesso. Coloro che oggi rispettano la propria terra sono sempre meno e anche coloro i quali affrontano l’argomento  sono capaci soltanto  di una retorica astratta, senza essere disposti a realizzare obiettivi largamente teorizzati. E’ di fronte a queste critiche che ci limitavamo ad annuire come rassegnati spettatori di una realtà che non aveva futuro, dimostrando la nostra passività rispetto agli eventi e col pretesto di essere impotenti. Ecco ciò che eravamo:  pedine nelle mani degli altri, anonimi abitanti di una terra di cui non avevamo consapevolezza. Quando abbiamo scelto di partecipare al concorso nazionale sul paesaggio bandito dall’associazione Italia Nostra Onlus, non sapevamo davvero cosa avrebbe significato per noi l’impegno che avevamo accettato di prendere. Né ci aspettavamo che divenisse un’opportunità per riscoprire i luoghi, i valori, i colori, i profumi, la storia della nostra terra, che oggi siamo decisi a difendere.  A dimostrazione della concretezza dei nostri propositi, ci stiamo mobilitando per creare una sezione di Italia Nostra qui ad Augusta, che consenta di accendere i riflettori sul nostro territorio. Spesso la soluzione migliore può sembrare quella di abbandonare la propria terra, andare via. Ma non è facile sopportare la perdita delle proprie radici; un fiore estirpato, anche se all’apparenza bello e vigoroso, col tempo appassirà …  a prescindere dalla velocità con cui batte un cuore può amare così intensamente la propria terra da trovare il coraggio di restare e lottare per cambiarla.

Gioventù bruciata, gioventù passiva, gioventù del tutto e subito … Noi non siamo questo! Noi rappresentiamo il futuro, e insieme siamo in grado di renderlo migliore, lavorando proprio sulle nostre risorse, per crescere.

 

Giulia Spirio, Giulia Epaminonda 

 

GRANDE ATTESA PER SAVERIO LA RUINA, PLURIPREMIATO AUTORE E INTERPRETE

In scena l’intenso monologo Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria

Sabato 12 e domenica 13 maggio alla sala Musco, ore 20:45

 

saverio.jpgCATANIA – «Spesso, ascoltando le storie drammatiche di donne dei paesi musulmani, mi capita di sentire l’eco di altre storie, di donne calabresi dell’’inizio del secolo scorso, o della fine del secolo scorso, o di oggi. Donne vittime della legge degli uomini, schiave di un padre-padrone. E il delitto d‘onore era talmente diffuso che una legge apposita quasi lo depenalizzava». Saverio La Ruina, cofondatore del gruppo Scena Verticale e nome tra i più noti della drammaturgia contemporanea italiana, racconta così il suo Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria, l’intensa pièce teatrale di cui è autore, regista e interprete e che gli è valsa, tra gli altri riconoscimenti, il prestigioso premio premio UBU (migliore attore e migliore novità italiana, edizione 2007). Lo spettacolo, che ha già raccolto gli elogi di critica e pubblico, andrà finalmente in scena anche a Catania sullo storico palco del teatro Musco, sabato 12 e domenica 13 maggio (ore 20:45) nell’ambito di Te.St., la rassegna che il Teatro Stabile di Catania dedica ai più diversi e stranianti linguaggi della scena contemporanea. Partendo dall’emblematica storia di una donna calabrese, lo spettacolo offre lo spunto per una riflessione sulla condizione della donna in generale. Raccontando la storia di una piccola donna in un piccolissimo villaggio, ci racconta della condizione della donna nel villaggio globale.  In Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria risuonano molteplici voci di donne. Voci di donne del sud, di madri, di nonne, di zie, di loro amiche e di amiche delle amiche, di tutto il parentado e di tutto il vicinato. E tra queste una in particolare. La “piccola”, tragica e commovente storia di una donna del nostro meridione, che parla in un dialetto stretto che pare quasi cantato. Dal suo racconto emerge una Calabria che anche quando fa i conti con la tragedia vi combina elementi grotteschi e surreali, talvolta perfino comici eppure sempre amari. Un monologo doloroso e feroce ma dolce e ironico a un tempo, con il quale il noto e pluripremiato attore e autore contemporaneo porta in scena il degrado di un certo pensiero maschile e maschilista, narrando l’ennesimo caso di sopraffazione familiare perpetuata ai danni di una donna. Il femminicidio e l’annichilimento fisico e culturale ai danni della donna sono dunque il fulcro dell’intera pièce, che riporta all’attenzione del pubblico l’importanza di riflessione su una piaga sociale tristemente tornata di grande attualità. È dello stesso avviso Giuseppe Di Pasquale, direttore dello Stabile etneo, che sottolinea: «Inserendo Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria all’interno del cartellone Te.St. 2011-2012, l’ente teatrale catanese non solo riconferma la sua attenzione verso i nuovi linguaggi della drammaturgia contemporanea di qualità, ma rinnova inoltre un impegno sociale cui il teatro non dovrebbe mai sottrarsi. Una scelta coraggiosa e coerente con il tema della stagione, significativamente intitolata “Donne. L’altra metà del cielo”, e interamente dedicata all’universo femminile

Caterina Andò